Gianni Rodari

 

Torna all'Archivio  

Biografia di Gianni Rodari

Torna ad Archivio e News  

Torna alla home page

Gianni Rodari

Gianni Rodari

La macchina per fare i compiti e altre storie

"I Vecchi Proverbi tacciono per un po'. Poi il più Vecchio ricomincia:
Chi vuol la pace, prepara la guerra!
Gli infermieri lo sentono e gli fanno bere una camomilla perché si calmi, e con le buone gli spiegano che chi vuol la pace deve preparare la pace, non le bombe."
[...] Come vedete, i Vecchi Proverbi, discorrendo tra loro, dicono anche delle cose sensate; ma solo quando si fanno la critica.
[...] Qualche volta fanno compassione. Non si sono accorti che il mondo cambia, che i Vecchi Proverbi non bastano più a mandarlo avanti; che ci vuole gente nuova, di coraggio, che abbia fiducia nelle proprie mani e nella propria testa.
Come voi."
La natura di Gianni Rodari è interessante:
barbe-capanne e orsi pescatori,
pantofole che crescono su piante
nuvole pazze e neve a colori,
monti in cammino e isole che vanno,
stelle di gatti e fulmini scagliati,
corse di tartarughe lunghe un anno,
cammelli saggi e nasi scambiati.
E mentre leggi, la tua mente ride,
danza e corre e vola qua e là,
immagina, partecipa, decide,
e inventa il gioco della libertà.


La macchina per fare i compiti e altre storie di Gianni Rodari
A cura di Gianni Rodari
Illustrazioni di Anna Laura Cantone
109 pag., ill., Euro 6.00 - Edizioni Editori Riuniti (Piccole tasche)
ISBN 88-359-5334-0

le prime pagine...

La pianta Paolino


Il contadino Pietro rimase molto meravigliato quando gli nacque un bambino con i capelli verdi. Pietro aveva visto gente con i capelli neri, biondi e rossi; aveva anche sentito parlare di una certa fata dai capelli turchini, ma capelli verdi proprio non ne aveva mai visti. Le donne che venivano a vedere il bambino dicevano: — Sembra che abbia in testa l'insalata. — Così il bambino fu battezzato: Paolino lo chiamò il padre, Paolino Insalata lo chiamarono le donne. Furono fatti venire dei dottori a vedere quei capelli: dissero che non era niente, scrissero una ricetta, se ne andarono e i capelli rimasero verdi come prima. Quando il bambino ebbe due anni andò nei prati assieme al nonno a pascolare una capretta. Ed ecco che, ad un tratto, la capretta gli si avvicinò, e sotto gli occhi del nonno gli brucò via in quattro e quattr'otto tutti i capelli, lasciandogli la testa rasata come un prato appena falciato.
Cosi si poté capire che i capelli verdi di Paolino non erano capelli verdi ma erba, una bella erbetta fresca e soffice che cresceva molto in fretta. — Potrai mantenere una capra anche in mezzo al mare — rise il padre di Paolino.
A primavera, tra il verde, proprio in mezzo alla testa, apparve una bella margherita gialla. Tutti venivano da lontano per vedere il bambino a cui crescevano le margherite in testa.
Paolino diventò un giovinetto e una volta commise una cattiva azione: subito invece della bella erbetta gli spuntò sulla testa un ciuffo di gramigna folta e spinosa. Paolino si vergognava molto di andare in giro con quelle erbacce che gli ricadevano sugli occhi: perciò in seguito procurò di non commettere mai cattive azioni.
Col passare degli anni cominciò a crescere, in mezzo all'erba, una pianticina: si scopri che era una quercia, e che diventava sempre più robusta e forte con l'invecchiare di Paolino. A cinquant'anni era un bel querciolo. Paolino non aveva bisogno di piante per stare all'ombra, d'estate: gli bastava quella che gli cresceva in testa, che dava un'ombra fresca e ventilata.
Quando Paolino ebbe ottant'anni, la quercia era diventata tanto grande che gli uccelli vi facevano il nido, i bambini vi si arrampicavano a giocare tra i rami, i mendicanti che entravano nel cortile, per chiedere un uovo o un po' d'acqua, si riposavano un po' all'ombra di Paolino e non finivano mai di lodarlo per la sua bontà. Quando morì, Paolino fu sepolto in piedi, di modo che la pianta potesse continuare a vivere e crescere all'aria aperta. Ora è una vecchissima quercia frondosa e la chiamano la "pianta Paolino". Tutt'in giro ci hanno messo una panchina verniciata di verde, le donne vi si siedono a far la calza, i contadini a mangiare la minestra e a fumare la pipa.
I vecchi restano li seduti fin che viene il buio: si vedono i fornelli rossi delle loro pipe. Prima di andare a dormire salutano il loro amico Paolino:
— Buona notte, Paolino, eri proprio un bravo ragazzo.