Nel periodo estivo ogni paese del Primiero riscopre le proprie tradizioni organizzando sagre e mettendo orgogliosamente in mostra i propri costumi e le proprie usanze "de sti ani" (di tempo fa) come ad esempio a Tonadico in occasione di "En giro par i filò" o a Transacqua per il palio della "Sloiza".
Il Palio della Sloiza è una disfida tra gli otto paesi di Primiero (anche se per alcune edizioni alcuni comuni hanno dato forfait) nella rievocazione di una delle attività agricole tradizionali del passato: il trasporto del fieno dal maso al paese su grosse slitte di legno. Le squadre metteranno in alla prova la loro forza e abilità trascinando le Sloize cariche di fieno per le vie del paese; dovranno inoltre fare un percorso con la zidiera (arnese che viene portato da due persone e serve per trasportare terra, sassi o letame nei campi) tenendo in equilibrio un borel con il siegòn e nel suono di grossi campanacci. Dopo le varie prove la sfida termina con l'arrivo delle sloize in Piazza San Marco. Dall'edizione 2001 il Palio si arricchito di una nuova prova, quella del "Corlo". La ragazza, quinta componente della squadra, all'arrivo dei quattro compagni con la sloiza, riceve il bacio che le dà il via per la prova finale del "corlo", ossia l'arrotolamento di un gomitolo nel minor tempo possibile.
Assieme ai "filò" di Tonadico durante il periodo del Palio della Sloiza c'è la possibilità di partecipare alla "visita dei piazòi de Tresaqua", alla riscoperta delle piazzette del paese. Un vero museo etnografico dal vivo con tradizioni, arti e mestieri, assaggi culinari, folklore, sfide, gare e giochi da non perdere. Lungo le "canisèle" del paese in quei giorni si possono incontrare anche i coscritti primierotti, al tempo chiamati
gègheri e unici nel loro genere grazie al loro abbigliamento particolare.
I coscritti (nella foto edizione 1999) erano coloro che dovevano essre sottoposti alla visita militare di leva (allora la ferma era di tre anni) e passavano i momenti successivi alla visita e precedenti alla partenza festeggiando il passaggio all'età adulta. A bordo di un carretto (si dice che anche il cavallo a quei tempi si ubriacasse) i coscritti giravano per la valle a cantare, bere e festeggiare spensieratamente immersi tra gozzoviglie e licenze di ogni genere.
Il caratteristico foulard, che veniva ricamato o dalla morosa o dalla mamma nel caso se ne fosse sprovvisti, significava che la visita aveva dato responso positivo e che il coscritto era idoneo ad essere arruolato. Se si veniva scartati non ci si poteva permettere il lusso di indossare il foulard ricamato.
Sul cappello venivano posti i fiori che generalmente venivano coltivati dalle mamme nei propri orti e che orgogliosamente sistemavano sul cappello del figlio magari anche in modo da fare bella figura con la vicina innescando una diatriba su chi avesse i fori più belli. Spesso però anche all'epoca i fiori erano finti in quanto quelli freschi non avrebbero resistito al tour de force di quei giorni passati di osteria in osteria.
Albo d'oro del "Palio della Sloiza" di Transacqua
2005 Mezzano |
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2004 Transacqua |
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2003 Transacqua |
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2002 Transacqua |
Commento  |
2001 Fiera di Primiero |
Commento  |
2000 Fiera di Primiero |
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1999 Transacqua |
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1998 Transacqua |
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Tutti questi doverosi omaggi ai tempi che furono non vengono riproposti con il tentativo di arroccarsi ad un passato da conservare gelosamente e da ricopiare, ma semplicemente un modo affinché ci sia una continuità lineare tra ieri ed oggi. Con la tradizione un popolo si sente alle spalle una legittimazione di modo da poter proseguire il proprio cammino verso il futuro. Un’occasione per riscoprire i valori autentici della vita, semplici ma salutari in quanto naturali.
m.m.d.
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