I Welsperg

nella foto appena sotto a destra
Presidio delle guardie del Palazzo del Dazio a Fiera di Primiero.
Si possono vedere sui gonfaloni i simboli del Tirolo, dei Welsperg e di Primiero.
Sui cubetti di porfido della Rivetta sono riportati dipinti gli stemmi
che sono raffigurati sulla facciata del palazzo, primo dei quali il Tirolo.

Seicento anni, non 10, 20, 100... Seicento anni fa una famiglia proveniente dal cuore del Tirolo scese nel Primiero e, dopo la cacciata dei vescovi feltrini, venne investita col titolo di Conti di Primiero.
600 anni dopo Primiero ha voluto commemorare quell'evento con una cinque presidio davanti al Palazzo del Dazio giorni che onora un periodo storico che, grazie alle miniere, permise alla valle di ritrovarsi rinomata in tutta Europa, che all'epoca era come dire "in tutto il mondo".
Non sappiamo a quei tempi che rapporti avessero i conti con la nostra popolazione, se la "dinastia" Welsperg avesse seminato il terrore o si fosse dimostrata aperta e illuminata.
Come successo ad ogni famiglia feudale della storia d'Europa il potere, come del resto accade oggi, dava alla testa e si contano numerosi gli episodi di prepotenza più privata che politica.
lo stemma dei Welsperg su una vetrata Verso il XVII secolo i Welsperg furono infatti grandi oppositori di un'altra importante famiglia di Primiero, i Soméda, tanto da far arrivare fino a noi episodi che viaggiano tra il veritiero e il leggendario.
Dopo un piuttosto lungo periodo di pacifica convivenza (nel 1599 Giambattista Someda fu Marzolo di Canal San Bovo e Mezzano) i rapporti si fecero più problematici per una serie di motivi sia economici che personali.
A peggiorare la situazione fu involontariamente e passivamente una donna, Chiara la figlia di Giambattista, che fu presa di mira dalle brame di un Welsperg, Ferdinando di Castelrotto, che si convinse della possibilità di matrimonio con la figlia dei Someda.
Ferdinando mandò a Marostica un suo servitore per chiedere aiuto al mago Polidoro. Lo stregone disse che Ferdinando avrebbe dovuto recuperare una statuette di cera e scrivere il nome della ragazza sulla fronte. Ma evidentemente ciò non bastò e Ferdinando passò alle maniere forti. Per salvare la figlia Giambattista mandò dalla disperazione Chiara a Venezia ma Ferdinando la fece rapire e mandò i suoi scagnozzi ad uccidere lo stesso Giambattista che sfuggì all'agguato.
La frattura tra le due famiglie fu ufficiale ma la dittatura finì assieme alla decadenza dei Someda che furono costretti a vendere il Palazzo (diventato una vera e propria roccaforte con torretta e grandi stalle oggi distrutte) alla famiglia Bosio, originaria della Valsugana.
Nel medioevo i capricci e le prepotenze dei proprietari feudali anche nel Primiero come nel resto d'Europa si contano a centinaia e i conflitti con il popolino erano frequenti.
Tutto questo per motivi di dazi, controlli e corvée come quando si volle ricostruire il Castel Pietra ieri con in alto a destra il simbolo dei Welspergil Castel Pietra nel 1611, progetto fallito da un'insurrezione dei primierotti che mandarono persino un delegato ad Innsbruck a rivendicare almeno quei pochi diritti che il popolo aveva secondo la convenzione del 1440, tra cui quello dell'esonero dell'obbligo dei "pioveghi" con un'imposta annuale fissa.
Nonostante tutto la permanenza dei Welsperg a Primiero coincise con un periodo di splendore per tutta la nostra valle passata tutta d'un colpo alle luci della ribalta in tutto il continente, con apprezzamenti particolari da parte della famiglia Fugger, i più grandi banchieri e finanziatori degli Asburgo oltre che ricchi proprietari nel settore minerario e acciaieristico nel mondo.
Sul palazzo del Dazio di Fiera si possono vedere ancora gli stemmi dipinti delle più importanti città commerciali di tutto l'impero austriaco, tra cui anche Pordenone e Anversa, all'estremo nord del Belgio.
Primiero fin dalla fine del 1300 fu snodo di commercio formando un triangolo con Innsbruck (Contea Tirolese) e Venezia (serenissima Repubblica Veneta) che si rifornivano di legname primierotto.
Intorno il castel Pietra oggial 1500 si iniziò a constatare la ricchezza che le nostre montagne avevano al loro interno. Si cominciò ad estrarre rame, mercurio a Sagron, argento e metallo argentifero e iniziò l'epopea dei canopi (derivazione da Knappen) la cui fama fece il giro d'Europa.
Con le sue miniere la piccola Primiero arrivò a contribuire per un decimo del totale delle entrate di Innsbruck, arrivando a produrre più o come le miniere di Calisia, vicino a Trento e Schwaz.
Le miniere rivoluzionarono gli usi dei primierotti che si specializzarono oltre che nel difficile mestiere dei canopi, anche nelle fusiere e nei boschi per procurare il legname che sarebbe poi servito, una volta trasformato in carbone, per scaldare i forni.
Le miniere, che rimasero in funzione fino alla fine del 1800, entrarono in crisi quando dal Sudamerica cominciarono ad arrivare i metalli a sottoprezzo, frutto dello sfruttamento del lavoro degli schiavi già dal XVII e XVIII secolo.
A metà del lo stemma di Giuseppe Ignazio Welsperg XX secolo si gridò alla scoperta di giacimenti auriferi nei pressi di Sagron, ai confini orientali del Primiero, ma fu solo una gran esagerazione tanto che arrivarono fior di imprenditori che tornarono nelle rispettive città a mani vuote.
Ancora oggi rimane nella zona una località chiamata California, nome che oggi ha del grottesco e del canzonatorio, per via del sogno infranto di molti che vedevano l'America sotto il Piz de Sagron.
Fu un periodo di splendore dei Welsperg, che in un'Europa che moriva di fame per carestie e peste (Primiero sfuggi per miracolo la peste manzoniana del 1600) vide un aumento della popolazione e il sorgere di chiese dalle proporzioni, nel caso della cattedrale di Pieve, di duomi da grandi città. Per questo il comitato storico rievocativo di Primiero ha voluto commemorare il seicentenario dell'investitura con una serie di iniziative culminate con lo spettacolo "I Welsperg testimoni del tempo" e del concerto degli "Abies Alba" provenienti da Trento e Tione.
Dopo un breve accenno alla vita trecentesca di San Martino di Castrozza, è stata rappresentata la battaglia che nel 1336 vide l'esercito Tirolese sconfiggere le milizie feltrine.
Successivamente all'acquisto del feudo da parte di Giorgio Signore di Welsperg il 22 settembre 1401, che pagò al duca Leopoldo d'Austria 4000 fiorini d'oro, è stato ricostruito l'episodio della benedizione da parte del la Val Canali con il laghetto Welspergvescovo di Feltre e la consacrazione della chiesa arcipretale di Pieve, avvenuta nel 1495.
All'interno dello spettacolo c'è stato anche l'intervento di Andrea Castelli, opinionista rinomato de "l'Adige", che ha interpretato una serie di strofe tratte dall'epopea medioevale carolingia francese "la chanson de Roland", la canzone di Turold più famosa tra le "chansons de geste" dei secoli tra il XI e il XIII, che narra le imprese e la morte di Orlando, fedele paladino di Carlo Magno e la sua fedele spada Durlindana, alla crociata contro i Mori di Spagna.
A fare da atmosfera alla manifestazione gli accampamenti in completo stile medioevale, la cena quattrocentesca in ciotole e brocche e gli spari di un cannone giunto da Kaufbeuren.
Per la settimana dei Welsperg è stato pubblicato anche un libro in italiano e tedesco dal titolo "I Welsperg, una famiglia tirolese in Primiero", redatto da Marco Toffol, un apprezzato storico primierotto. E' sicuramente un buon libro ricco di immagini e notizie ma sarebbe stato meglio cercare un altro tirolo visto che si potrebbe equivocare il fatto che Primiero non fosse in Tirolo.
Oggi i Welsperg sono estinti ma un'altra famiglia ad essi imparentata, i Thun-Welsperg, che hanno così acquisito il nome della casata, sono ancora proprietari di tutta la Val Canali fino all'omonimo laghetto e non sono disposti a cedere per niente al mondo questi possedimenti nella valle che rese celebre la sua casata, frammento di paradiso. La Val Canali oggi è ancora rimasta incontaminata e completamente deurbanizzata, con tra i più begli esemplari faunistici e floristici di tutto l'arco alpino.

m.m.d.



COMUNICATO STAMPA


Serie dei giurisdicenti Welsperg

1401-1405
1405-1434
1434-1502
1502-1552
1552-1562
1562-1588
1588-1613
1613-1620
1620-1663
1663-1689
1690
1690-1761
1761-1777
1777-1840
1840-1873
1873-1907

Giorgio II figlio di Ulrico
Gaspare
Baldassarre
Bartolomeo
Carlo
Cristoforo III, cugino
Sigismondo IV
Iacopo Annibale
Marco Sigismondo
Gian Sigismondo
Giorgio V, fratello
Federico Bonaventura
Marquadro
Giovanni
Carlo di Pusteria, cugino
Enrico, nipote


nella foto si può leggere
Stemmata Welspergicae Domus, Ab Anno 1401
Sub Umbra Alarum Et Tutela Leonum, Fasciis Et Conte
Insignia Communitatis Primerij



1801, Giovanni conte di Welsperg
cittadino onorario di Bolzano

Il 1797 è l'anno durante il quale le truppe francesi di Napoleone tentarono di invadere il Tirolo. Il coraggio dei tirolesi fece sì che gli assalti francesi fallissero. Tra questi ci furono i soldati di Johann Nepomuck conte di Welsperg, Primiero e Reichenan, che respinse in più occasioni le incursioni a Bolzano delle divisioni francesi comandate dal generale Macdonald.
Per questo il 21 maggio del 1801, il Borgomastro di Bolzano diede le "chiavi della città" a Johann conte di Primiero.
Questa prestigiosissima onoreficienza non è più stata conferita a nessuno fino all'ottobre 2002 quando il sindaco Giovanni Salghetti Drioli ha assegnato la cittadinanza onoraria ai Maestri Claudio Abbado e Carlo Maria Giulini, direttori d'orchestra.




lo stemma della casata.
all'interno del capitello
di Via Verda.


Castelpietra oggi
antica dimora dei Welsperg


lo stemma della casata.
all'interno della chiesa
arcipretale di Pieve.


Affresco
all'interno della chiesa
arcipretale di Pieve.


Affresco
all'interno della chiesa
arcipretale di Pieve.


Affresco del Castel Pietra
all'interno della cappelletta
di Santa Barbara.


manoscritto del 1723
del Rachini





La rievocazione

il conte Welsperg
Il conte della Signoria dei Welsperg
si dirige verso il Vescovo
di Feltre per la benedizione.
i monaci
I monaci di San Martino
corrono a dare l'estrema unzione
ai caduti in battaglia


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