LE PATERE


Le patere calene erano divise in due tipi:

1) LE PATERE A MEDAGLIONE
La patera (o phiala) era una tazza larga e piuttosto bassa che veniva usata spesso in occasione delle libagioni sacrificali. In origine era fatta di bronzo o di metallo prezioso, successivamente gli artigiani caleni riuscirono ad introdurre e ad imporre sui mercati dell'epoca l'uso prevalente delle patere di ceramica. Di queste tazze particolari essi producevano due tipi distinti: quelle a medaglione e quelle, cosiddette, ombelicate. Le prime venivano così definite perché al loro centro portavano impresso a stampo un grosso medaglione ornamentale a rilievo. Su questo erano generalmente rappresentati dei soggetti tratti dalla mitologia greca, oppure busti, gruppi di figure e, talvolta, scene di battaglie gladiatorie o di vita quotidiana. Lo studioso tedesco Pagenstecher, il quale pubblicò per primo un lavoro approfondito sulla ceramica calena presentò un catalogo di 111 tipi diversi di questi medaglioni.





Patera a medaglione.

Al centro, nel medaglione,è raffigurata una Nereide seduta su un ippocampo con la mano sinistra regge probabilmente una tuba marina.

CAPUA - Museo Provinciale Campano

 

 

Patera a medaglione, vista di profilo e di prospetto.

Al centro sono rappresentati molto probabilmente Satiro e Priabo.

CAPUA - Museo Provinciale Campano


 

 






2) LE PATERE OMBELICATE


La patera (o ' phiala ') ombelicata, era invece alquanto diverso. La tazza risultava leggermente più profonda ed era, di massima, priva di piede e di anse. Al centro, poi, al posto del medaglione recava una calotta emisferica (l'omphalos) intorno alla quale venivano impressi altri motivi decorativi a rilievo. Di questo secondo tipo di coppe, il Pagenstecher mostrò una cinquantina di soggetti diversi. Anche questi, per lo più, sono a carattere mitologico; i più rappresentativi sembrano essere quelli raffiguranti il ratto di Proserpina, alcune scene dei viaggi di Ulisse e della lotta fra gli dei ed i giganti. Un'altra peculiarità delle patere era data dalle iscrizioni dei vasai caleni impresse intorno all'omphalos, o all'interno del medaglione. Costituivano in un certo senso il copyright, il marchio di fabbrica dell'officina. Il Pagenstecher riuscì a raccogliere un catalogo di 67 iscrizioni diverse in base alle quali oggi abbiamo avuto la possibilità di conoscere i nominativi di molti artigiani che lavoravano a Cales. I nomi più ricorrenti sono quelli dei Gabini, degli Atili e di Lucius Canoleius.

 

Patera ombelicata calena raffigurante il ratto di Proserpina.

Sostanzialmente questo tipo di patera si diversificava dall'altro, cosiddetto a medaglione, perchè al posto di quest'ultimo recava al centro una calotta emisferica intorno alla quale venivano impressi i motivi decorativi. Un altra caratteristica era l'assenza del piede e delle anse.

Tarquinia - Museo Etrusco






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