Si tratta di una rivista completamente autogestita, priva di "sponsor" o di padrini di qualsiasi tipo. Autogestita vuole dire: finanziata, ideata, realizzata interamente dalla redazione, sotto tutti i punti di vista (progettuale, realizzativo, e - last but not least - economico...).
La rivista ha dato spazio ad autori già noti (E.Salvaneschi, F.Chiesura) e ad altri inediti, ospitando racconti, brevi saggi, poesie; e poi rubriche di satira, di recensioni librarie, di poesia dialettale.
"Il babau" ha dato
a chiunque una possibilità di pubblicare i propri lavori, sulla
base di un solo criterio - ahimé, il più vago e discutibile
che si possa immaginare: la qualità.
O meglio, il giudizio
"qualitativo" - e umorale - dei redattori... Senza bisogno alcuno di finanziare
la rivista - di entrare in contatto con la redazione stessa - o, peggio,
di farsi presentare da qualcuno già introdotto....
Sulla rivista inoltre sono comparse interviste a personaggi quali Peter Greenaway, Edoardo Sanguineti, Preda Matvejevic, Dario Fo, e molti altri ancora.
Della rivista, distribuita
in tutta Italia, sono usciti 14 numeri. La grande stampa nazionale si è
accorta, anche se con parsimonia, dell'esistenza del "babau": Cuore, L'Unità,
Glamour, e altri, hanno speso spazio e buone parole per la rivista.
Ovviamente (c'era
da aspettarsi il contrario) nessun giornale genovese è tra questi...
ma a Genova, se non si fa parte di qualche "circolo" più o meno
etichettato (chiese, partiti, boy scout, amici degli amici degli amici...),
non si è presi in considerazione. Miopia, incultura, basso profilo:
questo purtroppo è l'ambiente giornalistico-culturale genovese (staremmo
per dire: italiano...).
Attualmente, da circa un anno, le pubblicazioni sono state sospese. Una crisi di crescita?
Tra le persone che
hanno dato il loro contributo alla nascita e soprattutto alla difficile
esistenza di questa rivista, sono da ricordare i nomi di:
Alberto Repetti,
pittore e grafico;
Carlo Marenco,
scrittore e grafico anch'egli.
Mi sia consentito di
aggiungere anche il nome di chi scrive queste righe - Maurizio
Puppo.