SCIENCE
FICTION
….e se
costruissimo gli ambienti interni sulla scala di quelli esterni?
Oggi, come molte altre volte in precedenza, vi recate nel
vostro supermercato abituale – ma, come vi accorgete subito, ogni cosa è
cambiata. Per riuscire a stare al passo con la Corsa Per Il Progresso, i
vecchi, “primitivi” carrelli della spesa sono stati “perfezionati” – adesso
vanno dieci volte più veloci di prima: 45 km all’ora. A questa velocità, vi
viene detto, occupano dieci volte più spazio dei vecchi carrelli. I corridoi
tra gli scaffali sono cinque volte più ampi. Invece di occupare 10mila metri
quadrati, cioè un ettaro, il negozio adesso si estende per 75 ettari.
I prodotti non sono più esposti sugli scaffali. Si
trovano in enclavi separate a livello del terreno, ognuna con la sua apposita
area di parcheggio carrelli. La distanza tra i prodotti, notate, è ora
scoraggiante. Ma non importa: la Velocità è dalla vostra parte.
Dopo pochi minuti passati spasmodicamente abbarbicati al
vostro carrello di metallo bollente, un’insegna richiama la vostra attenzione
sulla carne in scatola in vendita al corridoio n. 5. Vi rilassate entrando nel
corridoio, raccogliete un po’ di scatolette, quindi velocemente ve ne andate,
seguendo attentamente le indicazioni per il corridoio n. 13, dove placate i
vostri sensi di colpa con della carta igienica rispettosa delle balene bianche…
Dopo aver riempito il carrello, vi dirigete alla cassa, che, per la vostra
semplice sensibilità da terrestre, ricorda molto da vicino un casello
autostradale.
Percependo l’assurdità della nuova organizzazione del
negozio anche in questo giorno di scarso traffico di carrelli, scuotete la
testa increduli. “Sono impazziti e hanno ristrutturato questo negozio nello
stesso modo in cui è costruita la città all’esterno!” esclamate a voi stessi.
“cosa diavolo mai li ha presi per fare questo!? Che sia solo un brutto sogno?”
Sicuramente, per molti motivi, questo è un brutto sogno:
nel negozio a bassa velocità potevate incontrare amici e vicini per scambiare
due chiacchiere nei corridoi. Potevate permettere a vostra figlia di 10 anni di
bighellonare tra gli scaffali senza preoccuparvi della possibilità che potesse
essere investita da un carrello della spesa o avvicinata da uno spacciatore.
Apprezzavate la mancanza di stress che comportava l’andare a piedi, e il fatto
di non essere continuamente irritati o significativamente ritardati dal modo
nel quale altre persone
guidavano i loro carrelli.
Nello stesso istante quest’esperienza surrealista vi svela un’altra cosa: estraendo il vostro palmare, calcolate che, anche se siete andati in giro a 45 km all’ora, ci avete messo cinque minuti più del solito per fare la spesa! Dato che siete abbastanza intelligenti, soprattutto in questa occasione, arrivate a dare una spiegazione a tutto questo: il Paradosso Velocità/densità di Stoodenfacher, che poi sareste voi, velocissimi nel battezzare questo teorema con il vostro nome. Questo paradosso finisce effettivamente spiegando molti dei problemi dovuti al modo con il quale sono costruite le città moderne: anche se velocità più alte ci permettono teoricamente di raggiungere più velocemente le nostre mete, nella realtà queste mete si sparpagliano sempre di più e sempre più spazio viene dedicato alla mobilità, in modo tale che alla fine non c’è nessun risparmio di tempo – non viene ottenuto niente più di prima.