Electric
Dream
rappresenta la prima uscita discografica solistica del
chitarrista padovano Marco
Pavin.
Il disco si
compone di 5 brani, per una durata totale di 60
minuti.
Caratteristica
del CD è la presenza della chitarra elettrica solista
impiegata in un contesto di musica contemporanea, mai
accademico e sempre con un piede nell'altra "sponda" della
musica colta di oggi, il jazz (inteso in senso lato). La
scelta dei brani risponde alla logica di proporre musica
comunque piacevole e capace di suscitare interesse anche da
parte dell'ascoltatore non specialistico.
La chitarra
elettrica, accompagnata ad una nutrita effettistica, compare
in vari contesti: come puro strumento solistico, in
registrazione multitraccia, abbinata al live-electronics e a
suoni generati al computer.
Il
brano di apertura è il noto "Electric
Counterpoint"
del minimalista americano Steve Reich, in una versione molto
diversa da quella originaria di Pat Metheny in quanto
completamente elettrica, ma forse proprio per questo
più vicina all'intento dell'autore. Il brano è
costituito da una serie di tracce (fino a 14) sovrapposte e
trae spunto, anche ritmicamente, da alcune melodie africane,
per svilupparsi gradualmente in suggestivi contrappunti ed
armonie, con un finale tutto americano dal sound che ricorda
la fusion.
Seguono due
brani di compositori italiani piuttosto giovani ma
già affermati anche a livello internazionale: Michele
Biasutti e Lucio Garau.
"Virtual
Melodies"
di Michele Biasutti, in cui la chitarra elettrica è
accoppiata al live electronics, è un lavoro
virtuosistico che propone delle figure musicali in continua
progressione le quali evocano un moto perpetuo, alla maniera
di Ligeti. Formalmente il brano si sviluppa a partire da un
unico suono che si espande e restringe gradualmente, con una
progressiva trasformazione armonica del cluster così
generato. Le note si accavallano, si sedimentano creando
fioriture ritmiche. Singoli frammenti melodici sono ripetuti
vorticosamente in un virtuoso continuum temporale che lascia
libero spazio alla percezione di potenziali melodie.
"J...X"
di Lucio Garau è dedicato a Jimi Hendrix e vede
l'utilizzo della chitarra elettrica come puro strumento
solistico. Come in un sogno ruotano delle cellule di musica
legate a Hendrix, in un'atmosfera magica in cui trovano
utilizzo molte delle moderne tecniche dello strumento, con
un linguaggio a cavallo tra il rock e la musica colta
contemporanea. Questa composizione vuole essere un preludio
per un progetto di "suite" su Jimi.
Il
quarto brano del CD, "'Scuse
Me"
del compositore americano Eric Chasalow, professore alla
Brandeis University del Massachusetts e autore di numerosi
CD, propone la chitarra elettrica abbinata a una base
generata dal computer e realizzata dallo stesso Chasalow. Il
fraseggio della chitarra prende spunto da alcune parole
campionate e si intreccia continuamente con la base
elettronica, in un linguaggio che risente in parte del
minimalismo ma anche del rock e del free-jazz, sempre con un
sapiente utilizzo delle possibilità
timbrico-espressive dello strumento.
Il
brano di chiusura del CD, "Electric
Dream"
dello stesso Marco Pavin, dà il nome al disco e, come
dice il titolo, vuole ricreare l'atmosfera di un sogno:
elementi molto semplici e basati su di un unico modo
originano via via strutture melodiche e poi armoniche sempre
più complesse, per poi scaricare la tensione nella
parte finale caratterizzata da una più pacata e
lucida disposizione spazio-temporale degli eventi musicali,
sintesi di ciò che è emerso in
precedenza.
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