1959-1968

Lo schiaffo morale fu fortissimo e la risalita fu immediata, il presidente Morando portò un po' d'ordine in società, la "T" dal petto fu eliminata. Oltre alla promozione, il torneo 1959-60 ha portato alla ribalta alcuni campioncini fatti in casa: l'ala Carlo Crippa e soprattutto Giorgio Ferrini che riceve da Bearzot la fascia di capitano.Triestino, grintoso, Ferrini diventa la bandiera del nuovo Torino.
Le stagioni seguenti continuano ad essere annate difficili, e per evitare il pericolo della B, il nuovo presidente Filippone ingaggia due stranieri di peso provenienti dall'Inghilterra: Denis Law e Joe Baker; entrambi dotati di talento e tecnica non si distinguono per professionalità e attaccamento ai colori sociali. In seguito ad un pauroso incidente d'auto, dopo una delle tante nottate selvagge i due sono costretti a lasciare la squadra priva del loro apporto per molti mesi. Nella stagione successiva, partiti i due anglosassoni, si ritornò ad una tranquilla mediocrità; nonostante gli acquisti di Poletti e Gerry Hitchens, il torino terminò ottavo. In Coppa Italia i granata dopo un cammino trionfale si arresero solo nella finale con l'Atalanta persa 3-1.
Intanto, nel febbraio 1963, Orfeo Pianelli divenne presidente del Torino ridando stabilità al sodalizio granata. Primo colpo di Pianelli fu Nereo Rocco, allenatore preparato e uomo di gran personalità;
Non migliorò molto la classifica finale, settimo posto, ma in Coppa Italia fu nuovamente finale e, purtroppo, nuovamente sconfitta. Il top del rendimento cade nella stagione 1964-65, che finisce con un bellissimo terzo posto; Anche in Coppa delle Coppe i ragazzi del "Paron" Rocco si fecero valere e giunsero sino allo spareggio di semifinale contro il Monaco 1860: qui furono sconfitti 2-0 a Zurigo.
Nello stesso anno, viene acquistato dal Genoa, Gigi Meroni: lombardo di nascita, estroso, forte e tignoso ha la fantasia nelle vene, ben presto diventa un imprendibile folletto e l'idolo del popolo granata.
Grandi attese e puntuale doccia fredda l'anno dopo: una campagna acquisti sbagliata fece sì che il Toro non riuscisse ad andare oltre un grigio decimo posto; Anche nelle Coppe la stagione 1965-'66 fu da dimenticare, due eliminazioni al primo turno e tutti a casa.
Con la stagione 1966-67 si chiude l'era di Rocco al Torino; con un altro settimo posto, contestato dai tifosi, ritorna al Milan.
Nell'estate 1967, Pianelli chiama Edmondo Fabbri, sulla panchina granata, ma il vero protagonista delle vicende del Toro era però sempre lui, Gigi Meroni, così estroverso, così pieno di classe: uno degli ultimi artisti del pallone. Meroni rendeva felice chi lo guardava giocare ma, purtroppo, il destino era in agguato anche per lui, come per i ragazzi del Grande Torino. Alla vecchia guardia composta da Ferrini e Moschino e ad una difesa formata da Vieri, Poletti Fossati si affiancano due giovani promettenti: Angelo Cereser e Aldo Agroppi, in attacco il franco-argentino Nestor Combin.
Tutto sembra procedere bene, i tifosi sognano, ma una domenica d'ottobre, dopo la gara giocata e vinta contro la Sampdoria al Comunale, Gigi Meroni fu investito da un'auto in Corso Re Umberto, a Torino. Un'altra botta terribile per il Toro, un destino avverso, che sembrava non aver fine.
Fra tutti i tifosi che sfilano nella sede granata per dare l'ultimo saluto a Gigi, vi è anche Combin che fa voto al compagno di giocare solo per lui il derby della domenica successiva; fu una partita incredibile e Combin mantenne la promessa mettendo a segno tre reti per un 4-0 storico.
Il campionato fu ancora mediocre, settimo posto finale ma giunse la vittoria in Coppa Italia. Terzo trionfo in questa manifestazione per la società granata che, dopo aver eliminato la Sampdoria, il Napoli ed il Catanzaro nelle gare ad eliminazione diretta, si aggiudicò il girone finale. Milan, Inter e Bologna le "vittime" del Toro, che colse così un importante trionfo, il primo dell'era-Pianelli.

   

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