1968-1979

Nella stagione 1968-69 arrivarono Rampanti e Mondonico e fece la prima apparizione Paolino Pulici.
Intanto un gran combattente si stava rivelando Aldo Agroppi da Piombino, vero cuore granata ed indomito specialmente negli infuocati derby di quei tempi. Il torneo si chiuse con il Toro al sesto posto, senza squilli nelle coppe. Fabbri se ne andò per tornare a Bologna; e sulla panchina del Torino si sedette Giancarlo Cadè.
Nel torneo dominato dal Cagliari di Gigi Riva, i granata chiusero con il settimo posto. Nell'estate del 1970, ecco arrivare a Torino il "giaguaro" Castellini e Gianni Bui, centravanti di gran classe: malgrado questi arrivi il Toro disputò un campionato in sordina. Fu un ottavo posto. A fine stagione, però, arrivò un'enorme gioia per i tifosi del Toro: il quarto trionfo in Coppa Italia. Ecco la formazione che si aggiudicò la coppa Italia: Castellini, Poletti Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti Ferrini, Petrini, Claudio Sala, Luppi.
Il Torino riuscì nell'impresa di battere il Milan ai rigori nella finalissima di Genova. L'eroe fu Castellini, che parò due rigori a Rivera e regalò la coppa al Toro; grandissimo anche Maddè, autore di cinque centri consecutivi. Al termine di un campionato disastroso, la gemma della Coppa Italia, regalò un sorriso a Pianelli, che era pronto a ricominciare verso nuovi successi.
Nel 1971-72 con Gustavo Giagnoni sulla panchina granata fu subito un campionato eccezionale! La carica fu trasmessa alla squadra che arrivò ad un punto dallo scudetto.
Il campionato seguente fu inaspettatamente anonimo, dopo tante speranze il Torino chiuse al sesto posto, con Pulici che si aggiudicò la sua prima classifica cannonieri con 17 reti. Perle non da poco di questa stagione furono i due derby, vinti entrambi.
Nel 1973 arrivò al Toro Ciccio Graziani, che esordì in serie A, il 18 novembre, in occasione di Sampdoria-Torino. A fine stagione Giagnoni lasciò il Torino e approdò al Milan: a torneo in corso, infatti, sulla panchina del Toro tornò a sedersi Mondino Fabbri, che guiderà i granata anche nel 1974-75. Il Toro fu quinto.
La stagione 1974-75 è interlocutoria, in estate approdano in granata Zaccarelli e Santin; Pulici e Graziani segnarono 30 gol in due, erano già gemelli ma il Toro non andò oltre un mediocre sesto posto. Tra le note dolenti abbiamo l'addio al calcio di Giorgio Ferrini, un vero "eroe" granata.
Siamo all'anno dello scudetto, un nuovo allenatore giovane grintoso e promettente siede sulla panchina granata: Gigi Radice; Caporale, Pecci e Patrizio Sala sono gli ultimi ritocchi di un Toro fortissimo.
Lasciano la maglia due pilastri delle ultime annate: Cereser e Agroppi.
Una marcia inarrestabile, i gemelli del gol imperversavano, andavano a segno tutte le domeniche, grazie anche ai proverbiali assist del "poeta" Claudio Sala.
Il Toro conquisterà il titolo con il pareggio interno contro il Cesena, l'unico punto perso al Comunale in tutta la stagione, un record. Settantamila tifosi salutarono il ritorno del Toro sulla vetta del campionato; la città era in delirio, un'esplosione di gioia a lungo trattenuta. Pulici capocannoniere con 21 reti, seguito da Graziani con 15 gol.
Rileggiamo ancora la formazione campione d'Italia 27 anni dopo Superga: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. Ancora una volta però il destino era in agguato: l'Otto Novembre morì Giogio Ferrini, il "Capitano" per eccellenza, l'uomo che più d'ogni altro ha saputo impersonificare in tutta la storia del Toro, il grande spirito granata.
Intanto con l'acquisto di Danova, i granata erano pronti per la Coppa dei Campioni e per difendere il titolo; la stagione 1976-'77 fu una delle più belle e sfortunate per il Toro, di tutta una storia. Un Campionato eccezionale, con 50 punti fatti, non bastò però a riconfermarsi campione. Toro secondo, con una squadra, che era forse più forte di quella scudettata; con un Graziani capace di segnare 21 gol, con Pulici a 16. In Coppa dei Campioni il Torino superò brillantemente il primo turno contro gli svedesi del Malmoe poi si fermò contro lo squadrone tedesco del Borussia Moenchegladbach; dopo aver perso 1-2 al Comunale, in Germania fu 0-0, in 8 contro 11 e Graziani in porta.
Nel 1977-'78 il Toro disputò comunque un buon campionato ma non diede mai l'impressione di poter vincere il titolo. Fu un secondo posto a pari merito con il Vicenza.
I gol venivano a fatica, anche i gemelli iniziavano ad appannarsi un po' e nel torneo seguente vi fu un ulteriore passo indietro, con il Toro che chiuse al quinto posto, con pochi squilli. Radice fu vittima nel 1979 di un grande incidente d'auto, dove morì il suo amico Barison.

   

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