Nella stagione
1968-69 arrivarono Rampanti e Mondonico e fece la prima apparizione
Paolino Pulici.
Intanto un gran combattente si stava rivelando Aldo Agroppi da Piombino,
vero cuore granata ed indomito specialmente negli infuocati derby di quei
tempi. Il torneo si chiuse con il Toro al sesto posto, senza squilli nelle
coppe. Fabbri se ne andò per tornare a Bologna; e sulla panchina
del Torino si sedette Giancarlo Cadè.
Nel torneo dominato dal Cagliari di Gigi Riva, i granata chiusero con il
settimo posto. Nell'estate del 1970, ecco arrivare a Torino il
"giaguaro" Castellini e Gianni Bui, centravanti di gran classe:
malgrado questi arrivi il Toro disputò un campionato in sordina.
Fu un ottavo posto. A fine stagione, però, arrivò un'enorme
gioia per i tifosi del Toro: il quarto trionfo in Coppa Italia. Ecco
la formazione che si aggiudicò la coppa Italia: Castellini, Poletti
Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti Ferrini, Petrini, Claudio Sala,
Luppi.
Il Torino riuscì nell'impresa di battere il Milan ai rigori nella
finalissima di Genova. L'eroe fu Castellini, che parò due rigori
a Rivera e regalò la coppa al Toro; grandissimo anche Maddè,
autore di cinque centri consecutivi. Al termine di un campionato disastroso,
la gemma della Coppa Italia, regalò un sorriso a Pianelli, che era
pronto a ricominciare verso nuovi successi.
Nel 1971-72 con Gustavo Giagnoni sulla panchina granata fu
subito un campionato eccezionale! La carica fu trasmessa alla squadra che
arrivò ad un punto dallo scudetto.
Il campionato seguente fu inaspettatamente anonimo, dopo tante speranze
il Torino chiuse al sesto posto, con Pulici che si aggiudicò
la sua prima classifica cannonieri con 17 reti. Perle non da poco di questa
stagione furono i due derby, vinti entrambi.
Nel 1973 arrivò al Toro Ciccio Graziani, che esordì
in serie A, il 18 novembre, in occasione di Sampdoria-Torino. A fine stagione
Giagnoni lasciò il Torino e approdò al Milan: a torneo in
corso, infatti, sulla panchina del Toro tornò a sedersi Mondino
Fabbri, che guiderà i granata anche nel 1974-75. Il Toro fu quinto.
La stagione 1974-75 è interlocutoria, in estate approdano
in granata Zaccarelli e Santin; Pulici e Graziani segnarono 30 gol
in due, erano già gemelli ma il Toro non andò oltre un mediocre
sesto posto. Tra le note dolenti abbiamo l'addio al calcio di Giorgio Ferrini,
un vero "eroe" granata.
Siamo all'anno dello scudetto, un nuovo allenatore giovane grintoso e promettente
siede sulla panchina granata: Gigi Radice; Caporale, Pecci e Patrizio
Sala sono gli ultimi ritocchi di un Toro fortissimo.
Lasciano la maglia due pilastri delle ultime annate: Cereser e Agroppi.
Una marcia inarrestabile, i gemelli del gol imperversavano, andavano a segno
tutte le domeniche, grazie anche ai proverbiali assist del "poeta"
Claudio Sala.
Il Toro conquisterà il titolo con il pareggio interno contro il Cesena,
l'unico punto perso al Comunale in tutta la stagione, un record. Settantamila
tifosi salutarono il ritorno del Toro sulla vetta del campionato; la città
era in delirio, un'esplosione di gioia a lungo trattenuta. Pulici capocannoniere
con 21 reti, seguito da Graziani con 15 gol.
Rileggiamo ancora la formazione campione d'Italia 27 anni dopo Superga:
Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio
Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. Ancora una volta però
il destino era in agguato: l'Otto Novembre morì Giogio Ferrini, il
"Capitano" per eccellenza, l'uomo che più d'ogni altro
ha saputo impersonificare in tutta la storia del Toro, il grande spirito
granata.
Intanto con l'acquisto di Danova, i granata erano pronti per la Coppa
dei Campioni e per difendere il titolo; la stagione 1976-'77 fu
una delle più belle e sfortunate per il Toro, di tutta una storia.
Un Campionato eccezionale, con 50 punti fatti, non bastò però
a riconfermarsi campione. Toro secondo, con una squadra, che era forse più
forte di quella scudettata; con un Graziani capace di segnare 21 gol, con
Pulici a 16. In Coppa dei Campioni il Torino superò brillantemente
il primo turno contro gli svedesi del Malmoe poi si fermò contro
lo squadrone tedesco del Borussia Moenchegladbach; dopo aver perso 1-2 al
Comunale, in Germania fu 0-0, in 8 contro 11 e Graziani in porta.
Nel 1977-'78 il Toro disputò comunque un buon campionato ma
non diede mai l'impressione di poter vincere il titolo. Fu un secondo posto
a pari merito con il Vicenza.
I gol venivano a fatica, anche i gemelli iniziavano ad appannarsi un po'
e nel torneo seguente vi fu un ulteriore passo indietro, con il Toro che
chiuse al quinto posto, con pochi squilli. Radice fu vittima nel 1979 di
un grande incidente d'auto, dove morì il suo amico Barison.
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