1990-2000

Il Toro neopromosso si presenta ai nastri di partenza nella stagione 90-91 con Mondonico al timone e alcuni acquisti di primo piano: i difensori Bruno e Annoni il centrocampista Fusi e, dal Real Madrid Martin Vasquez. Una bella squadra, che seppe fare 3 punti su 4 nei derby e terminare la stagione al 5° posto, in piena zona-UEFA.
Oltre 26.000 abbonamenti per il campionato 1991-'92. Casagrande e Scifo si aggiunsero all'organico preesistente e si formò così l'attacco delle "cinque stelle": Lentini, Scifo, Casagrande, Martin Vazquez e Bresciani. Dalla primavera altri 2 gioielli: Cois e Vieri.
In campo sportivo tutto procedeva a gonfie vele, sia in campionato sia in Europa. La squadra girava, in Coppa UEFA dopo aver eliminato il Reykiavik, il Boavista e l'Aek di Atene, il Torino era giunto ai quarti di finale. In marzo, dopo aver superato il Bk Copenaghen, nelle semifinali era in programma la grande sfida contro il Real Madrid; un grande Toro s'impose 2-0, volando in finale contro l'Aiax. Dopo un sofferto 2-2 a Torino ad Amsterdam successe di tutto: il Toro prese ben 3 pali, uno dei quali al novantesimo, ma la coppa fu vinta dagli olandesi. In campionato il Toro fu terzo. Borsano, però, stava iniziando a vivere le sue vicissitudini a livello giudiziario e la società granata andava così incontro ad uno dei periodi più bui della sua storia.
L'estate del 1992 fu "un'estate calda", a Torino: Borsano cedette mezza squadra, da Policano a Cravero a Benedetti per chiudere con l'affare Lentini, che scatenò la rabbia dei tifosi.
Nonostante il caos e i dolorosi addii, nella stagione 1992-93 la squadra conferma un telaio di prim'ordine. In attacco con Casagrande abbiamo l'uruguaiano Aguilera e Silenzi rafforzare il centrocampo Fortunato. Mondonico si arrangia come può: con un campionato dignitoso e l'impresa di conquistare la quinta Coppa Italia. Ecco, la formazione del Torino, che si aggiudicò la coppa: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sordo, Venturin, Aguilera, Scifo, Silenzi. In campionato il Toro fu nono, senza infamia e senza lode.
Gian Mauro Borsano, nel frattempo, passa da un avviso di garanzia all'altro e cedette così la presidenza al notaio Goveani: le cose non sarebbero cambiate di una virgola, con buchi in bilancio che stavano diventando voragini, con le multe del fisco sempre più cospicue, il Torino andava incontro alla grande paura chiamata fallimento.
Il "Mondo" restò al Toro anche 1993-'94, quando la squadra viveva sull'inventiva di Carbone e sulla vena realizzativa di Silenzi, autore a fine campionato di ben 17 reti. Impegnato su 3 fronti ma con pochi soldi, il Toro è costretto a fare di necessità virtù: ossia pochi ritocchi, giocando al risparmio. Marchegiani (ormai nel giro azzurro) viene sostituito dal valido Giovanni Galli, Gregucci rimpiazza Bruno, lasciano Scifo e Vasquez e arrivano Osio e Francescoli, il ritorno di Benny Carbone viene coperto dalla partenza del bomber Vieri. Nello stesso anno lasciano anche Casagrande e Aguilera, l'unico acquisto è Jarni. In Coppa delle Coppe, dopo aver eliminato il Lillestrom e l'Aberdeen, i granata si arresero nei quarti di finale all'Arsenal; in Coppa Italia, invece, in semifinale il Toro perse contro l'Ancona. In campionato i granata chiudono all'ottavo posto.
Ma era in società che gli avvenimenti stavano precipitando: le cessioni di giocatori con pagamenti ricevuti in nero durante l'allegra gestione Borsano-Goveani avevano messo a tappeto i conti del Torino e, senza un serio intervento esterno, il Torino Calcio S.p.A. sarebbe stato dichiarato fallito.
Nella primavera 1994 GianMarco Calleri rilevò il pacchetto di maggioranza del Torino e salvò la società dalla bancarotta: Calleri intraprese una politica di rigore assoluto per riuscire a ripianare un bilancio disastroso.
Un Torino totalmente rivoluzionato nella stagione 94-95 disputò un ottimo campionato: partito, infatti, con l'obiettivo principale di non retrocedere, i granata si trovarono addirittura nelle condizioni di lottare per la Coppa UEFA. Il partente Mondonico viene sostituito da Rampanti, a sua volta rimpiazzato da Sonetti dopo sole 3 giornate; gli unici sopravvissuti nella rosa sono : il giovane Falcone e Silenzi, i nuovi arrivi però sono superiori alle attese: Rizzitelli, Angloma, Cristallini, Pessotto e il ghanese Abedì Pelè.
Il Toro allestito per la stagione 1995-'96 pareva una buona squadra: confermato Sonetti, anche Pelé, Angloma e Rizzitelli restarono granata; gli acquisti Hakan e Milanese dovevano garantire il salto di qualità, in realtà non fu così. Dopo una batosta per 5-0 nel derby, Sonetti fu allontanato e al suo posto fu chiamato Scoglio, ma anche con il professore le cose non andarono bene tanto, che fu sostituito da Lido Vieri che non riuscì ad evitare la terza retrocessione in B.
Il campionato '96/97, dopo un avvio dignitoso prosegue senza particolari acuti. L'organico a disposizione del nuovo tecnico Sandreani non annota grossi nomi: Cammarata, Scarchilli e il ritorno di Cravero non sono sufficienti, così Calleri a Settembre preleva Ferrante dal Parma che si rivela l'acquisto più azzeccato. Solo a cavallo fra dicembre e gennaio i granata, che centrano sei vittorie consecutive, sembrano confermare le previsioni della vigilia che indicano il Toro tra i protagonisti della serie B. Ma l'illusione dura poco e a marzo, un contestatissimo Calleri lascia la guida del club a Massimo Vidulich.
La prima operazione della nuova dirigenza è l'ingaggio dell'allenatore scozzese Souness, che presto si rivela un fallimento, l'ex calciatore della Sampdoria non si ricorda l'italiano e non conosce il nostro calcio, tantomeno la serie B. L'organico viene nuovamente rivoluzionato: lasciano Cristallini e Mezzano, arrivano l'inglese Dorigo, Minotti, Bucci, Mauro Bonomi e Brambilla. Dopo 6 giornate il Torino è in zona serie C e Souness cede il posto a Reja; la squadra si riprende ma viene raggiunta e costretta allo spareggio dal Perugia. A Reggio Emilia, un Torino nervoso, in 10 dopo solo 7 minuti, resiste e pareggia il vantaggio dei perugini. Poi i supplementari e i rigori: segnano tutti tranne Dorigo che prende il palo, salgono gli umbri mentre il torino è costretto ad un altro anno di B.
La società decide di cambiare: nella stagione 98-99 ritorna sulla panchina granata Emiliano Mondonico, che centra al primo tentativo la promozione in A. La gioia purtroppo durò poco, la stagione 99/00 partì con l’obiettivo salvezza, e la squadra sembrava sufficientemente attrezzata, ma le cose andarono in modo diverso. Le insistenti voci di problemi economici, coinvolsero inevitabilmete la squadra che in breve tempo finì sul fondo della classifica. Il 7 maggio del 2000 il Torino perse con il Lecce per 2-1 la partita decisiva per la salvezza e retrocedette nuovamente. Insufficienti gli arrivi di Pecchia, Cruz e Ivic (un vero fallimento); dopo un solo anno il Torino torna in serie B.

   

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