Le
vicende del "Football Club Torino" cominciano il 3 Dicembre 1906,
quando nella birreria Voigt di Via Pierto Micca, un gruppo di sportivi
appassionati del nuovo gioco che gli inglesi chiamavano football, si erano
riuniti con l'idea di fondare un nuovo club.
I colori sociali sono il granata e il bianco, il primo presidente
fu eletto all'unanimità, si tratta di Hans Schoenbrod, giocatore
modesto ma dirigente appassionato, nessuno dei presenti immagina che questi
sono i primi passi di una delle più gloriose Società del Calcio Italiano.
Sono trascorsi pochi giorni ed i granata muovono i primi passi anche sul
campo di calcio, il 16 Dicembre, il Torino vince la sua prima partita 3-1
in casa della Pro Vercelli.

Nel Campionato 1907 il Torino fu protagonista, aggiudicandosi entrambi
i Derby, con somma gioia di Alfred Dick, uno dei fondatori fuoriuscito
dalla Juventus che nel frattempo era diventato presidente. Le gare dei granata
si svolgevano al velodromo Umberto I, dove oggi sorge l'ospedale Mauriziano.
Il primo Derby si disputò il 13 Gennaio 1907 con il punteggio di
2-1 per i granata. La rivalità è accesa ma composta e le sfide cittadine
richiamano sempre più appassionati. Il Torino di questi anni è una società
in evoluzione sia tecnicamente sia a livello organizzativo, non coglie successi
importanti, ma si comportò sempre in modo decoroso nei vari raggruppamenti
e tornei eliminatori in cui di volta in volta viene a trovarsi.
Il primo vero allenatore granata è un uomo, che diventerà il simbolo del
calcio Italiano: il torinese Vittorio Pozzo. Con Pozzo alla guida,
il Torino intraprese nel 1914, una vera e propria avventura: una tournée
in Sud America. Il viaggio in America Latina fu trionfale, sei partite
e sei vittorie con avversari come la nazionale Argentina e il Corinthians.
Al loro ritorno in Italia i granata trovarono l'Europa in guerra, molti
furono arruolati e come altri giovani Italiani non tornarono.

Dopo la guerra, il campionato riprese nella stagione 1920-21, Pozzo
rimette insieme una nuova squadra; fra gli emergenti si distingue un giovanotto,
il secondo di quattro fratelli pinerolesi: Cesare Martin. Mentre
il vecchio capitano Bachmann cedeva il posto a Martin II,
il giovane Janni si affacciava alla ribalta, Pozzo lo colloca al
centro dell'attacco, potente e intelligente sarà nazionale per ben 23 volte
e granata per 15 anni. A Vittorio Pozzo, che lascia la guida della squadra
il 7 Aprile 1922 "per motivi familiari", succede un maestro della didattica
calcistica, l'austriaco Karl Sturmer, che costruisce un undici di
tutto rispetto.
Nell'estate del 1924 ci fu una svolta nella storia del Torino: alla
presidenza fu eletto il Conte Marone Cinzano. Il Conte è un personaggio
di gran capacità organizzativa, non esita a riportare Sturmer alle giovanili
per dare continuità al vivaio; fin dall'estate 1925, da inizio ad
una campagna acquisti dirompente: dall'Alessandria fa arrivare in granata
l'interno Adolfo Balonceri, mentre dall'Argentina approda Julio Libonatti punta implacabile, primo oriundo a vestire la maglia della
nazionale. Insieme a Rossetti costituirono un trio formidabile, una miscela
di potenza e classe; Gino Rossetti arrivò dallo Spezia, all'inizio
del campionato 1926-27. Un grande Toro era nato grazie all'ambizione del
Conte Cinzano, che voleva prevalere a tutti i costi sui cugini bianconeri
ed arrivare al sospirato scudetto.
La stagione 26-27 fu per i granata la sfortunata annata dello scudetto
revocato. Il giallo si riferisce ad un derby, il secondo della stagione
vinto dal Torino 2-1, con il quale il Torino si aggiudicò anche lo scudetto.
Il giornale "Lo Sport" di Milano pubblicò la notizia di un broglio a favore
del Torino nel derby, Allemandi terzino della Juventus era accusato
di aver venduto la partita ai granata, il tentativo di corruzione, in effetti,
ci fu, ma Allemandi intascata la metà della cifra pattuita cambiò idea,
tanto da risultare tra i migliori del derby; tutte queste voci fecero scattare
l'inchiesta federale e lo scudetto fu revocato (e mai restituito).

Grande fu lo sconforto, ma altrettanto prepotente fu la voglia di rifarsi,
così l'anno seguente giustizia fu fatta: il Torino si riconfermò Campione
d'Italia. Questa la formazione vincitrice del primo scudetto: Bosia,
Martin III, Martin II, Martin I, Colombari, Sperone, Vezzani, Balonceri,
Libonatti, Rosseti, Franzoni. Allenatore: Tony Cargnelli. Un
Torino a tratti insuperabile, una macchina da gol, capace di goleade incredibili:
11-0 a Napoli e Brescia 14-0 alla Reggiana. |
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