I Primi passi verso la leggenda

Il Grande Torino muove i primi passi nel 1939. E' nell'estate di quell'anno che il vertice societario passa da Cuniberti a Ferruccio Novo, pragmatico torinese quarantaduenne, titolare di una fabbrica di accessori di cuoio, legato alla società da affetto sincero avendo giocato in granata, senza arrivare alla prima squadra, negli anni giovanili.
Le qualità imprenditoriali del nuovo presidente sono subito evidenti. Si circonda di collaboratori capaci, ad ognuno dei quali offre ampie responsabilità. Suo consigliere e amico personale è Roberto Copernico, titolare di un elegante negozio d'abbigliamento maschile in centro città; a Riccardo Agnisetta, direttore di un'azienda di trasporti, offre la carica di direttore commerciale e come direttore tecnico conferma il magiaro Ernst Egri Erbstein che, per mettersi al riparo con la famiglia dalle leggi razziali, deve ben presto lasciare la carica a Copernico, continuando da oltre frontiera la sua collaborazione, con Novo e il Torino per via epistolare.
E' proprio in quel primo anno della presidenza Novo che il Torino inserisce in organico un giovane diciottenne varesino segnalato da Antonio Janni (che allenava il Varese): Franco Ossola, pagato 55 mila lire. All'apparenza fragile, ma stilisticamente privo di difetti, Ossola debutta a Novara il 4 febbraio 1940, Novo ancora non lo sa ma ha sistemato il primo tassello di un mosaico destinato ad essere perfetto.
La svolta destinata a portare il Torino sul tetto del calcio Italiano si ha tuttavia due anni più tardi. Alla corte di Novo arrivano il vicentino Romeo Menti dalla Fiorentina, e i tre bianconeri Bodoira, Gabetto, Borel II. Ed è proprio quest'ultimo, in compagnia di Copernico, che nell'inverno del 1941 convince il presidente ad un'innovazione decisiva: la trasformazione tattica del gioco, dal "metodo" al più moderno "sistema" che ha già fatto proseliti in Gran Bretagna, dove è stato prima teorizzato e poi messo in pratica da Herbert Chapman, tecnico dell'Arsenal, e qui da noi espresso per la prima volta dalla nazionale inglese, nel Maggio 1939.
Il Torino sistemista nasce il 21 Dicembre 1941; la domenica precedente i granata erano stati battuti (0-3) nel derby. Gli uomini a disposizione si dimostrano presto adattabili (i terzini larghi sulle fasce, adesso marcano ad uomo, così come il difensore centrale) e i risultati sono buoni, tanto che il Torino giunge secondo alle spalle della Roma.
Con il conforto dei risultati Novo & C, nell'estate del 1942, si rivolgono al mercato alla ricerca di elementi utili e funzionali alla nuova tattica: dalla Triestina viene prelevato il mediano Gezar e dal Venazia la coppia di mezz'ali Loik e Mazzola. L'esborso, per i tempi è enorme.
Con il terzetto, che ha già vestito la maglia azzurra, il salto di qualità è immediato: arrivano scudetto e coppa Italia, poi la cavalcata che si preannuncia trionfale viene interrotta dalla Seconda guerra Mondiale.
Nel 1945,alla ripresa dell'attività, l'organico è ulteriormente arricchito: arrivano Ballarin (dalla Triestina) e Maroso (rientrato dal prestito all'Alessandria), la difesa viene ulteriormente rinforzata con lo stopper Rigamonti. Con lo spezzino Castigliano si completa il quadrilatero delle meraviglie e con Bacigalupo (dal Savona), un giovane talentuoso portiere, difende la porta granata.
Il Grande Torino, ora è davvero completo, diverte ovunque e miete successi a ripetizione.


Giocatore Ruolo Provenienza Cifra di passaggio Stagione
Bacigalupo portiere Savona 160.000 45-46
Castigliano mediano Spezia 600.000 45-46
Fabian Fabian Cluij(Romania) 3.000.000 41-42
Ferraris ala Inter 250.000 41-42
Gabetto centravanti Juventus 330.000 41-42
Grezar mediano Triestina 450.000 42-43
Loik e Mazzola mezzala
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Venezia
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1.200.000 + Petron
e Mezzadri

42-43
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Maroso terzino primavera
Martelli med. e att. Brescia 5.200.000 46-47
Menti ala Fiorentina 300.000 41-42
Ossola ala Varese 55.000 39-40
Rigamonti stopper primavera
Tomà terzino Spezia 5 giocatori 46-47