SUPERGA: 4 Maggio 1949


Era stato Capitan Mazzola ad accettare la proposta di Francisco Josè Ferreira, capitano del Portogallo, che invitava il Torino a Lisbona per un'amichevole contro il suo Benfica. I due campioni si erano incontrati la sera del 27 febbraio 1949 a Genova, ed erano seduti a fianco a fianco durante la cena ufficiale di Italia-Portogallo, amichevole giocata nel pomeriggio a Marassi (4-1 per gli azzurri: in vantaggio i lusitani, rimonta granata con Menti, Mazzola, Maroso e Carapellese).
A tavola Mazzola e Ferreira, parlarono della partita e del loro futuro. Il capitano del Portogallo informò Mazzola che a fine stagione avrebbe chiuso la carriera. "Vorrei il Torino come avversario nella mia gara d'addio. Siete la squadra più famosa d'Europa. Con Voi in campo ci sarebbe più pubblico. Sai, il Benfica lascia a me l'incasso". Mazzola rispose: "Ne parlerò con il presidente Novo. Contaci, verremo a Lisbona a festeggiarti. Le società fisseranno la data". Ferruccio Novo ascoltato Mazzola, si accorda per il tre Maggio. Sabato 30 aprile c'era la grande sfida con l'Inter a S.Siro, ma il Toro è in vantaggio in classifica e il presidente non ha perplessità. Novo, neo-commissario tecnico della Nazionale (Vittorio Pozzo aveva lasciato l'incarico il 16 maggio '48, dopo il 4-0 degli azzurri a Torino con l'Inghilterra), tiene a far bella figura all'estero. Convince il direttore sportivo Erbstein a tenere a riposo qualche titolare nella partita di S.Siro. Così a Milano il Toro schiera solo otto titolari. La partita con l'Inter finisce 0-0. La Stampa titola: "I granata si confermano virtualmente campioni". Il mattino di domenica 1° Maggio il Torino parte per Lisbona, con scalo tecnico a Barcellona. All'aeroporto di Lisbona l'accoglienza è festosa. Ferreira va incontro ai granata, il primo a scendere è Mazzola, l'abbraccio è caldo fra gli applausi della folla.
Il Lunedì è giorno di turismo per i granata: Mazzola, Gabetto, Bacigalupo e i dirigenti sono ospiti del sindaco. Si gioca a Lisbona nel pomeriggio del 3 Maggio. L'ex re Umberto è presente in tribuna, in veste privata. Ferreira a centro campo scambia il gagliardetto con Mazzola; la folla (quarantamila persone) è tutta in piedi, comincia la sfida. Il Toro schiera tutti i titolari, i granata partono attaccando e vanno in vantaggio all'8 dopo un'azione corale. Palla da Grezar a Menti, poi a Gabetto. Passaggio preciso per Ossola che batte Contreiras.
Pareggio portoghese al '23 con Melao, Arsenio firma il vantaggio dei lusitani. Il 2-2 lo realizza al 37' Bongiorni, che aveva sostituito Gabetto. In apertura di secondo tempo il Benfica si porta in vantaggio con il solito Melao e si porta sul 4-2 con Rogerio all '87. Allo scadere, Mazzola viene atterrato in area, di Menti il rigore che chiude la gara: 4-3 per il Benfica, l'ultima partita del Grande Torino.
Grande festa nella cena dopo la partita, il mattino del 4 maggio " il Fiat G 212" prende il volo per riportare i granata a casa. Lo scalo a Barcellona avviene regolarmente alle 14,07 e alle 15,15 riparte in direzione Torino. Il costante contatto con la torre di controllo, in prossimità di Torino, testimonia che non esistono problemi d'altra natura. Tutto procede regolarmente: alle 16,45 da bordo viene richiesta l'accensione dei radiofari dell'aeroporto di Torino. Il volo procede ma la visibilità è sempre più scarsa, un ultimo messaggio, poi lo schianto alle 17,04. Nessuno si rende conto di quello che può essere successo, i primi soccorritori, gli abitanti della collina colgono subito la gravità della sciagura. Vengono recuperati i resti sbalzati dalla fusoliera ancora in fiamme: sono tutti morti. Una valigia, una bambola, le maglie granata "sono quelli del Torino".
Scatta l'allarme e alle 17,12 arrivano i soccorsi, la polizia e le autorità cittadine (con il prefetto c'è anche Giovanni Agnelli). Poco dopo arriva anche Vittorio Pozzo a cui tocca riconoscere i suoi ragazzi. Un passaporto consente di individuare la salma di Ballarin, una busta di francobolli fa individuare Grava appassionato di filatelia, poi tutti gli altri. La notte accompagna i parenti nelle proprie case e conduce le bare al cimitero Generale dove viene offerto un asilo provvisorio, in attesa dei funerali ufficiali. A Torino fu lutto totale per 4 giorni, poi le 31 bare sfilarono tra una marea umana e una città intera si unì nel pianto per l'ultimo saluto agli invincibili.




"Il pianto di una folla immensa": per la squadra di calcio più forte di tutti i tempi.