Antonino Scarlata  è nato a Villalba il 12/03/1951

vive a Palermo in via Autonomia Siciliana n°8  091 303943 / 3282735536

e-mail: scarlata.nino@libero.it


 

BIOGRAFIA E PERSONALITA’ ARTISTICA

Nel 1972 dalla Sicilia si trasferisce a Torino dove trova, nell’ambiente degli artisti, uno spazio congeniale alla sua indole creativa ed indipendente.

Fa parte del “Gruppo Torino”, conosce Giuseppe Ingegneri, amico e maestro,  che  lo affina nell’uso del segno e del colore.

Attraverso i rigorosi codici estetici appresi, egli poggia il suo lavoro  che lo vede piacevole interprete  di forme reali (figura e paesaggio) da lui tradotti in pittura  con accenti di garbata ed indiscussa poesia (Gianni Milani –Arte italiana per il Mondo n°7).

Nel 1979 è a Reggio Calabria  dove  conosce e frequenta persone di elevato livello morale e culturale instaurando con esse rapporti di intensa e consolidata amicizia. Conduce, per un breve periodo, una rubrica d’arte in una emittente privata locale (radio Simpaty) e continua ad evolvere il suo campo di ricerca artistica e stilistica, allestendo alcune mostre la cui tematica riguarda la solitudine dell’uomo.

Paesaggi  “ a prima vista tranquilli, a cui però l’assenza dell’uomo e delle sue cose, scrive Italo Falcomatà (La Procellaria 1982) nella presentazione di una sua personale a Reggio Calabria, conferisce, a guardar bene, un aspetto desolato che genera angoscia come tutto ciò di cui non si capiscono le cause e che, pertanto,sfuggendo alla ragione, sconfina nel mistero e turba”.

Nel 1984 si trasferisce a Palermo, città interessata da notevoli “mutamenti”  sociali e politici, ed è in questa città che maturerà e si porterà a compimento la sua “metamorfosi artistica.”

Scarlata si rivelerà protagonista di un rapporto sinergico con le radici della sua terra al tempo stesso tanto amata e, simultaneamente, oggetto di rigorosa e puntuale contestazione.

Inizialmente frequenta il corso libero di nudo, organizzato dall’Accademia alle Belle Arti e condotto da Ninni Sacco, nel corso del quale elabora studi di figure femminili che utilizzerà per sviluppare  alcune opere.

Ma è giunto il momento in cui la restituzione emulativa del reale non lo soddisfa più. Ha bisogno,  sicuro com’è ormai dell’impianto compositivo, di campi di ricerca più stimolanti.

La nuova attività  artistica si riconduce a due temi essenziali che fungono di chiave di volta per leggerne l’arte e la poetica:  da un lato il  “cittadino” con il suo impegno civile dall’altro “l’uomo” con il suo mondo interiore (Lia Vizzini – Palermo n°7- 1989).

E’ artista in più direzioni , scrive Carlo Marchese sul quotidiano Cultura & Ambiente del 13/14 novembre1992, nella presentazione della mostra Mafia e Potere tenutasi a Taranto presso la Galleria Militare del Castello Aragonese, pittore e cantastorie della vita di oggi. Di un nudo realismo, conseguenza di una realtà che lui spoglia. Di un perbenismo di facciata che lui demolisce a più riprese nelle sue tele.

Ed ecco che il racconto con il reale si veste di rigore selettivo e l’artista ne consegna il racconto all’oggetto, svestendolo dalla sua ovvia funzione, anzi recuperando il valore simbolico ed attribuendogli il ruolo di protagonista.

Non è facile, oggi,  trovare un pittore che al pari di Scarlata, scrive Albano Rossi (RAI GR2-1991, Un Mese a Palermo n°10-1991) nella presentazione di una sua mostra tenutasi a Palermo presso la Galleria il Cenacolo, avverta l’esigenza di “spaesare”, “camuffare” immagini trasmissibili, simboli collettivi, emblemi ideali ed ideologici. Tema preferito è  l’oggetto. Sempre memore, però di quanto proclamava Delacroix: Tous les objets sont ègaux devant la peinture. Un occhio attento non si farà ingannare . Dietro le sue allusioni più esplicite, più lampanti, leggerà senz’altro una folta presenza di esperienze plastiche filtrate da un rischioso ma consapevole intento. Prima di tutte  ed in maniera determinante, l’esperienza e la finalità surrealista.

E con “l’oggetto” arriva il “Cappello”

Avevamo intuito , scrive Luigi Cannella (1992) “segnali non sufficientemente decodificati”, eravamo in attesa, vigili, ma non sapevamo da che parte arrivasse, ne con quali sembianze. E venne, con il cappello del padre, a riproporre le sue inquietudini. Con una nuova inesorabile forza, con una rinnovata, imperiosa voluttà, squarciando tutti i veli, per mostrare le iniquità della vita.

La luce annega nella notte fonda e l’alba è lontana.

Lo si potrebbe definire l’artista del cappello, scrive Nuccia Micalizzi nella  presentazione della mostra “Potere  & Mafia”  al teatro Comunale F.Cilea di Reggio Calabria (1994), essendo proprio questo oggetto-emblema il protagonista vibrante delle sue opere. Simbolo di un certo potere, il cappello entra in un complesso gioco di spostamenti e di sostituzioni, investito da valenze che gli consentono il superamento completo della sua effimera funzione. L’oggetto diviene allora un significante privilegiato che assume tutta una serie di significati, a volte instabili, a volte ineffabili, entrando in una catena diacronica di correlativi oggetti aperta nei due sensi (passato-futuro) e virtualmente infinita. Ligio alla lezione Brétoniana, che fonda la poetica surrealista sulla “coscienza poetica dell’oggetto”,  Scarlata  recupera il cappello non quale elemento appartenente all’ordine della mimesi, ma quale produzione di un ordine alternativo,  essendo l’oggetto ridotto a metafora . E così che esso appare in modo diretto e mediato, scandendo le tappe  di una condizione costruita sulle famigerate parole-chiave “mafia-potere-politica” e raccontando, con gli strumenti di una tavolozza variegata, intrecci e connivenze, abusi e strapotere, tracotanze e violenze. 

L’opera di Scarlata, oltre ad essere prova di qualità pittorica, è fondamentalmente il segno allarmante di una tensione esistenziale, l’invito continuo ad una presa di coscienza del nostro consistere quotidiano, fatto di scontri duri e taglienti , destinato a misurarsi con eventi, circostanze e strutture dalle emblematiche analogie.

 


BIBLIOGRAFIA

 

MOSTRE PERSONALI

Torino (1978);  Roma (1979);  Lazzaro (1979);  Reggio Calabria (1982); Castellammare del Golfo (1989);  Mussomeli (1989);  Villalba  (1989);  Palermo (1991);  Taranto (1992); Agrigento  (1993);  Racalmuto  (1993);  Palermo (1994);  Reggio Calabria (1994);  Capaci (1995);  Catania (1995);  Castelvetrano (1995); Trapani (1995); Caltanissetta (1996);  Palermo (1996);  Toronto (Canada) (1997)

 

HANNO SCRITTO DI  LUI

Albano Rossi; Giovanni Cappuzzo; Italo Falcomatà; Rosetta Bonomo; Luigi Cannella; Franco Donarelli; Clotilde Lombardi Satriani; Riccardo Longo; Carlo Marchese; Nuccia Micalizzi; Gianni Milani; Calogero Terrana; Lia Vizzini.

 

E’ PRESENTE NELLE SEGUENTI  PUBBLICAZIONI

Arte Italiana per il Mondo  (n°7 - 1981);

Catalogo D’Arte Moderna ( n°29 - 1993;  n°30 - 1994);

Corriere del Giorno (15/11 - 1992);

Corriere Agrigentino ( n°17 - 1993);

Corriere Canadese (10/11, 18/11, 19/11 - 1997);

Cultura ed Ambiente ( 13-14/11, 14-15/11, 17-18/11, 19-20/11 - 1992);

Dizionario Enciclopedico d’Arte Contemporanea  (1997);

Gazzetta del Sud ( 22/11, 23/11, 29/11, 1/12 - 1994);

Giornale di Sicilia (15/08, 25/08, 08/12 – 1989); (19/10 - 1991);  (23/11 - 1994); (07/12 – 1995); (13/12 - 1996); (06/09 - 1997);

Gente Money n°9 (1992);

Il Mediterraneo (24/05, 12/12 - 1995);

Il Quadrato (1997);

La Procellaria (1982);

La Sicilia (5/05, 07/12 – 1995 ) - (25/05 - 1996);

L’Elite Selezione Arte Italiana (1995);

L’Obiettivo (10/12 - 1991);

Malgrado Tutto ( n°3 - 1993);

Palermo  ( n°7 – 1989);  ( n°10 - 1991);

Sicilia Arteoggi  Annuario d’arte (1995; 1996);

Top Arts (1997);

Un Mese a Palermo n°10/1991;

SI SONO INTERESSATI  DI  LUI

RAI  ( G. R. 2 - 1991) ; Sicilia Uno (1994); Telereggio (1994); Telescirocco (1991); Video Tre (Taranto) (1992)

 

COPERTINE DI LIBRI

Mafia ed Antimafia  (di Michele Pantaleone);

Notizie Esplosive (di Vincenzo Vasile ).

 
   

altre opere: 1   2

 

 

Salvatore Lumia, una passione per la fotografia e-mail: matlumi@tin.it