DIARIO DI VIAGGIO A MALTA

Non possiamo lasciarci sfuggire l’opportunità di fare una vacanza a Malta in un lussuoso residence, pagando poco

Non possiamo lasciarci sfuggire l’opportunità di fare una vacanza a Malta in un lussuoso residence, pagando poco. Ornella e Alberto hanno un appartamento a disposizione per due settimane a Malta e noi siamo ben felici di accompagnarli.

La partenza è prevista in aereo da Roma domenica 25 maggio 1997: Grazia ed io raggiungiamo Fiumicino in treno e all’aeroporto ci troviamo con i nostri amici. A parte un piccolo problema al controllo sicurezza causato dal coltello da campeggio che avevo nel marsupio e che mi obbligano a spedire a parte come bagaglio, tutto il viaggio procede bene e in orario arriviamo a Malta. Il tempo è bello. Subito in aeroporto cambiamo 600.000 lire in lire maltesi. La lira maltese vale ben 4.481 lire italiane.

Lunga contrattazione per noleggiare un’auto: partendo da una richiesta di 63 lire arriviamo a ben 87 lire per l’aggiunta dell’assicurazione, della possibilità di guidare in due e altri extra.; il tutto per una settimana, poi vedremo.

Ci danno una Peugeot 105. Il primo a sperimentare i problemi della guida a sinistra è Alberto: per fortuna il traffico è scarso. Prima delle 20 arriviamo nel centro di Qawra dove troviamo il nostro Club New Dolmen, un grandissimo complesso formato da albergo 5 stelle e numerosi appartamenti in affitto o in multiproprietà.

Ci sistemiamo nel nostro appartamento a terreno, con bella terrazza e veduta sul mare.

Abbiamo fame ma, nonostante le provviste portate dall’Italia, preferiamo uscire per andare a ristorarci un po’. Facciamo una breve passeggiata tra Qawra e Bugibba e poi ci mangiamo una buona pizza: pizza maltese a base di salsa con pomodoro e peperoni e formaggio di capra. C’è un discreto movimento di persone e proprio sul lungomare un’orchestrina di ragazzi suona alcune melodie.

Andiamo a letto.

Buona dormita; è una bella giornata, lunedì 26 maggio, e una ricca colazione di benvenuto ci aspetta nella sala dell’albergo. Colazione internazionale, quindi abbuffata e provvista di miele, marmellata e burro per i prossimi giorni quando dovremo "contentarci" di una semplice colazione all’italiana al sole sulla nostra terrazza.

L’intenzione è di visitare al meglio tutti i luoghi dell’isola, anzi delle tre isole di cui è formato lo stato sovrano di Malta, il tutto per una superficie grande una volta e mezzo l’isola d’Elba.

La prima meta è Mdina, la vecchia capitale di Malta. Oggi guido io e mi accorgo che bisogna stare sempre molto concentrati sulla guida e sulla strada per evitare di distrarsi un attimo e ritrovarsi a circolare sul senso contrario! Il paesaggio è tipicamente isolano e il verde non abbonda; vediamo fichi d’india, fichi normali, agavi e palme; i terreni coltivati sono tutti delimitati da tipici muretti bassi. Cominciamo ad apprezzare gli skylines delle città, ognuna con la sua grande chiesa. che domina l’intero agglomerato. Tutte le costruzioni sono di un caratteristico colore giallo ocra, determinato dal classico mattone di globigerina, tipico materiale da costruzione di cui l’isola è ricca. Avremo modo di vedere questi mattoni, in tutte le misure, in ogni parte dell’isola, utilizzati per ogni tipo e genere di costruzione.

La storia di MDINA inizia 4000 anni fa come piccolo villaggio fortificato dell’era del bronzo; poi i Fenici le danno il nome di Malet seguiti dai Romani che la ribattezzano Melita, città del miele. Nell’870 d.C. arrivano poi gli Arabi e saranno loro a dividere la città in due parti: la parte alta che diviene Mdina, completamente fortificata e quindi facilmente difendibile, e la parte bassa che viene chiamata Rabat. Nel 1090 arrivano i Normanni e anche loro mantengono la capitale a Mdina. Mdina grazie alla sua posizione risulta imprendibile e può così evitare per più volte i saccheggi dei turchi. Con l’arrivo dei Cavalieri però l’asse politico si sposta sulla costa e dopo poco, con la creazione di Valletta, si assisterà al definitivo decadimento di Mdina. A Mdina il tempo si è fermato: la città, con appena 500 residenti, è una elegante, silenziosa, nobile testimonianza di un passato che non può tornare. Il transito per i non residenti è rigorosamente pedonale, cosa questa che la rende ancora più ricca di fascino.

Noi lasciamo l’auto in un parcheggio ed entriamo a Mdina attraverso il Main Gate, la porta principale, barocca, voluta nel 1724 dal Gran Maestro dell’Ordine di Vilhena.

Visitiamo Mdina con le sue strade strette, case antiche in

pietra di globigerina, un bellissimo duomo. La cattedrale intitolata a S. Pietro e Paolo, sorge su una piazzetta circondata da piccole case di antichi notabili e, nella attuale versione, risale al 1697, costruita dall’architetto Gafà, in splendido stile barocco (la precedente, distrutta dal terremoto nel 1693, era in stile romanico-siciliano). La cupola di questa cattedrale è considerata la più elegante dell’isola, ma noi ne vedremo nei giorni successivi altri esempi, più grandi e forse anche più belli. L’interno, a croce latina, è decoratissimo; il pavimento è occupato da tombe di nobili maltesi in marmi policromi. Il soffitto è affrescato e l’altare è decorato da lapislazzuli e pietre preziose. Vi sono conservati inoltre alcuni dipinti seicenteschi di Mattia Preti, un seguace del Caravaggio.

Girelliamo per Mdina, osservando i vicoli stretti, i bei portoni colorati con due battenti in ottone (la forma più ricorrente è quella del delfino) e soprattutto le caratteristiche gallerjas, tipici terrazzini stretti, interamente coperti, con struttura in legno colorato.

Lungo la strada principale visitiamo la casa normanna Falzon, ora adibita a museo: al piano terreno possiamo avere un’idea dell’arredamento dell’epoca con sala da pranzo, collezione di bicchieri, di piatti e di armi; interessante la cucina con un bellissimo caminetto ricoperto di piastrelle in ceramica dipinte con personaggi in costume locale e un forno tutto ricoperto di piastrelle colorate.

Si arriva infine a Bastion Square, punto dal quale si gode un spettacolare panorama dell’isola: Qawra, Mosta, Sliema, La Valletta. In questa piazzetta, come nelle altre stradine di Mdina, è un continuo succedersi di negozi di souvenir, ognuno dei quali viene immancabilmente onorato della nostra visita e anche di qualche acquisto: Ornella e Grazia faranno a gara a chi…….meglio stare zitti.

Lasciamo Mdina e, con una certa difficoltà a causa delle scarsissime segnalazioni, riusciamo ad arrivare ad una cala segnalata dalla guida. Siamo a Ghar Lapsi, una piccola insenatura protetta da scogli, situata in un tratto di costa deserto. Ci facciamo un buon bagno (freddo), mangiamo un ponino (residuo della colazione internazionale) e ci prendiamo il sole fino alle 17; lasciamo quindi la baia diretti a Rabat. Lungo la strada ci fermiamo a comprare frutta e verdura da un contadino.

A RABAT parcheggiamo l’auto nei pressi della chiesa convitto dei Domenicani con grande cortile interno. A piedi arriviamo in centro, alla chiesa di S.Agostino: fervono preparativi per la processione del Corpus Domini che si svolgerà domenica prossima. Anche a Rabat ammiriamo le gallerjias e i coloratissimi portoncini delle abitazioni: le case danno una certa impressione di essere vuote, ma una più accurata osservazione ci fa capire che la vita domestica si svolge soprattutto sul retro dell’abitazione dove si trova un giardino.

Per oggi abbiamo già girato abbastanza e lasciamo Rabat per tornare in albergo a Qawra. Come al solito le segnalazioni si rivelano sempre scarse e riusciamo a tornare a casa solo dopo diverse deviazioni: doccia, cena in casa (aglio e olio) e poi a letto.

E’ una bellissima giornata. Martedì 27 maggio. Decidiamo di andare a visitare la capitale dello stato: La Valletta. Arriviamo in auto senza grossi problemi; ormai ci siamo abituati alla guida all’inglese. Parcheggiamo nel quartiere popolare sulla punta della penisola e da lì ci dirigiamo verso il centro a piedi, l’unica maniera di visitare La Valletta.

Percorriamo la via principale, Triq Republic , molto animata e ricca di negozi. Nella parallela Merchant street ogni mattina si svolge un mercato, che naturalmente non ci lasciamo sfuggire; niente di particolare. Bello il Palazzo dei Grandi Maestri, oggi Palazzo del Parlamento: sin dal 1571 è stata la sede dei Cavalieri chiamati a reggere le sorti dell’Ordine; oggi non possiamo entrare e ci dobbiamo contentare di ammirarlo dall’esterno soffermandoci in modo particolare su una lunga gallerija che avvolge tutto un angolo del palazzo. Del resto moltissimi sono i palazzi, grandi e piccoli, che hanno queste gallerijas, di tutte le misure, colorate soprattutto in giallo chiaro o in verde, in buone condizioni o in stato di abbandono.

Ci sono moltissime persone a passeggio, soprattutto turisti. Arriviamo nella piazza della Repubblica, conosciuta anche come Piazza della Regina, per la statua della Regina Vittoria che sorge nel punto centrale: intorno alla statua, all’ombra di alberi di limoni, ci sono i tavoli all’aperto del Café Cordina, considerata la migliore pasticceria della città: ci torneremo più tardi.

Cominciamo ad avere fame e cerchiamo una trattoria che ci aveva consigliato un giovane manager incontrato sull’aereo.

La troviamo in una stradina perpendicolare alla strada principale: da Pippo; è un simpatico localino e ci sediamo fiduciosi in una bella mangiata. E’ il primo pranzo tipico maltese e merita un dettaglio.

Antipasti a base di pane maltese (Hobz) con crosta dura e mollica morbida accompagnato da olio e aceto balsamico, olive, fagioli e formaggio di capra ricoperto di pepe. Per primo, due padellate di spaghetti: una al sugo di polpo con menta e l’altra alle vongole. Concludiamo con un ottimo tonno alla maltese, con olive, pomodori e capperi. Ottima mangiata al costo di 32.50 lire maltesi.

A stomaco pieno andiamo a visitare la cattedrale di S.Giovanni situata in un’altra strada perpendicolare a Republic Street. La cattedrale risale alla fine del XVI secolo e ha una facciata sobria, difesa, come è normale a Malta, da due cannoni; l’interno invece è tipicamente barocco a cominciare dal pavimento, tutto in marmi policromi che riportano le insegne dei Cavalieri ivi sepolti (Vi riposano circa 400 Cavalieri), e a finire con l’immensa volta a botte contenente scene della vita di S.Giovanni dipinte da Mattia Preti in cinque anni di lavoro. Notevoli le numerose cappelle laterali tutte ricoperte da stucchi scuri. Purtroppo la principale attrazione artistica dell’isola, normalmente esposta in questa cattedrale, si trova ancora a Firenze per l’ultimazione dei restauri: si tratta del capolavoro del Caravaggio rappresentante la Decollazione di S.Giovanni Battista.

Terminata la visita della Cattedrale, ci riposiamo al Café Cordina in Piazza della Repubblica: tra un dolce e l’altro veniamo allietati dal canto di uno strano signore che canta e balla con l’accompagnamento di un piccolo registratore.

Finita la visita, torniamo verso l’auto scendendo verso il mare dalla parte del Marsamxett Harbour: dall’altra parte si vede il centro di Sliema. Costeggiamo Fort S.Elmo e ritroviamo l’auto. Lungo la strada abbiamo visitato la chiesa delle Carmelitane, con una grandissima cupola in globigerina, e la cattedrale anglicana. Con facilità lasciamo La Valletta e ci dirigiamo verso Qawra. Facciamo una sosta a Mosta per visitare la sua chiesa chiamata Rotunda, con una immensa cupola di 67 metri di altezza e oltre 37 di diametro (ma a noi sembra molto più grande): è la terza cupola più grande del mondo dopo S.Pietro a Roma e S.Paolo a Londra; la chiesa può contenere oltre 10.000 persone, cifra impressionante considerando che Mosta conta appena 8.000 abitanti. Passeggiamo un po’ per le strade di Mosta e poi torniamo a casa , oggi senza alcun problema.

Siamo a mercoledì 28 maggio, il tempo è ancora bello. Programma odierno: templi preistorici. Ma prima di tutto ci facciamo una ricca colazione sulla terrazza.

Partiamo in auto senza più problemi per la guida e ci dirigiamo verso Paola e Tarxien. Passiamo per Zebbug, cittadina ove fervono preparativi per una processione religiosa che ci dicono sfilerà il prossimo otto giugno in onore di S.Filippo d’Agira. Visitiamo la sua grande chiesa, pomposamente rivestita nell’interno con drappi di seta rossa; bella la statua del santo, tutta rivestita in argento più testa e braccia in argento massiccio, che durante la processione verrà portata a spalla in giro per la città.

Arriviamo a Tarxien e troviamo subito l’ingresso della zona preistorica: sono quasi le una e quindi siamo gli unici turisti.

Il complesso è formato da quattro templi, costruiti con grossi blocchi di globigerina, che formano piccoli padiglioni circolari scoperti ad altezza d’uomo; in origine la copertura dei locali era in legno. Nel primo tempio ci sono interessanti bassorilievi su blocchi in globigerina, raffiguranti tori, scrofa che allatta maialino, processione di ariete, maiale e capra e disegni geometrici di spirali. Il secondo tempio è formato da tre coppie di stanze absidate con pavimento in lastre di pietra su cui è poggiata una grande tazza. Tutto questo risale al 2500/2000 a.C. e quindi sentiamo il fascino di queste opere coeve alle prime piramidi egiziane.

Dopo la cultura sentiamo il bisogno del mare: ci dirigiamo alla St.Thomas Bay sulla costa orientale dell’isola. Bella, piccola baia rocciosa con piscine naturali. Ci facciamo un bel bagnetto (acqua fredda ma si sta bene), poi panino e sole.

Rifocillati e riposati ci dirigiamo a Marsaxlokk, principale porto peschereccio: bello il colpo d’occhio sul grande golfo ove sorge il porto, nel quale sono ormeggiati decine di luzzi colorati, la caratteristica barca da pesca maltese.

Facciamo in auto il giro del golfo e arriviamo al punto estremo della penisola di Delimara dove c’è un faro e il Fort Delimara: da qui si può godere una stupenda vista su Marsaxlokk.

Incerti se restare a cena o tornare a casa, optiamo per quest’ultima soluzione e nella tarda serata ci godiamo un bel piatto di spaghetti di nostra produzione.

Eccoci a giovedì 29 maggio. Oggi andremo a visitare la parte nord dell’isola principale. Costeggiamo la St.Paul Bay e arriviamo a Mellieha (posto del sale), paesetto situato su un’altura con la solita imponente chiesa (chiusa), accanto alla quale c’è una piccola cappella scavata nella roccia databile al 409 d.C. con una immagine ad affresco della Madonna che la leggenda attribuisce a S.Luca, particolarmente venerata dai Maltesi: numerosi gli ex-voto a testimonianza di salvataggi e prodigi e i ricordi risalenti alla visita del Papa del 1990.

Breve passeggiata in paese, con visita ai vari, soliti negozietti. Risaliamo in auto e percorrendo il Marfa Ridge arriviamo alla estrema punta di NE, proprio di fronte alle altre isole , Gozo e Comino. Sulla punta, solitaria, c’è una statua della Madonna e fa un vento fortissimo. Facciamo una breve passeggiata sulla costa a strapiombo sul mare: ci sono alcune piccole casette e una moltitudine di piccoli cumuli di pietre dei quali non sappiamo spiegarci la natura; dopo ci spiegheranno che si tratta di richiami per gli uccelli durante la stagione del passo.

Cerchiamo un posticino per fare il nostro quotidiano bagno di sole e mare e troviamo la Paradise Bay, una spiaggia che è un vero paradiso: mare stupendo, color turchese. Bagno, panino e sole. Lunga 100 metri, al riparo di una scogliera e vicino ad un albergo che fa da spartiacque tra la spiaggia e il molo da dove partono i traghetti per Gozo.

Prima di tornare a Qawra facciamo una breve sosta al Popeye Village: si tratta di un villaggio creato appositamente nel 1979 per girarvi il film di Altman su Braccio di Ferro. Sono 17 casupole, copie fedeli di quelle del cartone animato, ormai diventata meta turistica, soprattutto dei bambini; noi ci contentiamo di vederlo dall’alto perché non abbiamo voglia di spendere per il biglietto di ingresso.

Torniamo in albergo ….spaghetti aglio e olio…..e a nanna.

Venerdì 30 maggio ci alziamo un po’ più presto del solito perché vogliamo prendere il traghetto per Gozo. Ci imbarchiamo nei pressi della Paradise Bay e in 30 minuti arriviamo al porto di Mgarr.

Gozo offre una immagine molto diversa da Malta: qui viviamo ancora in un mondo contadino e il traffico è molto meno intenso. La leggenda dice che questa sia l’isola dove Ulisse venne tenuto prigioniero per sette anni dalla bella Calipso.

Dal porto di Mgarr in pochi minuti raggiungiamo Vittoria, la capitale di Gozo, situata al centro dell’isola e posta su un’altura: questo nome le è stato assegnato dagli inglesi appena cento anni fa, in onore della Regina Vittoria e al posto del vecchio nome Rabat.

A Vittoria girelliamo un po’ nella parte vecchia della città con simpatiche stradine e una piazza centrale piena di bancarelle. Qui si possono comprare abbastanza bene maglioni di lana grezza, pizzi e merletti: le donne anziane hanno ancora l’abitudine di lavorare a tombolo sulla strada, sedute sulla porta di casa e, se osservate, ci fanno entrare in casa per farci vedere i loro lavori e…..possibilmente venderceli. La parte più importante di Vittoria è comunque la Cittadella, situata nella parte più alta e interamente circondata da alte mura. Da lassù si gode un bellissimo panorama a 360° su Gozo, Comino e Malta. L’accesso alla Cittadella è un grande arco di pietra, passato il quale vediamo sullo sfondo, preceduta da una larga scalinata, la Cattedrale di Santa Maria, costruita intorno al 1700. Caratteristica di questa chiesa è un trompe l’oeil che rappresenta una cupola: la cupola vera infatti non è mai stata costruita!

Abbiamo fame e ci mettiamo alla ricerca di una trattoria: optiamo per una, segnalata dalla guida, che si trova in un altro piccolo centro sempre all’interno dell’isola, Xaghra. Ci arriviamo in pochi minuti e troviamo subito la trattoria, Oleander, situata nella piazza principale con sullo sfondo la chiesa barocca. C’è una simpatica calma che la guida definisce semi-coloniale. Finalmente ci facciamo una buona mangiata a base di pesce (antipasti, dentice e occhiata alla griglia, coniglio fritto in salsa maltese, involtino braggiola e ottimi contorni) con una spesa di 22.90 lire maltesi.

Visitiamo la chiesa parrocchiale ove ci indicano una statua di Maria bambina alla quale Napoleone aveva rubato i vestiti d’argento. Girelliamo un po’ e vediamo il mulino a vento ta’ Kola risalente al XVIII secolo e ancora funzionante, arriviamo ai templi preistorici di Ggantija, risalenti al 3600/3000 a.C. che però ci contentiamo di vedere dall’esterno: bisogna pagare il biglietto, fa caldo e per noi ignoranti sono simili a quelli di Tarxien veduti ieri.

Ci resta da vedere la cosa più famosa di Gozo e cioè la Azure Window, la finestra azzurra, un grande arco naturale creato dall’erosione in una protuberanza della scogliera. Purtroppo ci arriviamo nel tardo pomeriggio e quindi non possiamo fare il nostro bagnetto giornaliero: dobbiamo contentarci di guardare un’acqua meravigliosa e una scogliera fortemente frastagliata.

Qui vicino c’è anche un’altra particolarità, l’inland Sea (il mare interno) una specie di piscina di acqua salata contornata da alte pareti rocciose e collegata con il mare aperto da un tunnel che potremmo percorrere con una barca, ma poi non ne facciamo di niente.

Sulla via del ritorno ci fermiamo alla basilica di Ta’ Pinu, centro di pellegrinaggio dell’isola: chiesa ricostruita nel 1920 in stile neoromanico. Alberto ed io siamo in calzoncini corti e allora, per entrare, ci dobbiamo mettere una specie di asciugamano che ci copra le gambe!

Ultima fermata a Xewkija, piccolo centro abitato con chiesa

dall’enorme cupola che rivaleggia con Mosta per il titolo ti terza cupola più grande di Europa: purtroppo la chiesa è ormai chiusa e quindi vediamo solo la cupola dall’esterno.

Torniamo così al porto di Mgarr dove ci imbarchiamo alle 20.30 per il ritorno a casa.

Siamo quasi al termine della prima settimana: oggi è sabato 30 maggio e dobbiamo cambiare appartamento, dal 188 a piano terra, ci spostano al 288 al primo piano. Ora non abbiamo più la terrazza per fare la colazione. Pazienza.

Purtroppo il cambio ci fa perdere un po’ di tempo e solo nella tarda mattinata possiamo raggiungere Ta’ Qali. Si tratta di un villaggio in pieno deserto formato da costruzioni tipo hangar per aerei, ove sono esposti e in vendita tutti i prodotti dell’artigianato maltese: oggetti in vetro con soffiatori in azione, ceramiche, oggetti in filigrana di argento, tessuti e altro. Niente di particolarmente nuovo né conveniente. Esaurito lo shopping - per il momento – ci dirigiamo alla baia di Gnejna Baj vicina a Mgarr. Arriviamo ad una spiaggia veramente bella e grande: la sabbia è di un bel colore giallo ocra intenso e l’acqua è limpidissima. Intorno alla baia sono state ricavate nella roccia dei piccoli locali che vengono usati come cabine dai bagnanti e dai pescatori. Bagno, panino e sole. Bevuta rinfrescante a base di Kinnie, una bibita locale molto simile al nostro chinotto.

Lasciamo la spiaggia e sulla via del ritorno ci fermiamo a Mgarr per visitare, tanto per cambiare, una chiesa sproporzionata rispetto al paese, con il solito enorme cupolone. Mentre ci troviamo nella chiesa assistiamo all’arrivo di una sposa: tre Ford Mustang azzurro metallizzato si fermano davanti al piazzale e ne escono la sposa, due damigelle d’onore e due paggetti vestiti per l’occasione. Gli uomini sono quasi tutti in camicia ma con la cravatta, mentre i testimoni hanno giacca e papillon e un caratteristico gilet a fiori. L’ingresso della sposa in chiesa è accompagnato da una dolce musica proveniente da uno strano strumento a percussione, tipo xilofono, suonato da una ragazza.

Lasciamo gli sposi al loro destino e ci dirigiamo a vedere le Dingli Cliff, le scogliere più alte dell’isola situate al centro della costa meridionale dell’isola. Bella passeggiata su rocce a picco sul mare alternate a campi degradanti sempre sul mare: è un paesaggio stupendo e pieno di fascino, grazie anche alla assoluta mancanza di essere umani a vista d’occhio. Di fronte a noi, a qualche centinaio di metri dalla costa, sorge un unico isolotto, Filfla, a testimonianza di un violento terremoto che interessò la zona milioni di anni fa , quando tutta la parte meridionale dell’isola precipitò in mare.

Soddisfatti delle Dingli Cliff, torniamo verso casa passando, come al solito, da Rabat e Mosta. In albergo, doccia, risotto freddo e poi a letto.

Siamo giunti a domenica primo giugno, Corpus Domini, con la celebrazione di tante feste in varie città dell’isola. Noi andiamo a Rabat dove qualche giorno fa abbiamo assistito ai preparativi degli addobbi per lo svolgimento della processione. Ci arriviamo nella tarda mattinata, ma in tempo per assistere alla sfilata della processione e alla esibizione della banda. Tutta la cittadina è addobbata con festoni, candelabri e tante statue di santi e angeli in legno policromo. In processione sfilano molti bambini tutti vestiti nella stessa maniera, evidentemente facenti parte di una scuola. Poi arrivano i bambini che debbono fare la prima comunione, sfoggiando, soprattutto le femminucce , dei vestiti riccamente lavorati. In città si svolge anche un mercatino – grandi aspettative per Grazia e Ornella – che però si rivela una delusione. Simpatiche alcune bancarelle di prodotti locali, tra le quali ricordo quella che vende una specialità maltese: il torrone!

Oggi vogliamo farci una bella mangiata a base di rabbit – coniglio selvatico di cui un tempo Malta era ricca. Troviamo un uomo molto gentile, al quale avevamo chiesto consigli per mangiare, che si offre di accompagnarci ad una tipica trattoria maltese situata in un piccolissimo centro, neanche troppo vicino a Rabat. Lui ci fa strada con la sua cinquecento e dopo qualche chilometro arriviamo a Babrija.

Ci presenta all’oste, beviamo un aperitivo e lo salutiamo molto cordialmente. La trattoria è proprio come la volevamo noi, ambiente familiare frequentato da maltesi e non da turisti e cucina tipica. Non restiamo delusi: spaghetti con sugo maltese (salsa al gusto ketchup con favine), coniglio con salsa maltese, coniglio arrosto. Tutto buono e spesa giusta di 16 lire maltesi.

Al ritorno, dopo una puntatina sulla costa, ci fermiamo a Mdina, che rivediamo volentieri. Facciamo una piacevolissima sosta al Fontanella Tea Garden, un tipico localino inserito nei bastioni della città, dove ci gustiamo dolci squisiti e un buon caffè ad un prezzo sorprendentemente basso.

Girelliamo ancora per le deliziose stradine della città vecchia, osserviamo ormai con occhio esperto le gallerjas, i portoni, i palazzi di globigerina corrosa dal tempo e naturalmente i negozi di souvenir.

Salutiamo Mdina e torniamo a Qawra. Per il momento non abbiamo fame e allora andiamo a fare una lunga passeggiata sul lungomare tra Qawra, Bugibba e St.Paul Bay. Fervono i lavori di pavimentazione della passeggiata in previsione della prossima invasione di turisti per la stagione estiva. Ci sono moltissimi negozi, bar e ristoranti, pizzerie e gelaterie: il tutto senza interruzione. Sulla costa ci sono stabilimenti balneari, piste da ballo e piste per il gioco delle bocce che viene praticato con bocce cilindriche e non sferiche: ogni paese ha la sua usanza.

Oggi viene a scadere il periodo di noleggio dell’auto e decidiamo di non rinnovarlo : da domani viaggeremo con i simpaticissimi bus colorati che percorrono l’isola in lungo e largo.

Piano piano ce ne torniamo al residence e, senza cenare, ci facciamo una partita a carte e poi a letto.

Inizia la seconda settimana di vacanza a Malta: Ornella spera ardentemente in un bis della colazione internazionale di benvenuto, ma verrà delusa e dobbiamo accontentarci solo di alcune fette di pane tostato con burro e marmellata. Da oggi siamo senza auto e andiamo subito al capolinea dei bus di Qawra per informarci su orari, tempi e costi. Acquistiamo un biglietto che ci consentirà di prendere un numero illimitato di bus per qualsiasi percorrenza e destinazione e per sette giorni. Al capolinea c’è un discreto movimento di turisti e maltesi e gli autobus viaggiano quasi sempre al completo. E’ un vero spettacolo assistere all’andirivieni di questi coloratissimi, vecchi e super accessoriati autobus. I più vecchi, con enormi griglie perfettamente lucenti a difesa del radiatore, risalgono a circa 40-50 anni fa: Leyland e Bedfod sono le marche più ricorrenti. All’interno ogni autista personalizza con foto, disegni, immagini di santi e quant’altro il proprio posto di guida. In alcuni esiste ancora la cordicella da tirare per prenotare la fermata alla prossima.

Il battesimo del bus lo facciamo con destinazione Sliema: Sliema in arabo vuol dire salve e oggi, dal 1833 quando era un semplice piccolo centro di villeggiatura per gli abitanti di Valletta, è diventata la città più popolata di Malta, con oltre 35.000 abitanti. E’ situata sul promontorio di fronte a Valletta e naturalmente è una città prevalentemente moderna.

Con il bus, dopo aver percorso tutta la strada costiera settentrionale dell’isola, arriviamo a Sliema e scendiamo sul lungomare. C’è un discreto movimento. Cominciamo subito la visita di negozi, belli, e negozietti caratteristici. Visitiamo anche la parte vecchia della città con strade in salita per arrivare alla cattedrale che non possiamo visitare perchè chiusa. Anche qui sulla facciata delle case più vecchie ci sono le immancabili gallerjas che rendono veramente originale il paesaggio cittadino.

Oggi decidiamo di mangiare internazionale e ci fermiamo da McDonald’s per farci un buon hamburger ( indubbiamente era più buono il rabbit). Di nuovo in bus, destinazione Blue Grotto.

Traversiamo l’isola in senso longitudinale e raggiungiamo la costa meridionale dell’isola, tra le Dingli Cliff e Marsaxlokk. Con il bus arriviamo proprio vicino alla grotta che vediamo dall’alto della strada . Il colore del mare intorno alla grotta è veramente un meraviglioso blu-ultramarino e quindi il nome risulta perfettamente appropriato. Scendiamo per una breve strada asfaltata sino a raggiungere un piccolo porticciolo di pescatori sulla scogliera: ormai è tardi per fare il bagno e ci limitiamo a rinfrescarci i piedi. Non possiamo neanche visitare la grotta perché c’è un po’ di mare mosso e nessuno di noi ha voglia di rischiare.

Quando decidiamo di tornare sulla strada principale per riprendere l’autobus, veniamo avvicinati da alcuni tassisti che, facendoci venire il dubbio circa l’orario dell’ultimo passaggio di bus, si offrono di condurci in auto fino al più vicino paese: resistiamo un po’, trattiamo e acconsentiamo. Rifacciamo la salita in Mercedes e arriviamo al paese di Zurrieq: qui constatiamo che ce l’avremmo fatta tranquillamente a prendere il bus, ma ormai…….

Zurrieq è un paese senza niente di particolare: solita chiesa barocca, nessun negozio particolare, poche persone. Ci beviamo una bibita in uno squallido piccolo bar, saliamo in autobus e torniamo a Qawra.

Cena in casa a base di spaghetti, partita a carte e a letto.

Oggi è martedì tre giugno e decidiamo di andare a visitare anche l’isola più piccola di Malta, Comino. Prendiamo il bus per Cirkewwa dove dovremmo trovare un mezzo per essere traghettati a Comino . Infatti c’è un barcone a motore gestito da privati che per 3 lire fa il servizio di andata al mattino e di ritorno al pomeriggio. Il mare è calmo e, nonostante un certo timore di Grazia, decidiamo di salpare.

Non lo rimpiangeremo perché a Comino trascorreremo una delle giornate più belle e faremo il bagno in un mare veramente incantevole sia nel nome, la Blue Lagoon, che nella sostanza.

Comino è un piccolo, nudo scoglio posto a metà del canale di mare che separa Malta da Gozo. Non ci sono strade né abitazioni, solo un piccolo albergo dalla parte opposta al punto dove veniamo sbarcati. Purtroppo la minuscola spiaggia e i pochi scogli sono pieni di bagnanti, ma l’acqua è di un colore azzurro, turchese e smeraldo, che non ci stanchiamo di guardare. Con una certa fatica ci ritagliamo un fazzoletto di spiaggia e ci facciamo un bagno meraviglioso: oggi anche Ornella si butta in mare, sfidando una possibile allergia,. Io, da solo, vado a fare un giretto per l’isola lungo una stradina sterrata che sale sulla parte più alta, dalla quale si gode un bellissimo panorama sulla Laguna Blu, sul canale e su Gozo con le sue skylines delle chiese; arrivo sino ad intravedere l’albergo. La strada è deserta e si sente solo il rumore del vento, la vegetazione è minima: sulla strada ci sono i resti di un piccolo coniglio selvatico, evidentemente schiacciato dall’auto fuoristrada dell’albergo, l’unica dell’isola!

Torno alla spiaggetta e decidiamo di spostarci in un punto più tranquillo sulla scogliera. Continuiamo a fare un bagno dopo l’altro e Alberto fa anche la traversata del canale sino all’altra ancora più piccola isola, Cominotto, un vero scoglio e niente più. Ci mangiamo i nostri panini che fortunatamente avevamo comprato prima dell’imbarco e poi, sfidando la digestione, riprendiamo a fare bagni di mare e di sole.

Ormai quasi tutti i turisti sono ripartiti e anche noi, alle 17, dobbiamo riprendere il barcone perché è l’ultima gita della giornata: peccato perché con le pochissime persone rimaste l’isola e la Laguna sono ancora più belle e noi avremmo voglia di restare ancora un po’. Ma non possiamo e salutiamo Comino: il mare ora è leggermente increspato e Grazia non vede l’ora di toccare terra. Come previsto, il tragitto di ritorno prevede di costeggiare l’isolotto per ammirare le sue caverne marine e alcune stupende rocce a strapiombo sul mare. La barca è molto più piccola di quella della mattina in modo da poter entrare dentro le grotte. Il mare è profondo fino a 60 metri.

Con molta felicità di Grazia anche il viaggio di ritorno si conclude con tutta tranquillità e, dopo un buon gelato, risaliamo in autobus per tornare al nostro residence a Qawra.

Solita doccia, cena frugale, partita a carte e….a letto.

Oggi, mercoledì, decidiamo di concederci una giornata di riposo. Facciamo una passeggiata sul lungo mare fino a St.Paul, poi prendiamo un po’ di sole sui bordi della piscina del residence e ci rinfreschiamo con un bagnetto: sembra incredibile ma non sono poche le persone, anche giovani, che passano le giornate così. Indubbiamente l’ambiente è veramente bello e confortevole ma…vuoi mettere il colore del mare della Blue Lagoon o di qualsiasi altra spiaggetta maltese! Comunque ognuno è libero di starsene come e dove vuole: tutti i gusti sono gusti.

Dopo la riposante giornata di ieri sentiamo il bisogno di muoverci un po’. Ormai i luoghi più importanti dell’isola li abbiamo già visitati, ci restano da vedere solo le tre città, Cospicua, Vittoriosa e Senglea, che poi ormai sono un tutt’uno, situate sul promontorio opposto a quello ove c’è Sliema,: tra questi due promontori si sviluppa il porto di Valletta, diviso tra Grand Harbour e Marsamxett Harbour, da una striscia di terra sulla quale sorge Valletta.

Per arrivare fino a Vittoriosa, che delle tre città, è quella più interessante, dobbiamo prendere più di un autobus: così sfruttiamo bene il biglietto settimanale costato 4 lire.

Primo bus per Sliema, dove facciamo una sosta alla ricerca di un qualche modo per spendere: Ornella e Grazia sono scatenate. Ornella è alla ricerca di un paio di scarpe che sembra siano introvabili sia a Roma che a Livorno, per non parlare di una fioriera in ferro battuto, lavoro tipicamente ed assolutamente esclusivo di Malta. Grazia vuole ritrovare e acquistare alcuni oggettini visti nei giorni precedenti in quanto ritenuti di primaria necessità per quando saremo tornati a casa. Terminati questi acquisti, girelliamo un po’ per Sliema e visitiamo per caso un negozio di antiquariato, gestito da uno strano personaggio di altri tempi, pittore surrealista, dove compriamo delle buone stampe dell’800 per pochi soldi. Poi prendiamo un altro bus fino a La Valletta. Qui, in un grandissimo capolinea ai margini della città con decine e decine di autobus uno più simpatico dell’altro, saliamo sul terzo bus che ci porterà sino a Vittoriosa.

Il percorso è abbastanza lungo e passiamo prima per Floriana, ormai praticamente unita a La Valletta, dalla quale si distingue per le strade più grandi e un discreto traffico automobilistico, e poi per le tre città fino all’ultima, Vittoriosa, dove scendiamo. Ci sono poche persone in giro perché è l’ora di pranzo. La chiesa principale, S.Lorenzo, è chiusa, ma in compenso è aperto un piccolo museo dove un anziano custode ci fa vedere, tra l’altro, la spada eil cappello del Cavaliere de La Valette, la madonna di fronte alla quale si inginocchiava il Gran Maestro ai tempi del grande assedio dei Turchi, una lunga forbice usata per dare l’eucarestia ai lebbrosi e alcuni antichissimi libri.

Cominciamo a sentire fame, ma, girellando nell’intricato reticolo di strade della cittadina medioevale sino ai bastioni sul porto, non riusciamo a trovare niente. Bella la vista sul porto e su Valletta Ci fermiamo a riposare su una panchina sul porto, nei pressi del Museo della Marina e di fronte a noi ammiriamo uno stupendo palazzo che purtroppo non riusciamo a localizzare sulla nostra guida e quindi restiamo con il dubbio se si fosse trattato di un palazzo di Valletta o di Senglea o altro. Abbiamo fame e non siamo più in grado di riflettere. Scartati i vecchi panini di uno squallido bar, aspettiamo l’apertura di una pasticceria, prevista per le tre del pomeriggio. Speriamo bene! Apre in orario e divoriamo, in piedi, pizza, sfogliatelle con piselli e ricotta (buonissime e freschissime), dolce e Coca-Cola. Lasciamo Vittoriosa e in autobus raggiungiamo Valletta, dove ci reimmergiamo nella strada principale, Triq de la Republic, per gli ennesimi acquisti. In un bellissimo negozio acquistiamo due piatti in porcellana inglese raffiguranti degli splendidi gattini. Comincia a piovere e allora prendiamo il bus per tornarcene a casa.

Stasera non abbiamo voglia di far da mangiare e ci diamo alla pazza gioia andando a mangiare una buona pizza in uno dei tanti locali di Qawra. Viene da immaginare come sarà questa cittadina nel momento del pieno della stagione turistica: alberghi, residences, trattorie e pizzerie a bizzeffe e tanti palazzi in costruzione. Siamo contenti di esserci in un periodo fuori stagione.

Oggi, venerdì 6 giugno, è l’ultimo giorno di permanenza nell’isola e cosa ci resta da fare? Tornare a comprare qualcosa al Centro dell’artigianato di Ta’ Qali!

Questa volta ci andiamo in autobus. Naturalmente non troviamo niente di particolare e, dopo un po’, risaliamo su un nuovo autobus per Mosta e da qui coincidenza per Marsaxlokk: ormai siamo diventati esperti. Arriviamo a Marsaxlokk nella tarda mattinata quando ormai un caratteristico mercatino di prodotti locali sta levando le tende. Questo non ci impedisce di spendere gli ultimi soldi e anche qualcosa di più: ci sono in vendita delle bellissime tovaglie lavorate a mano (speriamo!),prodotto tipico dell’artigianato maltese e non ce le lasciamo sfuggire. Noi ne acquistiamo una quadrata per il tavolo di sala, mentre Alberto e Ornella se la cavano con qualche minuscolo centrino. Prima degli acquisti avevamo mangiato in una simpatica trattoria sulla banchina del porticciolo: un bel vassoio con orata, triglie, verdure e gamberetti, annaffiato con un leggero vinello bianco locale, il tutto al ragionevole prezzo di lire 10 e spiccioli.

Girelliamo per Marsaxlokk e poi, sempre con uno dei nostri bus, torniamo verso casa. Facciamo una sosta a Paola dove visitiamo, tanto per cambiare e per non dimenticare, una grandissima chiesa caratterizzata da ben 20 cupole oltre naturalmente quella centrale gigantesca.

La sera a letto presto, dopo naturalmente aver preparato le valigie.

Siamo arrivati al giorno della partenza, sabato sette giugno.

La mattina la trascorriamo sul lido dell’albergo, su comode sedie a sdraio e ci facciamo anche un bellissimo bagno. Piccolo panino, riposino. Poi doccia, idromassaggio, visita ai servizi dell’albergo (palestra, sala giochi, bar), tutte cose che non abbiamo sfruttato, ma è stato meglio così.

Raggiungiamo l’aereoporto con un taxi e poi con voli regolari raggiungiamo senza problemi Roma e poi Pisa.

 

 









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