DIARIO DEL VIAGGIO A PANAMA

(08/01/03 - 25/01/03) a cura di Carlo & Jessyama

 

Se vuoi metterti in contatto con Carlo Gandolfi per avere informazioni su Panama o magari, approfittando della sua esperienza, per partecipare con lui al suo prossimo viaggio a Panama previsto per il 2005 scrivigli una e-mail. Sarà felice di risponderti.
Per avere maggiori informazioni su Panama segnalo poi la prima guida in italiano interamente dedicata a questo paese, guida che puoi trovare e ordinare cliccando su www.panamaturismo.info

09/01

Arrivati a Panama City dopo un viaggio molto lungo: quasi 24 ore, Roma-Madrid-Lavana-Panama City. Ci siamo recati all'Hotel Covadonga, situato non lontano dalla parte vecchia della città, Casco Viejo. Quindi, siamo subito andati a vedere questo quartiere tipico di Panama e abbiamo fatto una mangiata di pesce al Mercato de Marisco. Panama City può essere considerata la città più cosmopolita d'America Centrale. Situata sul lato Pacifico del Canale di Panama, ospita quasi un milione di persone. E' una città con diverse "facce": imponenti grattacieli, centri commerciali, verdi zone suburbane, un parco naturale, rovine e la città antica in stile coloniale, chiamato Casco Viejo che è stato recentemente nominato dall'Unesco "Patrimonio Storico dell'Umanità. In tutto il paese e soprattutto nella Capitale il turista è considerato sacro, quindi non ci sono problemi d'insicurezza, fermo restando il rispetto delle normali regole del buon viaggiatore, quali non circolare con grosse somme di denaro, non portare gioielli, evitare di notte certe zone ecc. In particolar modo, per andare al centro del Casco Viejo è consigliabile prendere un'autobus o un taxi, evitando di andare a piedi poiché si deve attraversare un quartiere molto povero. Il costo della vita è molto basso soprattutto per noi Europei, considerate che in città si mangia bene con 6/7 US$, i voli interni hanno una tariffa media di 50/60 US$, per dormire ci sono alberghi, rooms, capanne di tutti i prezzi. La moneta usata è il dollaro americano e sono accettate le carte di credito. Il viaggio dall'Italia è lungo e abbastanza costoso poiché non esiste un volo diretto; si può passare per l'Avana via Madrid, oppure per gli Stati Uniti, ma preparatevi a delle lunghe soste d'attesa. Il prezzo varia molto a secondo delle stagioni. Il periodo migliore per andare, che coincide anche con la stagione secca, è Gennaio, Febbraio e Marzo.

10/01

Ci alziamo tardi verso le 10.00 e ancora pieni di sonno, decidiamo di andare a visitare il Gamboa National Park, dista 30 minuti dalla città. Il parco è molto bello ma l'ideale sarebbe visitarlo la mattina presto, comunque noi facciamo un giro in barca vedendo ugualmente molti animali: tartarughe, serpenti, caimani, orso peresoso, aquila pescatrice, iguana ed altri. Al ritorno, andiamo alla stazione d'autobus di Panama, dove compriamo i biglietti per andare all'arcipelago di Bocas del Toro, solo andata viaggio di notte, si parte il 13/01 alle 20.00. Così andiamo a Panama City a cenare in un posto buonissimo, si chiama El Trapiche, dove fanno tutte specialità del luogo.

11/01

Decidiamo di prendere la corriera e andare in un posto in montagna, si chiama El Valle, quasi due ore di distanza. E' un paesino in montagna, dove non c'è l'umidità della selva e della città, crescono vicino alle palme i pini, ed è unico al mondo per un animale: la rana dorata e un albero dal tronco quadrato. Quindi, dopo aver visitato il posto ci siamo divorati frutta tropicale e canne da zucchero.

12/01

Il giorno dopo prendiamo la corriera per andare a valle in una splendida, anche se turistica, spiaggia che si chiama Santa Clara, è molto lunga e di colore bianchissimo con un mare caldo fantastico; mangiamo del pesce che ci cuociono lì direttamente e beviamo del cocco. Ma il sole è fortissimo, così dopo circa tre o quattro ore siamo cotti e decidiamo di ritornare a El Ville, ma questa volta facendo l'autostop ci prende su un camion di fagioli e di persone che ballano sulla base di una canzone tipica panamense. Arrivati in paese, siamo affamati, così andiamo a mangiare il famoso sancocho de gallina!!! - Potrebbe definirsi il santo più venerato di Panama; scherzi a parte, è un brodo di gallina con delle verdure, fatto inizialmente dalle popolazioni rurali e poi data la sua bontà viene fatto in tutte le zone del paese anche con la variante del pollo.

13/01

Ci alziamo presto, verso le 7.00, e dopo aver fatto un'abbondante colazione, partiamo per un trekking sull'India Dormida, famosa montagna della zona il cui profilo ricalca il viso di un india. Nel tragitto vediamo la pietra pintada: antiche incisioni indie, ed una marea di pappagalli e altri uccelli coloratissimi, ne valeva veramente la pena. Al ritorno, dopo una breve doccia da Don Pepe, il nostro hotel, riprendiamo la corriera per Panama City, dove la sera andiamo a prendere l'autobus per Bocas de Toro. Si parte quasi puntuali, alle 20.45.

14/01

Alle 5.45 del mattino arriviamo ad Almirantes, lì prendiamo una barca che ci porta a Bocas del Toro e quindi all'isola Bastimento, dove troviamo una capanna per due giorni, il posto si chiama Hospedaja ais le nis. Bocas de Toro è un arcipelago che si trova a Nord est di Panama vicino al confine con il Costa Rica, la cui vegetazione e popolazione rispecchia gli standard Caraibici. Quindi, decidiamo subito di attraversare l'isola a piedi, è tropicale con una fitta vegetazione all'interno, così arriviamo scalzi ed infangati sulla spiaggia opposta, è diversa dal tipico mare tropicale, le onde sono lunghe e spumeggianti, il posto è veramente fantastico, si sentono i suoni dei pappagalli e delle scimmie nella giungla. Il pomeriggio, dopo un breve riposino sull'amaca della capanna, prendiamo una barca per andare nella cittadina di Bocas de Toro, dove abbiamo mangiato e abbiamo comprato i biglietti aerei per il ritorno a Panama City e per poi andare alle isole di San Blas, altro arcipelago situato a Sud est di Panama. Ci siamo anche organizzati uno snorkeling tour per domani con un'agenzia che affitta barche con guida.

15/01

Il tempo è magnifico, si parte in anticipo, 09,20 incredibile! Andiamo a vedere i delfini alla Delphin bay; poi si va al Coral bay dove c'è una specie di ristorante su capanne situate sull'acqua, e in acqua ci sono tanti di quei pesci da non crederci. Io, Jessyama ed altre 2 ragazze uruguayane andiamo a Cayo Zapatillos. L'isola deserta è bellissima ma per la forte corrente non possiamo immergerci, così torniamo a Coral Bay dove riusciamo a fare un po' di apnea e a mangiare. Dopo pranzo, andiamo su un'altra isola e pagando un dollaro di entrata passiamo a piedi su una proprietà privata fino a raggiungere un parco. E' stupendo siamo nella giungla, dove abbiamo la fortuna di vedere la rana rossa velenosa, unica al mondo!!! Si arriva ad una spiaggia grandissima dove facciamo un bagno magnifico. Quindi, si torna alla barca e si giunge in una zona, praticamente di fronte alla nostra capanna dove c'è una barriera corallina di una ventina di metri, è molto bello, peccato che sono già le 17.00 e dobbiamo tornare alla nostra capanna. Qui ci prepariamo per domani, giorno di partenza.

16/01

E' mattino presto, ore 06.30, quando prendiamo la barca dalla nostra capanna palafitta, per andare all'aeroporto di Bocas del Toro. Qui, siamo in anticipo, quindi consegniamo i bagagli e andiamo a fare colazione: doppia, prima pancakes e poi un cocco da bere e da mangiare. Così, prendiamo un mini aereo e arriviamo a Panama City. Troviamo un hotel confortevole: Hotel Via Espana, 11$ a notte e ci organizziamo sia per domani che si partirà per le San Blàs e sia per il ritorno il 23/01 che programmiamo una gita nella selva con gli indios. Nel pomeriggio andiamo a visitare il parco metropolitano della città, è incredibile siamo in una selva dentro la metropoli! Qui vediamo diverse scimmie comprese quelle piccole: le mono-titi e due piccoli giaguari che erano stati presi in custodia dai ranger della zona. Il caldo e l'umidità sono veramente insopportabili, così decidiamo di tornare in albergo per riposarci un po', ma prima ci fermiamo davanti ad una bancarella di frutta dove mangiamo di tutto compreso i maraguglià, frutti tropicali buonissimi.

 

 

17/01

Le San Blàs sono un'arcipelago di isole coralline che si trovano nella zona sudest di Panama, chiamata la Comarca de San Blàs. Gli unici a vivere stabilmente su queste isole sono gli indios Kuna, che a differenza delle altre popolazioni indio, sono molto chiusi e conservatori. Gran parte delle isole sono private, quindi è uso pagare la visita con 1 US$. Nella Comarca de San Blàs i prezzi sono più alti che nel resto del paese, quindi anche le capanne dove si può pernottare non sono molto a buon mercato. Considerate che per una capanna, senza luce e bagno, compresi i tre pasti e l'affitto di una canoa a motore con la guida, si paga intorno ai 25 US$ al giorno. Negli alberghi i prezzi possono essere molto più alti.

Ci alziamo presto e dopo aver fatto colazione, siamo andati all'aeroporto per andare alle San Blàs. Qui abbiamo dovuto pagare un soprappeso di ben 18$ per i bagagli, e dopo un'attesa di quasi 3 ore si parte con un'aereo piccolo da 8 posti. In meno di un'ora si arriva sull'isola principale delle San Blas: El Porvenir dove praticamente c'è solo la pista. Prendiamo una barca per andare sulla nostra isola, dove avevamo prenotato una capanna. Arriviamo subito dopo circa 10 minuti di navigazione. L'isola è grande quanto un campo da baseball e ospita circa 3 capanne, ma non c'è nessuno. Dopo pochi minuti, arriva un omino buffo, ha i lineamenti dei Kuna, indios di queste isole, ma è vestito con una maglietta e dei pantaloncini: sembra uscito dal film di guerre stellari, è il druido! Ha una voce bassa e melodica, per dire una cose ci mette tre ore. Ci porta del cibo e ci mostra la nostra capanna. Lui con una tribù dei Kuna sta su un'altra isola praticamente attaccata alla nostra, dove con la bassa marea ci si arriva anche a piedi. Dopo pranzo, vedo un topone ma non dico nulla. Facciamo la siesta, dopo di ché, arriva un'altra lancia di legno con la quale ci vengono a prendere per portarci al villaggio. Le donne e i bambini Kuna appena ci vedono, mostrano i loro lavori sperando di venderceli. Intanto, arriva il "druido" Abelardo, ci invita a cena nella sua capanna, la più grande del villaggio, Wichub-Walà. Dentro la capanna è buia e polverosa, c'è una signora anziana vestita con le loro stoffe tipiche, si dondola in silenzio su una vecchia sedia; lì vicino sdraiato su un'amaca c'è un anziano, il padre di Abelardo. Noi ci sediamo e mangiamo da soli, un po' intimoriti dalla strana situazione, pesce fritto, platanos, lenticchie e tè. Dopo cena, ci mettiamo d'accordo per il giorno dopo, che sarà dedicato alla pesca e allo snorkeling; così il fratello del druido ci riporta con la barca alla nostra capanna.

18/01

La giornata è fantastica, c'è un sol leone. Dopo colazione, arriva Felix il fratello di Abelardo, che ci porta a pesca con la sua lancia di legno. Ma visto che doveva prendere l'esca, ci lascia su un'isola deserta, stile paperino. Qui facciamo un mega bagno e prendiamo il sole, dopo circa due ore ritorna Felix con un pesciolino come esca, mi sà tanto che è un po' imbranato. Quindi ci porta a fare delle immersioni in un posto pieno di corallo sul fondale ma senza tanti pesci. Dopo un paio d'ore risaliamo sulla barca e inizia la grande pesca, ma Felix si fa scappare una bella preda che gli trancia amo e filo, così con voce flemmatica ci assicura che ci riproverà il giorno dopo. Il pomeriggio, dopo essere tornati nella nostra "dolce casa" andiamo a visitare altre isole sempre con Felix. Vediamo anche una grande barca Colombiana, ridotta maluccio, che sta commerciando in cocco, dicono i Kuna, ma ?!? Felix ci fa vedere il cimitero Kuna e un'ex base americana situati sulla terra ferma.

19/01

Alle 8.00 arriva il "druido" portandoci la colazione: uova, salcicce, marmellata e pane, che divoriamo in un attimo. Quindi, con Felix, ci rechiamo su delle isole che distano circa 2 ore di navigazione. Ne valeva proprio la pena sono fantastiche. Ci sono alcune barche a vela, americane e francesi, che hanno attraccato vicino all'isola più grande per far rifornimento di frutta e pane che viene cotto dagli indios nelle foglie di palma. Quindi, sbarchiamo su una spiaggia corallina bianchissima e subito i Kuna ci offrono 2 cocchi da bere. In 10 minuti facciamo il giro dell'isola a piedi: spiagge da sogno e colori incredibili, che partono dal bianco della sabbia per arrivare al celeste smeraldo del mare. Jessyama decide di rimanere a leggere sull'isola mentre io vado con Felix a fare delle immersioni. Il fondale è profondo una ventina di metri e più, ci sono diversi coralli ma pochi pesci, salvo qualche grossa ombra che sfreccia lì vicino. Finalmente, Felix riesce a prendere un pesce con la canna, che ci preparano i Kuna sull'isola. Nel pomeriggio si ritorna alla nostra isoletta: Wichub-Walà. La sera, dopo cena sempre a casa del druido, è dedicata alla caccia al ratto. Quattro ragazzi con Abelardo sono venuti sulla nostra isola armati di veleno e torcia per prenderlo, ma niente il ratto sembra essere più furbo di loro e quindi se ne vanno dicendoci: "Buones nottes suignà con los angelitos…"

20/01

Oggi è giorno di mercato a Wichub-Walà. Felix ci viene a prendere con la sua lancia e andiamo a fare colazione a casa del "druido" Abelardo; godendoci il mercato, dove gli indios Kuna vendono le loro molas, dei disegni di stoffe coloratissime. Verso le 10.00 arriva una barca da crociera piena di turisti americani. Sono veramente incuriositi verso me e Jessyama, ci fanno duemila domande: ma che ci fate qui? Da quanto tempo vivete in questo posto e così via… Comunque una volta vista la danza degli indios, tipico spettacolo per turisti anche se loro dicono di no, andiamo con Felix su un'altra isola bella ma più piccola rispetto a quella del giorno prima. Nel tornare indietro, faccio fermare Felix vicino ad un gruppo di coralli e mi immergo, pesci pochi ma i coralli sono veramente belli anche se sono profondi. Dopo circa mezzora sono spompato, quindi risalgo in barca e torniamo alla nostra capanna, dove mangiamo un pesce squisito e un ananas. Nel pomeriggio ci accordiamo per farci venire a prendere alle 18.00, ma ci addormentiamo sia noi che Felix, così ci vengono a prendere altri ragazzi verso le 19.00: in tempo in tempo per la cena a casa di Abelardo. Dopo mangiato facciamo due passi nel villaggio e vediamo una capanna dove si sta svolgendo un gran consiglio, è una cosa grave, stanno giudicando un uomo per uno stupro sembra. Comunque noi non possiamo entrare, così ci sediamo fuori e subito siamo circondati da un gruppo di bambini che ballano, cantano e giocano davanti a noi.

21/01

Oggi è una giornata un po' strana, sarà per il tempo che c'è, vento forte e nuvole. Arriva Abelardo a portarci la colazione, è in ritardo, lui si scusa dicendoci che si sveglia sempre con un'aereo, ma questa volta non è passato. Comunque, ci chiede un favore, se possiamo ritornare prima dell'una perché i suoi nipoti che oggi ci accompagneranno, sostituendo Felix, devono giocare a basket. O.K.! ma sono un po' deluso, perché quando gli ricordo di andare alle Cayos Holandèses, famoso posto dove ci sono diversi relitti, tira fuori mille scuse: è lontano, non abbiamo il permesso, io gli dico non ci vuole … e così via. Quindi andiamo alla stessa isola di ieri bella ma è esagerato andarci due volte. Comunque ci divertiamo un mondo con le onde che ci trascinano per tutto il bagno asciuga. Come promesso torniamo per l'una, e magia appare il druido con un pranzo da re! Aragoste e granchio gigantesco o cangreco, mangiamo come dei gatti: è tutto buonissimo. Quindi, dopo la siesta, ci facciamo portare Al Porvenir, dove c'è il telefono, e confermiamo sia il volo per l'Italia sia quello per Panama City, anticipandolo alle ore 07.45, in quanto il volo pomeridiano non sempre passa.

22/01

Ultima giornata di pesca con Felix, passiamo tre ore su una zona corallina dove ci sono pesci ma non molto grossi, comunque sono bellissimi, pieni di colori vivaci che ci sfiorano le mute. Purtroppo il mare si alza così dobbiamo tornare sulla nostra isola, dove facciamo i bagagli e divoriamo due aragoste gigantesche ed il frutto del pane. Il pomeriggio lo passo a fare dello snorkeling davanti all'isola e scopro che il fondale qui è più bello degli altri posti, incredibile così vicino, dopo aver navigato tanto. La sera andiamo a cena da Abelardo e salutiamo tutti gli indios del villaggio, domani si parte, che peccato, qui è un paradiso!!!

23/01

Ci alziamo presto 05.45 e alle 6.00 andiamo all'aeroporto. Durante il tragitto in barca, le San Blàs ci salutano con un magnifico spettacolo, una manta che appare in superficie per poi risprofondare nel blu dell'oceano. Uno spettacolo incredibile accompagnato dai primi raggi del sole che si riflettevano sul mare. Verso le 09.30 arriva il nostro aereo, che in 40 minuti ci riporta a Panama City. Durante l'attesa all'aeroporto scopriamo che la linea aerea con cui il "druido" Abelardo ha una convenzione è l'AereoPerlas, è anche quella che rispetta maggiormente gli orari!!!

Arrivati nella capitale, dopo essere passati in albergo, hotel Via Espana, a posare i bagagli, andiamo a pranzo e fare delle compere, magliette etc.

Il pomeriggio lo passiamo a visitare una bellissima zona della città, situata sul mare dove ci sono tre isole collegate tra loro: Isla Naos, Isla Perico e Isla Flamenco, sono ricoperte di vegetazione e abbiamo la fortuna di visitare lo Smithsonian Institute, ove biologi di tutto il mondo studiano la fauna e la flora del posto. Così ci capita di vedere su un albero un'orso peresoso intento a mangiare qualche foglia gigantesca.

24/01

Ultimo giorno di questa splendida avventura. Si parte presto per il Rio Chagres. Parco nazionale situato a un'ora e mezzo dalla città. La nostra guida locale Juan, ci viene a prendere con una jeep, siamo io, Jessyama, due ragazzi Spagnoli e una ragazza di Panama. Si entra nella selva, dove dobbiamo fermarci per prendere una piroga guidata da due indios della zona. Ci portano al terzo ed ultimo villaggio Indios sul fiume. E' incredibile, ci sono delle cascate naturali dove facciamo il bagno, l'acqua è fredda ma piacevole e forma tra le roccie delle zone di idromassaggio naturale. Ci passerei tutto il giorno a mollo. Così accompagnati dalle nostre guide arriviamo al villaggio, dove siamo circondati da molti bambini festosi e dalle donne che ci spiegano la loro cultura, mentre ci preparano il pranzo: cocco e platano fritto. Nel pomeriggio, andiamo con il curandero o sciamano del villaggio a fare un giro nella selva, lui riesce a vedere diversi animali che indica tra gli alberi ma che a noi rimangono invisibili, tranne un camaleonte che ci troviamo davanti. L'indio è un curatore di serpenti, ci fa vedere i segni di diversi morsi e spiega che si è salvato solo grazie alle piante, così come ha curato diverse persone del villaggio. Ci fa vedere diverse piante medicinali, ne assaggiamo una, è anestetica, sembra di stare dal dentista! Il tempo vola, così dobbiamo tornare al villaggio, dove gli indios danzano per noi e mi fanno dei tatuaggi con la radice di una pianta, da loro usata per tenere lontani gli insetti. L'ultimo riposo sulle amache e poi purtroppo si riparte per la città.

La vacanza è finita, domani mattina abbiamo l'aereo per Santo Domingo, Madrid e Roma. Comunque, di Panama c'è ancora molto da vedere, Boquete, il Vulcano Barù, il sendero los Quetzal: è considerato il più bello di tutta l'America Centrale, il parco nazionale Coiba, l'Isla grande, La Amistad … ecc. saranno mete di altri viaggi in questo paese camaleontico.

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