FABRIZIO TEMPESTI
Un giorno in Myanmar

Fabrizio Tempesti nell'agosto del 2002 ha fatto un viaggio di quindici giorni in Myanmar (ex Birmania) e ne è tornato pieno di entusiasmo per l'esperienza vissuta. Da grande appassionato di fotografia quale è, voleva realizzare un reportage fotografico che uscisse dai consueti e ormai abusati schemi etno-geografici.
In occasione della prima esposizione a Prato, io ho avuto modo di vedere ed apprezzare il suo lavoro in versione integrale e mi sento di dire che c'è riuscito alla grande.

Con le sue immagini ci racconta la dignitosa povertà quotidiana della popolazione birmana, fatta di lavoro, di vita, di vecchiaia, di svaghi e di una viva fede religiosa che la lega e la contrappone ad un altro mondo, quello dei monaci buddisti che, colti in aspetti piuttosto goderecci e goliardici e pur sapendo che tra loro ci sono sia monaci "a vita" che monaci "a tempo", gli sono sembrati poco in sintonia con la realtà del paese.

Dal suo lavoro completo, costituito da oltre cinquanta stampe a colori in formato 24x36 montate su passpartout 40x50, non è stato facile estrapolarne solo sedici per il sito. Ogni esclusione è stata una forzatura, anche perché con la selezione volevo riuscire a conciliare la scelta dettata da motivi tecnici e qualitativi con la volontà di mantenere leggibile il messaggio dell'autore.

Fabrizio Tempesti è dal 1977 (anno in cui ha iniziato a fotografare) socio del Fotoclub "Il Bacchino" di Prato, del quale è stato per molto tempo Presidente e attualmente ne è Consigliere. E' anche Consigliere Nazionale e Direttore del Dipartimento Manifestazioni della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF). Per questo reportage ha usato una Contax N1 (zoom 24-85 e 70-300) e una G2 (21 e 35) e pellicole negativo colore Fujicolor NPH 400 e Superia 1600.