Incontro del
23-02-2002
A casa di Antonio Coppola
ore 20.30

Immagini del film


Ci siamo quasi tutti. Mancano Agi e Silvano. Incredibilmente c'è anche Erminia. Ne sono felice.

Entradas di crostate e pecorino di Morcone. Asprinio di Aversa spumante.

Inizia il film
Titolo "La stazione" di Sergio Rubini, sottotitolo "Gli impediti".

Sembra che piaccia, non fosse altro che per le risatine che ogni tanto riesce a strappare. Pietro mi comunica di non averlo mai visto prima.

Cena. Discussione.

Ricordo quasi tutto quello che è stato detto dopo il film. Provo a farne una sintesi. Lucio è un impedito. Ha fatto di tutto per nascondere questa sua condizione. Invano. La sensazione che nell'intimo si sentisse un impedito ci ha accompagnato per tutta la serata, nonostante il nostro consueto rispetto per la riservatezza altrui. Alla fine è risultato chiaro a tutti.
Ho la sensazione che la condizione dell'impedito venga contrapposta a quella della solitudine che io avevo inizialmente individuato come il filo conduttore del film. La solitudine? Meglio, le solitudini! Ciascuno soffre della sua.
Recupero le cose che avevo provato provocatoriamente ad introdurre quando proposi in un'occasione precedente il film "Una gita scolastica". I flussi, anche solo istantanei, che si attivano fra persone nell'atto di comunicarsi un'attrazione. Era quello che avevo colto in quel film, è quello che ho colto in questo film.

Mi sembra che si crei una spaccatura, potrei dire fra lungoperiodisti ed attimisti, fra quelli per i quali il momento singolare ha senso solo se poi c'è un seguito e quelli che, al contrario, pensano che anche fatti istantanei possano modificare il proprio modo di vedere la vita, di affrontare la vita.
Gli attimisti: Lina mi sembra sulla mia stessa lunghezza d'onda. Anche Bianca B., Anna ed Erminia. Però di più Lina, mi sembra che pensi esattamente con i miei pensieri. Forse sono d'accordo anche Pietro e Filippo. Imma non saprei, forse non sono stato sufficientemente attento. Lucio mi sembra impedito.
I lungoperiodisti: Massimo in prima fila, forse Lella e Antonella. Lella e Antonella agitano parole di fuoco contro la protagonista, superficiale, impedita ed inespressiva. Effettivamente tale è apparsa, ma io mi ostino a vedere nel film una cosa diversa, non l'impedimento, piuttosto la comunicazione a sguardi e a gesti. Non riesco a classificare Rosalba né Bianca M.

Solo alla fine Geppino, spontaneamente, parla. Oggi al telefono mi ha ricordato alcune cose del suo intervento che io rammentavo solo in parte. Gli stati di compressione, molte volte definiti "situazioni eccezionali", portano allo scoperto l'individuo reale, la vera personalità, tutto il negativo ed il positivo della persona. Roberto interviene per dargli ragione. Come non dargliene. Geppino ha il dono della lucidità e non capisco perché senta sempre l'esigenza di giustificarsi per le sue frequenti citazioni, veramente non lo capisco. Qualcuno, forse Roberto, sostiene che l'individuo vero emerge anche da situazioni di espansione, oltre che di compressione.

Comunque, continuo ad avere come la sensazione che Lucio si senta un impedito.

La condizione dell'impedito, la solitudine. Ho difficoltà a tenerle distinte. Non sono forse l'una causa dell'altra? Nel film lui si risolve e dice a lei: "Signorina, lo sa che lei è proprio bella". Ecco, secondo me, in situazioni come quella interviene qualcosa nella persona impedita, nella persona sola, qualcosa di molto forte. Sulle istruzioni per l'assunzione di un farmaco si leggerebbe, fra l'altro, "secchezza delle fauci". Può essere un momento così forte che l'essere ricambiati diventa quasi secondario, non è più importante. Come diventa secondario il fatto che quel momento abbia o no un seguito. In un momento del genere le persone si aprono definitivamente all'esterno. Si sentono meno impedite. Si sentono meno sole.

Anche io, come molti di quelli che mi hanno preceduto, non ho saputo resistere alla tentazione di parlare di me e della mia chiave di lettura del film, piuttosto che limitarmi a verbalizzare l'accaduto e le dichiarazioni di ciascuno. Ma tant'è.

Alla prossima e buona discussione.