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Lo Scrigno

In ognuno di noi, si nasconde nel profondo dell'anima,

qualcosa che nessuno può scoprire se non si apre il proprio cuore.

 

 

"E' bene tenere nascosto il segreto del re,

ma è cosa gloriosa rivelare e manifestare le opere di Dio."

(Tobia 12,7)

 

Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli

è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

(Matteo 13,52)

 

 

Ecco perché "LO SCRIGNO"

E' il tesoro nascosto nel segreto del cuore

che si apre per divenire dono a coloro che lo chiedono

Qui troverai brani di vari autori e qualcosa di "Una mendicante di Dio"

 

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Parabola del tesoro e della perla

 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo;

un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia,

e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;

trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

                                                                               Matteo 13,44-47

 

 

Meditazioni, Poesie, Pensieri, ed altro.......

 

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     Siediti ai bordi dell’aurora 

          per te si leverà il sole.

     Siediti ai bordi della notte

          per te scintilleranno

    le stelle.

     Siediti ai bordi del torrente

         per te canterà l’usignolo.

     Siediti ai bordi del silenzio

            DIO ti parlerà.

     -  Swami Viveckananda -

 

 

 

 

 

   Una vita abbandonata nella braccia di Dio

 

Così scrive la mistica francese Madeleine Delbrel, che testimoniò Dio nella periferia più “rossa” di Parigi nell’ultimo dopoguerra:

     "Per essere un buon danzatore, con Te come con gli altri, non occorre sapere dove conduca la danza. Basta seguire il passo, essere contento, essere leggero, e soprattutto non essere rigido. Non occorre chiederti  spiegazioni sui passi che ti piace fare. Bisogna essere come il prolungamento, agile e vivo, di Te. E ricevere da Te la trasmissione del ritmo dell’orchestra.

Bisogna non volere avanzare ad ogni costo, ma accettare di voltarsi indietro, di procedere di fianco. Bisogna sapersi fermare e saper scivolare anziché camminare. E questi sarebbero soltanto passi da stupidi se la musica non ne facesse un’armonia. Noi però dimentichiamo la musica del Tuo spirito, e facciamo della vita un esercizio di ginnastica; dimentichiamo che fra le Tue braccia la vita è danza e che la Tua santa volontà  è di un’inconcepibile fantasia.

Se fossimo contenti di Te, Signore, non potremmo resistere al bisogno di danza che dilaga nel mondo, e arriveremmo a indovinare quale danza Ti piace farci danzare sposando i passi della Tua Provvidenza".

Stupenda immagine di come può essere la nostra vita abbandonata nelle mani di Dio.

 

 

Il silenzio

<<Corde tacito mens bene conscia conservat patientiam...>>

Il silenzio diventa forza  per portare la prova.

Il lamentarsi, il discutere, il parlare delle difficoltà fa invece diminuire le forze.

Di fronte alle prove personali, prima di ribellarsi,

prima di ragionare sulla situazione,

bisogna mettersi in silenzio, attendere umilmente che Dio ci manifesti il suo disegno,

credendo di essere sempre e ancor più nelle sue mani.

(da un inno per i martiri)

 

 

 

 

Chiedi

Chiedi all’aurora: ti dirà contempla lo splendore del nuovo giorno

Chiedi al sole: ti dirà riscaldati sotto i miei  raggi cocenti

Chiedi alle stelle: ti diranno di brillare come puro rubino

Chiedi alla luna: ti dirà veglia e prega nella notte oscura

Chiedi al cielo: ti dirà di scoprire il colore del divino

Chiedi al mare: ti dirà sii una goccia d’acqua nell’oceano

Chiedi agli uccelli: ti diranno spiega le ali e squarcia l’infinito

Chiedi al vento: ti dirà sii come una brezza leggera

Chiedi al tramonto: ti dirà siediti ai bordi della tua anima e contempla il capolavoro di Dio

Chiedi al tuo cuore: ti dirà ama con tutta la forza dell’amore

Chiedi a Dio: ti dirà sin dall’eternità sei mio

(La mendicante di Dio)

 

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E Quando.......

.....E quando siederò sulla sponda del Tuo cuore,

sentirò il battito del cuore mio

E quando nel profondo

il mio rivolo d’acqua scorrerà nel Tuo torrente,

disseterò la mia anima

alla fonte dell’amore Tuo  

(La mendicante di Dio)

 

*****

 

Dedicato a mio fratello Sergio - Ti Affido

Da un grembo di donna

sei nato alla vita,

nel grembo di Dio riposi la tua anima.

Al vento affido il tuo spirito

e su ali d’aquila s’innalzi,

dove l’infinito non ha confini,

dove il canto melodioso  dell’anima

si unisce allo spirito;

dove non c’e’ tramonto,

dove l’alba non ha fine;

al gabbiano con l’ala spezzata

che s’infrange sugli scogli.

Nella tempesta gridero’ il mio dolore,

nel mare sciogliero’ le mie lacrime

che il fondo  degli abissi

tramutera’ in perle.

A Dio, il mio intimo pensiero.

….E dove niente si perde,

le nostre anime si uniranno.

(La mendicante di Dio)

*****

 

 

Nella mia preghiera: Tu mi ascolti

Nel mio silenzio: Tu mi parli

Nella mia solitudine: Tu ci sei

Nel mio deserto: La tua è presenza

Nel mio intimo: la tua pienezza

Nel mio cuore: il tuo amore

Nella mia vita: il mio continuo desiderio di Te

(La mendicante di Dio)

 

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IL POVERO E LA PERLA

La perla di gran valore è nascosta profondamente

Come pescatore di perle, o anima mia, tuffati, 

tuffati nel profondo,Tuffati ancora più giù, e cerca!

Forse non troverai nulla la prima volta.

Come un pescatore di perle, o anima mia,

senza stancarti, persisti e persisti ancora,

Tuffati nel profondo, sempre più giù,

e cerca! Quelli che non sanno il segreto,

si burleranno di te, e tu ne sarai rattristato.

Ma non perdere coraggio, pescatore di perle, o anima mia!

La perla di gran valore è proprio là nascosta, nascosta proprio in fondo.

E’ la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro. 

Ed è essa che permetterà che quello che era nascosto sia infine rivelato.

Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, 

come un pescatore di perle, o anima mia, 

E cerca, cerca senza stancarti. - 

(Swami Paramananda) 

 

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L’assenza dell’Amato causa un gemito continuo nell’amante poiché, 

dato che ama solo Lui, all’infuori di Lui non trova alcun riposo e sollievo.

Tale gemito emette l’anima nel suo cuore innamorato, 

poiché il gemito scaturisce dove si ha la ferita d’amore.

Ella grida addolorata per la mancanza dello Sposo, specie se, 

dopo avere gustato qualche dolce sua comunicazione, 

improvvisamente si trova arida e sola 

(S.Giovanni della Croce -Cantico spirituale B.1,14)

 

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Mendicante per amore 

            (di don Ezio Del Favero)

     In un regno sconosciuto viveva un re, buono e giusto, che si preoccupava anzitutto di soccorrere i miseri e di procurare una vita migliore a tutti. Un giorno, al ritorno da un lungo viaggio, vedendo accanto a un gregge una ragazza bella, sorridente, gra­ziosa, il sovrano fu assalito da un'emozione sconosciuta. Tornò alla reggia con la pastorella nel cuore. Nei giorni che seguirono continuò a pensare a lei. Avrebbe potuto usare il suo potere per sedurla presentandosi con le vesti da sovrano, seduto sulla carrozza reale. Ma il suo sogno era di essere amato per quello che era.

       Una sera il re chiamò l'intendente, gli affidò gli affari del regno, si vestì da mendicante e partì per il paese dove abitava la pastorella. Arrivato in quel luogo si mise a servizio della gente, vivendo di ciò che gli veniva dato in cambio. Quando poteva, si avvicinava alla ragazza e le offriva le uniche ricchezze in mano sua: le perle del suo animo, i diamanti del suo spirito, i gioielli del suo cuore. L'aiutava a trasportare i secchi del latte, le offriva semplici fiorellini, le raccontava le storie che aiutano a superare la miseria e fanno sognare. All'inizio la ragazza era un po' imbarazzata, perché il giovane era uno straccione, ma poi si era lasciata incantare dalle sue maniere delicate, così diverse dalla doppiezza dei giovani che solitamente la corteggiavano.

            Un giorno pensò: «Quel giovane è povero, ma quello che vedo brillare nei suoi occhi vale più di tutto l'oro del mondo!». Da allora cominciò ad at­tendere, con impazienza, il momento quotidiano dell'incontro con lui.

           Un giorno il ragazzo non arrivò. Il giorno dopo neppure. Allora la pastorella decise di andarlo a cercare nelle periferie della città. Dopo lungo cercare, incontrò una donna che conosceva il giovane e lo stimava per la sua rinomata bontà. Costei la condusse alla capanna del ragazzo, da alcuni giorni immobile, divorato dalla febbre, moribondo. La pastorella si avvicinò al capezzale, posò la mano sulla fronte del malato e gli parlò sorridendo. Lui, per un istante, si svegliò, sorrise, poi piombò in un coma profondo. Da quel giorno la ragazza si prese cura di lui. Pian piano, grazie alle sue cure delicate, il giovane uscì dal coma; quando fu in grado di parlare, le raccontò la storia di un Re che si era innamorato di una pastorella, ma, temendo di essere ricambiato solo per le sue ricchezze, si era fatto mendicante.

 Lei chiese, senza immaginare la verità: «Come andò a finire?». Lui rispose: «Dipende da te!». Poi continuò: «Quel re sono io e tu sei la Regina del mio cuore; senza di te sarei davvero il più povero dei mendicanti». Andò a finire che vissero insieme, felici.

 

Se mendicassimo l’amore, quello autentico, cercandolo nei cuori giusti,

scopriremmo il tesoro più grande: le sorprese e le emozioni che solo l’amore vero sa dare

 

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    Lo scrigno e le perle

    Un uomo trovò delle perle di grande valore.

Decise di venderle al mercato degli oggetti preziosi.

Per meglio attirare i clienti si procurò uno scrigno in legno, lo dipinse, lo profumò e vi mise le perle.

Poi si recò al mercato, trovò un posto con­veniente, vi appoggiò lo scrigno e lo aprì per metterne in mostra il contenuto.

Si avvicino' un ricco signore, prese lo scrigno, lo rigirò fra le mani, lo chiuse, lo annuso'.., poi lo osservò di nuovo, lo aprì, prese le perle e le consegnò al venditore chiedendo di poter acquistare lo scrigno.

E le perle rimasero invendute.

Giunto al palazzo il signore mostrò al saggio consigliere lo scrigno, prima di offrirlo all’amata.

Il saggio disse: “Cosa contiene di prezioso?”

Lui rispose: “Nulla! “, ma si ricordò delle perle.

Il consigliere aggiunse: “Che senso ha offrire alla signora uno scrigno vuoto? Uno scrigno è come una conchiglia: vale nella misura in cui difende e contiene qualcosa di prezioso! “.

E così il signore capì il valore delle perle e corse al mercato per acquistarle, sperando che non fosse troppo tardi.

 

     Ci lasciamo più facilmente sedurre dall’esteriorità e dalla forma delle cose.

Dovremmo invece cercare, al di là dell’involucro, la sostanza, la verità in ogni situazione e la perla nascosta nel cuore di ogni persona.

(tratto da <<La perla il sole e altre favole – Ezio del Favero – Gribaudi)

 

 Chi è il mendicante di Dio

Quando dici: <<Dacci oggi il nostro pane quotidiano, confessi di essere un mendicante di Dio. 

Ma non arrossire: per quanto uno sia ricco sulla terra, è sempre un mendicante di Dio.

Il mendicante sta davanti alla casa di un ricco: ma anche lo stesso ricco sta davanti alla casa del gran Ricco. Si chiede l'elemosina a lui ma la chiede anche lui.

Se non fosse nel bisogno, non busserebbe alle orecchie di Dio con la preghiera.

(Dai discorsi di S.Agostino n.56,9)

 

 

Non stancarti di andare

Anche se la strada è lunga e faticosa, se ti senti già arrivato,

se sei al bivio della tua vita, non stancarti di andare

Se nel percorrere la strada, ti accorgi che è in salita,

se ti senti smarrito perché arduo è il cammino,

non stancarti di andare

Se ti pesa il bagaglio,dell’ orgoglio, dell’invidia,

se avverti la stanchezza come amica, lascia la zavorra,

svuota la tua bisaccia, calza i sandali del pellegrino

non stancarti di andare e và per la tua strada,

affronta con coraggio i pericoli e…..

dopo che sarai arrivato alla mèta,

la felicità dell’ impresa riuscita sarà tua……   

(La mendicante di Dio)                                       

       

Il Tesoro

Ai giovani che venivano da lui per la prima volta, Rabbi Bunam soleva raccontare la storia di Rabbi Eisik, figlio di Rabbi Jekel, a Cracovia.

Dopo anni di dura miseria, che però non avevo scosso la sua fiducia in Dio, gli era stato ordinato in sogno di cercare un tesoro della città di Praga presso il ponte che conduce al castello reale. Quando il sogno si ripete la terza volta, Rabbi Eisik si mise in cammino e andò a Praga a piedi. Ma presso il conte stavano giornate sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare. Tuttavia andava al ponte ogni mattina e vi girava attorno fino a sera.

Finalmente capitale le guardie, che l'aveva osservato, gli chiese amichevolmente se cercasse qualcosa o se aspettasse qualcuno. Rabbi Eisik raccontò il sogno che l'aveva condotto lì da così lontano.

Il capitano rise:

“e tu povero diavolo sei venuto fin qui con le tue scarpe logore per un sogno! Sì, presta fede ai sogni! Allora anch'io avrei dovuto mettermi la via tra le gambe quando una volta mi fu ordinato in sogno di andare a Cracovia e nella stanza di un ebreo, che doveva chiamarsi Eisik figlio di Jekel, dissotterrare di sotto la stufa un tesoro. Eisik figlio di Jekel! Mi vedo proprio buttare all'aria e pavimenti di tutte le case laggiù dove una metà degli ebrei si chiama Eisik e l'altra Jekel!“

E rise di nuovo. Rabbi Eisik si inchinò, tornò a casa, dissotterrò il Tesoro e costruì la sinagoga che si chiama la Scuola di Reb Eisik figlio di Reb Jekel.

“ricorda questa storia,“ soleva aggiungere Rabbi Bunam, “e afferra bene ciò che significa: che vi è qualcosa che tu non puoi trovare in alcuna parte del mondo, neppure dallo zaddik, e che pure vi è un luogo dove la puoi trovare“.

 

M. Buber, I racconti dei Chassidim, Grazanti 1985, pp 569-570

 

 

Lo Stupore di una Presenza

Come bimbo affascinato davanti alla novità, 

i miei occhi si aprono al Mistero. 

Avverto lo stupore di una Presenza.

Avvolto, mi lascio trascinare. 

E’ Invisibile, Trascendente.

Mi attrae……Contemplo una Presenza incandescente.

in ginocchio, …..In silenzio, mi prostro. Adoro!  

  (La mendicante di Dio)

       Come una calamita

Con amore travolgente, mi fermo alla Tua Presenza.

Estasiato dal silenzio che irrompe nel Tempio Sacro,

il mio intimo è attratto a Te con forza prorompente.

Il cuore sussulta e l’anima sembra percepire dolci parole:

 “Attirami a Te…..”

E l’anima dell’amato ascolta il gemito dell’Amante 

e corre con piedi di cerva alla Fonte,

corre a dissetarsi alla Sorgente.

(La mendicante di Dio)

 

Un Dio innamorato

"Vivere è danzare"... dice Madeleine Delbrel. Ma la gioia della danza sta nell'abbandono, agile, tra le braccia robuste dell'uomo che ti guida. Quanto più quelle braccia sanno il tocco giusto, tanto più la tua persona diviene leggerezza, bellezza, poesia...!
La santità consiste nel rischiare un Partner, nella danza della propria vita, tremendo e favoloso, che è Dio stesso, al Quale affidare "il ballo della nostra obbedienza".
Tutta la Bibbia racconta questo invito "nuziale" che Dio fa al suo popolo e ad ogni anima, perché divenga la sua sposa e con docilità sia condotta al giorno delle nozze eterne.
In particolare i Profeti hanno tracciato quasi una immagine sintetica di questa avventura d'amore di Dio nei confronti del suo popolo di sempre, leggendo la vicenda dell'Alleanza sinaitica e poi l'esperienza del deserto come momento di un amore offerto, tradito e poi perdonato. Sono le pagine più calde di tutta la Bibbia nelle quali scoprire il vero volto di Dio e la sua misericordia di fronte all' "adulterio" dell'uomo che è il peccato. E' quella che si può chiamare: la canzone dell'amore di Dio per la sua sposa.
Chi l'avrebbe mai detto: Dio è un nostalgico! "Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell'affetto della tua giovinezza, dell'amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata. Allora eri soltanto mia!" (Ger 2,2-3). Il deserto come tempo del primo amore tra Dio e Israele e come il luogo dell'educazione all'amore: "Il Signore vostro Dio vi ha messo alla prova per conoscere se veramente amate il Signore vostro Dio con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima" (Dt 13,4).
Ezechiele ha qui una delle pagine più sublimi. Immagina che Israele sia come una bambina appena nata, che i genitori suoi hanno esposta: destinata alla morte.
"Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato l'ombelico e non fosti lavata con l'acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale, né fosti avvolta in fasce. Occhio pietoso non si volse su di te per farti una sola di queste cose e usarti compassione, ma come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna, il giorno della tua nascita - destinata alla morte, come ogni uomo! - Passai vicino a te e ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue e cresci come l'erba del campo" (Ez 16,4-6).
"Vivi e cresci" è la prima parola di Dio sull'uomo; ma poi molto di più:
"Crescesti e ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza: il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà; ma eri nuda e scoperta. Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia!" (Ez 16,7-8).
Se Dio ci crea per la vita, poi ci cerca per l'AMORE! Un amore giovanile, appassionato, quale traluce nella dolcissima parabola d'amore del Cantico dei Cantici: "Mi hai preso il cuore, sorella mia, mia sposa, con un solo tuo sguardo. - Per me c'è solo lei, la mia stupenda colomba. - Quanto sei bella, come sei graziosa, amore mio, delizia mia" (passim).
E' quindi con la baldanza dell'innamorato e la tenerezza del fidanzato che Dio entra nella storia dell'uomo: "Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio; ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta; ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo: misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. Così fosti adorna d'oro e d'argento; le tue vesti eran di bisso, di seta e ricami; fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo; diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina. La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio" (Ez 16,9-14).
Un innamoramento con esplicita promessa di matrimonio: "Si, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo Creatore; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te" (Is 62,5). E la sposa attenta sente l'arrivo dell'innamorato: "Eccolo, viene saltellando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Ecco, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate" (Cant 2,8-9).
E veramente il nostro Dio ha scavalcato gli abissi che separano divinità e umanità, e s'è fatto Sposo (cfr. Mt 9,15 e Gv 2,10) per realizzare quel sublime mistero che è l'incarnazione, cuore e contenuto di tutta la nostra fede. Scrive Sant'Agostino: "L'utero della Vergine fu la stanza nuziale nella quale si sono uniti lo Sposo e la Sposa, il Verbo e la carne" (In IGv). "Cristo infatti ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei" - modello dell'amore sponsale (Ef 5,25-32).
E la Gerusalemme celeste "ornata come una sposa pronta per andare incontro allo sposo" (Ap 21,2), sarà definitivamente "la sposa dell'Agnello" (Ap 21,9).
Dirà San Paolo di ogni vero cristiano: "Vi ho promesso in matrimonio a un solo sposo, a Cristo, e intendo presentarvi a lui come una vergine pura" (2Cor 11,2). "Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve" (Ap 2,17). E' il brillantino del fidanzamento ...!
Quanto poi Israele - a questo primo amore nel deserto - sia stato fedele, lo dice un lamento in Geremia: "Nessuna ragazza dimentica di mettersi i suoi gioielli, nessuna sposa dimentica l'abito di nozze. Il mio popolo invece si è dimenticato di me da troppo tempo" (Ger 2,32).
E noi, quante volte abbiamo abbandonato "la veste nuziale" (cfr. Mt 22,12)? Per questo la nostalgia di Dio per il primo amore, si trasforma in richiamo pressante e forte: "Ho un rimprovero da farvi; non avete più l'amore dei primi tempi. Come siete cambiati! Ricordate come eravate da principio, tornate ad essere come prima!" (Ap 2,4-5).

 

Anche tu, come Gesù puoi offrire

«Eccoti qui, mio Dio. Cerchi me? Che cosa vuoi? Non ho niente da darti.

Dopo il nostro ultimo incontro, per te non ho messo da parte niente.

Niente... Non una buona azione. Ero troppo stanca.

Niente... Non una buona parola. Ero troppo triste.

Il disgusto della vita, la noia, la sterilità.

Offri!

L’impazienza, ogni giorno, di vedere la giornata flui­ta, inutilmente;

il desiderio di riposare libera dal dovere e dagli impegni,

L'indifferenza per il bene da fare, la stanchezza di te, mio Dio!

Offri!

Il torpore dell’anima, il rimorso per la mia apatia

 e l'apatia più forte del rimorso...

Il bisogno di essere felice, la tenerezza che sfibra,

 il do­lore di essere quel che sono senza scampo...

— Offri!

Turbamenti, paure, dubbi.

Signore! Proprio come uno straccivendolo te ne vai in giro a raccattare... rifiuti e immondizie. Che ne vuoi fare, Signore?

— “Il Regno dei Cieli” ».                                                    

  (Marie-Noel)

(da “A volte basta un raggio di sole”  – piccole storie per l’anima di Bruno Ferrero)

 

 

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Più profonda è la ferita

più forte è l'amore

Più alto il grido disperato

più intimo il desiderio di Dio

Più lontano il gemito dell'attesa

più dolce è vicino il volto divino

Più intensa la ricerca di Dio

più nascosta nell'intimo la presenza Dio

(La mendicante di Dio)

 

 

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Lascia che la sofferenza penetri nel tuo 

cuore come una lama affilata:

solo lacerando le sue fibre

potrai sentirne il grido dell'amore

(La mendicante di Dio)

 

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L'anima chiamata a volare ad alta quota, non può contentarsi di rasentare la terra bassa.

Ha bisogno di spazi, di vuoti, ha bisogno di allargare il proprio orizzonte, scrutare l'alto, tendere all'infinito. Ma finché non avrà fortificato le sue ali e temprato con la volontà il desiderio, il suo volo verso l'alto sarà sempre legato ad un filo.

(La mendicante di Dio)

 

         

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