ORIGINI E DIFFUSIONE DELL’ALBERO DI ULIVO

 

Le origini dell’albero d’ulivo sono ancora sconosciute. Si dice che sia apparso in periodi preistorici prima della comparsa dell’uomo e che sia originato in Asia Minore dove tuttora vi sono abbondanti foreste di ulivi selvaggi. Sembra che si sia diffuso dalla Siria in Grecia via Anatolia anche se altre teorie affermano che provenga dal bacino del Mediterraneo.


La Grecia risulta essere la terra , secondo i miti, dove per prima apparve l’ulivo e venne coltivato. Difatti, la leggenda attribuisce ad Atena il merito di aver donato questa pianta agli abitanti dell’Attica i quali, a loro volta, gratificarono la dea assumendo l’ulivo come sacro simbolo della stessa divinità e della città ad essa dedicata. Si narra di punizioni esemplari, la morte o l’esilio, a chi avesse osato tagliare il sacro albero.


A partire dal VIII sec. A.C., con la colonizzazione greca dell’Italia Meridionale, la coltivazione dell’ulivo venne introdotta nell’area chiamata Magna Grecia : la straordinaria produzione e diffusione dell’olio ci è data dal ritrovamento di vasi e monete che testimoniano la presenza dell’albero di ulivo all’epoca.

             

Foto prese da www.sciacca.it e da www.agriturismofrattavecchia.it

Trebisacce

 

Ø      DIFFUSIONE DELL’ALBERO DI ULIVO IN ITALIA

 

Alcuni storici affermano che l’albero di ulivo sia arrivato in Italia durante il periodo di Lucio Tarquinio Prisco (616 al 578 A.C) il leggendario re di Roma,  altri sostengono che sia arrivato in Italia tre secoli prima della caduta di Troia ( almeno 1200 A.C.) . Una volta in Italia , si diffuse rapidamente dal Sud al Nord, dalla Calabria alla Liguria. I Romani diffusero la coltivazione di questa pianta in tutti i territori occupati e l’olio finì per assumere un ruolo sempre più sostanziale nell’economia generale dell’Impero tanto che la produzione e vendita dell’olio furono sottoposte al controllo diretto dello stato.

Gaio Plinio II afferma che esistono quindici specie di ulivo e ne elenca i pregi, riconoscendo all’ulivo un’importanza che è seconda solo al miracoloso succo dell’uva.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, la produzione e commercializzazione dell’olio subiscono una drammatica crisi ed è soltanto dopo l’anno 1000 che assistiamo alla ripresa della sua produzione grazie alle ricche donazioni di uliveti fatte alla Chiesa da Longobardi, Normanni, Svevi e Angioini , e saranno le Repubbliche Marinare a riattivare il commercio internazionale di olio .

Nel secolo XIII , i Veneziani ne stabiliscono il prezzo: 3 ducati per 1000 libbre provenienti dalla Puglia e dalla Campania: 1 ducato per 1000 libbre di altra provenienza.

Oriolo, Castello medievale

Durante il XIV secolo emersero due scuole di pensiero per quanto riguarda i condimenti. Da un lato i popoli del Nord Europa  che allevavano il maiale da cui derivava il loro nutrimento giornaliero e che quindi facevano uso di grasso animale; dall’altro, nel Sud e in particolare in Italia, l’olio di oliva che diventò il condimento naturale più utilizzato per ogni tipo di piatto.

 Nel XVIII secolo si passa a catalogare gli alberi di ulivo e i suoi frutti e a classificarne le varietà a seconda del luogo di origine. In questo secolo la Liguria e la Toscana definiscono ulteriormente la loro vocazione per la coltivazione dell’ulivo. Nel XIX secolo le piantagioni di ulivo invasero l’Umbria destinata a diventare uno dei principali produttori di olio di oliva  a lungo termine.

Oggi, l’olio extra vergine di oliva viene prodotto in tutte le regioni d’Italia eccetto  Piemonte e valle D’Aosta. I produttori leader sono la Liguria, Toscana , Umbria e Puglia. In quest'ultima vi sono 1/3 di tutti gli alberi di ulivo presenti in Italia  e qui vi è Bitonto, nota come la “ città degli ulivi”.

 

Foto presa da www.sciacca.it

 

Ø      L’ALBERO DI ULIVO E IL SUO LEGAME CON LA RELIGIONE

 

L’albero di ulivo è sempre stato considerato un simbolo di abbondanza, gloria e pace. Si parla dell’albero di ulivo  nel Vecchio testamento, quando Noé mandò una colomba in missione per trovare della terra asciutta dopo il diluvio e la colomba ritornò con un ramoscello di ulivo nel becco per annunciare il ritiro delle acque dalla terra degli uliveti localizzati nell’area di quello che adesso è il Monte Ararat, nella Turchia Occidentale. Nel Vecchio e Nuovo Testamento come in altri libri sacri quali il Corano, il Torà ,  tutte le promesse , le ammonizioni, precetti, le profezie, fanno un frequente riferimento agli alberi di ulivo, la qual cosa non sorprende in quanto gli ulivi aerano considerati indispensabili e vitali per il sostentamento e la salute di un popolo. La terra promessa, la terra degli Ebrei, viene descritta come il paese del grano, dell’orzo, dell’uva, del melograno, delle olive e del miele. Il re Salomone e il re Davide diedero grande importanza alla coltivazione dell’albero di ulivo. Re Davide mise persino delle guardie a vegliare sugli uliveti e magazzini al fine di assicurare la salvaguardia  dell’olio, utilizzato per il commercio .

I profeti spesso avvertivano la popolazione di non vivere nel peccato, altrimenti Dio li avrebbe puniti distruggendo gli alberi di ulivo o facendo produrre un cattivo olio. Gli Ebrei prima, e i Cristiani, dopo, iniziarono ad usare l’olio per consacrare il re, i preti, e i credenti. Difatti la parola” Cristo” vuol dire “consacrato” ed è sempre l’olio che si pone sulla fronte in segno di croce, quando si riceve il sacramento del battesimo e della estrema unzione.

Ancora oggi l’albero di ulivo viene considerato sacro, misterioso e mitico, un albero maestoso che può sopravvivere migliaia di anni e guardare la storia passare davanti.

Santuario Madonna delle Armi

 

 

                     

 

 

Ø      L’OLIO DI OLIVA NELLA COSMESI

 

Gli antichi Greci e i Romani usavano l’olio di oliva per prendersi cura del proprio corpo .Quasi tutti gli uomini e le donne, giovani e vecchi, ricco o povero, lo usavano più di una volta al giorno. L’olio veniva spalmato su tutto il corpo prima e dopo il bagno. All’inizio ebbe la stessa funzione del sapone , successivamente fu usato come sostanza emolliente arricchita con aromi ottenuti da erbe e fiori. Le persone con la pelle e i capelli secchi erano considerati sporchi e, per questa ragione, facevano il bagno e ammorbidivano la pelle del corpo con l’olio , almeno una volta al giorno al fine di mantenere un aspetto sano. Gli Egiziani producevano profumi e unguenti di tutti i tipi e Cleopatra era nota per l’uso di una gran quantità di profumi e cosmetici. Molti di questi usavano come base l’olio di oliva che proveniva da olive incolori, insapori, inodori, raccolte anzitempo, tre mesi prima della maturazione, nel mese di Agosto. La cura del corpo aveva anche una ragione pratica; l’olio forma un velo protettivo sulla pelle facendo da scudo ai pori per infiltrazioni di polvere e sporcizia

Ancora oggi, l’olio di oliva viene impiegato nella produzione di sapone, creme nutrienti e anti-rughe, shampoo, bagnoschiuma, creme solari, unguenti.

 

 

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