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Il mondo nel 2030: le prospettive energetiche

 

Uno studio ( allegato - formato pdf ) ha analizzato la situazione ipotizzando che non ci sarà nessuna inversione di rotta delle politiche rispetto ad oggi Più 1,8% nella domanda generale di energia, più 18% delle emissioni di CO2 e prezzi del petrolio e del gas alle stelle



Lo scenario al 2030 ipotizzato in un recente studio del Weto (World energy, technology and climate policy outlook) non è particolarmente invitante, ma se le politiche mondiali non cambieranno sarà quello in cui ci troveremo a vivere. "Presupponendo una continuazione delle tendenze e dei cambiamenti strutturali in atto - si legge nella sintesi del documento - la previsione è che la domanda di energia aumenterà di circa l'1,8% da qui al 2030". Il dato è generale, ma se letto attentamente è da dividere in due: mentre infatti le previsioni dicono che i Paesi in via di sviluppo nel 2030 rappresenteranno in totale il 40% della domanda energetica, i Paesi industrializzati vedranno calare questo dato.


Nello specifico, per esempio, l'Unione europea vedrà diminuire questo indice dello 0,4% ogni anno.Altri dati interessanti arrivano dall'analisi delle principali fonti energetiche. Il petrolio rimarrebbe la fonte principale di energia (34%) seguito dal carbone (28%) e dal gas (25%). E la predominanza dei combustibili fossili non può che portarsi dietro un incremento delle emissioni di CO2 che così restando le cose aumenterebbero del 2,1% all'anno in media (più del consumo energetico) raddoppiando rispetto al 1990. Nella Ue il dato è allarmante: le previsioni parlano di un aumento del 18% rispetto al 1990.
Le riserve petrolifere non scarseggerebbero, ma non durerebbero ancora a lungo. La produzione mondiale di petrolio aumenterebbe del 65% arrivando a 120milioni di barili al giorno (i tre quarti dei quali provenienti dai Paesi dell'Opec che di conseguenza soddisferebbe il 60% della richiesta mondiale). I prezzi ovviamente salirebbero fino a 35 euro al barile.
Dati alla mano ci si rende immediatamente conto come sia urgente la necessità di invertire la marcia il prima possibile. Il protocollo di Kyoto è un passo avanti, la recente direttiva Ue sui biocarburanti è un ulteriore passo avanti, ma di strada da fare ce n'è ancora molta soprattutto se non ci si riuscirà ad opporre al potere di chi oggi guida il "carro" e che difficilmente sacrificherà il suo potere per il bene comune.
Fonte: Weto

NaTrompme, T. K., Shia, R.-L., Allen, M., Eiler, J. M. & Yung, Y. L. Potential environmental impact of a hydrogen economy on the stratosphere. Science, 300, 1740 - 1742, (2003).

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