LE CIVILTA' PREINCAICHE

Senza voler essere esaurienti ma ricercando la chiarezza, diamo un breve sguardo alle principali culture che si avvicendarono nel Perù preincaico.

CHAVIN (1200A.C.-300A.C.) 
ANDE SETTENTRIONALI (NORD DI LIMA)
Con questo nome si identifica la civiltà che ebbe come centro cerimoniale Chavin de Huantar, nel Perù settentrionale. Chavin era un punto di pellegrinaggio importantissimo, al punto che mantenne il suo richiamo e la sua forza religiosa fino all’epoca incaica.
Il centro di culto era un grande palazzo in pietra, con sotterranei e terrazze, edificato con simbologie cosmiche complesse e vi era adorato il dio-giaguaro, con riti cruenti e sacrifici umani (specialmente, si pensa, di donne e bambini). Alcuni ritengono che nell’edificio principale fossero custoditi esemplari di giaguaro provenienti dalle foreste amazzoniche; è comunque fuori discussione un legame con l’ecosistema della foresta. Il culto dette luogo a delle raffigurazioni impressionanti e sinistre di deità miste uomo-giaguaro-serpente; è prevedibile che tale impostazione religiosa sfociasse in un sistema politico teocratico.

PARACAS (800A.C.-500A.C.) 
REGIONE COSTIERA (SUD DI LIMA)

Questa cultura è avvolta nel mistero. Ci sono pervenuti splendidi manufatti ceramici e tessili trovati nelle necropoli (per la maggior parte tuttora inesplorate) che si stendono nei pressi della cittadina di Pisco. Le mummie venivano avvolte in molteplici strati di panni, cotone grezzo, e tessuti coloratissimi, preservati intatti dalla inumazione e dall’aridità della zona; si tratta di esempi di tessitura finissima di perfezione insuperata per tecnica e risultato estetico. I teschi dei defunti presentano deformazioni prodotte artificialmente a scopo estetico; normalmente i crani venivano soggetti ad allungamento, con una pratica diffusa anche nelle regioni del centroamerica.

NAZCA (200A.C.-600D.C) 
REGIONE COSTIERA (SUD DI LIMA)

Presso la zona che vide lo splendore Paracas, un’altra civiltà perduta: Nazca. Probabilmente vi fu un legame fra le due, e anche della cultura Nazca restano soltanto tessuti e ceramiche, che hanno resistito ai secoli sepolte molto meglio delle architetture realizzate in adobe.
Analogamente a Paracas veniva adorato un dio-felino, che ricorre nelle rappresentazioni vascolari. Una necropoli Nazca è facilmente visitabile e riserva al turista l’emozione del contatto con i resti degli antichi peruviani; oltre alle ossa si incontrano capelli e i pochi resti di stoffa sfuggiti ai precedenti turisti.
Ma quello che a Nazca più colpisce il viaggiatore è qualcosa che fu scoperto (tanto per cambiare) per caso: durante la seconda guerra mondiale lo storiografo aviatore Paul Koch studiava dall’aereo le opere di canalizzazione degli antichi peruviani. In questo modo si imbattè nelle famose Linee di Nazca, e cioè immensi disegni geometrici e fantasiose figure di animali (spesso lunghe centinaia di metri) visibili solo dall’alto. Essi sono stati tracciati nel terreno desertico per ragioni sconosciute, da mirabili artefici che sicuramente non poterono contemplarli mai. Forse si tratta di segni astronomici, forse di calendari agricoli, forse sono richiami e messaggi per visitatori astrali...
Comunque sia moltissimi studiosi si sono appassionati all’argomento, e fra tutti spicca, per dedizione, Maria Reiche la quale dal 1946 stabilì la sua dimora proprio a Nazca, facendo di questo mistero lontano la sua ragione di vita: "Ci sono quelli che leggono le linee dalla mano, io invece tento di leggere le linee di Nazca, è il mio destino".

MOCHICA (100D.C.-800D.C.) 
REGIONE COSTIERA (NORD DI LIMA)

Quello Mochica fu un vero e proprio impero, che estese il suo dominio su tutto il Perù settentrionale. L’impero Mochica aveva una complessa organizzazione sociale e di servizi: classi di guerrieri, messaggeri, tessitori e dottori. In parte tale sistema fu adottato e perfezionato dagli stessi Incas.
Come possiamo sapere tutto ciò in mancanza di documenti?
E’ proprio la straordinaria abilità tecnico-artigianale dei mochica a venirci incontro: infatti non ci furono in Perù vasai più valenti e precisi nel rappresentare la realtà. 
I vasi mochica sono del massimo verismo e ritraggono a tutto tondo il mondo del loro tempo, con la massima valorizzazione dei soggetti umani, dopo tanti secoli di stilizzazione religiosa.
Animali, piante, scene erotiche, ritratti, battute di caccia, di pesca, prigionieri, guerrieri, capi: tutta la società e gli avvenimenti ci passano davanti come in un film.
Dei mochica restano le rovine terrose dei grandi templi realizzati in mattoni di adobe; il loro dio principale era la luna. I mochica ebbero la più avanzata metallurgia dell’epoca, e lavoravano oro, rame e argento.

TIAHUANACO (50D.C.-1300D.C.) 
REGIONE ANDINA (LAGO TITICACA)

A 4000 metri d’altitudine, presso le rive del grande lago (che un tempo lambiva la città) si trovano i resti di una grande civiltà agricola, con evoluta metallurgia (oro, rame, argento e forse bronzo). 
La città è forse il primo esempio di urbanesimo pianificato del Sudamerica e certo il massimo centro cerimoniale, politico e amministrativo delle Ande. 
Ora è un sito silenzioso, dove tre misteriose e impassibili statue monolite ascoltano i gemiti del dio che da secoli piange lacrime di pietra sulla porta del Sole. 
Inti-Punku, la Porta del Sole, è un monolito di andesite e pesa circa 10 tonnellate, e concentra in sè tutto il mistero di una civiltà tanto importante quanto sconosciuta. Numerosi e insondabili sono i legami con la civiltà Chavin, tanto lontana nello spazio e nel tempo. I dubbi su Tiahuanaco sono tra i più complessi dell’archeologia andina: quello che è certo è che questa civiltà eccelse nell’arte della scultura in pietra, mentre non ci sono che pochi resti tessili, a causa delle piogge abbondanti nell’area.

CHIMU’ (1200D.C.-1460D.C.) 
REGIONE COSTIERA (NORD DI LIMA)

I Chimù formarono un regno potente che fu conquistato dagli Incas appena 50 o 70 anni prima che Pizarro si impadronisse del Perù. 
I Chimù non furono inferiori agli Inca né culturalmente né militarmente; essi cedettero perché gli Inca tagliarono a monte i canali di irrigazione, impedendo così le coltivazioni, ma non furono mai completamente soggiogati.
Il regno possedeva una rete stradale ben strutturata, e basava la sua stabilità su un complesso sistema di alleanze e rapporti diplomatici volti a prevenire la invasione dei minacciosi Inca.
Era uno stato ricco, controllava circa mezzo milione di abitanti e deteneva una fitta rete di traffici commerciali con gli altipiani e le regioni circostanti.
I Chimù avevano perfezionato le tecniche di irrigazione, e oltre ai prodotti agricoli disponevano delle inesauribili risorse alimentari marine (pesce e sale).
Furono abili costruttori, e con la tecnica dell’adobe edificarono la grande capitale, Chan Chan, di cui restano cospicui resti, purtroppo pericolosamente sensibili alle piogge, per fortuna rare.
Nella tessitura i Chimù si dedicarono all’uso delle piume d’uccello, realizzando manti al livello di quelli aztechi.
In fatto di ceramica i Chimù erano scarsini, nel senso che intepretavano il vaso esclusivamente come oggetto di utilità, trascurandone l’abbellimento.
Ma il punto forte dei Chimù fu l’oro: gli orafi erano tanto abili che, dopo la conquista di Chan Chan, gli Inca si portarono al Cuzco intere squadre di artigiani.
L’oro peruviano che oggi possiamo ammirare (Museo de Oro di Lima) è in gran parte Chimù, trovato dagli archeologi nelle necropoli di Chan Chan. L’oro Inca, ahimè, è finito fuso nelle tasche degli eserciti spagnoli del 1500.