Nicla Niero
La Modificabilità Cognitiva

conseguenze per l'apprendimento

Tesi di Laurea
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Ai miei cari

 

W  file  Pan te kai alloi soi

thdέ  Jeoi, doihte moi calv

genesqai tandoqen ·

exwJen de osa  exw,

toiV  entoV   einai moi filia.

plousion  de nomizoimi tonsojon ·

tode  crusou plhJoV  

eih  moi oson  mhte  jerein mhte

agin  dunaito alloV  h  o  swjron.

  Plawn

   

“O caro Pan, e voi altri déi
che siete in questo luogo
concedetemi
di diventare bello di dentro
e che tutte le cose che
ho di fuori siano in accordo
con quelle che ho dentro;
che io possa
considerare ricco il sapiente;
che possa avere
una quantità di oro quanta
nessun altro potrebbe
prendere e portare via
se non il temperante”

Platone

 
  Fedro, preghiera del filosofo  

 

 

INTRODUZIONE

 

Prendendo spunto dalla diatriba tra coloro che riconoscono all’intelligenza una matrice innata e coloro che ritengono che l’intelligenza sia un’acquisizione dovuta all’interazione con l’ambiente, devo affermare che in questo ultimo decennio vi è stata una rivoluzione copernicana nell’ambito delle scienze cognitive.

Gli studi sul cervello sono un terreno vasto e fecondo: un quarto dei premi Nobel per la medicina sono andati a scoperte che riguardano il sistema nervoso. Oggi conosciamo abbastanza bene la struttura e i ruoli delle varie zone cerebrali, la chimica dei neurotrasmettitori, i meccanismi della memoria, del sonno, del sogno, della percezione sensoriale.

Sappiamo anche che il cervello è plastico, si rimodella continuamente, a tutte le età, anche grazie a cellule staminali: è caduto quindi, il dogma secondo cui il nostro patrimonio di neuroni, dalla nascita in poi, può soltanto impoverirsi. Più arduo comprendere le funzioni superiori, come funzioni l’intelligenza, o cosa sia la creatività.

Secondo la tesi della modificabilità cognitiva strutturale, ogni individuo, in qualsiasi momento della propria vita, è modificabile sul piano cognitivo; essa afferma che potenzialmente ogni essere umano può rimettersi in gioco nel processo di apprendimento attivato e sviluppando risorse ancora latenti.

La modificabilità cognitiva è possibile e scientificamente dimostrabile. In passato si attribuivano tutte le capacità di un individuo al genoma per dimostrare che l’ “intelligenza” viene ereditata. In questo caso si poneva il quadro di un intelligenza fissa, immutabile, che non può essere cambiata; quindi per le generazioni future solo le persone intelligenti sarebbero in grado di contribuire a questo mondo, gli altri sarebbero solo dei consumatori.

Si ritiene che l’educazione può cambiare il comportamento mentale, emotivo, motorio: si afferma che il pensiero può costituire l’intelligenza attraverso delle esperienze di apprendimento mediato. E’ dimostrato, infatti, come gli stimoli esterni adeguati possano produrre dei cambiamenti permanenti e come gli esseri umani, aumentando il loro sistema di bisogni, siano obbligati ad ampliare anche il repertorio di modalità per rispondere a tali necessità.

L’elemento che permette di allargare il ventaglio di esigenze, di rinforzare lo stimolo al cambiamento e di sollecitare nel soggetto una risposta, è l’ambiente. 

Lo psicologo israeliano Reuven Feuerstein ha dimostrato come l’intelligenza si possa sviluppare a qualsiasi età e come una deprivazione culturale dovuta all’ambiente possa far sembrare stupidi bambini in realtà molto dotati. Feuerstein in occasione del Seminario Nazionale svoltosi a Milano il 4/5 marzo 2001 ha fatto un appello: “Uomo non credere di possedere l’intelligenza ma continua ad apprendere ... impara ad essere intelligente”.

In questa tesi procederò ad esporre le origini fisiologico-neurologiche, filosofiche ed epistemologiche  che hanno portato alla scoperta  della teoria della modificabilità cognitiva, quindi passerò alla   descrizione della  la Teoria vera e propria, in seguito andrò a demitizzare la tesi dell’ereditarietà, e procederò alla critica della teoria, ipotizzandone: le sue conseguenze nell’ ambito scolastico e le diverse “trame” di apprendimento. 

 

 

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