NAZIONALSOCIALISMO
E
CAMPI DI CONCENTRAMENTO
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                           

 

 

 

 

 

SIMONE M.
CLASSE 1B MEDIA
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL NAZIONALSOCIALISMO

 

 

 

  1. Hitler con W. von Keitel e A. Jodl. Foto: Archivio IGDA

                                                                                                                                                                                          

 

 

Il nazionalsocialismo fu fondato da Hitler nel 1920. Era un partito fondato sull’idea di condannare la pace e di suscitare nei tedeschi il mito della razza nella convinzione dalla supremazia della stirpe germanica.

Questo movimento voleva impadronirsi del mondo.Nel 1933 assunze il potere della Germania e nominò Hitler cancelliere del Reich.Egli divenne ben presto sia capo del governo che dello stato con poteri illimitati.

Vennero subito soppressi i partiti e le libertà costituzionali. SI instaurò un clima di terrore grazie alle crudeli   SS, alla polizia segreta di stato o Gestapo. Furono realizzati i campi di concentramento allo scopo di sterminare tutti coloro che non appartenevano alla razza ariana, l’unica che aveva diritto a dominare il mondo. Furono disciolti i sindacati, la bandiera fu sostituita dal vessillo con la croce uncinata o svastica simbolo della razza superiore.

In nome del nazionalsocialismo iniziò contro gli Ebrei una feroce persecuzione, che divenne ben presto un vero genocidio.

L’obbiettivo perseguito di conquistare il proprio spazio vitale a scapito delle altre nazioni europee determinò lo scoppio della II guerra mondiale.

 

 

 

La stretta di mano tra Hitler e Mussolini dopo la stipulazione del Patto di Monaco nel 1938. Foto: Archivio IGDA

 

 

 

 

Purtroppo in queste idee razziste fu coinvolta anche l’Italia, grazie agli accordi che Mussolini aveva stipulato con Hitler.

Anche in Italia prese campo una politica di antisenitismo che vide la cattura e la deportazione di intere famiglie ebree che da generazioni vivevano in Italia.

 

 

I CAMPI DI CONCENTRAMENTO

 

 

Nazionalsocialismo: cancello d'ingresso del campo di concentramento di Dachau. Foto: IGDA / C. Pozzoni

 

                                  

In Germania i primi campi di concentramento apparvero appena Hitler prese il potere. Fu subito evidente che erano nati per lo sterminio preparato scientificamente delle razze considerate inferiori: ebrei, in primo luogo, ma anche antinazisti, comunisti, socialdemocratici, protestanti e obiettori di coscienza che ufficialmente dovevano essere rieducati.

Ben presto l’organizzazione dei campi di concentramento divenne così ampia che Hitler volle affidarli alla custodia delle SS, la polizia di regime crudele ed insensibile.

Nei campi la tortura era normale, così come l’eutanasia come mezzo di “soppressione di vite indegne di essere vissute”. Nei campi della “morte lenta” prese campo lo sterminio razionale con le camere a gas e i formi crematori: uccidevano  le persone con il gas e poi le bruciavano perché non ne rimanesse traccia.

Soprattutto durante la seconda guerra mondiale i campi furono un’ enorme riserva di schiavi che lavoravano gratis fino a morire e sempre rinnovabile.

Tali campi furono distribuiti fin dall’inizio della guerra in tutta la Germania, ma anche in Polonia, in Austria e in altri paesi. In ognuno gli internati facevano parte di un distaccamento ed era destinato a lavori ben precisi. Sorgevano in luoghi disabitati, malsani ed erano composti da baracche di legno costruite dagli stessi prigionieri. Erano chiusi da filo spinato nel quale era immessa corrente elettrica. Le torrette sorvegliavano il campo. Fra i prigionieri le SS sceglievano i Kapò che comandavano gli altri internati; essi si rivelarono spesso crudeli come i loro aguzzini. Ogni prigioniero aveva sulla casacca un triangolo di stoffa di colore diverso a seconda del motivo per cui dovevano essere “rieducati”. Inoltre avevano un numero di identificazione impresso direttamente sulla pelle con un marchio a fuoco.

 

 

Austria: scorcio del convento delle suore di clausura lungo la recinzione del campo di sterminio di Auschwitz. Foto: IGDA / A. Vergani

 

 

Le punizioni per motivi irrisori erano frequenti e durissime; il cibo era scarso e spesso avariato e dunque le vittime erano numerose. Le condizioni di schiavitù riduceva anche i più forti a scheletri viventi.

A scadenze mensili il comando del campo procedeva a eliminare coloro che non erano più buoni a lavorare con le camere a gas.

Molti furono i tentativi di fuga stroncati dai massacri.

Forze il numero preciso degli assassinati non si conoscerà mai, alcuni parlano di 9 milioni di morti, altri dicono che i morti nei campi di concentramento furono almeno 11 milioni. Del resto interi convogli di prigionieri arrivavano nei campi e non lasciavano traccia nei registri ufficiali.

Per quanto riguarda l’Italia i deportati furono 43000 e ne sopravvissero solo 3000.

 

 

 

Seconda guerra mondiale: Mussolini annuncia l'entrata in guerra dell'Italia (10 giugno 1940). Foto: Archivio IGDA

 

 

I sopravvissuti portano ancora oggi nel corpo e nello spirito i segni indelebili dei campi di concentramento. Alcuni di essi non sono riusciti a sopportare la disperazione e il dolore di quei giorni terribili, come per esempio PRIMO LEVI.

Questo grande scrittore esprime nella sua famosa poesia SE QUESTO E’ UN UOMO il suo profondo desiderio che le future generazioni ricordino sempre ciò che è successo nei campi di concentramento. 

 

 

 

 

SE QUESTO E’ UN UOMO

 

( di Primo LEVI)

 

 

Voi che vivete sicuri

 

nelle vostre tiepide case,

 

voi che trovate tornando a sera

 

il cibo caldo e visi amici:

 

 

considerate se questo è un uomo

 

che lavoro nel fango

 

che non conosce pace

 

che lotta per un pezzo di pane

 

che muore per un sì o per un no.

 

Considerate se questa è una donna,

 

senza capelli e senza nome

 

senza più forza di ricordare.

 

 

 

MEDITATE CHE QUESTO E’ STATO:

 

VI COMANDO QUESTE PAROLE

 

SCOLPITELE NEL VOSTRO CUORE

 

STANDO IN CASA ANDANDO PER VIA,

 

CORICANDOVI ALZANDOVI;

 

RIPETETELE AI VOSTRI FIGLI.

 

 

(Dal libro omonimo di Primo Levi)

 

 

 

 

Informazioni rielaborate  ed immagini tratte dall’enciclopedia multimediale OMNIA GOLD, 1999/2000