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CATONE IL CENSORE

 

"I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori."

"Fures privatorum furtorum in nervo atque in compedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura."

Catone, citazione in Aulo Gellio, Notti attiche, XI, 18, 18.

 

Scrissero di Catone:

- Cicerone (Arpino 106 - Formia 43 a.C.), autore dell'opera filosofica Cato Maior de senectute.

- Cornelio Nepote (Gallia Cisalpina 99 - ? 24 a.C.), amico di Cicerone, di Catullo e di Pomponio Attico. Autore di numerose opere storiche e geografiche: De Viris Illustribus, Chronica e Exempla.

- Tito Livio (Padova 59 a.C. - 17 d.C.), amico dell'imperatore Augusto, autore dell'opera storica Ab Urbe condita libri CXLII.

- Plutarco (46 - 127 d.C.), storico e biografo greco, scrisse le Vite parallele.

 

Località: Roma

Epoca: 234-149 a.C.

 

Le origini

Marco Porcio Catone nacque a Tusculum nel 234 a.C. da una famiglia plebea di agricoltori benestanti. Secondo Varrone il nome della gens Porcia sarebbe derivato dal fatto che i suoi membri più antichi allevavano suini.

Da giovane visse nella Sabina, dove aveva un piccolo fondo avuto in eredità dal padre.

Gli inizi della vita militare

A diciassette anni iniziò la carriera militare.

Nel 209 partecipò alla presa della città di Taranto sotto il comando di Fabio Massimo.

Nel 207 partecipò alla battaglia di Senigallia, altrimenti nota come battaglia del Metauro, durante la quale perì Asdrubale, fratello di Annibale.

Il cursus honorum

Nel 205, a trenta anni, divenne questore al tempo del primo consolato di Publio Scipione Africano.

Nel 204 era in Sicilia con Scipione. Entrò in contrasto per la registrazione delle spese. Si fece mandare in congedo a Roma per accusare il console di sperpero del denaro pubblico. Scipione tuttavia seppe ben difendersi e salpò per l'Africa.

Nel 199 divenne edile della plebe.

Nel 198 fu pretore ed ebbe la provincia della Sardegna, dove perseguitò l'usura.

Nel 195, a quaranta anni, fu console con Lucio Valerio Flacco. Inutilmente si oppose al ritiro della Lex Oppia, emanata nel 215 durante la II guerra punica, per limitare il lusso delle donne.

Ebbe in sorte la provincia della Spagna Citeriore. Meritò il trionfo per le sue imprese militari.

Nel 194 Publio Scipione Africano, durante il suo secondo consolato, cercò di rimuoverlo dalla carica di pretore della Spagna, ma non vi riuscì.

Nel 191 Catone, in qualità di legato, fu con Manio Acilio Glabrio nella guerra contro il re seleucida Antioco III. Condusse trattative con le più importanti città greche e il suo intervento nella battaglia delle Termopili fu decisivo. Con un contigente di truppe riuscì ad aggirare le posizioni dei greco-siriani e a sconvolgere lo schieramento avversario.

Catone e gli Scipioni

Tra il 187 e il 184 condusse una campagna contro gli Scipioni, fautori di una politica di apertura alla cultura greca e orientale.

Catone intravide il pericolo di sovvertimento insito in tale atteggiamento e si schierò in difesa degli ideali tradizionali romani.

Scipione l'Africano fu costretto all'esilio volontario e suo fratello, Lucio, venne condannato per peculato.

L'elezione alla censura

Nel 189 Catone si era presentato alle elezioni per la censura, ma non era stato eletto.

Nel 184, a cinquanta anni, si ripresentò e divenne censore insieme a Lucio Valerio Flacco.

I censori venivano eletti dal popolo romano riunito nei comizi centuriati.

I nobili tentarono inutilmente di impedire l'elezione di Catone.

La revisione delle liste senatoriali

I censori fecero la revisione delle liste senatoriali per eliminare gli indegni e i mancanti di censo.

Sette senatori furono esclusi dalla carica. Tra i sette l'ex console Lucio Quinzio Flaminino, insigne per nobiltà e per cariche. Flaminino venne considerato indegno per aver ucciso una persona durante un banchetto, durante il quale si accompagnava ad un amasio o ad una prostituta.

Venne anche tolto il cavallo pubblico a Lucio Scipione Asiatico, che però rimase nelle liste dei senatori. Non è chiaro se il provvedimento fosse stato preso per le cattive condizioni fisiche dell'Asiatico o per il suo comportamento durante la guerra siriaca.

Tassazione dei beni di lusso

Venne ordinato di registrare gli ornamenti e le vesti femminili e i veicoli di valore superiore a 15.000 assi per un valore legale moltiplicato per dieci.

Analogamente gli schiavi sotto i 20 anni, che, nel corso degli ultimi 5 anni, erano stati pagati più di 10.000 assi vennero registrati per un valore legale moltiplicato per dieci.

Su questi beni venne applicata una tassa del 3 per 1000.

Provvedimenti in favore dello stato

Venne proibito di utilizzare l'acqua pubblica negli edifici e nei terreni privati. Catone fece tagliare i tubi collegati abusivamente all'acquedotto.

Fu ordinata la demolizione entro 30 giorni degli edifici privati costruiti su suolo pubblico.

Furono avviati i lavori per la pavimentazione delle fontane pubbliche, la pulizia delle fogne e la costruzione di altre fognature.

Flacco fece costruire una diga aperta al traffico presso le acque Nettunie e una strada che attraversava il monte Formiano.

Catone acquistò un terreno nel Foro, tra il Campidoglio e la Curia, e vi costruì la basilica Porcia, un edificio rettangolare con colonnati e gallerie, utilizzabile per il passeggio ed il commercio. Il primo centro commerciale di Roma.

Gli appalti per la riscossione delle imposte nelle province furono concessi a prezzi altissimi.

Gli acquisti per forniture statali furono effettuati a prezzi bassissimi.

Reazione dei potenti

Il senato, sollecitato dagli appaltatori e dai fornitori, intervenne invalidando gli ultimi due provvedimenti.

Un editto dei censori escluse dalle nuove aste coloro che avevano tentato di eludere le aste precedenti.

Le opere furono aggiudicate praticamente alle stesse condizioni di prima.

I provvedimenti di Catone attirarono gli odi di gran parte dei potenti che intentarono contro di lui ben 44 processi con varie accuse. L'ultimo processo avvenne quando Catone aveva 86 anni.

Dopo il censorato

Nel 181 Catone, terminato il periodo di censorato, propose la Lex Orchia contro i beni di lusso.

Nel 169 propose la Lex Voconia per il controllo della libertà finanziaria delle donne.

Nel 168 si oppose all'annessione di Rodi. La sua politica si opponeva a quella della oligarchia che desiderava impadronirsi dei beni dei rodiesi.

Nel 154 Catone ottenne di far ripartire da Roma i tre filosofi che nel 155 erano giunti come ambasciatori da Atene: lo stoico Diogene, Critolao e Carneade.

Delenda est Carthago

Durante una sua ambasciata a Cartagine, probabilmente nel 153, Catone, ottantunenne, si convise della minaccia che la città costituiva ancora per Roma e iniziò una campagna per distruggere l'antico nemico: delenda est Carthago .

Prima di morire, nel 149, Catone riuscì nel suo intento: Roma e Cartagine entrarono in guerra per l'ultima volta.

Catone uomo di cultura

Catone scoprì il poeta Ennio (Rudie, Taranto 239 - 169 a.C.) e dalla Sardegna, dove militava tra le truppe ausiliarie, lo portò a Roma.

Catone fu un grande oratore. Cicerone conosceva più di 150 orazioni del Censore.

Fondò la storiografia latina con le Origines, opera in 7 libri, sulle tradizioni italiche. L'opera venne cominciata dopo il 174 e tenne occupato Catone fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel trattato i generali non sono chiamati per nome, ma si fa riferimento ad essi semplicemente con l'appellativo imperator romanus. Secondo Catone il fondamento della repubblica romana era l'ingenium non di un solo uomo ma del popolo romano nel suo insieme. Catone reagiva al culto della gloria delle grandi personalità di moda nelle famiglie aristocratiche, influenzate dai maestri greci.

Per l'educazione del figlio, contro la moda grecizzante, scrisse i Libri ad Marcum filium.

Contro il crescente diffondersi del latifondo scrisse il De agricultura in difesa della medio-piccola proprietà terriera.

Trasmise i suoi principi morali nel Carmen de moribus.

Nel III secolo d.C. si diffuse una raccolta di sentenze morali in versi: Disticha Catonis.

CATONIS COLLECTIO DISTICHORVM VULGARIS

PROLOGVS

Cum animadverterem quam plurimos graviter in via morum errare, succurrendum opinioni eorum et consulendum famae existimavi, maxime ut gloriose viverent et honorem contingerent. Nunc te, fili carissime, docebo quo pacto morem animi tui componas. Igitur praecepta mea ita legito, ut intellegas. Legere enim et non intellegere neglegere est.

Deo supplica.
Parentes ama.
Cognatos cole.
Datum serva.
Foro parce.
Cum bonis ambula.
Antequam voceris, ne accesseris.
Mundus esto.
Saluta libenter.
Maiori concede.
Magistratum metue.
Verecundiam serva.
Rem tuam custodi.
Diligentiam adhibe.
Familiam cura.
Mutuum da.
Cui des videto.
Convivare raro.
Quod satis est dormi.
Coniugem ama.
Iusiurandum serva.
Vino tempera.
Pugna pro patria.
Nihil temere credideris.
Meretricem fuge.
Libros lege.
Quae legeris memento.
Liberos erudi.
Blandus esto
Irascere ob rem gravem.
Neminem riseris.
In iudicio adesto.
Ad praetorium stato.
Consultus esto.
Virtute utere.
Trocho lude.
Aleam fuge.
Litteras disce.
Bono benefacito.
Tute consule.
Maledicus ne esto.
Existimationem retine.
Aequum iudica.
Nihil mentire.
Iracundiam rege.
Parentem patientia vince.
Minorem ne contempseris.
Nihil arbitrio virium feceris.
Patere legem quam ipse tuleris.
Benefici accepti esto memor.
Pauca in convivio loquere.
Miserum noli irridere.
Minime iudica.
Alienum noli concupiscere.
Illud aggredere quod iustum est.
Libenter amorem ferto.
Liberalibus stude.

 

Riferimenti bibliografici:

 

Antichità classica

Garzanti

Cornelio Nepote

Vite dei massimi condottieri

Rizzoli

Crawford M. H.

Roma nell'età repubblicana

Il Mulino

Liddel Hart B. H.

Scipione l'Africano

Rizzoli

Paratore E.

La letteratura latina dell'età repubblicana augustea

Rizzoli

Plutarco

Vite parallele

Mondadori

Scullard H. H.

Storia del mondo romano

Rizzoli

Tito Livio

Storia di Roma dalla sua fondazione

Rizzoli

Valerio Massimo

Detti e fatti memorabili

TEA

 

 
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