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"Deus vult": La Prima Crociata

 

Prima del X secolo a.C. Gerusalemme era la città dei Gebusei, una tribù cananea.

Intorno al X secolo a.C. Gerusalemme fu conquistata dagli ebrei e divenne la capitale del regno ebraico.

Passò poi sotto il predominio egiziano e assiro.

Nel 597 a.C. venne conquistata dai babilonesi di Nabucodonosor che avevano sconfitto gli assiri.

Nel 539 a.C. Ciro II sconfisse i babilonesi e Gerusalemme entrò nell'ambito dell'Impero Persiano.

A partire dal IV secolo a.C. fece parte dei regni ellenistici dell'Egitto e della Siria, che erano succeduti all'effimero impero di Alessandro Magno, vincitore di Dario, re dei persiani.

Recuperò una forma di autonomia con la rivolta dei Maccabei e sotto i re Asmonei (II secolo a.C.).

Passò poi nell'orbita romana ai tempi del re Erode il Grande (I secolo a.C).

Nel I secolo d.C. la Palestina divenne una provincia dell'Impero Romano e nel 70 d.C. la Gerusalemme ebraica venne distrutta dal generale romano Tito, in seguito ad una ribellione.

Nel II secolo d.C. l'imperatore Adriano rifondò Gerusalemme chiamandola Aelia Capitolina, una nuova città con la tipica struttura romana e con i templi dedicati a Giove, Giunone e Minerva.

Nel IV secolo d.C. l'Imperatore Costantino e sua madre Elena fecero di Aelia Capitolina una città cristiana greco-ortodossa: la Nuova Gerusalemme.

Nel maggio del 614 d.C. i persiani conquistarono Gerusalemme, togliendola ai bizantini.

Il 21 marzo 629 d.C. l'imperatore bizantino Eraclio rientrava in Gerusalemme.

Nel febbraio del 638, Gerusalemme si arrese all'esercito arabo. Il califfo Omar Ibn al-Kahttab entrò in città. Gerusalemme divenne musulmana.

Nel 1099 i crociati liberarono Gerusalemme dai musulmani, che l'avevano dominata per circa 450 anni, e la città tornò ad essere cristiana, ma latina e non più greca.

I crociati vi rimasero fino al 2 ottobre 1187, quando l'esercito guidato da Saladino rientrò in Gerusalemme. La Città Santa era ricaduta nelle mani dei musulmani.

 

Località: Asia Minore - Siria - Palestina

Epoca: 1095-1099 d.C.

 

Appello alla cristianità di Urbano II (27 novembre 1095 - Concilio di Clermont d'Auvergne)

"...E' impellente che vi affrettiate a marciare in soccorso dei vostri fratelli che abitano in Oriente... I Turchi e gli Arabi si sono scagliati contro di loro e hanno invaso le frontiere della Romania (Impero bizantino) fino al luogo del Mar Mediterraneo detto Braccio di S.Giorgio (stretto dei Dardanelli)... Hanno messo a soqquadro tutte le chiese e devastato tutti i paesi sottoposti alla dominazione cristiana...

A coloro che, partiti per questa guerra santa, perderanno la vita sia durante il percorso di terra, sia attraversando il mare, sia combattendo gli idolatri, saranno rimessi per questo stesso fatto tutti i peccati...

Niente dunque ritardi la partenza di quanti parteciperanno a questa spedizione: diano in affitto le terre, raccolgano tutto il denaro necessario al loro mantenimento e non appena l'inverno sarà finito e cederà alla primavera, si mettano in cammino sotto la guida del Signore..." (Testo riportato da Fulcherio di Chartres).

Inizio della crociata (15 agosto 1096)

"...Quelli tra voi che sono ispirati da Dio a fare questo voto sappiano che potranno unirsi con i loro uomini alla partenza fissata, con l'aiuto di Dio, per il giorno della Beata Vergine..." (da una lettera di Urbano II al principe di Fiandra).

Ademaro capo spirituale della crociata

Ademaro di Monteuil, della famiglia dei conti di Valentinois, vescovo di Le Puy, venne nominato capo spirituale della crociata. Da notare che il termine crociata non venne mai usato nei documenti dell'epoca. In tutti i documenti si parla di pellegrinaggio in Terrasanta.

Provvedimenti giuridici

Urbano emanò una serie di provvedimenti per regolare la crociata.

I membri del clero secolare e religioso non avrebbero potuto arruolarsi senza il permesso del vescovo; e gli uomini appena sposati senza il consenso delle spose.

La chiesa si sarebbe fatta carico della tutela della famiglia e dei beni di coloro che partivano.

Non sarebbe stato lecito perseguire gli assenti per i debiti contratti.

Chi aveva pronunciato il voto non avrebbe potuto più revocare la promessa.

L'esercito dei crociati: l'armata franco-normanna

Vennero costituiti quattro corpi d'armata.

Una armata ebbe un comando congiunto: Roberto di Normandia, Stefano di Blois e Roberto di Fiandra.

Ne facevano parte:

- Roberto Courteheuse, duca di Normandia, figlio maggiore di Guglielmo il Conquistatore e fratello di Guglielmo II il Rosso, re d'Inghilterra;

- Stefano, conte di Blois e di Chartres, cognato di Roberto Courteheuse, di cui aveva sposato la sorella Adele di Normandia;

- Roberto II, conte di Fiandra, il cui padre Roberto I era andato in pellegrinaggio a Gerusalemme;

- numerosi cavalieri e fanti di Inghilterra, Scozia e Bretagna.

L'armata arrivo a Costantinopoli ai primi di maggio del 1097.

L'esercito dei crociati: l'armata franco-tedesca

Questa armata venne guidata da Goffredo di Buglione, duca della Bassa Lorena (territorio appartenente all'Imperatore di Germania Enrico IV), marchese di Anversa, conte di Verdun.

Ne facevano parte:

- Eustachio III, conte di Boulogne, fratello di Goffredo;

- Baldovino di Boulogne, fratello di Goffredo, che partì con la moglie normanna, Godvere di Tosni, e i figli;

- Baldovino di Le Bourg, figlio del conte di Rethel e cugino di Goffredo;

- Baldovino II, conte di Hainault;

- Rainaldo, conte di Toul;

- Garnier di Grez, Dudo di Konz-Saarburg, Baldovino di Stavelot, Pietro di Stenay, i fratelli Enrico e Goffredo di Esh.

L'armata giunse a Costantinopoli il 23 dicembre 1096.

L'esercito dei crociati: l'armata della Francia del sud

Questa armata venne guidata da Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa. Il conte aveva già sessant'anni. Fece voto di rimanere in Terrasanta.

Partirono con Raimondo:

- Rambaldo, conte d'Orange;

- Gastone di Béarn; Isoardo di Gap, Ruggeri di Foix, Gerardo di Roussillion, Guglielmo di Montpellier, Guglielmo di Sabran, Guglielmo di Urgel.

Con Raimondo partì anche il vescovo Ademaro di Monteuil con i suoi fratelli Francesco-Lamberto di Monteil, signore di Peyrins, e Guglielmo-Ugo di Monteil.

Raimondo, precedendo il suo esercito, arrivò a Gerusalemme il 21 aprile 1097.

L'esercito dei crociati: l'armata italo-normanna

Questa armata venne guidata da Boemondo I d'Altavilla, conte di Taranto e di Bari, primogenito di Roberto il Guiscardo.

Ne facevano parte:

- Tancredi, nipote di Boemondo;

- i cugini Riccardo, noto come Riccardo del Principato, e Rainolfo di Salerno; il figlio di quest'ultimo Riccardo;

- Goffredo, conte di Rossignuolo, e i suoi fratelli;

- Roberto di Ansa, Ermanno di Canne, Honfroi di Monte Scabioso, Alberedo di Cagnano, il vescovo Gerardo di Ariano;

- Roberto di Sourdeval e Boel di Chartres.

L'armata arrivò a Costantinopoli il 9 aprile 1097.

I crociati a Costantinopoli (inverno 1096 - primavera 1097)

Le armate crociate giunsero separatamente e in tempi successivi a Costantinopoli. L'imperatore bizantino Alessio Comneno con la sua flotta le fece transitare in Asia Minore.

Nicea liberata (19 giugno 1097)

A maggio le armate ricongiunte partirono da Nicomedia dirette a Nicea, in mano ai turchi da circa 16 anni. La città venne assediata dai crociati. A giugno i bizantini conclusero un accordo con i turchi e la città si arrese alle truppe imperiali, guidate dal generale Tatikios.

La battaglia di Dorileo (1° luglio 1097)

Il 26 giugno 1097 i crociati partirono da Nicea diretti in Anatolia. All'avanguardia Boemondo di Taranto e Roberto di Normandia. Dietro, l'esercito guidato da Goffredo di Buglione e da Raimondo di Tolosa.

Il 1° luglio 1097, a Dorileo i turchi, guidati dal sultano Kilij Arslan, attaccarono l'avanguardia, ma l'esercito arrivò in tempo e i selgiuchidi furono sconfitti.

Conquista di Iconio (15 agosto 1097)

Il 15 agosto i crociati arrivarono a Iconio (attuale Konya), capitale del sultano Arslan. La città, che era stata nelle mani dei turchi per 13 anni, venne trovata abbandonata.

Eraclea

A Eraclea i crociati si trovarono di fronte un esercito turco agli ordini dell'emiro Hamsa e dell'emiro danishmend, che però non diedero battaglia.

Verso Antiochia

Dopo Eraclea i crociati si divisero in due gruppi.

Il 10 settembre 1097 Baldovino di Boulogne, fratello di Goffredo di Buglione, e Tancredi, nipote di Boemondo di Taranto, si avviarono verso la Cilicia, la cui capitale era Tarso e le città principali Adana e Mamistra.

Gli altri risalirono verso nord in direzione di Cesarea di Cappadocia e poi ripiegarono a sud-est. Le popolazioni di Cesarea di Cappadocia, Comana (Placentia) e Coxon (odierna Güksün) li accolsero con grande gioia. Superato l'Antitauro (2400 metri) raggiunsero Marash il 17 ottobre 1097.

Il 20 ottobre i crociati erano al Ponte di Ferro, a tre ore di marcia da Antiochia di Siria.

Liberazione della Cilicia

Tancredi e Baldovino intanto avevano liberato dal dominio turco gli armeni della Cilicia. Gli armeni erano cristiani fedeli al papa. La Cilicia divenne un regno indipendente, alleato dei crociati.

Il primo stato crociato: la contea di Edessa

Baldovino di Boulogne raggiunse Marash ma si volse immediatamente verso un nuovo obiettivo: Turbessel (Tel-Basheir), la cui popolazione all'avvicinarsi dell'esercito crociato insorse contro i turchi. Anche Ravendel (odierna Ruwadan) aprì le porte ai crociati e scacciò la guarnigione turca.

Il principe cristiano ortodosso di Edessa, Thoros, era riuscito a mantenere l'indipendenza pagando un pesante tributo ai turchi.

Il 6 febbraio 1098 Baldovino, chiamato da Thoros, entrò in Edessa accolto dalla popolazione con grande gioia. Thoros adottò Baldovino come figlio ed erede.

Il 7 marzo la popolazione di Edessa si ribellò a Thoros che venne messo a morte. Il 10 marzo i rivoltosi offrirono Edessa a Baldovino. Venne creato il primo stato crociato: la contea di Edessa.

L'assedio di Antiochia

Antiochia, città bizantina, era caduta in mano ai selgiuchidi solo nel 1085.

Nell'ottobre 1097 i crociati posero l'assedio, ma non erano abbastanza per circondare la città, infatti Antiochia era grande quasi quanto Costantinopoli. La citta venne difesa dal turcomanno Yaghi Siyân.

Duqâq, re di Damasco, tentò di accorrere in aiuto di Antiochia. Il 31 dicembre 1097 Boemondo di Taranto lo sconfisse nei pressi di Albara.

Ridwân, re di Aleppo, tentò di marciare su Antiochia. Boemondo, il 9 febbraio 1098, lo sconfisse nonostante la schiacciante superiorità numerica dell'esercito turco.

Il 4 marzo approdò a Porto S.Simone (odierna Swadiye) una flotta inglese che l'imperatore di Bisanzio aveva caricato con materiali da costruzione per le macchine d'assedio. I rifornimenti consentirono di completare il cerchio delle fortificazioni intorno ad Antiochia.

Il tradimento di Stefano di Blois

Il 2 giugno 1098 Stefano di Blois, impaurito dall'avvicinarsi dell'esercito persiano guidato da Kurbuqa, atabeg di Mosul, abbandonò l'esercito crociato. Stefano raggiunse la città di Filomelio (odierna Aksehir) dove si trovava l'imperatore Alessio Comneno con l'esercito pronto a marciare in aiuto di Antiochia. Stefano comunicò all'imperatore la notizia che la città era caduta in mano all'esercito persiano e i crociati massacrati. L'imperatore decise di interrompere la missione di soccorso.

Antiochia liberata (3 giugno 1098)

Stefano aveva commesso un clamoroso errore. Infatti la sera del 2 giugno 1098 la cavalleria crociata fece finta di allontanarsi da Antiochia per andare ad affrontare l'esercito persiano che si stava avvicinando. All'alba del mattino seguente i cavalieri erano alla base della Torre delle Due Sorelle. Firuz, il comandante armeno della Torre, che si era accordato con Boemondo, aprì una finestra della Torre. I crociati entrarono nella Torre e conquistarono rapidamente la città, ma non la cittadella che rimase nelle mani di Shams ed-Daulah, figlio di Siyân.

I cristiani assediati in Antiochia

Kurbuqa, oltre all'esercito persiano, aveva radunato anche le milizie del re di Damasco e dell'emiro di Homs.

Il 7 giugno i musulmani, giunti di fronte a Antiochia, posero l'assedio ai cristiani che avevano appena conquistato la città.

Vittoria dei crociati sull'esercito dell'atabeg di Mosul

Il 28 giugno 1098 Boemondo uscì da Antiochia e schierò il suo esercito. Kurbuqa accettò il combattimento e venne sconfitto. Antiochia era salva.

Il secondo stato cristiano: Il principato di Antiochia

I crociati decisero di aspettare fino al novembre 1098 prima di intraprendere la marcia verso Gerusalemme, sarebbe stata una follia marciare nella calura estiva su percorsi sconosciuti con un esercito stanco delle tante battaglie.

Il 1° agosto 1098 morì, vittima di una epidemia di peste, Ademaro di Monteil, il capo spirituale della crociata.

Il 5 novembre 1098 Raimondo di Tolosa, Goffredo di Buglione, Roberto di Fiandra, Roberto di Normandia e Boemondo di Taranto si riunirono ad Antiochia. La città venne assegnata a Boemondo.

Il 23 novembre Raimondo di Tolosa e Roberto di Fiandra partirono per Rugia e Albara. Il 27, insieme a Boemondo, posero l'assedio a Maarat an-Numan, che venne presa l'11 dicembre.

I crociati ripartono

Il 13 gennaio 1099 Raimondo di Tolosa lasciò Maarat e riprese la marcia verso Gerusalemme su di un percorso interno. Fu immediatamente raggiunto da Roberto di Normandia e da Tancredi, che era stato inviato da Boemondo.

Goffredo di Buglione e Roberto di Fiandra si mossero dopo un mese circa seguendo un percorso lungo la costa..

Baldovino di Boulogne rimase nella sua contea di Edessa. Boemondo nella città di Antiochia.

Dopo quindici mesi trascorsi ad Antiochia i crociati riprendevano il loro pellegrinaggio.

Verso Gerusalemme

Raimondo di Tolosa il 14 febbraio 1099 pose l'assedio alla città di Arqa, appartenente all'emiro di Tripoli Ibn Ammar. Goffredo di Buglione e Roberto di Fiandra si unirono a Raimondo di Tolosa nell'assedio. Il 13 maggio non riuscendo a conquistare la città i crociati si rivolsero contro Tripoli. L'emiro in cambio della cessazione delle ostilità accettò di pagare 15.000 bisanti d'oro e di rifornire di viveri l'esercito cristiano che riprese la marcia verso Gerusalemme il 16 maggio 1099.

Il 19 maggio l'esercito valicò il fiume del Cane, confine con le terre dei fatimiti.

Beirut offrì doni e il libero passaggio. A Sidone (20 maggio) ci fu una breve battaglia. A Tiro la guarnigione fatimita non si mosse. Acri (24 maggio) offrì doni e provviste.

A Cesarea i crociati si fermarono per celebrare la Pentecoste dal 26 al 30 maggio.

A Ramleh (Rama), capitale amministrativa della provincia e con popolazione musulmana, i crociati trovarono una città abbandonata. La chiesa di S.Giorgio a Lydda era stata distrutta dai musulmani in fuga.

Il 6 giugno la marcia riprese verso Gerusalemme.

Tancredi e Baldovino di Le Bourg raggiunsero Betlemme. La popolazione uscì dalla città con tutte le reliquie e le croci della chiesa della Natività per accogliere i suoi liberatori.

La sera del 7 giugno 1099 l'esercito si accampò nei pressi di Gerusalemme.

Gerusalemme liberata (15 luglio 1099)

Gerusalemme era difesa da una guarnigione di sudanesi ed arabi comandata dal generale Iftikhar ad-Dawla. I Fatimidi d'Egitto si erano impadroniti della città un anno prima togliendola al re di Damasco.

All'avvivinarsi dei crociati la popolazione cristiana venne allontanata da Gerusalemme.

Il 13 giugno i crociati effettuarono il primo attacco, ma vennero respinti.

Il 17 giugno arrivò la notizia che una flotta era arrivata a Giaffa ed aveva conquistato la città. Si trattavia di due galee genovesi, comandate dai fratelli Embriaco, e da quattro navi, forse inglesi. Provviste, materiali, attrezzi e carpentieri arrivarono a Gerusalemme e furono approntate delle macchine da assedio. Tancredi e Roberto di Fiandra trovarono il legname nelle foreste di Samaria.

Il 10 luglio, sotto la direzione di Guglielmo Embriaco, erano state terminate due torri mobili grandi ed una più piccola.

La sera del 14 luglio, dopo una giornata tremenda, Raimondo di Tolosa era riuscito ad avvicinare una torre ma non ad agganciare le mura.

Il 15 venne effettuato un nuovo assalto. A mezzogiorno venne lanciata una passerella dalla torre mobile di Goffredo di Buglione. Due cavalieri fiamminghi, Litoldo e Gilberto di Tournai, superarono le mura. Goffredo e i suoi li seguirono. Gli arabi si ritirarono per un'ultima difesa nella moschea di al-Aqsa ma furono sopraffatti e si arresero a Tancredi.

Intanto a sud Raimondo di Tolosa riusciva ad accostare alle mura la sua torre ed entrava in città.

Iftikhar, che si era rifugiato nella torre di David, si arrese a Raimondo che fece scortare il generale e i suoi uomini fino ad Ascalona.

Il mattino seguente una banda di crociati fece una incursione nella zona del Tempio e quando arrivò Raimondo di Aguilar trovò solo i corpi dei soldati che si erano arresi a Tancredi.

Gli ebrei si rifugiarono nella sinagoga. Vennero incolpati di aver aiutato i musulmani e la sinagoga venne data alle fiamme.

La città venne svuotata dagli abitanti musulmani ed ebrei.

Il massacro di Gerusalemme rimase una macchia incomprensibile sull'onore dei crociati, che fino ad allora avevano stabilito buone relazioni con i musulmani e continueranno a mantenerle.

Il terzo stato cristiano: Il Regno di Gerusalemme

Il 17 luglio i crociati si riunirono per designare il governatore della città. I candidati erano quattro: Raimondo di Tolosa, Goffredo di Buglione, Roberto di Fiandra e Roberto di Normandia.

Il 22 luglio 1099 Goffredo di Buglione, rifiutato il titolo di re di Gerusalemme, accettò di essere acclamato "Advocatus Sancti Sepulchri". Nasceva il Regno di Gerusalemme.

Musulmani e cristiani nel Regno di Gerusalemme

"Lasciando Tibnin (presso Tiro), abbiamo attraversato una serie ininterrotta di fattorie e di villaggi le cui terre sembrano efficacemente sfruttate. Gli abitanti di quei luoghi sono tutti musulmani, ma vivono nel benessere con i Franchi - che Dio ci preservi dalle tentazioni! - Sono proprietari delle loro abitazioni e di tutti i loro beni. Tutte le regioni controllate dai Franchi in Siria sono sottomesse a questo stesso regime: le proprietà fondiarie, i villaggi e le fattorie sono rimaste nelle mani dei musulmani. Ora un dubbio si fa strada nel cuore di un gran numero di questi uomini quando paragonano la loro condizione a quella dei loro fratelli che vivono in territorio musulmano. Questi ultimi soffrono, in effetti, dell'ingiustizia da parte dei loro correligionari, mentre i Franchi agiscono in equità." (dalle memorie di viaggio di Ibn Giobair)

 

 

Riferimenti bibliografici:

Armstrong K.

Gerusalemme

Mondadori

Bordonove G.

Le Crociate e il Regno di Gerusalemme

Rusconi

Firpo G.

Le rivolte giudaiche

Laterza

Maalouf A.

Le Crociate viste dagli Arabi

SEI

Maier F. G.

L'Impero Bizantino

Feltrinelli

Ostrogorsky G.

Storia dell'Impero Bizantino

Einaudi

Runciman S.

Storia della Crociate

Einaudi

 

 
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