Lettera pubblicata su "Inprimapagina" settimanale di Crema del 12 marzo 2004 n. 910 pagina 30


PRODI DA' RAGIONE AI COMITATI E SMENTISCE L'ULIVO CREMONESE


L'Europa vuole più ferrovie e meno autostrade.
La lettera da Bruxelles apre un problema di natura politica nell'Ulivo a livello cremonese, lombardo e nazionale.
Si è spezzato il rapporto di fiducia fra cittadini, istituzioni e partiti.

         Egregio Signor Direttore,

Il confronto aperto fra istituzioni e cittadini sul problema delle grandi infrastrutture cremonesi segna una nuova importante tappa. Ad accendere l'attenzione questa volta è l'autorevole risposta arrivata ai Comitati contro le autostrade direttamente da Bruxelles, dalla Commissione Europea (vedi "Inprimapagina" del 5 marzo 2004 a pagina 32). Si tratta della lettera che il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi e la Vicepresidente della Commissione Europea nonchè responsabile della politica dei trasporti europea Loyola de Palacio hanno fatto inviare dal Direttore della Direzione Generale Energia e Trasporti della Commissione Europea, Alfonso Gonzales Finat, al coordinatore dei Comitati, Cesare Vacchelli, per ribadire che la autostrada Cremona-Mantova non rientra in nessun corridoio europeo e quindi non riceverà nessun finanziamento europeo perchè: "il 1° ottobre 2003 la Commissione ha proposto una revisione degli orientamenti per lo sviluppo della rete trasnseuropea di trasporto con l'obiettivo di garantire il completamento del mercato unico, il successo dell'ampiamento e il trasferimento modale verso modi meno congestionati e meno nocivi per l'ambiente. Le sezioni transfrontaliere e l'attraversamento di barriere naturali sono state individuate come campi di estrema importanza. La proposta dà anche grande spazio agli investimenti ferroviari. Circa il progetto stradale della Cremona-Mantova, desidero informarla che questo collegamento stradale non fa parte della rete transeuropea di trasporto. Di conseguenza, non è possibile che il progetto riceva un sostegno finanziario della Comunità sulla base del bilancio consacrato alla rete transeuropea." Sostanzialmente il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, dà ragione alla lunga e coerente battaglia dei Comitati e agli 8.000 cittadini che hanno firmato contro le autostrade: da sempre i Comitati avevano sostenuto che la politica dei trasporti dell'Unione europea era a favore dell'ambiente e per un riequilibrio modale dalla gomma alle ferrovie e alle autostrade del mare. Da sempre i Comitati si sono battuti contro i sostenitori del progetto che invece lo illustravano, ovviamente mentendo clamorosamente, come "asse mediopadano del Corrodio 5" raccogliendone i consensi da parte di Associazioni ed Enti Locali di ogni tipo e colore politico. Ora, dopo la risposta del 14 luglio 2003 alla interpellanza della parlamentare europea dei Verdi Monica Frassoni da parte della responsabile della politica dei trasporti dell'Unione Europea e Vicepresidente della Commissione Europea Loyola de Palacio, che confermava che "il Corridoio 5 non attraversa la Lombardia tranne il "Progetto 6" del treno ad alta velocità/trasporto combinato Italia-Francia, sulla linea ferroviaria Lione-Torino", la risposta del 12 febbraio 2004 della Commissione Europea inviata da Romano Prodi, Loyola de Palacio e dal Direttore A. G. Finat, è la seconda ma più importante ed autorevole conferma che l'Europa vuole "più ferrovie e meno autostrade", per dirla con il felice slogan che campeggia da oltre un anno sullo storico striscione che accompagna le battaglie dei Comitati. La lettera da Bruxelles apre un problema di natura politica a livello cremonese, lombardo e nazionale: Prodi, leader dell'Ulivo, dà ragione a cittadini che si oppongono ad un progetto voluto dagli amministratori cremonesi e mantovani, sostenuto dal consigliere regionale nonchè segretario regionale dei DS Luciano Pizzetti, tutti rappresentanti dell'Ulivo e sostenuto dal governo di centro destra della Regione Lombardia e ovviamente anche dai partiti cremonesi del centrodestra. Se Prodi, cioè il capo dell'Ulivo, dà formale e sostanziale ragione ai cittadini delle province di Cremona. Mantova, Verona e Parma rappresentati dai Comitati, ci si deve chiedere chi è l'Ulivo a Cremona, di chi è il simbolo e se coloro che oggi lo gestiscono, tutti i partiti che lo compongono (DS, Margherita e SDI) oltre ai Verdi che oggi sono nella maggioranza del Comune di Cremona e della Provincia, sono veramente legittimati a dichiararsene rappresentanti. Questi partiti, infatti, attuano programmi e progetti nettamente in contrasto con la politica europea di Prodi e di attenzione per l'ambiente dichiarata a livello nazionale e soprattutto con le battaglie che gli stessi schieramenti fanno a livello europeo contro la politica delle grandi opere. Cremona e la provincia sono o no in Europa? Cremona e l'Ulivo, si riconoscono o no in Prodi? I partiti a partire da quelli dell'Ulivo, vogliono adeguare le politiche del territorio alle direttive europee oppure per gli ulivisti locali l'Europa è lontana e rappresenta solo un fastidioso intoppo alla politica cremonese delle grandi opere? Evidentemente è così perchè i programmi elettorali dell'Ulivo (ma anche quelli del centrodestra) che cominciano a delinearsi oggi prevedono: 3 autostrade Bre-be-mi (cioè la arcifamosa Brescia-Bergamo-Milano anche se inizia a Ospedaletto, 10 km dopo Brescia, e termina a Melzo o a Trucazzano 15-20 km prima di Milano!), Cremona-Mantova, Tirreno-Brennero, un tunnel stradale a S. Giovanni in Croce; 2 centrali turbogas a Cremona-Raffineria Tamoil e Cavatigozzi-Spinadesco-Acciaieria ISP; il 3° Ponte sul Po fra Castelvetro Piacentino e Cavatigozzi-Spinadesco; nuove bretelle stradali attorno a Crema, discariche, cave e depuratori per liquidi tossico nocivi da scaricare nel Serio sempre a Crema. Un bel programmino, tutto "a favore" dell'ambiente e dello sviluppo proclamato d'ufficio "sostenibile"! E' incredibile che di fronte ai rischi per la salute dovute alla emissione di polveri sottili (PM10, PM2,5 e PM!), altri inquinanti e all'aumento delle temperature nei pressi delle centrali con la variazione permanente del microclima, Comune di Cremona e Aem, assieme ai partiti del centrosinistra e del centrodestra (con la sola eccezione di Rifondazione Comunista) continuano a mantenere in piedi 2 progetti per le centrali Tamoil e Aem-ISP senza preoccuparsi più di tanto delle conseguenze sulla salute dei loro cittadini! Nessuna volontà di ascolto e di confronto con i Comitati contro le centrali e le autostrade: un bel modo, arrogante, di rispondere alla domanda di partecipazione che con forza e con un risveglio inusuale sta caratterizzando in questi mesi il territorio cremonese. A tutto ciò si aggiunge la frenesia dell'Assessore ai Trasporti della Provincia di Cremona, Fiorella Lazzari, che, convertitasi alle ferrovie all'89° minuto della partita amministrativa in vista delle elezioni del 12 e 13 giugno 2004, propone in lungo ed in largo gli ultimi studi sulle ferrovie cremonesi buttando tutto e il contrario di tutto sul tavolo dell'assessorato regionale ai trasporti incurante di ciò che va a proporre, senza neppure aver letto che certe conclusioni dell'ing. Perticaroli del Politecnico di Milano, che ha eseguito lo studio, richiedono, per ammissione e sollecitazione dall'esecutore dello studio, un approfondimento sulle prospettive e scelte ponderate da parte degli stessi amministratori. Eppure l'emergenza ambientale è più che mai all'attenzione di tutti i cittadini. Ne parla anche l'ultimo dossier di Legambiente, il "Rapporto annuale del 2003" presentato il 10 marzo scorso. Il nostro Paese perde in competitività, le emissioni di gas serra e i consumi energetici aumentano, gli italiani sono ai primi posti nel rapporto abitanti-auto con 58,2 vetture ogni 100 abitanti. In compenso non decolla nessun piano di rilancio del trasporto pubblico. Un Paese che non produce innovazione è un Paese destinato a restare ai margini dell'Europa. E l'innovazione significa anche per i trasporti proporre a livello locale i modelli europei: più ferrovie, meno autostrade e piani della mobilità integrati. Invece si continua, da più parti, non ultima da parte dei Cavalieri del Lavoro riuniti nei giorni scorsi a Cremona, a richiedere sempre più nuove strade, nuovi ponti, nuove centrali, in una corsa frenetica che assomiglia ad un assalto irrazionale al territorio: anzichè ragionare su un piano coordinato di valenza regionale, nazionale ed europeo, si vuole solo costruire senza neppure coordinare progetti e iniziative con quanto si sta già realizzando, come ad esempio le linee ad Alta Capacità-Alta Velocità, in grado di produrre effetti positivi sul sistema della mobilità delle persone e delle merci in Italia e per l'Europa. Di fronte a tutta questa frenesia di richieste, a questa voglia di fare e di strafare al di fuori di qualsiasi logica progettuale coordinata, manca la politica. I politici sembrano sempre più impegnati a rincorrere le richieste più strane e a trascurare sempre più i cittadini. E' un caso che in provincia di Cremona siano sorti così tanti Comitati, tutti cittadini che soffrono della sindrome di NIMBY (dall'inglese: Non nel mio giardino), cioè di coloro che vogliono le opere nel cortile degli altri, oppure di cittadini preoccupati di quanto sta precipitando sulle loro teste, tenuto sempre nascosto dai rappresentanti delle Istituzioni che loro stessi hanno eletto? Di fatto si è spezzato il rapporto di fiducia con le istituzioni, con i partiti e con i loro rappresentanti. Per fortuna i cittadini non sono rimasti a casa, ma, dando prova di grande senso civico, si sono organizzati in Comitati ed hanno iniziato a far sentire la loro voce, a dire che non passerà nulla, impunemente, sulle loro teste e che di certi politici, proprio non si fidano. Anzi, li vogliono proprio mandare a casa!


Soresina, 10 marzo 2004


Ezio Corradi
Presidente Circolo Politico Culturale "S. Pertini"


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