Lettera pubblicata su "Inprimapagina" settimanale di Crema n. 865 - anno 18 - del 21 marzo 2003 - pagina 20


DOVE CI PORTANO LE AUTOSTRADE CREMONA-MANTOVA E TIRRENO-BRENNERO?

INCHIESTA DEL SINDACATO FIT-CISL REGIONALE: LE IMPRESE DEL CASALASCO BOCCIANO LE AUTOSTRADE CR-MN E TI-BRE

GLI AGRICOLTORI DI CASTELLUCCHIO PREOCCUPATI PER I DANNI ALLE AZIENDE AGRICOLE. LE PRODUZIONI DI QUALITA' SOLO A 1,5 KM DALL'AUTOSTRADA: UNA FASCIA DI 3 KM DI TERRENO AGRICOLO BRUCIATO DAL "PROGRESSO"?

LE METROPOLI PERDONO ABITANTI A FAVORE DEI PICCOLI BORGHI: TORNA DI MODA LA QUALITA' DELLA VITA. MA L'AUTOSTRADA CHE TAGLIA LE CAMPAGNE E PORTA INQUINAMENTO FA PERDERE VALORE AGGIUNTO AI NOSTRI PICCOLI PAESI.

QUALE MODELLO DI TRASPORTI PROPONE IL PROGETTO DELLA CENTROPADANE PER LA CREMONA-MANTOVA? IL PORTO DI CHIOGGIA HA FONDALI DI 3 METRI E UN TRAFFICO DI PICCOLE DIMENSIONI.

PRODI RILANCIA IL SISTEMA PORTUALE DI NORD-EST: TRIESTE-MONFALCONE-CAPODISTRIA-FIUME

LA PROVINCIA DI MANTOVA RILANCIA LA FERROVIA PARMA-SUZZARA-FERRARA PER L'INTERMODALITA' NAVE-TRENO CON I PORTI DI RAVENNA, VENEZIA E LA SPEZIA.



         Egregio Signor Direttore,

quando ormai la conferenza dei servizi per l'autostrada Cremona-Mantova si avvicina e il progetto della Ti-Bre è stato depositato all'ANAS, sorgono ogni giorno importanti novità sul problema delle infrastrutture nella Pianura Padana e sul sistema della mobilità di persone e merci che viene proposto per il prossimo futuro tali da porre più di un dubbio sulla validità di questi progetti, oltre a richiedere una approfondita analisi sugli scenari che ci troveremo ad affrontare, analisi complessiva che fino ad ora non è stata fatta mentre si preferisce procedere su più fronti settoriali (navigazione interna e marittima, ferrovie e, soprattutto, strade e autostrade), senza un quadro generale integrato di riferimento. Tutto e tutti a ruota libera, sembra essere lo spirito che anima amministratori pubblici e imprenditori privati con il risultato di accentuare, l'inefficienza e l'inefficacia del sistema dei trasporti del nostro Paese, un sistema inadeguato, lontano dal modello di trasporto indicato dal Libro Bianco dei Trasporti del 12 settembre 2001 dell'Unione Europea e che incide per il 30% sui costi dei nostri prodotti sul mercato internazionale. Partiamo ad esaminare alcuni degli obiettivi del progetto che la Società Autostrade Centropadane, che oggi gestisce l'autostrada A 21 Brescia-Cremona-Piacenza, pone alla base della nuova autostrada Cremona-Mantova: "Funzione cerniera di collegamento tra gli aeroporti padani (Malpensa, Linate, Bergamo-Orio al Serio, Brescia-Montichiari, Verona Villafranca e Parma?), i due porti fluviali di Cremona e Mantova, i relativi poli logistici con possibilità di interscambio, unica per la pianura padana, tra ferrovia, strada e vie d'acqua, (ecc. ecc.). Completamento dei collegamenti esistenti con i territori limitrofi: (…) creazione di un collegamento autostradale tra Cremona e Mantova con Rovigo e Ferrara ed il mare Adriatico, porto di Chioggia." Le prime osservazioni che si possono fare ad un progetto dal costo di 1.600 miliardi di vecchie lire per la Cremona-Mantova è che non si riesce a vedere che genere di interscambio ci possa essere tra gli aeroporti padani, l'autostrada e le vie d'acqua e le ferrovie. Al di là di un nastro d'asfalto che semplicemente collega le località sede di queste strutture, non si riesce a immaginare quale logica trasportistica unisca ad esempio il trasporto merci per aereo, con quello su via d'acqua e su ferrovia. Non viene fornita alcuna indicazione sul tipo di traffici e sulle qualità e quantità di merci cui è rivolto questo "Obiettivo del Progetto" per il quale il cittadino dovrebbe dire di sì ad un investimento di 1.600 miliardi di vecchie lire di denaro pubblico, magari sottratte alla sanità. Altro punto: non si riesce a comprendere quale logica intermodale presieda al collegamento autostradale di Cremona a Mantova a Rovigo e Ferrara per il mare Adriatico: forse per favorire il trasporto su via d'acqua o quello su ferrovia? Ma dove avviene il trasbordo strada-acqua o strada-ferrovia? Ci spieghino, allora, gli estensori del progetto autostradale della Cremona-Mantova perché non si utilizzano già come base di partenza o di arrivo i porti di Cremona, Mantova e Rovigo, oggi sottoutilizzati e con alti costi di gestione a carico delle pubbliche finanze, anziché avere TIR in giro per la pianura padana a far concorrenza al trasporto fluviale e alla ferrovia. Perché si continua ad ignorare il fatto che da Torino all'Adriatico, parallela al fiume Po e all'Autostrada da Torino-Asti fino a Chioggia, Ravenna e Venezia (e da qui per l'Est Europa) esiste da oltre un secolo una linea ferroviaria lunga circa 500 km in grado di portare già oggi oltre 80.000 tonnellate al giorno di merci sul percorso Torino-Asti-Alessandria-Piacenza-Cremona-Mantova-Monselice-Padova-Venezia con diramazioni per Rovigo-Chioggia e Suzzara-Ferrara-Ravenna sfruttando a pieno regime 24 ore su 24 i binari esistenti? E' proprio così essenziale l'autostrada da Cremona a Mantova? A sentire gli imprenditori, come ha fatto recentemente il Sindacato Regionale FIT-CISL, sembrerebbe proprio di no. Anzi, dall'indagine commissionata dal Segretario Regionale FIT-CISL Dario Balotta, gli imprenditori del casalasco, quelli che secondo i progetti dei politici sostenitori delle autostrade dovrebbero avere i maggior benefici, sono i primi a dire di migliorare le strade esistenti e le ferrovie, anziché costruire nuove autostrade: proprio la tesi sostenuta dai Comitati Contro le Autostrade! Altrettante indicazioni negative arrivano dall'Assessore ai Trasporti della Provincia di Ravenna Gianni Maioli, intervenuto nel convegno di Suzzara del 15 marzo 2003, sul problema del Porto di Chioggia: "E' un porto minore (in effetti i fondali sono di soli 3 metri con lavori in progetto per raggiungere i -7 metri di profondità e con un traffico di poco più di 1,4 milioni di tonnellate di merci-anno), che ha una logica se è inserito nel sistema dei porti dell'Autorità portuale di Venezia, mentre Ravenna è uno dei primi 5 porti italiani con oltre 20 milioni di tonn/anno ed è collegato direttamente alla ferrovia con la Bologna-Ferrara per il nord Europa." E quindi collegato anche a Cremona con la linea Ferrara-Suzzara-Mantova... Dunque l'autostrada che "i nostri" vogliono portare a Chioggia, finirebbe nelle secche di un piccolo porticciolo. Che, forse, avrà uno sviluppo futuro. Ma in Europa i programmi sono diversi: il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi ha infatti proposto (Il Piccolo di Trieste del 15 marzo 2003) di organizzare un unico porto attorno a Trieste, Monfalcone, Capodistria e Fiume. Un vero e proprio sistema portuale punto di partenza e di arrivo delle "autostrade del mare" per il sud d'Italia e per i traffici oceanici a servizio dell'Europa del Nord-Est, con una valenza per traffici e prospettive di sviluppo che si può facilmente immaginare "leggermente diverse" da Chioggia. Forse i nostri politici ed amministratori dovrebbero essere un po' più attenti alle politiche europee dei trasporti per finalizzare meglio un investimento da 1.600 miliardi di vecchie lire! Così come dovrebbero essere più attenti ai gravi danni che subirebbe l'agricoltura. Timidamente, ma con maggiore frequenza, il mondo agricolo comincia a farsi sentire nei dibattiti. Significativo l'intervento del responsabile della Confagricoltori (CIA) a Castellucchio il 4 marzo 2003: "Il Comune deve tener conto della nostra produzione agricola di alta qualità: 500.000 q.li di latte prodotti, polo suinicolo e di trasformazione, 130 aziende che rischiano di chiudere se passa l'autostrada e la nostra produzione di pomodori di qualità che rischia di perdere la certificazione perché le ditte che raccolgono i nostri prodotti ci negano il marchio di qualità se la produzione non avviene oltre 1,5 km da una autostrada a causa degli effetti nocivi delle emissioni di gas di scarico dei veicoli. Per noi significa chiudere." Dunque una fascia di 3 km di terreno "bruciato" per le colture di qualità! Ma i nostri amministratori sono disattenti anche ad un altro fenomeno: i nostri piccoli borghi sono sempre più abitati da cittadini che lasciano le metropoli rese sempre più invivibili dalle condizioni ambientali, dal traffico, dallo smog, dalla mancanza di sicurezza. E' una scelta di vita dettata anche dalla mancanza di verde e di spazi per i figli, dagli alti prezzi delle abitazioni. La loro scelta di vita (Il Sole-24 Ore del 3 marzo 2003) non è più legata alle infrastrutture dalle quali cercano di allontanarsi, ma dal comfort globale. E' tornata di moda la "qualità della vita", uno degli obiettivi delle battaglie sindacali e della sinistra degli anni '80 e '90 ed oggi velocemente abbandonato dai "nuovi modernizzatori", da coloro che fanno parte della "squadra dello sviluppo" e che sono disposti a far realizzare ben 2 autostrade nel cremonese, in piena pianura padana, pur di essere al centro del crocevia del Corridoi 5 da Barcellona a Kiev. E, mentre i cremonesi si battono e sbattono per le 2 autostrade, a Suzzara, importante Comune in provincia di Mantova e nodo ferroviario di una certa rilevanza, sabato 15 marzo 2003 il Comune ha organizzato un convegno dal titolo significativo: "La Spezia-Parma-Suzzara-Ferrara-Ravenna: la riqualificazione dell'itinerario ferroviario cispadano ed il ruolo strategico dei collegamenti tra il Tirreno, l'Adriatico ed il Brennero" con l'intervento del sindaco di Suzzara, Anna Bonini, del Presidente della Provincia di Mantova, Maurizio Fontanili, del Vice Presidente della Provincia Claudio Camocardi, del Presidente della FER (la società dei trasporti ferroviari della Regione Emilia che ha tra gli azionisti la Provincia di Mantova) Dott. Alberto Soffritti, l'On. Franco Raffaldini (DS-Ulivo) membro della Commissione Trasporti della Camera, la Senatrice Anna Donati (Verdi-Ulivo) della Commissione Lavori Pubblici del Senato, il Consigliere Regionale Viotto (DS), l'arch. Leoni dell'Assessorato Trasporti della Provincia di Mantova, l'Assessore ai Trasporti della Provincia di Ravenna, Gianni Maioli. Obiettivi: rilanciare le ferrovie e il trasporto delle persone e delle merci per ferrovia per togliere traffico dalle strade e inserirsi in un sistema di trasporti nazionale e per il Nord Europa. E' così che Cremona rischia di rimanere con il cerino in mano delle autostrade, fuori da un sistema di trasporti europeo. D'altra parte che cosa ci si deve aspettare se le energie cremonesi vengono buttate tutte sulle autostrade e che autostrade! Apprendiamo infatti da "L'Arena di Verona" dell'11 marzo 2003 che secondo Autocisa, la società che gestisce l'autostrada Parma-La Spezia e promotrice della Ti-Bre da Parma-Fontevivo a Nogarole Rocca (VR), la nuova Ti-Bre assorbirà un traffico di 15-18.000 veicoli-giorno (contro un traffico giornaliero sull'Autobrennero di circa 100.000 veicoli-giorno!). Se a questi dati aggiungiamo quelli del progetto della società Centropadane per la Cremona-Mantova che prevede ben 13.500 veicoli-giorno fra Piadina e Mantova dopo 10 anni di esercizio, traffici, come si vede, da normalissime strade statali, possiamo ben dire che l'orizzonte dei trasporti cremonesi è un orizzonte basso, molto basso: una prospettiva di piccolo cabotaggio, destinata a Chioggia e alle paludi del Po, altro che Europa e corridoi intermodali. Ma tanto i 1.600 miliardi li pagano i cittadini cremonesi. E i danni delle inefficienze li subiscono gli imprenditori e i pendolari cremonesi, sempre più lontani da Milano e dall'Europa.


Soresina, 19 marzo 2003


Ezio Corradi
Presidente Circolo Politico Culturale "S. Pertini"


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