Toro 300




L'articolo è stato pubblicato sul N. 62 della rivista Modellismo, assieme al disegno e alle fotografie.
Sulla rivista l'articolo è presentato con la consueta professionalità che la contraddistingue, che io non ho saputo replicare su questo sito, spero comunque che scuserete questa "artigianalità" e terrete conto della buona volontà profusa.


Sono giunto in possesso del “Toro 300” in modo alquanto insolito, stavo facendo delle prove di lancio laterale con un tuttala in fibra, il lancio laterale serve per evitare di affettarsi le dita con l’elica propulsiva, siccome sono molto imbranato ed il mio modello era piuttosto caricato, ed in più volevo anche ad ogni costo lanciarlo a motore spento per accenderlo dopo (...dopo che il modello era già finito per terra) ero riuscito solo a collezionare una bella scassatura, per caso ho informato Cesare dell'accaduto, forse il buon Cesare si sentiva immeritatamente responsabile per avermi suggerito quella tecnica di lancio.... e dopo pochi giorni mi sono visto recapitare da Jonathan il "Toro 300", contemporaneamente mi è arrivata una e-mail nella quale Cesare spiegava che era lui il "mandante" e con quello avrei potuto esercitarmi senza far danni.
Il “Toro 300” è il fratello più potente del “mini Tornado”, i due modelli differiscono infatti soltanto per la motorizzazione, uno speed 300 per il primo ed un 280 per il secondo che è dichiaratamente più orientato al volo lento e/o indoor.
Entrambe sono dei tuttala di 93 Cm di apertura alare realizzati in EPP, una schiuma espansa già famosa perché consente di realizzare modelli praticamente indistruttibili, avendo la simpatica caratteristica di ritornare alla forma originale dopo aver subito deformazioni anche molto consistenti.





Contenuto

All’interno della scatola, dentro una busta di nylon ho trovato le 6 parti principali che costituiscono il modello vero e proprio: Due semiali in EPP bianco, le derive di estremità nello stesso materiale e gli elevoni in estruso blu.
Sono rimasto favorevolmente colpito dalla qualità dell’EPP che è più morbido e leggero rispetto a quello che avevo avuto modo di vedere sinora, da subito l’impressione di assorbire bene gli urti limitando i possibili danni all’impianto radio, pur mantenendo comunque un tono sufficiente a dare la giusta consistenza al modello.
In una busta a parte ci sono tutti (ma veramente tutti) gli altri particolari che servono a completare il modello, due piccoli longheroni in legno (presenti solo sul “Toro 300”, il “mini Tornado” non ne ha bisogno) i bowden di rinvio, le squadrette per gli elevoni, il motore con il relativo supporto-riduttore e l’elica 8x6, ci sono persino i condensatori antidisturbo e, volendo cimentarsi nell’indoor anche con il “Toro 300” (nonostante che le istruzioni dicano che è una “sfida” che si affronta meglio con il “mini Tornado”) un piccolo set di protezioni per preservare le squadrette dei servi ed il motore dagli atterraggi sul pavimento delle palestre.
Per completare il modello servono un flacone di colla cianoacrilica (a differenza dell’espanso e dell’estruso, l’EPP non viene sciolto dal ciano), del nastro caricato in fibra di 20-25mm di larghezza ed i componenti radio:
Due servi taglia submicro, una ricevente miniaturizzata, un regolatore con BEC da almeno 8A ed un pacco batterie da 8 celle Ni-Mh da 750mAh oppure 7 celle Ni-Cd da 500mAh, io ho optato per quest’ultimo perché lo avevo già disponibile, pur pagando 37gr di aumento di peso.





Assemblaggio

Durante l’assemblaggio del modello ho avuto una sola vera difficoltà, costituita dal fatto che i miei pestiferi figli si litigavano il modello pensando che fosse per loro, chiarire questo equivoco ha comportato un tempo maggiore che non la procedura di assemblaggio vero e proprio, pertanto sono state necessarie ben 2 serate per completare il modello, ma mi sento tranquillamente di dire che una sola è sufficiente (se non avete figli).
Le istruzioni sono in inglese ma le foto e i disegni sono molto esplicativi e non rendono necessario leggere i commenti, anzi aggiungerei che per un modellista con una esperienza minima la loro presenza può essere ritenuta quasi offensiva. Si inizia incollando i piccoli longheroni in legno di rinforzo nelle sedi già predisposte in ciascuna semiala, poi si procede alla giunzione dell’ala, per eseguire questa operazione si appoggiano le semiali sul piano di lavoro con il ventre rivolto in alto e si fanno combaciare tra loro dopo aver preventivamente cosparso la zona di contatto con del cianoacrilato (si può usare anche epossidica), per effetto della freccia e del profilo, l’unione eseguita nel modo descritto conferirà al modello un diedro negativo, NON MODIFICATELO in alcun modo, non si tratta di un difetto di costruzione ma di una precisa scelta progettuale, l’uso di un certo diedro negativo nei tuttala a freccia serve per migliorare il coordinamento in virata e prevenire il problema noto come “rollio olandese”.





Con una lama ben affilata allargate le aperture sul ventre dell’ala destinate a batterie, regolatore, ricevente e servi, questa operazione sarà necessaria solo se utilizzerete materiale diverso da quello consigliato, nel mio caso ho modificato il vano batteria per adattarlo al pacco da 7 celle Ni-Cd da 500mAh invece del pacco da 8 celle Ni-Mh da 750mA per il quale il vano originale era stato predisposto. Con la stessa lama procurate sul ventre dei semplici tagli profondi circa 5mm dentro i quali “nascondere” i fili elettrici dal regolatore ed i servi alla ricevente, l’antenna della stessa (con un taglio a zig-zag per cercare di farla sporgere il meno possibile dall’estremità alare) ed i bowden di comando, questi ultimi andranno bloccati in sede con un po’ di ciano, dopo aver realizzato una piccola “V” sui rinvii in acciaio da 0,8mm in corrispondenza dei servi per la regolazione fine della lunghezza (non ci sono le classiche forcelle regolabili).
Inserite i servi ed incollate le squadrette degli elevoni (con una goccia di epossidica), con il nastro caricato eseguite i rinforzi come da disegno e chiudete i vani radio, sempre con del nastro realizzate la cerniera degli elevoni dopo aver preventivamente “pulito” gli stessi dai residui del taglio con una passata con carta vetro 600.
Assemblate anche il gruppo motore ed incollate il supporto-riduttore sul dorso dell’ala, poi incollate anche le derive all’estremità e raccordatele aiutandovi con una lametta e della carta vetro 240, l’ultima “finezza” è quella di realizzare lo “sportello” per il vano batterie come descritto sulle istruzioni.





Volo

Ho regolato i comandi come consigliato, 25mm di escursione come alettoni e 15mm come elevatore, se non avete una radio che vi consenta di differenziare le corse potete tenere comunque a 25mm anche l’escursione dell’elevatore, attenetevi al baricentro consigliato perché come tutti i tuttala anche il “Toro 300” è piuttosto sensibile alle variazioni di centraggio. Per il lancio si afferra il modello per il bordo d’entrata con la mano a circa meta semiala, si da tutto motore e si accompagna il modello eseguendo un movimento rotatorio circa 180° col braccio teso, in modo da lasciarlo controvento con una lieve inclinazione verso l'alto, è importante accompagnarlo, più che scagliarlo, evitando i movimenti del polso che rischierebbero di trasformarlo in un boomerang.
Il libretto accluso recita “resterete sorpresi delle prestazioni del modello sotto motore e della sua capacità di arrampicarsi rapidamente in quota”, non avendo mai provato motorizzazioni inferiori alla 400 e considerando già quest’ultima una motorizzazione “loffia” francamente non mi aspettavo granché, visto anche che il peso massimo previsto era di 350g mentre il mio passa allegramente i 400g a causa dell’impiego di batterie, ricevente e regolatore un po’ più pesanti, ed invece devo ammettere che il modellino mi ha sorpreso veramente, sarà probabilmente merito del rapporto di riduzione 5:1 e della buona efficienza dell’elica cam-prop 8x6 in dotazione al kit, il fatto è che il modello si arrampica come un dannato con angoli di salita anche superiori ai 60° che in alcuni istanti sono diventati persino 90°. Il merito delle virate molto “composte” è invece sicuramente attribuibile al diedro negativo, avendo già potuto osservare i benefici di questa particolare configurazione in modelli di tuttala a freccia positiva di costruzione personale.
Non ho sentito il bisogno di modificare le escursioni iniziali (che poi sono quelle consigliate) anche se ho introdotto un 15% di esponenziale sul cabra-picchia ed un 40% sugli alettoni, in questo modo la precisione di comando unita alle buone caratteristiche di virata del “Toro 300” producono un volo elegante, decisamente diverso da quello di un tradizionale schiumino con ali prive di diedro, il modello fila sempre dritto sulla sua traiettoria senza mai scomporsi neppure quando si danno comandi bruschi. La potenza disponibile è sovrabbondante, si esegue il volo normale a filo gas e già a metà motore si possono eseguire quanti loopings e tonneaux si vogliono in rapida sequenza senza alcun problema.






Conclusioni

Il “Toro 300” ha un prezzo abbordabilissimo ed è, grazie all’EPP con il quale è costruito, virtualmente indistruttibile, è quindi il modello ideale per chi vuole volare con un modello che consenta di eseguire tranquillamente le figure acrobatiche di base senza avere il patema d’animo di romperlo per un proprio errore, è quindi idoneo per un principiante al suo secondo modello o per chi vuole impratichirsi ad eseguire loopings, tonneaux e volo rovescio a bassissima quota. Oppure semplicemente come modello da portare sempre con se nel baule dell’auto, vola ed atterra in pochissimo spazio, non raggiunge mai velocità folli pur avendo un elevato rapporto spinta peso anche con sole 7 celle (se poi metterete 8 celle Ni-Mh ministilo sarà ancor meglio), anche l’esperto lo troverà divertente da usare, magari per rilassarsi dopo un volo eseguito con un altro modello impegnativo e costosissimo, buoni voli e felici atterraggi (anche se grazie all’EPP andranno bene anche atterraggi infelici).