Simbologia

Proponiamo in questa pagina la simbologia della Destra Italiana: in ordine cronologico, rappresentando l'evoluzione dello stemma del Partito, dal MSI ad AN, e dei movimenti giovanili, dalla Giovane Italia ad Azione Giovani, passando per il Fronte della Gioventù.
Ad ogni simbolo sarà data una breve spiegazione del proprio significato, in modo che non sia soltanto un semplice stemma ma un compendio d'Ideali.

1948-1970
1970-1995
1995-...
La Fiaccola Tricolore

La Fiaccola Tricolore, simbolo dei movimenti giovanili di Destra dal dopoguerra ad oggi, rappresenta il passaggio del testimone fra le diverse generazioni, un passaggio ideale volto a conservare accesa la fiamma dell'Italianità attraverso gli anni della ghettizzazione, della violenza a spranga e a piombo di cui i nostri militanti per primi furono vittime e mai carnefici.

"Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte. E se l'avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi. Da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi nel momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano, come ad altri cadde nel momento in cui si accingeva a trasmetterla. Accogliete dunque, giovani, questo mio commiato come un ideale passaggio di consegne.
E se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate. 'Vivi come se tu dovessi morire subito. Pensa come se tu non dovessi morire mai'. "
Giorgio Almirante


1946-1971
1972-1995
1976
elezioni politiche
La "Fiamma Tricolore"

Araldicamente la fiamma rappresenta un sentimento intenso ed ardente, il riaccendersi di passioni e sentimenti che si credevano ormai sopiti.
La Fiamma è un simbolo ricchissimo di significati.
Secondo J.C. Cooper (Dizionario illustrato dei simboli) la fiamma simboleggia potere e forze spirituali, trascendenza, illuminazione ed è una manifestazione o della divinità o dell’anima; il neuma, il soffio vitale; è anche illuminazione e ispirazione.
Nella simbologia cinese la Fiamma denota la presenza della divinità.
Nella religione dei Parsi la Fiamma è associata alla legge e all'ordine.
Essa deriva inizialmente dalle fiamme degli Arditi della prima Guerra Mondiale e dagli Irredentisti dell'Istria e della Dalmazia.
Successivamente comparve nei manifesti del Ventennio e in particolare in quelli della Repubblica Sociale Italiana, dove compariva una madre in attesa del figlio in guerra, mentre teneva fra le mani una fiammella tricolore.
La fiamma tricolore fu utilizzata, inoltre, per rappresentare alle elezioni politiche il Movimento Sociale Italiano sin dalla sua nascita nel 1946.
Fu scelto di utilizzare la fiamma come logo del "partito dei reduci", perché rappresentava il risorgere dello Spirito Fascista dalla bara della R.S.I., rappresentata dal trapezio rosso sottostante. Inoltre la sigla "MSI" è l'acronimo di "Mussolini", o, secondo le voci di alcuni vecchi militanti, le iniziali di Mussolini Sempre Immortale.

Per oltre cinquant'anni la Fiamma ha rappresentato la barriera dell'Italianità contro l'eresia materiale del Comunismo e del consumismo liberista, per un modello alternativo, solidale, partecipativo e sociale...

1995-...
elezioni 1998
Nel 1995 il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale confluisce in Alleanza Nazionale: la Destra allarga le sue prospettive, guardando oltre all'elettorato missino anche quello degli ex-democristiani di destra (i "conservatori"), ed ai liberali nazionalisti.
È lo sdoganamento definitivo della Destra Italiana dopo anni di ghettizzazione.
Lo stemma di Alleanza Nazionale è costituito da campo bianco, dove compare nella parte inferiore la fiamma del MSI, però rimpicciolita, e nella parte superiore la scritta "Alleanza Nazionale" bianca su fondo azzurro, colore dell'amor patrio e della tradizione conservatrice occidentale.

Solo per le elezioni regionali e provinciali del 1998 Alleanza Nazionale si presenta con il Patto Segni, una coalizione lliberaldemocratica facente riferimento alle idee di Mario Segni. Non fu un successo elettorale!
Lo stemma di questo "patto" era quello di AN, con l'aggiunta superiore dell'elefantino, simbolo dei Repubblicani americani, e della scritta blu "Patto Segni".


Per molti ancora la Fiamma presente nello stemma rappresenta quei Valori e quegli Ideali di sempre...
le radici profonde non gelano mai!

 


LA CROCE CELTICA
Tratto da Fronte della Gioventù di M. De Troia - pag. 190

Le origini della croce celtica si perdono nella notte dei tempi. Bisognerebbe calarsi nell'epoca dei romani e dell'espansione verso la Gallia per risalire al popolo celtico. E molto probabilmente l'interesse dell'estrema destra per la civiltà celtica si dovrebbe ricollegare al tipo di struttura sociale, aristocratica e guerriera, affine alla sensibilità di certa genìa fascista.
Il simbolo del movimento solare, dato da una croce incastonata in un cerchio, apparve, nella sua accezione eurofascista, nel novembre 1945, in Francia, come emblema di un movimento politico, denominato Jeune Nation, a capo della quale compariva Pierre Sidas. Negli anni a venire Sidas, insieme con i suoi fratelli, prese parte alle ultime concitate fasi della guerra d'Algeria, che segnò la fine del sogno dell'estrema destra di realizzare l'assimilazione del paese nordafricano alla Francia.
Successivamente la croce celtica fu adottata da numerosi movimenti del radicalismo di destra francesi il FEN - antesignano del GRECE -, Il Front de la Jeunesse, e soprattutto da Ordre Nouveau.
In Italia la croce celtica approdò con la Giovane Europa - un movimento nazional-europeo - che operò tra il '64 e il '70. Nel decennio successivo, l'effige trovò numerosi estimatori, specialmente tra i gruppi giovanili, anche legati al MSI. Per esempio. la stessa "TdA" ne fece il suo simbolo, fino a quando potè. Infatti, negli anni della Destra Nazionale, la croce celtica subì una drastica messa al bando perchè considerata troppo radicale. L'uso della sua immagine durante una manifestazione pubblica era severamente vietato; e chi contravveniva alle dispozioni del partito rischiava l'espulsione. Ma il simbolo dell'antico popolo guerriero non cadde mai nel dimenticatoio. E proprio a Montesarchio, durante il Campo Hobbit, la componente rautiana, lo tirò fuori con orgoglio provocando le ire di Almirante. Da allora, la campagna contro l'uso della croce celtica si fece più dura e incessante. Ed a questo proposito, i promotori dei Campi Hobbit non esitarono a riconoscere in questa diatriba una delle cause che rese più profondo il solco nei rapporti con la classe dirigente più anziana del partito.
Comunque, per una più dettagliata storia della croce celtica e dei suoi risvolti all'interno del MSI-DN è utile consultare "Hobbit Hobbit" alle pp. 167-76.

LA CROCE BRETONE
Il simbolo di Azione Studentesca è la cosiddetta Croce Bretone, un simbolo tradizionale celtico che rappresenta e racchiude in se la Continuità della Vita, l'infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte. Per i celti la vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità, non a caso nella mitologia celtica non esistono leggende sulla creazione del mondo, né sull'origine della vita o sulle origini dell'uomo. Gli intrecci e i nodi rappresentano lo scorrere dell'energia divina nelle forme, della vita unica che incessantemente riempie e vivifica le molteplici manifestazioni materiali. La morte è solo l'abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere. Muore chi si identifica con le forme; è immortale chi si identifica con l'energia della vita. Gli intrecci sono pertanto simbolo di vita , di energia spirituale, del percorso di crescita, di continuità, di resurrezione, di immortalità nel movimento, di buona fortuna. La Croce Bretone  simboleggia anche il ciclo dell'esistenza: nascita - crescita - maturazione - invecchiamento - morte - rinascita e viene anche usata, in alcune culture, come talismano di protezione contro le negatività e come rinforzo dell'energia spirituale che vive nell'uomo. Seguendone il percorso con gli occhi è possibile entrare in un differente stato di coscienza, come facevano i monaci del cristianesimo celtico che leggevano una pagina del Vangelo e quindi seguivano con lo sguardo le forme degli intrecci a bordo pagina riflettendo sulla lettura e, cambiando stato di coscienza, riuscivano a evocare il significato profondo della Sacra Scrittura e del suo messaggio spirituale.


LA FELUCA E IL LIBRO
Agli albori della tradizione universitaria italiana, la feluca era il copricapo distintivo dei "clerici vaganti", gli studenti erranti che si spostavano di città in città per la Penisola, con lo scopo di completare il proprio corso di studi. Con la nascita delle prime organizzazioni goliardiche, la feluca diventa un emblema ancor più significativo. Non indica più la semplice condizione di studente ma rappresenta uno stile di vita. I goliardi sono consapevoli dell'importanza della missione cui la vita universitaria li consacra: essere i custodi ed i dispensatori del sapere nel domani. L'ostentata irresponsabilità, lo stile di vita a dir poco disinvolto, il proverbiale gusto per l'umorismo pesante, l'insofferenza per le limitazioni di comportamento di qualsiasi tipo sono considerate una sorta di ironico contrappasso nel presente, per una così grande responsabilità nell'avvenire Gli studenti universitari sono sempre stati avanguardia di ogni grande processo storico, ed è così che, durante la I Guerra d'indipendenza, presso Curtatone e Montanara, proprio un battaglione universitario contribuisce in maniera determinante a scrivere una pagina di storia d'Italia: il 29 maggio 1848, un reggimento di "felucati" (con la punta del copricapo provvidamente tagliata, per poter meglio prendere la mira con il fucile), attestati in una postazione di scarsa rilevanza strategica e soverchiati nel numero, riescono a fermare gli Austriaci per una giornata, dando tempo all'esercito sabaudo di organizzare la controffensiva di Goito. Proprio in virtù della grande forza ideale che esprime, la feluca viene inserita nell'emblema dei Gruppi Universitari Fascisti. Durante il Ventennio, i GUF saranno l'organizzazione "d'avanguardia" per eccellenza, animata da un forte spirito goliardico e da una grande vivacità culturale. Il fiore all'occhiello del Fascismo, insomma. Dopo la guerra, saranno puntualmente ricordati come palestra dell'omologazione di massa nel segno del totalitarismo (di sfuggita, può essere opportuno ricordare come, dall'esperienza dei GUF, poi, per ovvi motivi, rinnegata, o meglio, rimossa, sia transitata gran parte della classe politica e dell'intellighenzia culturale della Prima Repubblica, con discreta prevalenza di futuri "padri nobili" della sinistra e di cantori dell'antifascismo militante).

Nel segno della continuità con la tradizione dell'Università italiana, nel 1950, la feluca diverrà simbolo del Fronte Universitario d'Azione Nazionale (FUAN), organizzazione universitaria del MSI e, dal 1994, sarà l'emblema di Azione Universitaria.


IL TRIDENTE
Il Tridente simboleggia la Terza Via politica, militare ed economica al di là del Capitalismo e del Marxismo, nonché la tradizionale ripartizione fra sacerdoti, guerrieri e lavoratori. Il Tridente, nella simbologia indù, è l'arma di Siva, in quanto creatore, preservatore e distruttore, e anche in quanto passato presente e futuro. Nella simbologia cinese è il potere e l'autorità, mentre in quella cristiana raffigura notoriamente la Trinità.

La Comunità Militante Novarese di Azione Giovani ha adottato come proprio stemma lo scudo della città di Novara (campo rosso ripartito con croce bianca), il Tridente conseguentemente alla scelta di intitolare il circolo a Ezra Pound, che della lotta per una "Terza Via" fece il fulcro delle sue opere, su cui sta il braccio che regge la nostra Fiaccola Tricolore.

Fabiano Bariani