La famiglia Carlesi

(raccontata da Piero Carlesi, penultimo discendente)

Sono nato ad Alessandria d’Egitto il 4 febbraio 1952, nell’Ospedale italiano della città. Allora gli italiani erano ancora numerosi. La mia nascita fece muovere addirittura mia nonna dall’Italia. Nonna Margherita Favero vedova Mondon, che allora aveva 62 anni, che aveva già vissuto in Egitto trent’anni prima, prese l’aereo da Milano e giunse ad Alessandria la vigilia del parto. Voleva assistere assolutamente la figlia, che si trovava in Egitto attorniata solo da parenti acquisiti e non sempre benevoli e sinceri. Fu fondamentale la presenza di mia nonna in quei giorni, come fu fondamentale per me per i successivi vent’anni la sua esistenza.

Piero Carlesi (5 anni)  con la mamma Camilla Mondon, detta Camy, in una foto eseguita per il passaporto poco prima del rientro in Italia nel 1958.

Della mia più tenera età ho pochi ricordi. Certo dalle fotografie so che ero vestito con degli splendidi vestitini bianchi ricamati da mia mamma.

I mie genitori

I miei non erano genitori giovani: quando nacqui mia mamma Camilla (Camy) Mondon stava per compiere 42 anni (li avrebbe compiuti un mese esatto dopo, il 4 marzo) e mio papà Manlio ne aveva 57, compiuti l’8 settembre 1951. D’altra parte i miei genitori si erano sposati tardi: il 29 gennaio 1949. Si erano conosciuti dopo la guerra nel 1948. L’artefice involontaria della loro conoscenza fu mia cugina Nella (il vero nome era Nelide) Parrini. Costei aveva conosciuto in gioventù ad Alessandria d’Egitto mia mamma. Poi dopo le vicende della guerra si ritrovarono a corrispondere per lettera. Nella nel ’48 volle inviare un pacchetto (non so che cosa ci fosse) all’amica e approfittò del viaggio in Italia dello zio (mio padre) Manlio Carlesi.

Mio padre Manlio Carlesi in una foto eseguita ad Alessandria nel 1956.  Aveva 62 anni.

In poche parole i due futuri sposi si conobbero (in realtà mia mamma conosceva di vista mio papà già dagli anni Venti) credo a Milano. Poi mio papà andò anche in Valsesia a Crevola di Varallo dove abitava mia mamma con la nonna d’estate e si fidanzarono. Seguì fitta corrispondenza. Decisero di sposarsi. Ma la cosa non era semplice: mio padre lavorava in Egitto, mia mamma abitava a Milano. Non venne permesso a mio padre di tornare in Italia per il matrimonio e nel contempo non era permesso a mia mamma di andare in Egitto da signorina. Si escogitò il matrimonio per procura. Mio zio Riccardo Marta ebbe la procura di sposare per conto di Manlio Carlesi mia mamma davanti all’ufficiale civile a Milano. Era il 29 gennaio 1949. Nella primavera giunse mio padre in Italia, si sposarono in chiesa nella chiesa del Suffragio in corso XXII marzo a Milano, e dopo il viaggio di nozze a Venezia, Firenze, Roma e Napoli rientrò in Egitto con mia mamma che era ormai sua moglie.

Una volta sposati i miei andarono ad abitare nella grande casa dei Carlesi e dei Parrini, a Sporting, in Alessandria. Nel 1951 però i miei genitori presero alloggio in centro di Alessandria, praticamente in piazza Mohamed Ali, in realtà in una vietta laterale, dove si apriva il portone del palazzo. Era rue Ibn-el-Rochd, numero 9. Abitavamo al sesto piano con le finestre sulla grande piazza.

La storia dei Carlesi

Ma come mai i Carlesi erano in Egitto? La storia affonda alla metà dell’Ottocento, subito dopo l’Unità d’Italia. I Carlesi erano di Livorno. E come tanti livornesi erano anarchici. La leggenda vuole che un parente anarchico scappò dall’Italia; dopo un lungo girovagare per il Mediterraneo, approdò ad Alessandria. Al tempo l’Egitto, ma in particolare Alessandria era una terra molto libera. Si faceva ciò che si voleva e per un anarchico non c’era nulla di meglio. Mise lì le radici, poi chiamò i parenti. Arrivarono altri Carlesi.

La storia documentata dice però che arrivò ad Alessandria mio nonno Pietro negli anni Settanta dell’Ottocento, nato peraltro a Livorno il 24 giugno 1857, di professione muratore, figlio di Giovanni e di Elisabetta Filippi. I due miei bisnonni ebbero peraltro un altro figlio, di nome Fortunato, che sposatosi con una certa Artemisia ebbe una figlia, Anna, che si sposò con Carlo Benassi ed ebbe tre figli, Giovanni, Asmara ed Elettro.

Il libretto di militare di mio nonno Pietro Carlesi, nato a Livorno il 24 giugno 1857 e ivi domiciliato.  Prestò giuramento alla Patria in Cairo il 24 giugno 1878, prova tangibile che in quell’anno (1878) i Carlesi abitavano stabilmente al Cairo.

Nonno Pietro sposò nonna Maria Parrini (nata il 1 settembre 1863), pure di famiglia toscana, ed ebbe, come succedeva allora, un mezzo stuolo di figli. Il matrimonio ebbe luogo nel 1888.

Certificato di matrimonio di mio nonno Pietro Carlesi con mia nonna Maria Parrini. Si sposarono in Alessandria d’Egitto il 30 luglio 1877. Come è noto tutti gli italiani d’Egitto continuavano ad avere la residenza in Italia presso il comune di origine. Il certificato pertanto è del Comune di Livorno.

La famiglia, che allora abitava al Cairo, non era cattolica e come tanti livornesi anarchici, si definiva di liberi pensatori. Lo dimostra i nomi dei figli nati dal matrimonio dei miei nonni: Argeo, Anita (nata il 15 maggio 1888), Manlio, Beatrice detta Jole (nata il 1 marzo 1899), ed Ermes (nato il 15 aprile 1902).

Argeo deve essere morto negli anni Trenta-Quaranta, credo di qualche malattia; era sposato con una tale Beatrice. Faceva lo spedizioniere. Non so nulla di più.

Negli anni Cinquanta abitavano tutti, salvo mio zio Ermes, a Sporting (vi si arrivava col tram), in via Abi Bakr 4.

Anita, che ebbe il nome di Anita Garibaldi, era maggiore di mio padre, probabilmente del 1890. Sposò un cugino, Romolo Parrini. Ebbero due figli Nelide nata nel 1940 e Tullio, nato nel 1920. Nelide ebbe da ragazzina la poliomielite.

Jole, la zia che ho conosciuto meglio, alta, aveva lo sguardo fiero, Rimase signorina. Lasciò Alessandria con la nipote Nelide nel 1961; trovarono casa in affitto a Milano in via Altamura, dove rimasero qualche anno, prima di trasferirsi a Roma e riunirsi con Tullio, in via Conca d’Oro 118.

Mia mamma Camy con mia cugina Nelide (Nella) Parrini e mia zia Beatrice (Jole) Carlesi nell’agosto del 1960 a Teglio in Valtellina (So).

 

Certificato di nazionalità di mio nonno Pietro Carlesi, “di professione muratore”, emesso dal consolato del Cairo nel 1905.

Lo stato di famiglia dei Carlesi del 1915. Morto mio nonno Pietro, divenne capofamiglia mio padre Manlio dopo aver compiuto la maggiore età.

Ermes, infine, fu lo zio avvocato e, di tutta la famiglia l’unico che riuscì a studiare fino alla laurea. Da ragazzo, mi raccontavano, che era un goloso incredibile arrivava a casa di notte con i vassoi di paste che si mangiava prima di andare a letto. Conobbe Myriam Svoboda, vedova russa, scappata in Egitto dalla rivoluzione sovietica. Un po’ avventuriera e già con una figlia (Tatiana) avuta dal primo marito russo, si mise insieme a mio zio Ermes, gli pagò gli studi a Montpellier, in Francia perché diventasse avvocato. Mio zio si fece così una posizione e aprì lo studio. Abitavano in via Cherif Pacha 33. Negli anni Cinquanta e Sessanta faceva ogni anno vacanze in Italia, soggiornando in grandi alberghi a Milano, ad Abano Terme, a Montecatini, ecc. Qualche anno dopo la morte di mio padre, nel 1968-69 lasciò definitivamente l’Egitto. Si trasferì a Rapallo, dove aveva acquistato un alloggio anni prima; morì nel 1973.

Mio padre Manlio

Mio padre Manlio Ulisse Carlesi nacque al Cairo nel 1894 e perse suo padre Pietro nel 1908, all’età di 14 anni. Prese le divisa militare, ma dopo le opportune visite mediche fu riformato per miopia.

Mio padre Manlio Carlesi in divisa  militare nel 1914.

Copia del certificato di nascita del Consolato italiano del Cairo.

Cominciò quindi a lavorare presto, dopo aver frequentato le scuole dai Frères. Si occupò ben presto di attività commerciali con l’Italia e fece il rappresentante di molte importanti aziende tessili e di pelletteria. Negli anni Trenta aveva la propria attività ben assestata ed era l’Agente generale per l’Egitto, il Sudan e il Mar Rosso di molte aziende del Milanese (Manifattura Briantea Luigi Silvera di Nova Milanese), del Comasco (setifici) del Biellese (Lana Gatto di Tollegno) e di Napoli (Gialanella).

La lettera di nomina della Manifattura Briantea Luigi Silvera di Nova Milanese. Manlio Carlesi era l’Agente generale per l’Egitto e il Sudan. Manlio Carlesi nel 1924, a trent’anni.

Per lavoro fece diversi viaggi in Italia prima della seconda guerra mondiale ed ebbe modo di girare il Paese, con puntate fino alle Dolomiti (Ortisei). Negli anni Trenta si comprò uno chalet come seconda casa, fuori Alessandria, nel deserto, al Maryut. Nel 1942 fu internato dagli inglesi, come tutti gli italiani. Andò al campo di Genefa, che chiamavano Al Fayed, campo 14, in tenda, con una brandina, che conservo ancor oggi. Uscì dall’internamento solo alla fine della guerra.

La tessera del campo d’internamento a Genefa. La tessera di socio vitalizio del TCI di Manlio Carlesi, degli anni Trenta.

Nel 1948 conobbe mia mamma, nel 1949 si sposarono. Nel 1952 nacqui io, unico figlio.

Con la crisi di Suez e la caduta del re Faruk iniziò per gli italiani d’Egitto un periodo nero. Furono bloccate le importazioni dall’estero e mio padre si ritrovò senza lavoro. Si visse di rendita per un po’ di anni, con la speranza che le cose potessero migliorare, ma nel 1958, decise di lasciare l’Egitto per l’Italia.
Cartoncini e carta intestata di Manlio Carlesi rappresentante in Egitto, con sedi ad Alessandria e al Cairo.

Arrivato a Milano a 64 anni cercò lavoro, ma scoperse suo malgrado, che in Italia a quell’età tutti erano ormai abbondantemente in pensione. Scrisse decine, centinaia, di lettere ad amici e conoscenti, ma nulla. Poi trovò un posto da Alberto Magistretti, un figlio di un alessandrino che faceva import-export. Era un lavoro in nero, ma era pur un lavoro che gli permetteva di pagare l’affitto della casa e di mantenere la famiglia. Poi quel drammatico sabato 20 ottobre 1962, alle ore 12.30 un tram in piazza Cinque Giornate lo travolse: emorragia cerebrale, morì la sera verso le 20.

I parenti dei Carlesi

Ho parlato della discendenza diretta dei Carlesi, ma ora voglio illustrare il resto della famiglia, per quanto ricordo e dicono le poche carte d’archivio.

Torniamo a mio nonno Pietro che sposò Maria Parrini. La storia della mia famiglia si intreccia fortemente con quella di quest’altra famiglia, pure toscana, ma in Egitto. Mia nonna Maria Parrini era figlia di Gaetano Parrini e di Elena Patzalia greca, quindi mie bisnonni. I genitori di mio bisnonno Gaetano, ossia i miei trisavoli, erano Enrico Parrini e Anna. Questi ebbero, oltre Gaetano, altri due figli, Domenico e Giulio.

Gaetano, oltre a Maria Parrini, ebbe altri figli: Anna, Giuseppe, Beatrice, Enrico, Remo ed Amerigo. Anna sposò Cesare Querci ed ebbe: Assunta che poi sposò Angelo Abenaim, avendo come figli Alessandro, Cesare e Romilda (quest’ultima coniugata con lo spagnolo Amedeo Garcia ebbe due figli, Flavio e Rinaldo, nati al Cairo tuttora viventi a Milano, sposati e con figli), Ugo, Vasco (che sposò Gabriella ed ebbe figlia Anna, sposata con un libanese, con figli, trasferita a Basilea), Aldo (che sposò Orsolina Dandolo, scomparsi entrambi a Milano, ed ebbe figlia Nadia), Furio ed Enrico (che sposò Lucia, slovena, scomparsi entrambi a Milano del 1989).

Domenico Parrini, fratello di mio bisnonno Gaetano, sposò Eufemia Attolini: ebbero tre figli Olga, Romolo e Gaetano,

Olga Parrini sposò Ezio Perugia (abitavano in via Soliman Mahmoud a Cleopatra) ed ebbe una figlia Ada Perugia che sposò Albert Tourn, pastore valdese; da loro nacque Silvana, che sposò Antonio Daddario.

Romolo Parrini sposò mia zia Anita Carlesi ed ebbe Nelide e Tullio.

Gaetano Parrini sposò Anna Del Prete, di origine napoletana, ed ebbero figli Marcella e Domenico (abitavano in via Racotis 3 a Campo Cesare). Marcella sposò Antonio De Risi ed ebbe un figlio, Giorgio De Risi.

Questo è quanto si può ricavare come discendenza indiretta. Restano poi altri parenti, viventi in Egitto negli anni Cinquanta, come Livio Parrini, Guido Parrini, Icilio Perugia, Cesare Perugia, Augusto e Bice Carlotti, Ernesta Parrini, Vittorio Squillace, Lidia Patruno, Leopoldine Neri.

per contatti: piero.carlesi@tiscali.it

La vita in Italia.

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