Antonio Giuliana

ricorda le scuole elementari presso le Suore della Nigrizia a Zamalek al Cairo.

 

    Finalmente dopo tanti anni posso commuovermi come tanti altri senza per questo sentirmi ridicolo, poiché sono certo che tutti noi italiani d'Egitto abbiamo un nodo in gola quando pensiamo alla nostra giovinezza.

    Sono nato al Cairo nel 1951 con l'aiuto del Prof. Cerqua dell'Ospedale Italiano del Cairo. Il Professor Cerqua è stato il medico che ha forse visto nascere il numero più elevato di italiani nel mio periodo storico.

    Ho frequentato le scuole elementari presso le Suore della Nigrizia a Zamalek e la foto che propongo ricorda quel periodo felice e spensierato:

Insieme con Suor Gemma partendo dalla prima fila in basso a sinistra riconosco Silvana Azellini, tre bambine di cui non ricordo il nome, Maria Azellini detta Mariuccia. In seconda fila, sempre partendo da sinistra, prima quattro bambine delle quali non ricordo il nome,  Silvana, io, Giampiero Bottani, ed un altro il cui nome non ricordo. Tra la seconda e la terza fila Remo. Nella terza fila da sinistra, prima un bambino di cui non ricordo il nome, Umberto Lunardi, Bruno, un'altra ancora della quale non ricordo il nome, Giampiero De Palma, Giuseppe Di Stefano, Salvatore Azellini. Ultima fila in alto a sinistra, prima un ancora bambino il cui nome non ricordo, Angelo, Giorgio ed altri due ove mi fa difetto la memoria.

Il giorno della prima comunione nel cortile delle suore della Nigrizia, al Cairo Zamalek, dove ero come interno.
La prima suora a destra e'suor Lavigna, io sono esattamente dietro a lei a fianco di Giuseppe di Stefano, l'unico bambino con il vestito scuro. ricordo anche Valter , Angelo, Umberto, Silvana, Massimo, ed altri tutti nella foto.

 

Al teatro dell'Istituto Salesiano interpreto l'ometto

Vi annuncio che stamane,
ho messo i calzoncini ,
entrando si capisce ,
nel mondo degli omini.
Me li tagliò la mamma con grande agilità,
me li cucì la nonna con rara abilità.


"Fischiettio"

Teatro suore della Nigrizia Cairo Zamalek, ho tre anni e recito una poesia alla madre superiora.

Nella foto mentre dico "stendi la tua mano" in un teatro gremito di genitori. 

L'anno dopo cantai nello stesso teatro:


"Io sono un bambino,
un po' distrattino,
son qui per cantare,
una bella canzon,
cantata e premiata,
più volte cantata,
si chiama si chiama,
ahimè! non lo so
ahimè! ahimè
si chiama si chiama,
ma come si chiama
AUGURIO GENTIL !!"

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