LA FAMIGLIA  LOMBARDI BOCCIA

Storia d’una famiglia italiana in Egitto

(ricordi di  Claudio Brunone, figlio di Oscar e Iole Lombardi Boccia, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1936)

Pietro Lombardi Boccia

La prima diaspora di esuli italiani si ebbe agli inizi dell’ottocento al tempo dei moti risorgimentali, fu un emigrazione di carattere politico (massoni, anarchici, ecc.), lungo tutte le coste del mediterraneo orientale. Molti di questi si rifugiarono in Egitto che era una nazione che offriva loro un tranquillo rifugio…..

Fra questi vi era un consistente numero di “specialisti” che ebbero l’incarico da Mohammed Aly ed i Khédives che si succedettero sul trono, di modernizzare il paese riordinando le finanze, l'esercito e l'amministrazione.

In Egitto, gli italiani essendo realmente dei talenti fuggiti alle persecuzioni politiche, costituirono in quella nazione un’élite di professionisti, tecnici e artisti.

Pietro Lombardi Boccia

Pietro, il capostipite della famiglia risiedente in Egitto era uno di questi, fu infatti carbonaro con Giuseppe Mazzini e, come buona parte dei toscani dell’epoca, era di spirito indipendente ed anarchico.

Nacque a Livorno il 17/11/1816, si unì in matrimonio con Teresa Gemelli e fu fratello di Luigi, Maddalena e Francesca. La famiglia Lombardi Boccia era benestante, con vaste proprietà terriere nel Grossetano, due miniere di pirite nella zona che oggi viene denominata “Colline metallifere toscane” ed infine non lontano da esse un pozzo che emetteva vapori e polvere bianca.

Fu appurato successivamente che quel pozzo che emetteva vapori, altro non era che l’attuale soffione boracifero di Larderello in provincia di Livorno.

Con la vita agiata non era difficile per un carbonaro idealista come Pietro compiere azioni in favore della carboneria e del suo capo. Iniziò così la sua opera acquistando armi dal Belgio che depositava in Sardegna e faceva poi affluire poco per volta a Livorno, regalandole alle varie associazioni rivoluzionarie sparse per la Toscana.

Da quanto tempo durasse questa attività non ci è dato saperlo, sappiamo invece che nel gennaio 1848, durante il tumulto di Livorno, a causa di una delazione da parte di un mazziniano, certo Arturo Pacini, corse il rischio di arresto e fucilazione da parte della polizia del Gran Ducato. Per fortuna riuscì a fuggire dalla Toscana, con l’aiuto di alcuni amici, lasciando la giovane moglie Teresa Gemelli presso i suoi parenti, ma abbandonò tutte le sue proprietà che furono immediatamente confiscate.

Fortuna volle che alla fonda nel porto di Livorno vi fosse un brigantino greco agli ordini del Capitano Temelakis, che ebbe un ruolo molto importante nell’aiutare e consigliare Pietro, divenuto esule e senza patria.

Lasciata Livorno, il brigantino puntò la prora in Sardegna per caricare le armi rimaste per tentare poi la sorte per la loro vendita in altra nazione.

La prima tappa senza successo fu Tunisi, ma fu l’Egitto ad aprirgli la strada della sua futura esistenza. Fu infatti Ismail Pacha (1863-1879) ancora giovane, ad acquistare le armi ed a farlo entrare nelle simpatie di suo padre, il Viceré Ibrahim Pacha. Ottenne così delle concessioni commerciali e privilegi economici che gli consentirono di chiamare immediatamente a sé la moglie Teresa che aveva lasciato a Livorno.

Costituì una importante impresa commerciale che importava mobili per l’arredamento dal Belgio, raggiungendo in breve tempo l’agiatezza, che gli consentì l’acquisto nella zona di Bacos a Ramleh, nel cuore della città giardino europea, una bella villa con un grande giardino nella quale nacquero buona parte dei suoi figli.

Villa Lombardi Boccia a Bacos Salone della villa

Pietro morì prematuramente in Alessandria il 24/07/1878 ed alla sua morte la grande impresa commerciale fu divisa tra i vari figli e da questi a loro volta ai nipoti.

Dal matrimonio con Teresa Gemelli ebbe sette figli: Nicola, Egidio, Giovanni, Amalia, Luisa, Maria, Emilio.

  1. Nicola. Nacque a Livorno e segui la madre Teresa quando raggiunse il marito Pietro in Egitto. Durante un viaggio d’affari in Europa incontrò a Cormons la triestina Maria Radovic che dopo qualche tempo sposò. Trattava l’import ed il commercio dei mobili la cui quota parte dell’azienda aveva ereditato dal padre. Morì a Livorno il 31.01.1903 ed ebbe 8 figli:

    1. Alfredo, faceva il pittore ed era un cultore della letteratura.

    2. Arturo, si unì in matrimonio a Ginevra Paolucci, figlia di Giovanni, e in seconde nozze sposò in Alessandria d’Egitto, la cittadina greca Katy Kasotis; sua sorella Eritely fu la madre di Mary e Matilde Rupp, spose di Alberto e Max Lombardi Boccia, figli dello zio Egidio. Trattava sempre l’importazione e commercio dei mobili dal Belgio e la progettazione di mobili smontabili che venivano poi venduti ai residenti coloniali inglesi delle Indie e Sud Africa. Ebbe 2 figli, Maria Giovanna ed Enzo.

      Enzo con Giovanna
      Nicola con Arturo Giovanna, Enzo piccolo, Ginevra, Arturo in piedi
    3. Umberto, contrasse matrimonio con Rachele da cui nacquero Marcello, Edgardo, Enrico, Ferdinando, Luciano.

    4. Ezio, sposò la cittadina tedesca Tony Sbobbe e da loro nacque Renato nel 1918.

      Renato bébé
    5. Amelia, fu amante e cultrice della musica. 

    6. Olga, contrasse matrimonio con il cittadino francese Alfredo Savignon da cui nacque Luciano.

    7. Bianca, sposò il cittadino greco Basile Kicritas e si trasferì a Creta.

    8. Gilda, che andò sposa al cittadino britannico Arturo Calleja.

  2. Egidio (nacque a Livorno nel 1848) e fu il bisnonno di Claudio Brunone, di seguito, diamo notizie che lo riguardano.

  3. Giovanni  (Giannino) sposò Elisa Fabbri e dall’unione nacquero: 

    1. Amedeo, che si unì in matrimonio con Tagher. Ebbe un figlio, Aldo Lombardi Boccia, farmacista, che abita a Roma ed ha una figlia, Loredana.

    2. Pietro nato in Alessandria d’Egitto il 6 ottobre 1886, sposò Yvette Manham. Ebbe due figli : Renato (1930) e Elide (1932) quest’ultima, non sposata, vive ad Alessandria d’Egitto. Renato, coniugato con Diana Galli ebbe 4 figlie nate ad Alessandria d’Egitto: Gabriella, Laura, Fabiana e Donatella Lombardi Boccia. Le ultime tre vivono attualmente in Lombardia. 

      Nozze di Renato Le figlie di Renato a El Alamein: da destra Gabriella, Laura, Donatella e Fabiana. Gabriella vive in Alessandria, le altre sorelle in Lombardia
    3. Ilda rimasta vedova di U. Trentanni, si sposò in seconde nozze a Roma con il giudice Santoro.

  4. Amalia sposò Calabrese da cui nacquero: Paolo, Teresina, Vittorio.

  5. Luisa sposò Francesco Lifonti, che aveva un’avviata azienda di strumenti musicali, abitavano a Bulkeley e possedevano una villetta a Mandara, vicino Abukir; dal matrimonio nacquero: Pietro, Alessandro, Emilio, Giulio.

  6. Maria fu sfortunata essendo andata in moglie ad un certo Sciuereff che poi la abbandonò dileguandosi dall’Egitto.

  7. Emilio del quale non abbiamo notizie, ma pare deceduto a Livorno.

Egidio Lombardi Boccia

Fu il secondogenito di Pietro, nacque a Livorno nel 1848 e seguì il padre quando lasciò l’Italia.

Di professione fece il negoziante, fondando l’azienda ”Ditta Egidio Lombardi Boccia & C”, con sede in Alessandria, che trattava materiali tecnici nella quale, al suo decesso, subentrarono i due figli maschi. Verso il 1879, durante una traversata tra l’Italia e l’Egitto conobbe sul piroscafo, la cittadina francese Blanche Morard di Marsiglia, con la quale in brevissimo tempo si unì in matrimonio.

Dall’unione d’Egidio con Blanche Morard nacquero quattro figli: 

Agli inizi degli anni ‘90 rimase prematuramente vedovo e, dopo qualche anno, il 26 Aprile 1897, si sposò nuovamente in Alessandria con Adele Rupp, figlia di Salvatore, nata a Napoli nel novembre 1865. Non conosciamo la data esatta della morte di Egidio che avvenne in Alessandria presumibilmente nel secondo decennio del ‘900.

Alberto Lombardi Boccia

Il primogenito fu mio nonno, che nacque ad Alessandria d’Egitto il 12 febbraio 1881.

Si sposò il 07 gennaio 1911 con Maria Rupp e dal loro matrimonio nacquero quattro figli: Dora, Ada, Iole (mia madre), Egidio.

Alessandria d’Egitto 1923 – Maria Rupp e Alberto Lombardi Boccia

Fu un uomo tranquillo dal carattere molto riservato, parsimonioso, amante della famiglia, la buona cucina, il vino e soprattutto gran lavoratore. Praticò il sollevamento dei pesi, e mi sovvengo che ogni mattina, sino a tardissima età, si alzava puntualmente alle 6,30 e faceva una buona mezz’ora di sollevazione pesi sino a 20 kg. 

Alberto Lombardi Boccia sollevatore 1916 - Mary con Dora, Ada e Iole

Questa ginnastica quotidiana gli consentiva, raggiunta l’età di 80 anni di salire le scale facendo ancora i gradini a due a due.

Alessandria d’Egitto 1934 – le sorelle Lombardi Boccia da sn Ada, Dora e Iole con Oscar Brunone il secondo da dx

Il nonno aveva un fratello, Max contitolare della “Ditta Egidio Lombardi Boccia & C.”, la società commerciale ereditata dal padre e che all’inizio della II Guerra Mondiale furono obbligati a chiudere, dopo oltre 35 anni d’attività.

Quando nel 1940 furono sequestrate le proprietà italiane, possedendo i due fratelli due ville adiacenti delle quali la più grande era quella del nonno, l’abitazione di Max fu requisita dal governo egiziano, per conto degli inglesi, e fu obbligato a lasciarla immediatamente con tutta la sua famiglia. Trovandosi Max in mezzo ad una strada, Alberto lo prese con sé, avendo diverse stanze libere a disposizione.

1977 ritorno a casa – sosta davanti la villa Lombardi Boccia – da sn Anna, moglie di Claudio, Nena, Ada, Claudio

Il nonno si trovò così ad ospitare tre famiglie, per un totale di 12 persone: la sua composta di cinque soggetti, quella di Max con altri cinque (che si ridussero poi a tre quando i figli Ernesto e Bruno furono internati), mia madre ed io.

In casa del nonno oltre che l’italiano si parlava anche il francese perché le tre figlie, si erano diplomate “aux écoles Girard” ove mia madre aveva preso il baccalauréat in filosofia.

Il figlio Egidio (Gigi per la famiglia) aveva invece preso la maturità alle regie scuole littorie, e nel 1938 era partito per l’Italia a frequentare la facoltà di medicina. Purtroppo, con la nostra entrata in guerra, dovette interrompere gli studi universitari, e fu bloccato in Italia senza poter ritornare in Egitto; si rifugiò quindi a Capri ove  per sbarcare il lunario, incominciò a praticare la pesca subacquea.

Le preoccupazioni per la lontananza del figlio, con tutti i rischi connessi al conflitto in atto, ed una grave sopraggiunta crisi diabetica, furono la causa del decesso di nonna Mary, che avvenne all’ospedale greco, nel settembre 1942. Alberto si trovò vedovo a 61 anni e rimase sempre fedele alla memoria della sua sposa che aveva amato intensamente, non contraendo mai più altro matrimonio.

Gigi, nel periodo del soggiorno a Capri ebbe l’opportunità di conoscere e frequentare i maggiori subacquei dell’epoca come Raimondo Bucher ed Ennio Falco e divenne anche amico di Folco Quilici.

Finita la guerra, iniziò a praticare la pesca come sport agonistico, diventando nel 1950 all’isola di Capraia, campione italiano d’immersione in apnea. Durante l’evento bellico conobbe una nobildonna napoletana, Liliana Caracciolo, che sposò e dalla quale ebbe poi un figlio al quale diede il nome del padre: Alberto. Si stabilì definitivamente a Napoli e divenne il proprietario di un’importante fabbrica di “mattoni refrattari” per l’industria. Tornò in Egitto nel 1954 e 1961.

Nonno Alberto, finita la guerra e liberati i nipoti, riprese a lavorare costituendo una società commerciale con Ernesto, il figlio maggiore di Max, che trattava l’import-export d’apparecchiature ottiche, attività  che si protrasse sino a quando il nipote, per le note conseguenze della rivoluzione nasseriana, decise nel 1967 di rimpatriare in Italia con la moglie Loris Hamaoui.

Nel 1953 nonno Alberto mise in vendita la villa di Bulkley, che aveva abitato per oltre quarant’anni, e, devoto al ricordo del fratello, divise il ricavato anche con i nipoti, che si videro così parzialmente ricompensati della perdita subita dal padre nel 1940.

Alessandria D’Egitto - Natale 1954 – Alberto Lombardi Boccia con i figli Egidio e Dora a dx. ed i rispettivi consorti Liliana Caracciolo e l’ing. Marco Osmo

Andò quindi ad abitare con la figlia maggiore Dora, sposa dell’ing. Marco Osmo, contitolare dell’impresa di costruzioni “Vinca & Osmo”, di rue El Falaky 1, che nel frattempo si era trasferita in una villetta a Rouchdy, in rue Ahmed Chaouky 105 (ex rue Kitchener), e vi rimase sino al 1962 quando anche la figlia rimpatriò in Italia. In quello stesso anno si trasferì nell’appartamento di rue Sésostris della secondogenita Ada, l’unica rimasta ancora in Egitto con il marito Luigi Puglisi.

Nel 1964, divenuto bisnonno, volle conoscere l’ultimo pronipote Fulvio e rivedere le figlie Dora e Iole con Gigi. Nel mese di giugno si imbarcò sull’Esperia e venne in Italia rimanendo con noi per oltre quattro mesi. Ricordo con emozione l’abbraccio che mi diede, il giorno della sua partenza, quando lo accompagnai alla stazione centrale di Milano a prendere il treno per Napoli per raggiungere Gigi, che dopo qualche giorno lo avrebbe accompagnato ad imbarcarsi per il ritorno ad Alessandria, forse presentiva che era l’ultima volta che ci vedevamo. L’anno seguente, infatti, per un banale incidente, morì sul colpo scivolando, nelle adiacenze del portone d’ingresso di un palazzo privato, vicino al cinema Royal. Era il maggio del 1965 ed aveva 84 anni.

Gabicce Mare - Agosto 1964 – quattro generazioni a rapporto Alberto Lombardi Boccia, Oscar, Claudio e Fulvio Brunone

Max Lombardi Boccia

Fu il secondogenito, nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1883 ed ivi morì nell’estate del 1941. Fu contitolare con il fratello Alberto della “Ditta Egidio Lombardi Boccia & C.”. Nell’aprile 1912 si sposò con Matilde Rupp, sorella di mia nonna Mary, e dall’unione nacquero: Ernesto, Elena e Bruno Lombardi Boccia.

Abitavano in una villa a Bulkley, retrostante quella del fratello che purtroppo, come già detto, nel 1940 fu sequestrata dal governo egiziano, come tutte le altre proprietà immobili degli italiani.

Ricordo che lo zio Max era sofferente di cuore ed abitando nella villa a due piani del nonno, aveva difficoltà a salire le scale per andare al piano superiore dove si trovavano le stanze da letto, ed ogni giorno, dopo il pranzo, era portato a braccia dai due figli maschi che lo trasportavano al piano di sopra, seduto sulla cosiddetta “sedia del pacha”.

1922 – Max Lombardi Boccia in giacca bianca e la moglie Matilde Rupp seduta con Elena sulle ginocchia.

I problemi sorsero quando i ragazzi  partirono per l’internamento e nessuno era in grado di sollevare e trasportare lo zio che un triste pomeriggio d’estate, durante l’ora della siesta, decedette improvvisamente e prematuramente, colpito da infarto. Correva l’anno 1941.

Probabilmente il dolore per il sequestro della sua casa, sommato a quello per l’internamento dei figli, furono la causa scatenante della sua morte.

 Alessandria d’Egitto 1954 – Bruno Lombardi Boccia Alessandria d’Egitto 1953 – Ernesto Lombardi Boccia

 

Alessandria d’Egitto 1955 – Elena Lombardi Boccia con la figlia Magda con ed il marito Philippe Maghraby Alessandria d’Egitto 1957 -  Loris Hamaoui moglie di Ernesto Lombardi Boccia con le figlie Roberta, Silvana e Marina

Zia Matilde, sua consorte, morì qualche anno dopo nel 1955 in Alessandria, ed i loro tre figli lasciarono l’Egitto negli anni sessanta.

Ernesto che si trasferì a Genova con la moglie Loris e le figlie Roberta, Silvana e Marina visse sino al 1977, sua sorella Elena (Nena) trasferitasi a Beirut con il marito Philippe e la figlia Magda è morta nel 1980, mentre Bruno che fu il primo a trasferirsi a Genova, ci ha lasciati sul finire del 2005.

Ida Lombardi Boccia

La terzogenita, nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1884 e sposò il cittadino britannico George Bennet dal quale  ebbe quattro figli: Blanche, Maggy, May, Eddy.

Durante il periodo bellico, parteggiò per gli alleati connazionali del defunto marito, che avevano richiamato il figlio Eddy sotto le armi, e si allontanò dai fratelli, riducendo le sue frequentazioni. Alla fine della guerra si rappacificò un po’ con l’unico fratello rimastole e ricominciò, seppur con moderazione, a frequentare tutta la famiglia.

Trascorse in solitudine a Chatby i suoi ultimi anni in Egitto, in un grande e lussuoso appartamento al piano alto di un imponente immobile, a due passi dalla Corniche, che ricordo era dotato di un enorme camino.

Quando la figlia Maggy ed il marito Tom Cornhil si trasferirono, prima in Europa e poi nel Texas (USA). Ida decise di lasciare l’Egitto per raggiungere gli altri due figli, May e Eddy che nel frattempo si erano trasferiti a Glasgow in Scozia e visse con loro sino al 1980 spegnendosi alla veneranda età di 96 anni.

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