Famiglia Pezzano
racconta il nipote Pierre Arab
Il blasone della famiglia Pezzano e il titolo di Conte di Polistena - Calabria concesso ai miei antenati da Re Vittorio Emanuele II di Savoia.
Fonte:
"Dizionario Storico-Blasonico Delle Famiglie Italiane Nobili e Fiorenti - Pisa 1886-1890. Di G.B. Crollalanza."
Storia
della famiglia
L’antenato del quale
ho rintracciato le origini, Domenico Pezzano, è nato nel 1820 a Polistena, un
paesino della Calabria, che faceva allora parte del Regno Delle Due Sicilie.
Tale Regno collegava il sud dello stivale Italiano, «di qua del faro» alla
Sicilia, «di là del faro» ed era sotto la dominazione del ramo Aragonese dei
Borboni.
Nel 1860 questa dinastia
si mostrò piuttosto debole di fronte agli assalti patriottici mirati
all’unificazione italiana. Bastarono mille camicie rosse dell’impetuoso
Garibaldi, partiti da Genova che, dopo aver conquisto la Sicilia, sbarcarono in
Calabria il 19 Agosto 1860, mentre le truppe di Cavour che avevano attraversato,
occupandoli, gli Stati Pontifici, giungevano dal Nord. Napoli cadeva il 7
Settembre e il successivo 26 Ottobre, l’incontro fra Garibaldi e il Re
Vittorio Emanuele II a Teano sigillava la vittoria del Risorgimento. Molto si
deve ancora dire sugli effetti dell’unificazione, molto in positivo ma anche
alcune questioni, prettamente economiche, in negativo. Ci furono sicuramente dei
privilegi che furono concessi alle industrie e servizi del nord a tutto
svantaggio di quelli dell’ex Regno Borbonico. Ebbe facile presa, quindi, una
forma di sollevazione e resistenza contadina (il cosiddetto brigantaggio) che
durerà oltre alla presa di Roma nel 1870.
Dopo il richiamo e la soppressione delle forze di Garibaldi, Re Vittorio Emanuele II gratificò il valoroso volontario regalandogli una terra e il titolo di Conte di Polistena-Calabria. (Tratto dal dizionario Storico- Blasonico delle Famiglie Nobili e Notabili Italiane Estinti e Fiorenti. Di G.B.Crollalanza. Pisa 1886 – 1890. In 3 volumi)
Nel 1891, prima del
decesso del padre Domenico sopravvenuto a Polistena nel 1895, Francesco è il
primo della famiglia a lasciare l’Italia. Non si conosce il luogo ove approdò.
Alcuni dicono l’America, altri invece l’Egitto. Aveva allora 47 anni ed era
padre di 5 figli:
Francesco Pezzano con la moglie Giovanna Tripodi a Brooklyn il 10 ottobre 1910; aveva 66 anni. |
Circa i motivi che hanno
spinto Francesco a lasciare la sua Calabria, si possono svolgere alcune
deduzioni. Gli scritti sulla storia post Borbonica sono numerosi. Bisogna tenere
presente che dopo l’annessione del Regno delle due Sicilie al regno
d’Italia, sulle popolazioni calabresi si abbatté una serie infinita di tasse:
la comunale e la provinciale, la tassa di famiglia e quella sul macinato, oltre
all’inimmaginabile tassa di successione e all’impensabile leva obbligatoria.
La nuova economia andava ad incidere profondamente nella cultura di base e
trovava un tessuto sconosciuto e decisamente ostico alla mentalità delle
regioni del sud. Era davvero una rivoluzione culturale, che quel tempo veniva
meglio definita dalle popolazione calabresi, come “repubblica” in quanto
sinonimo di disordine. E le rivolte sorte spontaneamente contro i conquistatori,
divamparono ancora di più dopo la morte di Cavour, coinvolgendo borghi e
villaggi, città e campagne.
La Calabria era ancora
una volta in fiamme e vi rimase per lunghi anni, segnati da arresti, scontri,
rapine. L’Italia era nata e, come primo risultato nel sud, otteneva quello di
indurre molti cittadini ad espatriare. E le cause che avevano provocato il
brigantaggio, più alcune nuove, furono i motivi di questo vasto fenomeno che
stravolse la società calabrese. Dall’occupazione all’inizio del secolo
partirono quasi 280 000 persone, quasi tutte per gli Stati Uniti. Dal 1901 al
1903, su una popolazione media di circa 1.400.000 abitanti,furono 439.000
coloro che abbandonarono la regione.
Si ritiene che Francesco
lasciò il paese sulla scia di questi problemi.
Dopo un breve ritorno in
Italia per assistere a Reggio di Calabria al matrimonio della figlia Concetta di
23 anni con un certo Papalia, Francesco è il primo a stabilirsi al 31 N. Elliot
Place, al Kings a Brooklyn, nel 1898.
Il primo a raggiungerlo
un anno dopo, fu mio nonno Domenico; aveva allora 24 anni e era celibe, secondo
« The list of alien immigrant for admission … USA.»
era giunto il 4 maggio 1899
sulla nave SS- Ems, proveniente da Genova, con 10 dollari in tasca. Suo padre
gli aveva pagato il biglietto di passaggio e lui dichiarò di essere sarto.
Concetta fu la seconda a
raggiungere il padre l’11 dicembre 1899, con la figlia Marina Papalia, nata
nel 1897.
Antonio, Maria Stella,
poi Maria Rosa, seguirono e si sono tutti stabiliti al 31 N Elliot Place.
C’è da chiedersi che
cosa era andato fare a Brooklyn mio nonno. Aiutare il padre prima dell’arrivo
della famiglia? O per valutare la situazione prima di stabilirsi lì? Ma lo
ritroviamo in Alessandria nel 1908. Domenico viene iscritto nelle anagrafi
nazionali del Consolato Generale Italiano in Alessandria sotto il numero 15772,
il 20 giugno 1908.
C’è, dunque, un vuoto
di 9 anni fra la data del suo sbarco negli Stati Uniti e quella della sua
iscrizione nei registri consolari Alessandrini.
Nessuno sa quando aveva
lasciato gli Stati Uniti e per dove. Dove aveva conosciuto mia nonna? Dove si
sono sposati? Tanti interrogativi di cui non ho risposte. Si trovano forse in
quei registri? ma chi andrà a scoprirli?
Mia nonna si chiamava
Concetta Mareschi. Nacque a Catania, ai piedi del Vesuvio, nel 1888. Ho provato
e provo ancora, ma senza successo, a conoscere le sue origini familiari. Mia
nonna è deceduta nel 1943 in Alessandria.
La famiglia sviluppatasi
in Alessandria è chiamata dai cugini Pezzano americani « The Egyptian
Branch », il ramo Egiziano. Era composta da 7 figli, 4 ragazze e 3
ragazzi:
I Pezzano abitavano al 6 via El Deïr, angolo via Tigrane, in un grande appartamento con numerose stanze per accomodare tutta la famiglia.
Non ho conosciuto bene
mio nonno. Ricordo solo un uomo grande, magro, dalla carnagione chiara e la
capigliatura nera e folta, “come le code dei cavalli di razza Adham” diceva
mia cugina Fayza, che incoronavano due piccoli occhi blu, dietro le palpebre
increspate.
Era un sarto stimato e
apprezzato in Alessandria. Cuciva quasi esclusivamente per gli uomini della
famiglia reale, prima Fuad, poi Faruk. Per gli Emir e i Nabil. Il suo esercizio
era ubicato in via Sesostris vicino a « The Brazilian Coffee Store ».
Domenico è deceduto nel
1958.
Zia Wanda si è sposata
con Michel Loutfi, proprietario, assieme con il fratello Elie, di numerose sale
di cinema, dove si pagava una taarifa per entrare con un otaz di leb,
e, in particolare, del cinema Rio dove Lea Calù, la
prima sposa di zio Mario, si era esibita, con la complicità di Michel Loutfi,
come Rita Hayworth, alla quale assomigliava. Zia Wanda a avuto due figli,
Claudio e Eugene, tutti due in Italia. Zia Wanda è deceduta a Roma nel 2002.
Webe, mia madre, si è
sposata con Charles Arab, e ha avuto 2 figli, io Pierre, e Sylvia, mia sorella.
Mia madre è deceduta nel 1974 in Egitto.
Zia Wilma si è sposata
con Fritz (Francesco) Rinaldi. I Rinaldi si sono stabiliti a Pisa e hanno avuto
due figli, Ilva, deceduta in una disgrazia e Roberto. Zia Wilma vive sempre a
Pisa.
Zia Wella si è sposata
con Mohamed Abdallah, il proprietario della famosa farmacia Abdallah, Piazza
Mohamed Aly. Gli Abdallah anno avuto tre figli. Fayza, Laïla e Nabil. Abitano
sempre Alessandria. Zia Wella è deceduta nel 2002 in Alessandria.
Zio Claudio ha lasciato
l’Egitto dopo la Guerra e si è stabilito a Milano.
Zio Enrico (Zio Riri) si
è sposato con Mila Frati. Zio Riri è deceduto nel 1948, lasciando un figlio,
Massimo che è stabilito a Firenze.
Zio Mario ha lasciato
anche lui l’Egitto dopo la rivoluzione, per stabilirsi prima in Germania, poi
in Inghilterra, dove si è sposato con Jean Margaret Wade, poi in Australia,
dove si trova oggi in buona salute. Zio Mario e il padre di Liza, Giulia, Don
Ricardo e Dena.
Ho omesso di parlare dei
figli dei cugini e dei nostri, oppure dei nostri nipotini. Ma ho ricostruito,
assieme con i miei cugini americani, il nostro albero genealogico includendo le
loro famiglie. Non è più un albero, ma una foresta, ed è stato necessario
adoperare un programma specifico per gestirla al computer.