Breve storia della famiglia

Armando Quattrocchi

a cura di

Edgardo Quattrocchi

 

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Ciampino 20 Aprile 1958 Armando, Elsa, Edgardo, Edmea, Mercedes

 

Dedicato alla mia mamma

          ai miei figli Andrea e Stefano

ed ai miei nipoti Sandra e Mauro

 affinché non dimenticano le proprie origini  

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Mi chiamo Edgardo Quattrocchi  sono nato al Cairo il 12/04/1956 e sono figlio di Armando Quattrocchi  anch’egli nato al Cairo il 12/08/1912 e di Elsa Peruto nata ad Alessandria d’Egitto il 17/03/1930, ho due sorelle, più grandi, Edmea nata al Cairo nel 1952 e Mercedes nata anch’ella al Cairo nel 1954, la mia avventura egiziana finisce quando non avevo compiuto ancora un anno di vita, infatti, i miei decisero di rimpatriare nel gennaio del 1957 quando avevo solo otto mesi, ma tutto ciò che mi è stato raccontato dalla mia famiglia sull’Egitto mi ha sempre affascinato.

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Girolamo Quattrocchi Egizia Irone

Fu mio nonno paterno che, agli inizi del 1900, emigrò in Egitto, nacque a Messina nel 1870 anno in cui nel Regno d’ Italia si festeggiava “Roma Capitale”,  lui Girolamo Quattrocchi sposò Egizia Irone anche lei di origine siciliane dalla loro unione nacquero ben sette figli, tre sorelle, quattro fratelli  tra cui mio padre Armando. Non fu vita facile per lui, infatti mio nonno Girolamo morì nel 1936 a soli 66 anni e mio padre per poter sostenere la famiglia emigrò nelle colonie Italiane dell’Africa Orientale, precisamente in Etiopia (Asmara, Massaua e Adis Abeba), partì con l’entusiasmo di un patriota che ritorna a casa nella sua amata “Italia” ma, con l’evolversi del conflitto mondiale, le cose in quella parte del mondo cambiarono, infatti l’Etiopia fu occupata dagli inglesi e mio padre si  ritrovò internato per ben 5 anni in un campo di prigionia inglese nel Kenia a spaccare pietre e a spaccarsi la schiena.

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Terminata la guerra, tornò dai suoi in Egitto dove conobbe mia madre Elsa, che pur essendo nata e vissuta ad Alessandria, in “Rue Salah El Din”, nel 1940 la guerra la portò al Cairo a “Rue Ebnel Ferrat”, luogo più’ sicuro dai bombardamenti dei nostri aerei italiani sulla città, (Alessandria dista poco più di 70 Km da El Alamein)

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Alessandro Peruto e Concetta Lo Cascio

Mio nonno materno Alessandro Peruto, lavorava al Museo Greco Romano di Alessandria d’Egitto, poi, trasferitosi al Cairo, trovò un impiego come contabile nell’azienda edile di  “Goldenberg” un imprenditore di origine ebrea; sposò Concetta Lo Cascio e dal matrimonio nacquero tre figli Vincenza,  Giovanni detto Bebi, e mia madre Elsa.

Mia madre aveva frequentato la scuola inglese e diventò insegnante  nella stessa scuola dove aveva studiato la  “S. George  School” a Heliopolis, la città giardino.

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Zina, Elsa e Beby Peruto

 

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  Momenti di Elsa Peruto alla St.George School

 

Mio padre tornato dalle ex colonie italiane in Africa  aveva intrapreso con  un fratello l’attività in una falegnameria nei pressi di Bulacco, mestiere tramandato da mio nonno Girolamo; so che lavorarono molto  con la “Società Bonifica Italiana” con sede in Italia che aveva stipulato con il governo egiziano dei lavori per la costruzioni di case e villaggi in Alto Egitto.

I miei  si sposarono  il 14 di luglio del 1951 al Cairo nella chiesa di “San Marco” a Shoubra.

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Il viaggio di nozze lo fecero ad Alessandria dove si può ammirare  un lungomare stupendo chiamato “La Corniche” tutto di marmo opera di abili scalpellini italiani, andarono ad abitare nella casa materna di mio padre nel quartiere Sharia Shoubra, a quel tempo pieno di Italiani; dopo quell’anno nacque Edmea detta Mea, Mercedes detta Dede, ed io Edgardo detto Nino.

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Nascemmo tutti all’ospedale italiano “Umberto Primo” al 17 di El Sarayat comunemente chiamato “all’ Abbassia”,  tre figli e una grande voglia di ricominciare, cosi mio padre e mia madre dissero addio alla lavandaia (Homaleia) che faceva il bucato,  alla serva (Fatma) che accudiva la casa,  ai quasi 200 metri quadrati di appartamento ed al loro lavoro,  tutto per ricominciare di nuovo da capo qui in  Italia,  la patria che non avevano mai conosciuto essendo entrambi nati e vissuti fino a quel momento  in Egitto, a parte due piccole visite di mio padre che fece la prima  nel 1932 a bordo del piroscafo Ausonia, ad opera di un centro di avanguardisti e giovani fascisti ad Asiago nel Vercellese, ed una privata nel  dopoguerra nel 1947 a Modena.

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Piroscafo Ausonia - 7 agosto 1937

L’ Egitto lo lasciammo definitivamente nel gennaio del 1957,  in pieno inverno, mia madre aveva  solo 27 anni mentre mio padre ne aveva 44.  Presero tale decisione per rendere un futuro più tranquillo a me ed alle mie sorelle,  infatti come chi legge ben sa, la caduta di “Re Farouk”, governatore d’Egitto,  fu determinante per gli stranieri, la nuova Repubblica aveva nazionalizzato tutto incominciando dalla "Compagnia del Canale di Suez" di proprietà franco-britannica e non c'era più posto per la libera imprenditorialità degli  stranieri…, già stranieri, perché, nonostante fossimo nati e cresciuti in quel paese e parlassimo perfettamente la  lingua locale, non prendemmo mai la cittadinanza egiziana. Erano, inoltre, già state innescate iniziative belliche che rendevano la permanenza sempre più difficoltosa, Era tempo di tornare a casa, così i miei pensarono bene ad andarsene. 

Ci imbarcammo sul “Nefertiti”, piroscafo personale del re Faruk requisito alla casa reale d’Egitto, mio padre aveva ottenuto un visto per la Colombia dove si trovavano alcuni suoi amici ma, dopo tre giorni di mare cattivo arrivammo al porto di Napoli, mia madre mi racconta che stette male per tutto il viaggio e l’equipaggio per farla stare meglio le offriva del cognac, io, visto che ancora mi allattava, dormii praticamente tutto il giorno.

L’ impatto nel porto di Napoli fu molto forte, vedere gli italiani stessi fare i cosiddetti lavori socialmente utili, quali ad esempio  il facchinaggio, fu molto toccante per chi era abituato per anni vedere svolgere tali lavori solo agli indigeni del posto, ma eravamo in Italia e bisognava rimboccarsi le maniche.

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In Italia mio padre incontrò una sua sorella partita due anni prima che lo convinse a restare e a non proseguire per la Colombia così cominciò ad avviare una bottega di falegnameria artigiana nella, adesso, Città di Ciampino in provincia di Roma, città che considero di adozione in quanto ci vivo da più di 50 anni, i passi sono stati piccoli ma costanti ed i sacrifici grandi ma, a distanza di 50 anni devo dire "grazie papà" e "grazie mamma", papà è deceduto il 5 di giugno del 1977 a solo 64 anni ma il suo ricordo è sempre vivo in tutti noi.

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Mia madre ora è  pensionata del Ministero della Difesa ed abita a Ciampino (Roma),  ha fatto volontariato all’Università della terza età come insegnante di inglese ed è traduttrice internazionale dell’Associazione onlus MED MED http://www.med-med.net/associati.htm.

Mia sorella Edmea   la più grande,  lavora alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, non si è mai sposata, i suoi amori dichiarati sono i suoi quattro nipoti: Sandra, Andrea, Stefano e Mauro.

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Mamma   Mia sorella Mercedes, mamma, io ed Edmea 

Mercedes è dipendente del Ministero della Difesa, sposata con Carlo Santucci, ora pensionato delle Ferrovie dello Stato, ed hanno due figli: Sandra laureata in Economia e Commercio di 26 anni e Mauro sedicenne ancora studente liceale.

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Dietro i miei figli Stefano e Andrea copn mio nipote Mauro. In prima fila la loro nonna Elsa con mia nipote Sandra Io con mio cognato Carlo Santucci

Io, Edgardo, lavoro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono sposato con Maria Grazia Brusca dipendente del Ministero della Difesa ed ho due figli Andrea di 22 anni  volontario nei Vigili del Fuoco, prossimo dipendente di Trenitalia, e Stefano di 20 studente di un’accademia del cinema.

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Mia moglie Maria Grazia

 Desidero aggiungere due righe menzionando cognomi di amici di famiglia cui, sia a mio padre Armando, sia a mia madre Elsa, avrebbe fatto piacere ricordare: le famiglie Barbato, Berni, Ciappina, Grasso, Interlandi, Toscano, Assonnitis, Raglianti, Patruno, La Sala, Scifo, Vella, Rabat, anch'esse sicuramente con il loro lavoro hanno dato un valido contributo per lo sviluppo di quel stupendo paese chiamato Egitto.

Questo è solo uno stralcio della storia della famiglia di Armando Quattrocchi, non ho menzionato i nomi di parenti ed amici, il mio scopo principale è quello di ricordare una persona  scomparsa da 31 anni ma che nonostante tutto la sento sempre molto vicina.

ciao papà.... tuo figlio Edgardo 

12 Agosto 2008

 

Albero  Genealogico della famiglia

Armando Quattrocchi ed Elsa Peruto

 

Quattrocchi Girolamo

1870-1936

Irone Egiza

1883-1955

 

Peruto Alessandro

1892-1959

Lo Cascio  Concettina

1898-1954

IOLANDA

1908

1985

SALVATORE

1908

1956

GIOVANNI

1911

1977

ARMANDO

1912

1977

NUSA

1914

2004

MARIA

1917

ATTILIO

1923

2008

VINCENZA

1922

GIOVANNI

1923

2005

ELSA

1930

Quattrocchi Armando  -  Peruto Elsa

Edmea

1952

Mercedes

1954

Edgardo

1956

Robert Liebler

Edmea Quattrocchi

Carlo Santucci 

Mercedes Quattrocchi

Edgardo Quattrocchi

Maria Grazia Brusca

 

Sandra

1980

Mauro

1991

Andrea

1985

Stefano

1987

                           

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