Lenti a contatto
Tipi di lenti
Le lenti a contatto (LAC) sono protesi oculari aderenti alla
cornea.
Le lenti a contatto iniziarono a diffondersi, come valida alternativa agli
occhiali, a partire dalla fine degli anni ’40. In principio erano solo rigide,
in polimetilmetacrilato (PMMA), un materiale impermeabile all’ossigeno,
successivamente furono introdotte quelle in idrogel ed infine quelle rigide
gas-permeabili. Nel tempo le lenti hanno subito considerevoli variazioni.
L’attuale disponibilità del mercato consente di scegliere tra diversi tipi di
lente e con requisiti altamente specifici.
Una prima importante distinzione è fra lenti a contatto morbide, lenti a
contatto semirigide e lenti a contatto rigide.
Le ultime sono generalmente impermeabili all’ossigeno, ma in commercio ne
esistono di permeabili e rispettano maggiormente la fisiologia della cornea.
LE LENTI MORBIDE
Sono anche dette idrofile per via dei polimeri che
inglobano percentuali di acqua (tra il 36% ed il 70%).
Questo tipo di lenti sono quelle che meglio si adattano alla natura
dell’occhio poiché sono in grado di garantire il giusto apporto di ossigeno
dall’esterno. La frequenza delle sostituzioni e i tempi di utilizzo
giornaliero dipendono dal livello di idratazione che possiedono e dai materiali
di cui sono composte. Anche se garantiscono un grande comfort, assicurato dalla
morbidezza e dalla percentuale d’idratazione della lente, frequentemente si
assiste alla formazione di depositi proteici e di sostanze estranee sulla loro
superficie che possono dare origine a fenomeni allergici e d’intolleranza.
Per questo motivo è prudente effettuare un’accurata manutenzione e un
ricambio frequente delle LAC, operazione questa attualmente possibile grazie
alla diffusione delle lenti a contatto monouso “usa e getta” presenti sul
mercato di tipo giornaliero, settimanale, quindicinale e mensile.
I rischi d’infezione e le reazioni allergiche tendono così a ridursi
sensibilmente consentendo un breve adattamento ed una pratica gestione.
Il raggio di curvatura di questo tipo di lenti è adattabile alla maggior parte
delle cornee e la loro sottigliezza garantisce un buona ossigenazione della
cornea.
LE LENTI SEMIRIGIDE
Nonostante il nome queste lenti sono appena più flessibili di quelle
“rigide”. I polimeri con cui vengono fabbricate permettono più facilmente
all’ossigeno di diffondersi alla cornea.
I tempi di sostituzione sono decisamente più lunghi rispetto alle lenti morbide
e questo comporta una maggiore cura nelle periodiche operazioni di pulizia e
manutenzione.
Risultano essere vantaggiose in casi di ridotta lacrimazione e particolarmente
adatte nei casi di alterazioni della curvatura della cornea come
nell’astigmatismo, nel cheratocono e negli esiti di ferite corneali.
Il periodo di adattamento per i portatori è in relazione alla tolleranza
iniziale: i primi tempi è consigliabile alternare all’applicazione delle
lenti l’uso degli occhiali tradizionali ed associare periodici controlli dello
specialista.
LE LENTI RIGIDE
Sono fabbricate con un materiale resistente non flessibile: il
polimetilmetacrilato.
La loro struttura impedisce completamente all’ossigeno di raggiungere la
cornea, l’unico scambio con l'esterno avviene grazie ai continui movimenti che
la lente effettua sulla superficie corneale.
La loro durata è decisamente maggiore rispetto alle lenti morbide e alle
semirigide pur essendo caratterizzate da una bassa tolleranza iniziale e a
periodi molto lunghi di adattamento.
La composizione ne permette una pulizia più accurata e sicura.
Le LAC rigide sono le più idonee a correggere l’astigmatismo, ma consentono
difficilmente lo svolgimento di attività sportive.
LE LENTI COSMETICHE
Questo tipo di lenti sono state immesse sul mercato
recentemente. Non si tratta solo di protesi correttive, ma per lo più di un
ausilio cosmetico associato ad esigenze d'immagine della persona.
In alcuni casi, possono coadiuvare il trattamento di alcune patologie come
l'ambliopia o le opacità oculari.
I portatori possono scegliere tra lenti colorate idrofile e lenti cosmetiche
vere e proprie. La differenza consiste nel risultato estetico finale: le prime
inducono variazioni parziali di colore nell'iride, le seconde, realizzate con
tecnologie sofisticate, alterano totalmente il colore dell'occhio.
Le lenti cosmetiche contengono alte percentuali di colorante: quest'ultimo
diminuisce la permeabilità della cornea all'ossigeno e ciò costituisce un
limite per la condizione di utilizzo.
Difetti refrattivi
MIOPIA
La miopia è un vizio refrattivo che non consente di
vedere chiaramente da lontano mentre gli oggetti vicini possono essere visti con
nitidezza. Questo disturbo nella grande maggioranza dei casi è dovuto ad un
allungamento eccessivo del bulbo oculare, ma anche ad una curvatura della cornea
o del cristallino superiore alla norma. Il trattamento correttivo per mezzo di
lenti a contatto è consigliabile nel caso di miopie di un certo grado
soprattutto per l'evidente aumento dell'acuità visiva e per l'ampiezza del
campo visivo. Le più adatte sono le lenti rigide indicate anche per la
correzione dell'astigmatismo e nei casi di ridotta lacrimazione.
IPERMETROPIA
E' un difetto refrattivo molto diffuso che comporta
l'impossibilità di mettere a fuoco gli oggetti sia nella visione da vicino che
in quella da lontano. Le cause principali di questo disturbo riguardano
l'insufficiente curvatura della cornea rispetto alla lunghezza oculare.
La terapia di correzione tramite LAC prevede in particolare l'applicazione di
lenti monouso di spessore sottilissimo. E' così possibile garantire
l'ossigenazione della cornea che avviene in modo ottimale e sicuro. Si tenderà
comunque a prescrivere lenti leggermente più deboli di quelle adatte ad una
correzione totale, per consentire un visus migliore non ottenibile con gli
occhiali.
ASTIGMATISMO
L'occhio astigmatico presenta una deformazione della
cornea a causa della quale le immagini vengono percepite in modo distorto ed
indistinto.
La cornea astigmatica presenta un profilo ellissoidale che ha impedito per molti
anni una soluzione terapeutica definitiva per mezzo di lenti a contatto. Il tipo
di astigmatismo che si riesce a correggere infatti è quello della superficie
della cornea, l'astigmatismo degli altri diottri persisterà in modo fastidioso.
Il tipo di lente migliore a questo scopo è quello rigido, un valido ausilio per
ottenere una acuità visiva non raggiungibile con gli occhiali.
PRESBIOPIA
E' la progressiva riduzione della capacità accomodativa
del cristallino nell'occhio a causa dell'indurimento della sua struttura. Le
prime manifestazioni compaiono intorno ai 40 anni e si caratterizzano per una
visione meno nitida da vicino e per una crescente fatica a mettere a fuoco
immagini in successione distanti e vicine. Anche in questo caso l'applicazione
di lenti a contatto può risultare vantaggiosa utilizzando lenti corneali
multifocali.
Tali LAC sono costruite con un profilo tale da consentire di mettere a fuoco gli
oggetti alle diverse distanze.
Manutenzione delle LAC
Le soluzioni per lenti a contatto furono inizialmente
prodotte in due versioni:
-umidificante: per favorire il flusso lacrimale
-da immersione: per permettere la disinfezione
Ad esse seguirono i detergenti tensioattivi e le soluzioni universali, utili cioè
sia per la pulizia che per la disinfezione.
Questi prodotti sono molto importanti per la manutenzione quotidiana delle lenti
a contatto e limitano fortemente l'insorgere di complicanze.
In particolare, esse proteggono i materiali di cui si compongono le lenti dai
depositi proteici e dallo sviluppo di microbatteri in grado di procurare
reazioni allergiche.
Per le lenti a contatto rigide le più utilizzate sono le soluzioni umidificanti
ed umettanti.
La composizione tensioattiva del liquido è in grado di ridurre la distanza tra
le lacrime dell'occhio e la superficie delle lenti. In questo modo si forma un
rivestimento viscoso in grado di isolare la cornea e la lente minimizzando
l'eventuale attrito.
Il compito di questo tipo di soluzioni è quello di mantenere lo stato di
sterilità che precede le operazioni di prelevamento dal liquido conservante ed
umidificare nei casi d'insufficienza lacrimale.
Tutte le lenti a contatto, invece, necessitano di una fase di
disinfezione quotidiana. Dopo una scrupolosa pulizia, le lenti devono essere
immerse nelle apposite soluzioni di conservazione. Distinguiamo delle:
soluzioni stabili: specificatamente formulate per lenti rigide o morbide;
soluzioni instabili: contengono un antibatterico che si neutralizza e sono specifiche per lenti morbide;
soluzioni saline: solo per lenti morbide (ad una temperatura di almeno 100°C)
Qualsiasi sia il tipo di lente utilizzata, dopo l'uso questa è contaminata e,
quindi, è buona norma effettuare quotidianamente le operazioni di pulizia.
I prodotti per la pulizia contengono dei tensioattivi che possono essere non
ionici, anionici o anfoteri.
Nel primo caso si adattano meglio alle lenti in idrogel poiché non
interagiscono con i suoi costituenti, negli altri casi le lenti devono essere
risciacquate con attenzione per evitare episodi di tossicità od intolleranza.
Periodicamente le lenti devono essere trattate con enzimi proteolitici. Sono
disponibili in commercio come pastiglie solubili in soluzione salina o acqua
purificata e costituiscono un ottimo mezzo per la rimozione dei depositi
proteici che si formano sulla superficie delle lenti a contatto, ma non
escludono il tradizionale uso dei detergenti.
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Complicanze
Quando le istruzioni per una corretta manutenzione non sono seguite con
scrupolo si incorre con frequenza nel verificarsi di complicazioni.
Sebbene i portatori di lenti a contatto generalmente ritengano di eseguire con
sufficiente cura le operazioni di pulizia e conservazione, oltre il 91%
sottovaluta almeno un aspetto importante del trattamento.
Il metodo di prevenzione più efficace continua ad essere l'apprendimento e la
messa in atto delle regole fondamentali di detersione e disinfezione quotidiana.
Tra le cause più comuni che favoriscono l’insorgere di complicanze vi sono:
mani non completamente igienizzate, riposizionamento sbagliato nell’astuccio,
utilizzo di soluzioni conservanti diverse, mancanza di controlli periodici. Al
primo segnale di irritazione o rossore insolito bisogna sospendere
immediatamente l’uso delle lenti a contatto e consultare lo specialista per
individuare le cause.
UTILIZZO ECCESSIVO DELLE LENTI
La cattiva abitudine di indossare le lenti a contatto monouso anche di notte,
altera l’equilibrio fisiologico della cornea. Anche i portatori di lenti a
contatto tradizionali che le indossano durante il sonno possono andare incontro
a complicanze quali l’ipossia e i depositi di calcio e di mucolipidi.
IPOSSIA
Le lenti a contatto formano una barriera all’apporto di ossigeno alla cornea.
Le conseguenze dell'ipossia corneale riguardano cambiamenti fisiologici
nell'epitelio con una diminuzione delle riserve metaboliche e un aumento della
sensibilità e dell'aderenza.
L’ipossia corneale può determinare una intolleranza alle lenti, una
neovascolarizzazione corneale e dei difetti di refrazione.
DEPOSITI MUCOLIPIDICI E DI CALCIO
Spesso i depositi sulle lenti a contatto aumentano la possibilità di
proliferazione di funghi, dei batteri e di allergie. Le cause principali sono:
le secrezioni oculari, i cambiamenti nella composizione del film lacrimale e i
possibili difetti nel materiale delle lenti.
Un altro tipo di deposito molto diffuso è quello a base di calcio, un normale
componente delle lacrime, che può cristallizzare quando le lacrime diventano più
acide a seguito dell’ ipossia.
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ULCERA CORNEALE
Si presenta come una piaga aperta nel sottile strato trasparente che ricopre
l’occhio, la cornea.
Si manifesta con un dolore intenso, fotofobia e lacrimazione. La cornea si
presenta edematosa e la congiunti-
va molto infiammata.
Nei casi più gravi si può avere accumulo di materiale purulento nella camera
anteriore. La pressione intraoculare è sovente alterata.
In caso di presenza di batteri (come lo pseudomonas) e di danni a livello
dell’epitelio corneale, le lenti a contatto possono favorire l’insorgenza
dell’ulcera, poiché interferiscono nella normale funzione di detersione
operata dal flusso lacrimale e dal movimento delle palpebre ed offrono un
rifugio ai batteri.
Il danno a livello della cornea è operato dal trauma meccanico esercitato dalle
LAC ed è dovuto principalmente all’azione dell’inserimento e rimozione
delle lenti e dalle abrasioni operate dai depositi presenti sulle lenti. Anche
l’ipossia, favorendo la desquamazione dell’epitelio, può causare danni
simili. Presenza di batteri patogeni e trauma meccanico risultano essere i
fattori necessari per lo sviluppo dell’ulcera corneale.
Quando si instaura un quadro clinico di questo tipo, è importante sospendere
immediatamente l’uso delle LAC. Sebbene sia utile individuare il possibile
agente patogeno con una coltura batterica mirata, nella pratica clinica ciò
risulta difficilmente attuabile. Il trattamento di base prevede l’utilizzo di
un antibiotico ad ampio spettro, associato ad un farmaco cicloplegico, in grado
di ridurre l’infiammazione e migliorare il comfort per il paziente. Bloccata
la proliferazione batterica, l’utilizzo di un antinfiammatorio steroideo
permette di velocizzare il processo di guarigione.
ALLERGIE
La CLKC (cheratocongiuntivite limbica superiore da lenti a contatto) può
instaurarsi nel paziente dopo due mesi – tre anni di utilizzo delle LAC.
Bruciore, prurito, fotofobia e secrezioni sono accompagnate da segni clinici
quali l’ opacità dell’epitelio, e la vascolarizzazione della cornea.
Le modificazioni della cornea possono portare ad una riduzione dell’acuità
visiva.
La zona interessata ha un aspetto a V con apice verso la pupilla.
Un'altra allergia comune è quella al TIMESORAL, un conservante che si trova
nelle soluzioni per LAC morbide. Può essere causa di reazioni di ipersensibilità.
Quando diagnosticata, il paziente deve sospendere l’uso delle LAC.
Cheratocongiuntivite da |