La città ed il territorio che cambiano


La cultura lo ha già definito il "sacco legale di Cremona"

Una città per vivere


di Nicola Piro

Ciampi è stato a Cremona. Non possiamo non dare ragione al nostro Presidente della Repubblica quando, in occasione della cerimonia per la fondazione della FAO, si è richiamato a uno dei suoi temi più cari, come la necessità di un maggiore impegno nel confronti del Sud del mondo e in particolare dell’Africa.
La costruzione di un ordine mondiale più giusto è un impegno morale. Si tratta di pensieri nobili che certamente sollecitano riflessioni e ripensamenti. Per noi italiani sarebbe stato incoraggiante se il nostro Presidente della Repubblica avesse volto a Cremona una parte della sua attenzione (e del suo cuore) anche ai problemi di casa nostra. Uno di questi problemi è la città, il suo essere e divenire, il modo di renderla più umana e più accettabile a chi la vive e a chi in essa vive e abita, con i mezzi canonici dell’architettura e l’insieme dei suoi caratteri costruttivi ed estetici.
La prima domanda che oggi, e in primo luogo, ci poniamo è: che cosa è la città ? La seconda: che cosa avviene nella città ?
Max Weber, il sociologo tedesco, nel suo saggio Economia e Sociatà, vol. V, Tübingen 1999, così si esprime: comune a tutte le definizioni è che la città in ogni caso e, quantomeno, in senso relativo, è un insediamento, un complesso (Siedlung) chiuso; un luogo, non una o più dimore. Il filosofo tedesco Martin Heidegger in una sua conferenza tenuta il 5 agosto 1951 a Darmstadt (Germania) dal titolo "Costruire Abitare Pensare " iridefinisce il concetto dell’abitare.“Gli edifici di abitazione, è vero, assicurano il ricovero. Le abitazioni, oggi, possono essere addirittura articolate bene; essere facilmente governabili; essere aperte all’aria, alla luce e al sole; però: offrono le abitazioni effettivamente la garanzia che possono essere abitabili ? (....) .Nel linguaggio alto-tedesco il termine che indica il costruire (buan) significa nello stesso tempo abitare. Cioè: stazionare, soggiornare. Quando la parola costruire si esprime nel senso originario, nello stesso tempo dice sino a che punto si spinge l’essenza o il significato dell’abitare“.
I concetti di un sociologo e di un filosofo ci introducono, così, in quella complessità che attiene alla dimora dell’uomo al punto da plasmarne il carattere o l’animo e ricondurci in quella sfera tutta italiana che ci appartiene come l’aria che respiriamo e che è la Civiltà del Rinascimento; una civiltà essenzialmente urbana che affonda le sue radici nella trasformazione dell’idea medievale di città sia sul piano architettonico e spaziale, sia su quello civile e politico di luogo deputato alla vita associata e all’organizzazione collettiva. Ecco perché la Cultura dell’Umanesimo, nei suoi society values, distinge tra urbs, luogo geografico e insieme di edifici, e civitas, comunità di individui legati dal vincolo razionale delle leggi: aliud urbem significare, aliud civitatem: urbs enim est solum aedificia et moenia ab orbe quo locus cingitur appellata; civitas autem congregatio hominum iure sociatorum et eisdem legibus viventium (altro significa urbs, altro civitas; urbs, infatti, è solo l’insieme di edifici e delle mura che prendono nome dal circuito entro il quale il luogo è compreso; civitas, invece, è aggregazione di uomini associati dal diritto e che vivono sotto le stesse leggi).
Lei, signor Presidente della Repubblica Ciampi, ha visitato il 4 gennaio scorso un luogo italiano della vergogna, Scampia; . Le confessiamo che, oggi, non ci sentiamo più di riconoscerci in quell’habitus che ci hanno consegnato studio ed esperienza.
Architettura ed Urbanistica, rinnovamento urbano e recupero del paesaggio, devono quanto prima diventare ambiti di cultura e civiltà, consegnando all’istituto del concorso, che è competizione ed emulazione e, pertanto, qualità della vita, quella funzione insostituibile di stimolo, di analisi e di ricerca (non accademica e, pertanto, fine a sé stessa) da porre a beneficio della società. Non Le chiadiamo, signor Presidente Ciampi, molto. Gli italiani onesti vogliono soltanto consegnare alle loro Istituzioni l’aspirazione legittima di elevare la città al ruolo di questione nazionale; all’insegna del rigore e della legalità. Lo abbiamo dimenticato da sessant’anni, stiamo peggiorando questo concetto, anche nella bella Cremona, da dieci anni.
**Rinascita

Che razza di Consiglio Comunale governa
e tutela l'immagine di Cremona?



Riuniamo in un dossier una situazione che di giorno in giorno è diventata più pesante: c'è un vero attentato alla bellezza di Cremona, tanto più grave perchè avviene in nome della legge e , sembra, si realizza con tutti i crismi e in qualche caso persino la benedizione del governo della città, il primo organismo che dovrebbe averla a cuore, ma dove si sta smentendo una cura scrupolosa e secolare mantenuta dai nostri antenati. Il periodo che stiamo vivendo è paragonabile, nel dopo guerra, a quello avvenuto nei terribili anni sessanta quando una Cremona sostanzialmente quasi del tutto intatta dopo il piccone del regime, subì una serie di sgrarri incredibili portati avanti dalla speculazione più brutale. Oggi siamo sulla strada. Allora il centro, adesso la periferia.

Ecco la sintesi di uno scandalo con la copertura delle legge e dei regolamenti edilizi e dello stesso PRG che è emerso sull'onda di un caso specifico, l'attentato alla bellezza dell'ultimo Baluardo di Cremona, il forte San Giorgio a Porta Mosa. La seconda immagine qui sopra, è volutamente quella di un caso non proprio primario, ma emblematico. E'una immagine che misurala gravità del disinteresse: se nemmeno a queste situazioni si provvede, che accade per le più importanti? Partiamo da questa domanda per tutti i successivi servizi di richiamati in questa pagina. Un vero indice che diventa una denuncia terribile.

Casi importanti, casi minori. Sempre lo stesso silenzio nell'aula sorda del consiglio comunale. Il caso che esponiamo qui sopra, ripetiamo, è tra quelli minori forse. Ma ricordiamo che in una città avvertita quando si trattò della irregolarità del ristorante sotto il Ponte del Po, il consiglio comunale si infiammò per molte sedute. Quest'estate abbiamo domandato cortesemente se questa baracca, che via via è diventata un vero e proprio locale di ritrovo. sia regolare. La zona è a rischio idrualico. Sarebbe proibito costruire, anche provvisoriamente. Si trova in via del Sale. Nessuno risponde, nessuno muove un dito, maggioranza e opposizione. Anche per questa ragione i cittadini avvertono che sta avvenendo quello che, con un immagine efficace, un loro concittadino autorevole ha definito addirittura il sacco di Cremona. Le pagine de "Il Vascello" rivelano una situazione impressionante e di sicuro superiore a quello che in passato sembava essere un disagio urbanistico. Non più soltanto le pensiline della rinnovata piazza Stradivari e i giardini pubblici. Non più la minaccia incombente su un capolavoro di architettura razionale, Palazzo dell'Arte. Fatti concreti, in atto. Li elenchiamo qui di seguito, con semplici richiami sui quali basta cliccare per chi vuole avere il quadro completo degli sfregi autorizzati e formalmente ineccepibili in atto. Nella colonna a lato, la pagine di questo panorama che non avremmo mai voluto mostrare.

Porta Mosa.Durissimo j'accuse delle associazioni ambientaliste. Il Comune di Cremona, l'assessore Soregaroli hanno fatto il loro dovere? Loro rispondono che hanno già chiarito tutto in consiglio comunale. Indifferenza, insomma, nessuna voglia di spiegare ancora, all'infinito, fino a convincere davvero. Arroganza o ammissione di responsabilità, o vergogna?

In via Litta davanti alle villette ed ai giardini che caratterizzano la zona sorge un enorme condominio realizzato dalla stessa impresa che ha alterato lo spazio dell'antica Porta Mosa. Il regolamento edilizio che impone un rigoroso rapporto tra la larghezza della via e l'altezza del fabbricato è stato violato oppure anche in questo caso muovendosi nelle pieghe delle disposizioni urbanistiche e di legge si è trovato il modo di rendere anche questa costruzione assolutamente a norma nella completa indifferenza della città?

Le case a schiera di fianco ai tempietti neoclassici della Cascina Belvedere. La stessa cascina Belvedere e la bellissime decorazioni in cotto in grave pericolo. L'immagine di questo intervento è a lato nel richiamo e si può vedere ingrandita nella pagina ad hoc che si raggiunge cliccando sulla sototlineatura.

Il progetto di condomini che copriranno una immagine preziosa di Cremona dal Po nell'area dell'ex solai Varese, in via del Sale. ad opera della stessa cooperativa Monteverdi che realizza gli insediamenti nella cascina Belvedere.

La cooperativa Monteverdi ha pure abbattuto il molino Mangianti per realizzare condomini in area Galletti, in via Milano, area a suo tempo definita a rischio idraulico e di rispetto per la presenza di una azienda a rischio elevato, la Tamoil. Per il tutto, è stato precedentemente raso al suolo un bosco con interventi e multe tardive. Minacce anche sul verde e sul bosco adiacente per altri insediamenti. La cooperativa Monteverdi ha per presidente pro tempore Francesco Spotti, esponente della Margherita, partito di governo nel comune di Cremona.

Distruzione del mulino delle Passere. La città dei cremonesi fin dal 1976 ne raclamava la salvaguardia.

Altrettanto in fase di demolizione con un gigantesco progetto, il complesso dei mulini Maglia - Feraboli in via Bergamo con assoluto disinteresse per le evidenze storiche e di cultura contadina di questa zona.

I tetti e i colori della città rossa (due casi distinti trattati i due diverse inchieste ma analoghi: sono entrambi avvenuti infatti con la approvazione del Comune di Cremona).

Iperfeltrinelli: il prosieguo dei lavori consente di misurare direttamente la distruzione del verde e la colata di cemento della nuova installazione che darà un altro colpo mortale all'interesse dei cremonesi a frequentare anche commercialmente il centro storico (il che significa tenerne viva la sostanza).

Le cascine della cerchia urbana ufficialmente difese nei documenti urbanistici, in realtà abbandonate alla più feroce ristrutturazione. Il Comune di milano ha fatto ben altro e meglio.

La minaccia alla struttura di mura antiche ed ai fortalizi restanti nell'area della ex Snum, in via Giordano. Qui è il Comune stesso che vuole sostituire verde , giardini e mura che si collegano a quelle di porta Mosa con condomini. E' vero allora che le evidenze storiche sono nel cuore di Corada?

Il possibile utilizzo a uffici comunali e assessorili degli splendidi spazi del complesso di San Francesco nel vecchio ospedale. C'è per ora una una smentita che però lascia inquieti, sentite le predilezioni dell'assessore Soregaroli.

La muraglia Lacchini: di giorno in giorno si erge sempre più imponente una muraglia alla periferia di Cremona, di fianco allo stadio: se a un punto di vista architettonico si può considerare la continuità dell'impresa già avviata con la costruzione del complesso da tempo operativo, nei fatti viene chiuso anche a nord il panorama cittadino da una muraglia di mattoni impressionante, decisamente lontana dalle tradizioni urbanisiche e architettoniche della città, abituata a relazioni decisamente più umane di quelli praticabili in simili casermoni. E non finisce qui: si intrecciano in modo preoccupante le voci, peraltro finora smentite, che vorrebbero la trasformazione dello stadio Zini in area edificabile con la costruzione di un nuovo stadio nell'area di san Felice. Operazioni che il calcio di oggi sembra pretendere come risultato di una concezione estrema ed esclusivamente affaristica dell'impresa sportiva.

Agli sfregi urbanistici, si aggiunge il disinteresse per le zone a rischio rilevante. Ezio Corradi ne fa un elenco impressionante del quale non terrebbe conto il PRG.

Come è possibile questo disastro autorizzato? Perchè il "sacco"è legittimo, questo è il peggio.

L'ex assessore Michele De Crecchio spiega, infatti, che Cremona è una città dove le case possono volare come la casetta della Vergine Maria dalla Palestina a Loreto via Dalmazia.


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La Giunta nel recente intervento su Porta Mosa si è trincerato dietro l'impossibilità di fare di più. Molti di questi guasti potevano invece essere evitati, limati o annullati. Non c'è stato alcun intervento, invece. Altri guasti sono preannunciati dallo stesso Comune. E allora sorge un'ultima domanda, terribile, se si scava fino in fondo.

Che razza di Consiglio Comunale governa Cremona? Incapaci, disattenti, partecipi?




La pagina è aggiornata alle ore 14:00:34 di Mar, 3 gen 2006


In foto e testi l'assalto urbanistico

Cliccando su ciascuna foto potrete vedere le foto e leggere i servizi sulla perdita di memorie in atto a Cremona in questi mesi


La città dove le case volano


Lo sfregio di Porta Mosa


In sfregio a via Litta


Tempietti e case a schiera


Il panorama da negare


Addio Molino Mangianti


Addio Molino Passere


Addio Molino Maglia


Lo sfregio ai tetti rossi


Feltrinelli: cala il cemento


Il disprezzo per i colori


La Muraglia Lacchini


Le cascine indifese


Case comunali sulle mura?



Uffici comunali in S. Francesco?