Un po' di pazienza: con molte foto, questa è la pagina più lunga da scaricare



La mostra su Aurelio Betri "e altri" al Triangolo


Dal 18 dicembre all' 8 gennaio , presso il Circolo culturale "il triangolo" Vicolo Stella 14 - Cremona si terrà la mostra "Aurelio Betri e gli altri: la città letta dai fotografi cremonesi fra Otto e Novecento". La mostra è realizzata in occasione della presentazione del terzo volume della Storia di Cremona dedicato all'Ottocento ed accoglie riproduzioni del materiale fotografico, lastre e stampe, realizzato fra il 1868 ed i primi del novecento, conservato nelle raccolte dell'Archivio di Stato, della Biblioteca Statale e del Museo Civico "Ala Ponzone" di Cremona.
Si tratta della prima esposizione organica di fotografie dell'epoca, che danno l'immagine "nuova" di Cremona frutto di una nuova tecnica figurativa e di un modo diverso di leggere e rappresentare la città rispetto all'illustrazione pittorica. Negli ultimi trent'anni dell'Ottocento il linguaggio fotografico cambia in ragione dei progressi tecnici e di maturata consapevolezza delle potenzialità espressive del mezzo; l'evoluzione si avverte nelle immagini in mostra dovute in massima parte ad Aurelio Betri, un vero maestro, un caposcuola non isolato. Il panorama della fotografia cremonese dell'Ottocento e dei primi del Novecento non si esaurisce in questa mostra dedicata ad un tema specifico e realizzata esclusivamente con materiale delle principali raccolte pubbliche; dovrà essere completato estendendo la ricerca ad altri temi e ad altre fonti.
La mostra, curata da Giuliano Regis con la collaborazione di Elisabetta Bondioni e Pietro Diotti, resterà aperta dal 18 dicembre al 8 gennaio , fra le 16.30 e le 19.30. ad esclusione del lunedì e delle festività di fine anno. L'iniziativa realizzata presso il circolo culturale "Il Triangolo", è patrocinata dal Comune di Cremona, dalla Camera di Commercio e dall'Amministrazione provinciale, con il concorso della Banca di Credito Cooperativo del Cremonese.


In corso le serate di diapositive all'Adafa

Si svolgono come ogni anno all'Adafa, in via Palestro 32 a Cremona, le proiezioni di diapositive organizzate dal Gruppo Fotografico Cremonese. Siamo così alla terza edizione di "luci e immagini", questo il titolo della rassegna. Ecco il programma restante

5 FEBBRAIO 2006 ore 17:15 ERMANNO FORONI (Reggio Emilia)

Domenica 10 FEBBRAIO 2006 ore 21:15 PIERANGELO GATTI (Ragazzola PR)

17 FEBBRAIO 2006 ore 21:15 ROBERTO BERTONI (Fiorenzuola d'Arda PC)

24 FEBBRAIO 2006 ore 21:15 GABRIELE FAVA/ANDREA MANTOVANI (Casalmaggiore),

3 MARZO 2006 ore 21:15 LUCA PASTORINO (Parma)

10 MARZO 2006 ore 21:15 EMILIO MENIN (Monza)

17 MARZO 2006 ore 21:15 Collezione d'immagini di autori vari

24 MARZO 2006 ore 21:15 MINO BOIOCCHI (Cremona)

31 MARZO 2006 ore 21:15 PIERLUIGI GHEZZI/TIZIANO SCHIROLI (Casalmagg.)

7 APRILE 2006 ore 21:15 LUCIO FERRARI (Cremona)

28 APRILE 2006 ore 21:15 PAOLO FRANZINI (Cremona) Foto aeronautica

5 MAGGIO 2006 ore 21:15GERMANO VILLANI -Fotonatura (Monticelli Ong.)

7 MAGGIO 2006 ore 17:15 LUCIANO BOVINA Diaporama (Bologna)

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"I 12 mesi di Giorgia": il miracolo della vita:



Una mamma racconta con le immagini il primo anno di vita della sua bambina

cliccando qui vedrete scorrere le fotografie una dopo l'altra. Un'emozione intensa per il rinnovarsi del miracolo di una vita che apre gli occhi al mondo: è il nostro
Buon Natale e
Buon 2006


 
Picture Le fotografie sono coperte da copyright© e possono essere riprodotte solo su autorizzazione scritta


Centenari dimenticati, ma quest'anno in occasione della presentazione del volume di storia di Cremona dedicato all'Ottocento la sua figura riappare e viene ripresa in una mostra organizzata al "Triangolo" di Vicolo Stella con la consulenza di Giuliano Regis

1904: scompare Aurelio Betri, patriota e grande fotografo


L'attuale palazzo Affaitati, oggi sede del Museo. Aurelio Betri con i miseri strumenti di allora ci dona - scrive Giuliano Regis - questo splendido interno dell'ospedale Fatabenefratelli. Sono rare nelle fotografia italiana dell'800 riprese di interni così ricche di dettagli, di presenze umane e di suggestione, ma Aurelio Betri sapeva fare il suo mestiere...

Nel 2004 è ricorso il centenario della morte di Aurelio Betri, avvenuta il 2 agosto del 1904. Un altro anniversario dimenticato, che informalmente viene celebrato in questi giorni, ma soltanto per la presentazione del volume della storia di Cremona dedicato all'Ottocento: il tutto avviene in una Mostra al "Triangolo" come si può leggere nella colonna a sinistra. Poiché il volume "Ottocento", pur pubblicando numerosissime fotografie ottocentesche di Betri e altri, dimentica del tutto che in questo secolo venne inventata la fotografia e che ebbe largo seguito a Cremona, provvediamo noi dando alcune note sul principale esponente di quel periodo: Aurelio Betri, appunto.


Aurelio Betri fu il capostipite della grande famiglia dei fotografi cremonesi. Era nato nel 1834 ed in città, giovanissimo, era diventato subito famoso per la sua forza erculea: era stato uno dei primi frequentatori delle palestre d ginnastica sorte in città e buon sollevatore di pesi tanto che il suo principale divertimento era proprio quello di sollevare, tra gli amici, pesi enormi che nessuno di loro neppure sapeva spostare.
Aveva respirato, sin da ragazzo, l'aria rivoluzionaria che spirava in città in quesi tempi, quella del Quarantotto, dei moti di Milano, della rivolta del Ceccopieri, dell'Inno di Mameli ed il suo entusiasmo per la libertà della patria lo aveva portato ad arruolarsi volontario, nel 1859, nella Brigata Regina, quella dalle famose mostrine bianche, quella, tanto per ricordarne un'epica impresa, che combatté a Palestro e Magenta, la preferita del Re Carlo Alberto. E fu proprio a Palestro che Aurelio Betri sostenne il battesimo del fuoco, in una battaglia che fece la storia d'Italia e che egli ricordava spesso con aneddoti curiosi, ma senza ostentazione e senza vanto.
Terminata la campagna di guerra, tornò al suo lavoro, quello di orafo, a perfezionarsi nell'arte d'incastonare le pietre preziose, nella docimastica, in tutti i segreti del crogiolo, tanto da diventare in breve uno dei maggiori esperti in città non solo come orefice, ma anche come stimatore.
Alla fotografia arrivò più tardi, quando un gruppo di amici che avevano aperto un gabinetto fotografico in città, lo vollero a dirigerlo. « Ma il destino lo voleva all'arte fotografica in allora novella »: chiamato a dirigere lo stabilimento fotografico di Beniamino Bertarelli e Luigi Maruti, in contrada dell'Aquila n° 1, firmò uno dei suoi primi ritratti - alla cosiddetta « Bo' d'ora o (probabilmente una ricca proprietaria terriera, qui a destra nella riproduzione) - nel 1865 (da “Interessi cremonesi”, sabato 6 agosto 1904).«

Quattro anni dopo, nel novembre 1869, acquistava dagli stessi Bertarelli e Maruti, per la somma di cinquemila lire, lo stabilimento, dove - fra velluti rossi e giallo-oro, specchi, poltrone, tavoli rotondi, quinte, nell'arredo tipico degli ateliers dell'epoca - sfilò in posa la borghesia cittadina e provinciale, non solo, ma anche qualche popolano, desideroso di essere fissato dall'obiettivo in panni da festa.
La sua abilità professionale - ricorda Maria luisa Betri - giunse a maturazione nel decennio tra il 1870 e il 1880: ne sono testimonianza gli attestati e le premiazioni conferitigli in occasione di numerosi concorsi e esposizioni. Alle medaglie ricevute nell'esposizione del Comizio agrario di Crema (1869), dell'Accademia scientifica di Mirandola (1871), dell'Accademia Raffaello di Urbino (1872) segui l'argento « per saggi fotografici diversi” o nell'esposizione regionale di Cremona nel settembre 1880.
Alcune vedute della città da lui eseguite servirono per le incisioni della Guida della città e provincia di Cremona illustrata da incisioni di distinti artisti, edita nello stesso anno dalla Tipografia sociale, e, nel 1881, « il premiato stabilimento di Betri Aurelio » poteva fregiarsi dell'appellativo di « fotografo di SM. il re d'Italia ».

Alla metà degli anni novanta Betri si associò al minore dei figli, Pirro, che gli successe alla drezione dello stabilimento fino alla prematura morte (1906, due anni dopo il padre) .
Aurelio Betri fu notissimo per la sua abilità, ma anche per le doti umane: “Di intelligenza penetrante, sensibile alle arti e alla musica, curioso, pronto a cogliere le novità della tecnica, Aurelio Betri - ricorda ancora Maria Luisa Betri - affiancò al lavoro intenso una attiva partecipazione alla vita pubblica della città. Fu membro della Società operaia di mutuo soccorso e della Società dei reduci delle patrie battaglie e conservò a lungo i sentimenti democratici che aveva derivato dall'esperienza risorgimentale. Per il gusto del bello e dell'armonia fu inoltre chiamato a far parte di comitati e associazioni destinate ad abbellire o ad arricchire di opere d'arte la città. Nato «figlio di popolo », si conquistò uno spazio in quella borghesia - piccola e media - laica e anticlericale, umanitaria e progressista che, nella Cremona degli anni ottanta, mirava all'emancipazione popolare attraverso graduali riforme”.


Due immagini del centro storico di Cremona, sopra il mercato di piazza Piccola, parte dell'attuale, dissennata piazza Stradivari, prima dei "risanamenti" voluti sia dal fascismo sia dall'amministrazione Bodini. I percorsi della gente sono resi vitali dalla scansione delle trottatoie e dall'accoglienza dei portici che si notano anche nell'edificio a ridosso di quelle che un tempo erano le carceri, entro il Palazzo Comunale. A destra, prima dell'isolamento, ecco una splendida immagine della facciata meridionale. Si noti con quale accuratezza Aurelio Betri bada al parallelismo delle linee architettoniche

L'unica fotografia, a sinistra, che resta della facciata della chiesa di San Domenico, demolita nel 1869. La stampa - scrive sempre Giuliano Regis - ora sbiadita, doveva essere molto suggestiva per il semicontrollo della luce e la brillante illuminazione dei tetti.

Sopra, un gustoso ritratto di famiglia risalente al 1877: la moglie e la figlia di Betri posano nello studio con ben costruita naturalezza. Per l'occasione un abitino a lutto della figlia viene arricchito con le fasce chiare. Il ritratto è stato anche oggetto di un certosino ritocco.


Una serie di immagini della città nel suo tempo che sono giunte sino a noi, sono fervente testimonianza di un tempo passato e di monumenti, strade, palazzi che ormai non esistono più.
Fu anche un grande esperto di musica, assiduo frequentatore dei teatri cittadini ed anche cronista. Era considerato, a Cremona, il più esperto conoscitore di opere liriche che vi fosse in città, conosceva a memoria gli spartiti di decine di melodrammi, ricordava il nome di tutti gli interpreti delle opere che erano state date nei decenni precedenti a Cremona.
Dove però rifulsero maggiormente le sue doti, fu nell’interessamento per il bene pubblico, tanto che per moltissimi anni non vi fu festa di beneficenza o spettacolo per i poveri nel quale egli non sia riuscito a profondere i suoi mezzi e soprattutto il suo ingegno particolare.
Così di lui si ricorda una famoso spettacolo di luci ideato, con lampi al magnesio, davanti alla chiesa di San Domenico (le sue foto sono tra l’altro l’unica documentazione che ci resti di quella che era la più importante basilica in città dopo il duomo), il primo spettacolo cinematografico, le ombre parlanti, le lanterne magiche. Attentissimo a ciò che accedeva anche lontano da Cremona, era pronto a portarlo in città, anche trent’anni prima che si diffondesse.
La fotografia fu comunque la sua grande passione e raggiunse livelli di capacità eccezionali per gli scarsi mezzi di quei tempi e ci si doveva arrangiare soprattutto nella preparazione delle lastre, delle carte, dei bagni di sviluppo e fissaggio. Dal suo obiettivo, sono scaturite immagini che ancor oggi, ad oltre un secolo di distanza, e nell’epoca della fotografia digitale, sono in grado di offrire le più profonde emozioni. A chi sa leggerle, ovviamente.

Un altro anniversario dimenticato dalla cultura cremonese

50 anni fa, il 26 novembre 1955, la scomparsa del grande fotografo cremonese
Ernesto Fazioli

Ernesto Fazioli è stato uno dei più grandi fotografi italiani del secolo scorso, attivo per molti decenni in Cremona ove ha colto ogni aspetto della città: la storia, l'arte, il lavoro, i personaggi. Leggi





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alle ore 10:23:39 di
Mar, 27 dic 2005