Non ci avevate forse mai pensato, ma c'è un land della Germania che splende come un faro - Da Bach a Liszt, da Lutero a Hegel, da Nietzsche a Kafka, dal romanico alla Bauhaus, da Schiller a Goethe, dalla democrazia al nazionalsocialismo di Hitler, tre città con straordinari monumenti e storia: ecco un viaggio che potete mettere in programma quando volete ma che diventa irresistibile quando si effonde il soave profumo della cannella

Un viaggio di Natale: si parte in treno per i Mercatini della Turingia e in tre giorni si scopre che qui ha le sue radici una bella fetta dell'identità europea

Se invece dovessi immergermi in un clima di grande spiritualità, saluterei il Natale ortodosso nel monastero di Santa Caterina, all'ombra del monte Sinai dove Mosè ricevette le Tavole della Legge"



Il Mercato di Natale nella meravigliosa piazza di Erfurt

testi e foto © del nostro inviato Antonio Leoni

TURINGIA - Arriva Natale e per goderne davvero la sostanza, dal punto di vista del viaggiatore, la prima idea è che si raggiungano i luoghi della fede: Gerusalemme, Betlemme, ovviamente, ma sapete che aria tira da queste parti... e poi, diciamolo chiaro , la ressa di pellegrini (e non) che si riscontra anche in altri luoghi immancabili, Roma ad esempio, poco giova alla spiritualità, per quanto la suggestione sia altissima.
Personalmente, se proprio dovessi scegliere di muovermi per andare a pregare, cercherei di ottenere uno speciale permesso (difficile) saluterei il Natale ortodosso nella antichissima chiesa, tra le icone del monastero di Santa Caterina, nel cuore della penisola del Sinai, dove stanno a proteggerlo addirittura le ciclopiche mura dell'imperatore Costantino e dove si sprigiona sin quasi ai giorni nostri - il turismo purtroppo banalizza e uniforma ed anche qui negli ultimi cinque anni molto è mutato- un'aura divina da quando Mosè scese con le Tavole della Legge dalla retrostante vetta del Monte Sinai: la trascendenza del luogo è tale che Maometto, con una propria lettera autografa dichiarò che questo luogo di Dio doveva essere difeso ed onorato anche dai musulmani. Gli Zar di Russia lo amarono e lo sostennero con enormi donazioni, dal che deriva la particolare devozione per Santa Caterina, grande reliquia del luogo.

Da metà dicembre nuove (incredibili) buone occasioni sulle ferrovie tedesche

A proposito di treno. L'11 dicembre è avvenuto il cambio orario ferroviario in Europa e, come ogni anno, ha portato nella DB tedesca, la miglior rete europea, tanti cambiamenti e nuovi treni diretti dall'Italia. Internamente alla Germania sono aumentati i collegamenti nord-sud e il treno ad alta velocità ICE circola su quasi tutto il territorio tedesco. Grazie all'introduzione di nuovi ICE Sprinter si può raggiungere Colonia da Stoccarda in meno di 2 ore e Berlino da Francoforte in meno di 4 ore. Grazie ai nuovi prezzi globali è possibile acquistare una tariffa scontata a posti limitati a partire da 29 Euro sui treni notte, una tariffa normale sempre disponibile e una tariffa normale ridotta di circa il 20% sul prezzo normale, per i ragazzi fino a 26 e per i senior sopra i 60 anni di età.
UrlaubsExpress: Il treno delle vacanze - Il simpatico nome dato dalle Ferrovie Tedesche ai treni stagionali è per sentirsi già in ferie prima di partire. Da giugno 2006 si potrà usufruire di molti collegamenti come Verona/Bolzano Berlino/Amburgo e Pescara-Monaco. Su questo treno è possibile, prenotando in anticipo, viaggiare con prezzi a partire da 29 Euro. Le agevolazioni valgono anche per i gruppi e soprattutto per le scuole: 24 persone che viaggiano da Bolzano a Dortmund, ad esempio spendono 48,50 Euro a persona a/r comprensivo del posto cuccetta prenotato.
Dove rivolgersi: Biglietti ferroviari e pacchetti turistici Via Napo Torriani, 29 (MM Centrale) - 20124 Milano - Orario Apertura: lunedì -venerdì: 9-17 (orario continuato) Orari Call Center: Lun - ven: 9-17 (orario continuato).
Tel. 02 67479578- Fax 02 67479585. Mail: info@dbitalia.it - web: www.dbitalia.it

Ma c'è anche un Natale da vivere per l'aria di Festa che induce. Così questa volta, il mio Mercatino di Natale me lo sono fatto in Turingia.
Molti, senza offesa per nessuno, d'acchito si domanderanno dove si trova, non è poi così immediato il riferimento dalla nostre parti, anche se qualche sua città, come vedremo, registra milioni di turisti all'anno (e, purtroppo, pochissimi italiani).
La Turingia è un land dell'ex Germania dell'Est . Come mai andarci sotto Natale quando il freddo va spesso anche parecchi gradi sotto zero? Personalmente amo l'aria così frizzante e particolare della Germania invernale che spinge a rintanarsi spesso in qualche suggestiva e riscaldata taverna dove si consuma la birra appena fabbricata magari nel luogo stesso dove si degusta, la amo, dunque, per questa commistione di clima e di ore fraterne, da trascorrere tra gli amici per sfuggire al freddo, per i fiori che spuntano abbondanti dietro i doppi vetri delle finestre e per i cieli a volte di un azzurro speciale, a volte di un grigio che scintilla perlaceo.
L'ho amata anche stavolta, pur se mi ha creato qualche problema (venivo direttamente, senza neppure mettere un piede a Cremona, dai trenta e passa gradi dell'isola di Zanzibar nell'Oceano Indiano: ahimè, il dovere di un viaggiatore di professione).
Ma perché questa passione per Mercatino di Natale tedesco e non uno dalle nostre parti? Quello di Bolzano o l'altro di Merano sono davvero notevoli.
Perché il Mercato di Natale tedesco, immancabile nei giorni dell'Avvento in ogni villaggio o città tedeschi, è pagano e religioso insieme, dappertutto ha secoli di storia alle spalle e la gente ci va per una grande, spontanea festa popolare che mette da parte e spesso annulla il terribile rito consumistico del Natale (anche se, evidentemente, pure qui, sotto sotto, fa sentire le sue unghie).
Allora andare in Germania è avvicinarsi a questa esultanza di gente, è bersi assieme un bicchiere (e più di uno, per sconfiggere il freddo) di vin brulé (che di vino ha poco,ma che si giova di un intruglio solitamente ben riuscito di speziature e molti altri ingredienti). Andare al mercatino è comperare molti regali di Natale, quasi tutti improntati alla più rigorosa tradizione, è portare a casa o consumare il dolce classico, il Christollen che ha seicento anni di storia alle spalle ed imita Gesù Bambino in fasce (il più delizioso Christollen è di Dresda, in particolare di una pasticceria famosa, quella di Han - Jürgen Matzker- tel/fax per i nostri golosi +49-03512024003), è immergersi in un profumo di cannella che si diffonde ben oltre i confini del Mercato, è avvertire di sottofondo la musica d'organo di Bach che proviene dalle chiese affacciate sulla piazza.
Non si poteva scegliere un Mercato famoso? Quello di Dresda, ad esempio. Il più antico. Invece sono in Turingia.
Seguitemi e vi accorgerete che forse fino ad oggi potreste aver mancato un'occasione facile e straordinaria. Tre giorni, un fine settimana, e vi renderete conto, forse con la medesima mia sorpresa, che ha qui le sue radici una belle fetta dell'identità europa.



Weimar, dove Gropius fondò il movimento della Bauhaus

Prendo allora, per rimediare a Zanzibar, non un anonimo volo aereo dove tutti ci guardiamo in faccia silenziosi come manichini in vetrina, ma l'eccellente nuovo treno cuccette (persino con la doccia personale e con un bagno destinato agli handicappati) delle DB che parte da Milano alle 21.15 e scendo di prima mattina a Francoforte, sereno e rilassato, nonostante gli scricchiolii che impone anche a un treno modernissimo la vetustà della Galleria del Gottardo.
Da qui il collegamento con la mia prima méta, Erfurt, dove nel pomeriggio si inaugura con un paio di giorni di anticipo sugli altri Mercatini tedeschi, il grandioso Mercato di Natale in una enorme, splendida piazza sovrastata dalla cattedrale e dall'attigua chiesa di San Severo, un panorama cittadino che ha pochi eguali e che cresce di irresistibile suggestione col calare delle ombre della notte.
Al di là del mercatino di Natale, a Erfurt bisogna prima o poi metterci il naso se si vuol congiungere religione e storia. E' la città dove nel convento degli agostiniani Martin Lutero trascorse parecchi anni e sostanzialmente mise a punto, covando qualche speranza di ottenere consensi a Roma, i punti essenziali della Riforma (poi visitò il governo della cristianità e la visione di quel degrado morale gli fece perdere ogni speranza, anziché confortarlo nella Provvidenza: perché se il cattolicesimo sopravvive a tutto, deve pur esserci su San Pietro l'imperscrutabile disegno di Dio).
L'emozione di incontrare l'università (in ristrutturazione) fondata nel 1392 e nella quale studiò Lutero, con la Cappella attigua, ora riaperta, è davvero forte e la si ritrova nel convento agostiniano, ora centro protestante, dove vivono nella fede alcune persone che lo accudiscono, e dove, con pragmatismo, sono aperte a pagamento, alcune celle per chi voglia associarsi a qualche giorno di meditazione.

I ricami della brina sul monumento a J.S. Bach, davanti alla sua casa natale, a Eisenach

L'intera città conserva l'aspetto antico, le vie acciottolate medioevali riportano ai commerci che una guida mi dice alimentati soprattutto dalla coltivazione di una pianta oggi pressoché scomparsa che dava un azzurro naturale ricercatissimo per dipingere.
Sarà così, ma di sicuro trovò la sua ricchezza dall'essere l'unico deposito franco del medioevo tra Norimberga e i porti della Lega anseatica . I commercianti erano attestati sul romantico ponte di Krämerbrücke, che si distingue dal Ponte Vecchio fiorentino per le case ancor oggi abitate dai loro eredi.
Secondo giorno: sempre in treno, partenza per Weimar alle 10 di mattina.
Weimar vi dice qualcosa certamente. Questa città di neppure 65 mila abitanti è un crocevia incredibile fino a metà del 1900 di storia e cultura assolutamente senza paragoni. Neppure Berlino. Perciò la visitano in media 3.5 milioni di persone in dodici mesi che raggiunsero la cifra di sette milioni quando fu nominata “città culturale dell'anno”.
L'attenzione della storia l'ha sempre accompagnata. Parliamo soprattutto del fatto più noto e recente: fu la sede della repubblica costituitasi il 9 novembre 1918 dopo il crollo dell'impero al termine della prima guerra mondiale.
L'instabilità governativa (19 governi dal 1919 al 1933) portò alla crisi del regime parlamentare affermato a Wiemar, dalla quale scaturì la dittatura hitleriana. Weimar - Hitler, scusate se è poco.
Ma se voglio restare al campo culturale e avventurarmi per le sue vie, magari con una carrozza a cavalli che in questi giorni ha i paramenti di Babbo Natale, eccomi nell'alone di due grandi mecenati, eccomi nel XVIII secolo ad inseguire i ricordi, i pettegolezzi e le residenze sulla granduchessa Anna Amalia e soprattutto le impresi culturali di suo figlio Carlo Augusto al quale si deve la Musenhof.
Così a Weimar si ebbe la lunga presenza nientemeno che di Goethe , il quale divenne anche una specie di ministro dei beni culturali, di Schiller, di Herder, dei figli compositori di Bach e, se vogliamo restare ai grandi nomi della musica, da Litzt a Wagner, o per passare ad altri campi di Hegel, Nietzsche, Kafka, Coudray, Kessler, Feininger. Può bastare? No, non basta. Perché qui Gropius avviò il movimento della Bauhaus che ha sconvolto il modo di concepire l'architettura nell'intero mondo. La Bauhaus qui è ancora viva e fa un certo effetto muoversi nei locali dove si respira persino nelle decorazioni murali la rivoluzione di Gropius.
Ci si appassiona tra giardini e musei in quasi trenta edifici storici e monumenti di importanza mondiale. Ovviamente, in questi giorni echeggia dappertutto il famoso “Lieto Natale” perchè questo lied di Johannes Daniel Falk ispirato da un viaggio in Sicilia, fu eseguito per la prima volta proprio a Weimar dove non si perde occasione al Mercato o nei Grandi Magazzini per ricordarlo.
Cultura dicevamo: con un intelligente sfruttamento delle risorse e delle attrattive del luogo. Un semplice evento, lo storico Zwiebebelmarkt, il “mercato delle cipolle” della seconda metà di ottobre, richiama in tre giorni più di trecentomila visitatori (altro che la inqualificabile Festa del Torrone cremonese).



Wartburg, il castello patrimonio mondiale dell'UNESCO, sopra Eisenach,

Un po’ a malincuore, lascio Weimar. Attende l’ultima meta della mia (e speriamo anche vostra) tre giorni. Eccomi, sempre in treno, nel tardo pomeriggio, a Eisenach.
Un turista che proviene dalla città di Monteverdi e di Stradivari, da una capitale della musica, potrebbe trascurare questa cittadina di 51 mila aditanti dove naque J. S. Bach e ne conserva, estremamente suggestiva, la casa natale? Non solo quella casa, storica, comunque. E’ ancora in piedi l’abitazione dove da bambino abitò Martin Lutero. Un opportuno collegamento con Erfurt, un filo di memoria che si annoda. Sul tutto, domina il castello di Wartburg, che i tedeschi abilissimi ed influenti, sono riusciti a far dichiarare patrimonio mondiale dell’Unesco, benchè sia stato quasi interamente ricostruito sui ruderi e secondo una concezione romantica con forti propensioni al neogotico a metà dell’Ottocento (ed allora il cremonese Torrazzo,non vale di più? Una pratica presso l ‘Unesco governata con indifferenza e sciocchezza dai cremonesi). A me , francamente, non è troppo piaciuto, ma la visione della Regione dall’alto è impareggiabile.
E’ ora di rientrare. Tre giorni erano e tre giorni restano. Via Francorte - Stoccarda e col Cisalpino fino a Milano, alle 22.45 si è a Milano.
Goethe, Bach, Lutero, Bauhaus, Schiller, e persino Hitler ce li siamo messi alle spalle. Così come il profumo di cannella. Turingia, sic et sempliciter, forse diceva poco. Mi accorgo adesso che in tre giorni, in treno, sono andato in pellegrinaggio nella cultura e nella storia che hanno fondato l’Europa moderna.

Le foto sono di Antonio Leoni e sono coperte da copyright ©



Pagina aggiornata alle ore 17:56:05 di Martedì, 13 dicembre 2005