PHILIPPE LEROY: BIOGRAFIA

Philippe Leroy (Parigi 15/10/1930)

Non v’è dubbio che Philippe Leroy sia il più popolare fra i divi francesi d’importazione. Uno di quegli attori che hanno condotto una vita avventurosa, fuori dagli schemi, che per la legge della complementarietà si riflette anche nelle scelte professionali. Dopo la carriera militare e la militanza politica esordisce infatti in patria nel 1960 da non professionista in un classico del filone carcerario come Il buco di Jacques Becker. Successivamente per ragioni politiche emigra sul suolo italico, e l’incontro con l’indimenticato Vittorio Caprioli lo convince del tutto a proseguire la strada della recitazione. Appassionato di sport e d’avventura, Leroy riesce a costruire di film in film una carriera vitale ed eterogenea. Si destreggia così abilmente fra successi marcatamente di genere (Sette uomini d’oro, Milano calibro 9, Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, Qua la mano, Il tango della gelosia) d’essai (Il terrorista, e Il gatto) piuttosto scomodi (Il portiere di notte, L’occhio selvaggio, La svergognata) e di registi alle prime armi (Cous, Cous di Umberto Spinazzola). La sua notorietà è legata anche a storici sceneggiati come La vita di Leonardo da Vinci (1972) di Renato Castellani e il Sandokan (1976) di Sergio Sollima. E per la sua scrupolosa dedizione è arruolato così da tutta la crema del cinema italiano: Carlo Lizzani, Riccardo Freda, Liliana Cavani, Ferdinando Di Leo, Sergio Sollima, e Steno. Quindi tirando le somme Leroy ha interpretato in quarant’anni un centinaio di lavori, e negli ultimi tempi si è rituffato in quella fiction televisiva foriera per lui in passato di grandi soddisfazioni.

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