Provenienza:
il sito ufficiale di Marisa Mell.
Marisa nasce a Graz, in Austria, il 24 Febbraio del 1939 come Marlies
Theres Moitzi. Fin da giovanissima la sua massima aspirazione è
recitare, e per questo si iscrive ben presto alla prestigiosa accademia
"Max Reinhardt".
Dopo una manciata di partecipazioni in film austriaci e tedeschi, esordisce
in una parte di rilievo in French Dressing (1963), una delle prime pellicole
dell'inglese Ken Russell. Una commedia dalle trovate registiche bizzarre,
con una trama che fa tutto perno sulla sua affascinante figura da pin-up.
Poco dopo, nel '65, è ancora l'Inghilterra a proporle una discreta
parte in 50.000 Sterline Per Tradire, nel quale per la prima volta la
vediamo a tu per tu con il genere (assieme al thriller) che più
le calzerà a pennello, ovvero lo Spy. Seguiranno infatti diverse
pellicole in cui Marisa interpreterà parti memorabili, per questo
tipo di vicende: Dimensione Morte ('65), La Diabolica Spia ('65), New
York chiama Super Drago ('66), Obiettivo 500 Milioni ('66), fino ad arrivare
al 1968, anno di StuntMan, ma soprattutto del grande psichedelic-noir
di Mario Bava Diabolik.
Così come Eva Kant, in tutte queste trame, Marisa è vista
spesso come una femme fatale o comunque come un'ambigua figura, sempre
in bilico fra il bene e il male. Ma non fu il film di Bava il suo esordio
nel cinema italiano, bensì il brillante Casanova '70 di Mario Monicelli
(1965), dove interpreta la parte di una contessa infedele. Altre due discrete
commedie italiane precedettero il film di Diabolik, ovvero Che Notte,
Ragazzi! ('66) e Le Dolci Signore ('67). Sarà, tuttavia, grazie
al maestro Bava che Marisa raggiungerà la notorietà nel
nostro paese, interpretando una indimenticabile Eva Kant nel già
citato capolavoro, super fumetto in film, Diabolik. La bellezza fumettistica
di Marisa colpì Bava, che la scelse in sostituzione della fredda
mono interprete Catherine Deneuve.
L'anno dopo, un'altra grande interpretazione per un altro grande regista:
il giallo Una Sull'Altra (1969) di Lucio Fulci. Sia per la doppia interpretazione,
che per l'assoluta centralità della sua figura nell'intera vicenda,
la pellicola può benissimo considerarsi come l'assoluto "Mell-Movie".
Memorabile la sequenza dello strip-tease sulla Harley-Davidson, con una
Marisa in pelle di leopardo, sotto le note del brano omonimo di Riz Ortolani.
La pellicola è anche l'ideale punto di congiunzione fra lo spy
degli anni 60 e la sua nuova identità recitativa, quella successiva
del thriller dei 70.
Sembrava questo il suo momento d'oro. Le sue quotazioni di attrice salirono,
così come le richieste. Addirittura Vincent Minnelli la scelse
come protagonista del musical più costoso della storia del teatro
di Broadway: Mata Hari. Ma nonostante tutte le più rosee previsioni,
il recital fu un fiasco clamoroso, tale da far sciogliere la compagnia
nel giro di una settimana. Marisa tornò con la stessa determinazione,
ed umiltà di prima, in Italia, dove ormai, grazie anche ad un legame
affettivo si sentiva più che mai a casa. Sempre nel 1969, era pronta
a lavorare per una nuova co-produzione italo-franco-iberica dal titolo
L'Intreccio. Un'altra ottima pellicola fra il noir e il sexy. Con i successivi
thriller: Senza Via d'uscita ('70), Dopo di che uccide il maschio e lo
divora ('71), Nel buio del terrore ('72), Doppia coppia con regina ('72)
e Perversione ('74), Marisa mostra ancora di più le sue maturate
doti attrice. Moglie depressa e nevrotica nel primo, amante e doppiogiochista
nel secondo e nel terzo, seduttrice mortale negli ultimi due.
Un'altra partecipazione da ricordare è in Sette orchidee macchiate
di rosso ('72) di Umberto Lenzi, non tanto per la qualità del film
in sé, quanto per la notevole figura che Marisa fa nei confronti
dell'intero cast. Infatti, nonostante appaia solo dopo la seconda metà
della pellicola come guest star, la sua presenza sulla schermo offusca
non poco i veri attori principali che abbiamo seguito per quasi tutta
la durata del film, una su tutti la prima donna del film, la tedesca Uschi
Digart.
Nonostante avesse partecipato in quasi una sessantina di film, Marisa
non ha mai purtroppo goduto della giusta fama di attrice. Questo sicuramente
era legato al fatto che il suo campo d'azione fu soprattutto l'Italia,
e alla conseguente scarsa partecipazione a prodotti cinematografici hollywoodiani
(a parte un cameo nel trascurabile Mahogany del 1975).
Dall'inizio degli anni 80, Marisa comincia ad apparire sempre meno sul
grande schermo, e le sue poche interpretazioni saranno, purtroppo, solo
verso alcune mediocri commedie sexy.
Ci lascia, a causa di una terribile malattia alla gola, il 15 Maggio del
1992, all'eta di 53 anni, poco dopo il suo ritorno a Vienna.
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