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Reparti d'assalto italiani : gli Arditi
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Dopo due anni di guerra combattuta a suon di spallate e contrattacchi che a poco servirono e moltissimo costarono in fatto di vite umane, i comandi Italiani sentirono l'esigenza e il bisogno di riorganizzare e formare nuovi reparti, cambiando la tecnica di combattimento e cercando magari una migliore collaborazione fra i vari reparti ( in special modo tra fanteria e artiglieria), questo anche per ridare una nuova spinta al morale delle truppe che ormai cominciava a dare segni di cedimento su tutto il fronte.
L'esercito Austro-Ungarico era già molto più organizzato rispetto all'Italiano, fra le sue fila esistevano già reparti d'assalto speciali che portavano spesso a buon fine il compito loro assegnato grazie anche ad un addestramento mirato, il loro nome era "STURMTRUPPEN". Fu con una circolare del Marzo 1917 che Cadorna dà ai Comandi d'Armata le istruzioni per la costituzione dei reparti d'assalto, gli "Arditi ", ma il battesimo ufficiale lo si può considerare in data 29 luglio 1917 in località Monzano, dove gli Arditi fecero una dimostrazione a dir poco veritiera alla presenza del Re.

La circolare spiegava ai vari Comandi come istruire e formare gli uomini che avrebbero dovuto svolgere quell'ingrato ma eroico compito. Vi si legge che i prescelti dovevano essere tutti volontari, avere un trattamento di favore rispetto ai normali fanti e dovevano essere muniti di strumenti idonei ai compiti loro assegnati. Lo scopo dei reparti d'assalto era quello di fare operazioni di disturbo alle prime linee avversarie mediante assalti a sorpresa con cattura di prigionieri e armi, aprire varchi nei reticolati per favorire l'avanzata della fanteria , constatare l'entità della forza nemica e le loro difese ( praticamente un lavoro rischioso). Per azioni di questo tipo ci volevano uomini capaci di mantenere una calma fuori dal comune d'innanzi al pericolo. I candidati riuscivano a entrare nei reparti solo dopo aver superato un durissimo e selezionatissimo corso della durata di 3-4 settimane. Al corso si istruivano i soldati soprattutto al lancio delle bombe a mano e nella lotta corpo a corpo.
I non idonei alla fine del corso rientravano nelle proprie compagnie, gli altri si fregiavano del nome di Arditi. A grandi linee venne costituita una compagnia ogni reggimento formata da circa 150 uomini.
Con un'altra circolare del Comando Supremo n° 106890, si portava a conoscenza del trattamento spettante al personale dei reparti d'assalto. In sintesi vi si legge che:
Gli alloggiamenti dovranno essere molto più comodi rispetto ai militari di truppa, sicuri e lontani dalle prime linee. I reparti d'assalto dovranno essere esclusi da turni di servizio in trincea questo perché gli uomini dovranno essere in piena forma fisica e mentale al momento delle operazioni, senza però perdere la concentrazione e la familiarità col pericolo, quindi di tanto in tanto si autorizzeranno ricognizioni in prossimità delle prime linee nemiche anche per familiarizzare con il terreno su cui si andrà ad operare. Per quanto riguarda il trattamento economico si parla di £ 0.30 per i sottufficiali, di £ 0.20 per caporali e soldati in aggiunta alla normale indennità di guerra. I premi saranno facoltà dei Comandi d'Armata che decideranno di volta in volta sia l'entità del premio che la durata della licenza. La divisa degli Arditi era composta da pantaloni all'Alpina, giubba aperta con camicia e cravatta o maglione nero, le mostrine erano fiamme di colore nero (fanteria), verdi (Alpini), cremisi ( bersaglieri). Il distintivo veniva cucito sulla manica sinistra ed era composto da una daga romana col motto FERZ sull'impugnatura, un ramo di quercia a destra e alloro a sinistra uniti da un nodo Savoia.

Quindi ogni corpo costituì i suoi reparti con metodi di assalto diversi per le varie specialità. La dotazione delle armi era composta da moschetto pugnale e bombe a mano. Con la costituzione di questi nuovi reparti cambiò anche la tattica d'assalto alla linea nemica. Si svolgeva grosso modo con l'avvicinamento degli Arditi in prossimità della linea nemica durante il fuoco di copertura dell'artiglieria, al segnale convenuto l'artiglieria allungava il tiro e per far credere che il bombardamento della linea non fosse finito, ed evitare che il nemico uscisse dei ripari per difendersi, gli Arditi continuavano a lanciare alcune bombe a mano e petardi, riuscendo a penetrare nella trincea cogliendo di sorpresa il nemico e con il pugnale in mano ( raramente si usava il moschetto) riuscivano a conquistarla, uccidendo chi cercava di reagire e facendo molti prigionieri, i quali venivano poi presi in consegna dalle fanterie, che nel frattempo si era portata sulla linea appena conquistata per rafforzarla e coprire l'assalto alla seconda linea. Si cercò soprattutto una maggiore collaborazione fra Artiglieria e Fanteria cosa che fino a quel momento era mancata.
Quindi non più ore e ore di intenso bombardamento che a nulla serviva per i benefici della fanteria. Già dall'agosto del 1917 ogni Armata aveva il suo reparto di Arditi, che al grido di "A NOI !" si gettavano a capo fitto sulle linee nemiche incuranti del pericolo a cui andavano incontro. Per questo meritarono moltissime medaglie d'oro, d'argento e bronzo. Ovunque fosse richiesto il loro intervento essi erano lì, perchè loro erano gli Arditi d'Italia. Fondamentale fu il loro apporto alla battaglia sul Piave, dove aprirono la strada alle fanterie per la battaglia finale di Vittorio Veneto.