I Trentini durante la prima guerra mondiale

In seguito all’ordine di mobilitazione emanato il 31 luglio 1914 dall’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, circa 60.000 Trentini furono arruolati nell’esercito austriaco e spediti sul fronte orientale a combattere contro i Russi. Qui i soldati trentini conobbero il volto crudele della guerra moderna: moltissimi i morti, i feriti, i prigionieri. Allo scoppio della guerra con l’Italia, il 24 maggio 1915, il Trentino fu attraversato dal fronte e per tre anni sulle sue montagne si combatté la cosiddetta guerra bianca, una guerra che cambiò il volto a quel paesaggio alpino.Non tutti i trentini combatterono nelle file dell’esercito austriaco. Alcuni di loro (circa 700), che nel 1914, per le loro idee irredentiste avevano disertato la leva ed erano fuggiti dal Trentino, si arruolarono come volontari nell’esercito italiano.Fra questi Cesare Battisti, catturato dagli Austriaci sul Monte Corno in Vallarsa e impiccato come alto traditore nella fossa del Castello del Buonconsiglio a Trento il 12 luglio 1916.
Con l’apertura del fronte italiano i paesi e le città che si trovavano a ridosso della linea del fuoco furono in pochi giorni evacuati: più di 30.000 civili furono mandati verso sud dall’esercito italiano, altri 70.000 a nord, verso le province centrali dell’Impero, dispersi presso famiglie o concentrati nelle città di legno.Altri 1700 Trentini, sospettati di essere filoitaliani, furono rinchiusi nel campo di Katzenau: per più di tre anni i profughi vissero in esilio, lontani dalla propria casa, spesso in drammatiche situazioni di povertà.Il 3 novembre 1918 le truppe italiane entrarono a Trento: la guerra era finita e il Trentino, in seguito alla sconfitta austriaca, venne annesso al Regno d’Italia