LA VIA AURELIA

LA VIA AURELIA IN TOSCANA

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Nel 241 a.C. il console Lucio Aurelio Cotta concepì l'idea di unificare, collegandoli tra loro, i vecchi tratti che partivano da Roma in direzione di "Alsium" (l'odierna Palo), "Caere" (Cerveteri), e "Cosa" (Ansedonia), facendoli giungere fino a Vada Volaterrana e dando a questa nuova arteria il nome di via Aurelia. Da Vada la strada continuava poi verso Pisa dove si divideva in due tronconi, diretti uno verso Felsina (Bologna) e il centro Italia e l'altro verso la Gallia e poi la Spagna seguendo il litorale. Il tronco che da Pisa si dirigeva verso la Gallia, raggiunse "Albium Intimilium"( Ventimiglia) verso la fine del II secolo a.C. e prese il nome di via "Aemilia Scauri".
La lunghezza della via Aurelia da Roma fino a Vada Volaterrana (l'attuale Vada, in provincia di Livorno) era di 190 miglia, circa 280 chilometri. Nata come via di penetrazione militare, l'Aurelia operò soprattutto come arteria commerciale, collegando Roma con i vari porti sparsi sulla costa a nord lungo il percorso importanti empori come Vada Volatterrana, il cui porto era un centro di smistamento per le merci provenienti via mare dalla Spagna, dalla Gallia , dall'Africa e dal Medio Oriente, che venivano trasportate tramite la via Aurelia nel centro-nord dell'Italia e oltre. La via Aurelia, che partendo da Roma aveva fino a quel punto seguito da vicino la costa toccandone tutti i porti; a Vada se ne staccava dirigendosi verso l'interno a causa degli ostacoli costituiti dai "vada" (guadi o secche) e dalla costa alta e rocciosa a picco sul mare: per questo il tracciato della strada, oltrepassato il fiume Cecina, si spostava dalla costa verso l'interno e, attraversato il fiume Fine ai piedi della collina di Rosignano, ne seguiva per un tratto il corso risalendo lungo la riva destra e raggiungeva Porto Pisano, la Versilia, la Liguria. Poiché in certi periodi dell'anno i "vada" risultavano per molti tratti impercorribili, costringendo i visitatori ad una sosta forzata nella zona, la città di Vada era stata attrezzata per offrire ospitalità e conforto; tra le attrezzature figuravano negozi, osterie, locande, teatri, biblioteche e naturalmente le terme, in prossimità dell'antico porto, ancora oggi visibili e in corso di scavo.
ROMANIZZAZIONE DEL TERRITORIO PISANO
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