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Il filo di Arianna

Istruzioni per il terzo millennio


Percorrerai le strade


Percorrerai le strade
che appena immagino
mentre il mio pensiero
perdendosi
tra i mondi sconosciuti
della fantasia
ti seguirà come un fedele amante
amica mia.
Tu sarai d'altri
altri accarezzeranno
quel tuo gentile aspetto
di donna ragazza ed altri ancora
saranno accarezzati
dal tuo sguardo
lieve
come la pioggia di primavera.

Eppure
nelle sassose vie della mia vita
il profumo dei fiori di balcone
(una donna dietro
alle tendine
quasi celata
osserva il mondo, abituata
a tessere la vita)
e le parole -qualche volta accade-
trasportate da una leggera brezza
mi diranno di te,
del tuo vagare,
ignara ragione
della mia contentezza.

Tu sei, tu sei, ella è
mi dirà il tempo
di questo nostro intenso
separato sentire...
ma noi non ci vedremo mai, forse
eppure
noi non ci lasceremo mai
dolce malinconia di un'altra vita.

 

Muschio

Ombra
Fuori da una follia di luce
Ti dico dei miei giorni
Tu sorridi
Distendere i pensieri
È l'unica unica via
Che ci rimane - dicevi -
Chiedere è inutile come
Raccogliere pioggia tra le mani

Ombra
Profumi, presenze di un chiuso familiare
Dove accadono cose
E tu che esplori l'aria coi tuoi odori
Mentre ti seguo
In attesa.
Raccolgo un fiore per te sulla tua stessa terra
Chiara di gelsomini
Comparirà la luna nei tuoi occhi

Ombra diffusa,
quasi buio
Soltanto un sussurrare
Come un fruscio tra queste lenzuola
Non finisce mai nulla
Dopo un abbandono già ricomincia l'attesa
Sull'orizzonte un lampo viola
Luci della città che tremola motori
In questa quiete parole come muschio

Potrei anche morire
Dei tuoi sogni

 

Mare

Un timore e il richiamo
agave meravigliose
protese sulla pazienza degli scogli
per il gioco infinito del mare
io sono
le vele...
sempre qualcosa segna l'orizzonte
e oltre?
Il rumore della risacca
mi trascina
eppure non è il maelstrom
a ingorgarmi l'anima
in questa solitaria sera d'aprile.
Dischiuderò le tue foglie
ecco
catturerò gli abissi
per disperderli,
il fiore svetterà nel cielo
e tu
e tu mi avrai?
Laggiù, più in basso
dove rompono le onde sulla terra
il confine del mondo,
come radici
come aggrappati a questa roccia scura
non possiamo sapere
d'essere
soltanto.
Goccia a goccia
ci incontreremo e ancora e ancora
fino alla vastità del mare.

 

Canto d'amore per una giovane donna

Ricordo
ha taciuto il mare e il vento si è posato
sulla riva
un gabbiano ali di neve
era immobile in alto, verso occidente
dove il sole
tratteneva i suoi atomi di luce
e il tempo si è fermato
l'universo intero ha deciso di sostare
oltre i nostri occhi stupiti
amore mio

nell'attesa
sei diventata farfalla e uccello
sei diventata cielo
sei diventata stelle ed orizzonte
sei diventata il dono di uno sguardo
sei diventata mano delicata e leggera
sei diventata rapidi passi sulla scogliera
sei diventata sentiero
sei diventata aurora e tramonto
sei diventata domani
sei diventata mattino dei miei giorni
sei diventata preghiera e canto
onda che frange e che ritorna
sei diventata incanto

così sei apparsa - tu guardavi lontano -
luce contro il chiarore
di nuvole tranquille,
silenziosa poesia del tramonto
e il vento era nei nostri cuori
il sole era nei nostri cuori
il mare cantava nei nostri cuori
anche il tempo
era linfa lieve dentro ai nostri cuori

Ali di gabbiano hanno sollevato in cielo
le parole
e l'agave si è protesa
ad ascoltare il nostro amore
sussurrare per sempre.

 

Soltanto favola

Quelli tra noi
che non si tirano indietro
ovunque li porti pensare
camminano su un ciglio che si fa indifferente
ad ogni giorno.
Il capogiro
- la più grande emozione
è quella che propende al volo -
già libra leggere
di noi
molecole come vento
se un'anima
non le raccoglie.
Tu, Arianna? davvero ci ascoltiamo
come i bambini l'eco
tra le montagne?
Non siamo pochi
eroi che non sanno dire
e occhi che cercano
- fossero quelli di Omero cantore -
saranno rete,
saranno nuvole nel cielo e pioggia
che ristora
saranno storie senza tempo.
Vorrei prendere
per mano
i miei sogni,
ed essere con te soltanto favola
in un libro stampato.

 

Ti raccolgo

Ti raccolgo
come posso
nel silenzio della mia stanza alla sera
ed è saperti
appena
che mi induce a chiedere
alle ombre
qualche parola amica.
Ciò che è altro
da noi
è sempre altrove.
Eppure una carezza
un bacio
o quel guardarci strano
- come stupito
e gli occhi che si fanno cielo -
ci accompagna
intatto
in questo nostro vagare tra i ricordi.
Anche senza quel dio
che ci consola
è dolce
saperti me per qualche attimo
ancora.

 

Distesa

Aghi di luce attraverso le persiane
della nostra casa
dischiuse
perché i tuoi occhi parlino di noi
ti interrogo
posata come una farfalla
sulle sgualcite sfoglie della notte.
È sempre un domandare
il mattino
(pochi di noi conoscono
i sogni che conducono al giorno
guidando
come fili discreti
il nostro cammino viandante)
eppure quel tuo stare
indugiare
al tepore di un abbraccio
discioglie ogni celato pensiero
nella gioia di esserci
eppure
il silenzio che accompagna
fuori
concerti inalberati di passeri e storni
parla di noi per sempre.

Automobili come ronzii
nella calura estiva
dicono di altri che già non attendono,
io resterei così
con te distesa ed il leggero vento,
come in un quadro
che non conosce il tempo.

 

Risali la crosa

Seduta
distesa
cammini sospiri
ti volti
sussurri mi dici
ti appoggi risali la crosa,
non so dove posarmi
al ricordo di te
ragazza dai chiari riflessi di sole.
Sono stati momenti
sospesi nel gioco
cristalli
per sempre
profumi
come di una stagione ulteriore
e notti e rincorse
tra noi.

Ho ancora
negli occhi
il tuo sorriso almeno
e quel biancore
a rischiarare la stanza attutita
da poche cose
disperse
perché fossimo noi
soltanto
la vera ragione del tempo.

Amare per sempre
un istante
amare
è cancellare
il trascorrere invano
dei giorni

 

Come questo mare
(non riesco a non essere del mare)

Alla sera lo ascolto
tra i sogni
per la solitudine di quelle onde
instancabili
nel buio interrotto
da lamine di luce sulle creste
e intanto
nel silenzio
scivola la chiglia
come un bisturi sottile
affondato nel ricordo
di altri addii.
Presto sarà il sole affollato
di rumori
e grida di gabbiani piume
di mare
che boccheggia verso il cielo cobalto:
perciò
ancora indugia la notte.
Ci stringiamo
tra le felpe
di mura abbandonate
dal tempo
(così si placa il vento)
e abbiamo sguardi già oltre l'orizzonte
argentino
chiaro di un'altra luna

Chi partirà? chi sosterà,
chi afferrerà l'approdo con nodi
sicuri che trattengano
per sempre
il riflusso alto delle maree?

Universi come questo mare
inafferrabili
siamo noi che sempre
vaghiamo inquieti
tra tanto incomprensibile amore.

 

Le nostre giornate

Le nostre giornate
leggere
come il vento che gioca
sull'orlo argentino
del cristallo
e nel vicolo i rumori
rapidi del lampo,
improvvisi
tra le pieghe del sogno.
Tu avvolgi le membra
bianche di lenzuolo
sollevi il braccio
scruti il controluce in attesa
di avermi,
io sono ciò che sospira
attraverso
le tue labbra
e ti attende quieto
per un momento ancora.
Che ne sarà di tanto ricordo?
non so accumulare
giorni
come ricchezze della memoria,
ma noi saremo per chi
alla sera
ci saprà nella piazza
deserta di amore
con le nostre silenziose
parole e la danza
delle tue onde di sole
perdute in un bacio.
Il tempo
è stato rapito
da un gioco del vento
anch'esso leggero
sull'orlo
del nostro cuore.

 

Parole

Amore,
(eri distesa
e velluto traccia dei miei pensieri
nella carezza leggera
delle mani)
solo -dicevi-
senza le tue parole
accetterei tu fossi altrove.
Parole,
questo navigare
tra onde di emozioni che provano
a dire di noi
come il fruscio del vento
la malinconia
di ciò che è prima dell'inverno
ancora
e poi labbra che si sfiorano
come i legni
nel bisbiglio del nostro
mare,
vorremmo fossero
segni
incisi su cortecce
del tempo
le nostre vite accanto
e cuori
d'altri giorni trafitti dal ricordo,
eppure è 'sempre'
ogni nostro istante e dovrebbe bastare
come fosse una vita.

Sai? a volte mi domando
quale sia la meta
di tanto protenderci,
soltanto le parole riescono
talvolta
a superare il gesto delle mani.
Allora
mi basterà ripeterti
raccolto nella penombra di una stanza
il gesto ti amo, ti amo, ti amo
e sarai mia.
Anche da lontano.

 

Sangue

Sangue.
Era stato in tutti i modi
che tu e io,
eppure
ancora
mancava insieme respirare
l'ossigeno delle vene.

Madre e figlio
due arti
rami dello stesso mare
lo spazio uno
dietro a numerose stelle
l'unità del diamante.

Dio neppure
ha pensato a questa cosa
nella sua bibbia
di fango e celeste,
quando si è posato
trafitto
dal dolore
per un'assenza.

Volare
trattenuti
da un dito per non perderci
e cercare
entrare
come il vento insistente
tra le fessure
di un rito universale.

Oltre, oltre, oltre
sempre
le labbra fuse nel silenzio
vivere
per appartenere
oltre, oltre
i confini del mare
del tempo e delle stagioni
oltre
la nostra apparenza
senza altro
scampo
che il domani.

Infine lo stesso pulsare
appagato
di sangue, nostro
dentro la penombra di candela
per il dolore lieve
tremolante.

Quando più non ci saremo
saremo ancora.
Insieme

 

Ci leggeranno

Per chi tra noi non attende
il giudizio
dei giorni
sarà abbastanza se le pietre
- e il mare, forse -
conserveranno un segno
inalterato
del nostro amore quasi universale:
gli occhi, le guance
labbra da baciare, i fianchi
capelli come il sole
e quel tuo lieve sorriso
per celare
indulgenti pensieri
sui miei sogni.

Ci leggeranno un giorno tra
i ricami
di nubi nel rincorrersi del vento
tu vaporosa ed io quasi
svanito per il solito incanto
nel guardarti.
Eppure
noi non ci siamo accorti
d'essere osservati
lungo la banchina, tra i moli
sulle strade affollate
dagli assenti, nel vicolo dei nostri
sogni. Erano invece
le chiglie in rada
i discreti lampioni
gli spalti del nostro castello
quei portoni
l'azzurro giocoso del mare
e l'asfalto delle nostre corse.

Qualche innamorato
soltanto
ci scorgerà nel tempo, come un segno
che non trascorre
come il nostro sorriderci
per sempre.

 

Soltanto di cercare

Luci che appaiono e poi
le inghiotte il buio
lampare, miraggi, boe, una strana idea
sul mare.
Tentando di capire.
vorrei giungere
dove la profondità
mi spaventa
invisibile
(come il pescatore, alto
sulla sua barca
i pesci)
e lì
sostare per sempre
ad ascoltare.
Siamo tutti
al di qua di un muretto
per non precipitare
e intanto
continua ad incrociare scomposte trame
l'universo. Mi consola
nel cielo, le stelle
all'orizzonte
come me affogate in questo mare.

So che vivrò soltanto
di cercare.

 

In Vespa alle Cinque Terre

Dietro alla curva un'altra ombra
di bosco,
l'odore selvoso dei lentischi
e lo squarcio da tuffarci il cuore
della costa lontana
dove
il mare si esercita a indagare
il segreto del monte.
Noi, pensieri che corrono
sulle due ruote del ricamo
d'asfalto
al suono modulato per l'eco
del motore
contro le case bianche delle alture.

Adesso stringerci
è non poter afferrare senza
un compagno
il senso di tanta fatica
di fasce inerpicate lungo viti
sottratte alla partenza
- l'ordito che ha l'orizzonte
come meta ricorrente
dello sguardo - e la promessa
di filari e filari e tralicci erbosi
come il fondo di quello stesso mare
per uomini e donne che hanno
in cuore
il mugugno appena sussurrato
e il silenzio degli orti.

Il segreto dei compluvi
e la vertigine dei dossi per le curve
lanciate verso il cielo,
tali e quali le mani
distolte dal manubrio
che esplorano furtive ed irrequiete.
Così
in quest'altro tempo
l'amore corrisponde alla terra
e l'accarezza percorrendo le balze
quasi fosse sole.

Abbiamo ancora volato
nel buio della notte
come pensieri che indugiano, tra noi
ma senza posa.

 

Senza respiro

Mi accogli
tra i morbidi portali delle cosce
bianche come la luna
e gli occhi negli occhi
non si distolgono
per non perderci
confusi
all'ansimare della sera.

Mentre le labbra
umide di baci come unguento
percorrono i misteri
estrosi
di laggiù, tra umori
profumati della tua foresta
danziamo come montagne
nel sisma
e ad ogni sussulto più profondo
è penetrarci i corpi
l'anima e la ragione
oramai arresa al sogno.

Sarai il mio scrigno
sarai il mio regno
sarai le mie stelle
perché si farà notte
sul tuo petto
sarai l'altra parte del frutto
sarai il nodo insolubile
e l'improvviso spasmo,
insieme
sarai la mia fine e le tua.

Senza respiro
ascoltiamo un cuore appena
ed è il primo sorriso
del mondo
a dirci che esistiamo.

 

Appuntamento

La notte ha placato
gli ultimi passi
ed echi di parole
straniere
nel nostro vicolo di mare.
Tu
distesa nel silenzio
ricami questa stanza con i raggi
dorati dei capelli.

Ci siamo dati
appuntamento nel sogno
qualche sera.

Muovono come onde i tuoi fianchi
seguendo le correnti
trattenute
da un fragile monte
che si posa
e sale
come fosse in attesa.
Tu danzi
e t'accompagna il suono
del nostro respiro che vorrebbe
volare.

Quando si è posato il vento
già riprendono
per strada
le cantilene del giorno,
così si colorano nel sopire
che ci accomuna
esausti
le immagini di un'altra terra
di un mare
dove è solo lievemente sfiorarsi
e gioco di sguardi assorti
navigare.

 

Lacerato il confine

Ogni giorno mi chiedo di capire
almeno
di ciò che vivo intanto
che altra vita mi fluisce intorno.
Non c'è un motivo
non fosse questo stringersi
del petto
anche nella bonaccia delle ore.
È un cercare bendati
sapendo di inventare per gioco
per comodo
per la tranquillità dei sogni
un universo virtuale
che ci accolga
fuggendo al desiderio della fine.
E tu?
soltanto in quei momenti
che sai
le misteriose vie dell'esclusione
- le persone, il luogo, l'ora
del giorno, la stagione
il modo ed altre circostanze -
e il nostro essere uno
anche a me permettono sapere
che almeno esiste un senso,
almeno si distingue
una ragione.
Niente, nulla, nessuno
mai accadrà alcun rendere il conto
per ciò che è stato
nell'arbitrio di tanto srotolarsi
come onde del tempo.
Eppure, chi guardasse
da qualche lontana esistenza
capirebbe il motivo
del nostro stringerci
stupiti
e incuranti di ogni altra risposta.
Noi siamo
ciò che riusciamo ad essere non soli,
lacerato il confine
della nostra pelle.
Noi siamo
quando non siamo. Quando ci incontriamo
compagna mia,
me stesso
per qualche strano caso del destino.

 

Acqua di mare

Soluzioni che attenuano i dubbi
e acqua di mare che discioglie sali
di roccia antica come problemi ostili
muretti dove s'imbiancano di vestiti
i volti scuri di un'altra etnia
e tedeschi allegri col loro gelato
da passeggio in questo sud
dell'universo ancora sconosciuto.
Noi cammineremo per sempre
lo so, mano nella mano perché
si misura a sguardi stupiti
il tempo dei sentieri. Per vicoli
dicevi o per strade larghe quanto
il nostro respiro e qualcuno ci vedrà
per chiederci il gesto di un pensiero
restituito all'angusta finestra balcone
di una gracile vita. Possibile sentire
insieme anche da così lontano?

Tu ed io.
Soluzioni che attenuino dolore in chi
non sa disperdere affetto.
E quel sorriso? quell'ammiccare
la riconoscenza per un saluto, l'aiuto
nel trasportare, sorreggere, ascoltare?
la saggezza del mare?
Ci muoviamo nel buio che coloriamo
di fantasie. Eppure lo sfiorarci
di pelle sconosciuta cresce la luce
dei giorni che non sappiamo eludere.

Tu ed io e domani e poi domani
ancora. Basta la confusione per vivere
per disciogliere risolvere attenuare
andare e non lasciare, amare, un po'
di gioia per non piangere, sempre?
Acqua del mare che ritorna testarda.
Così le nostre parole, a cozzare
sulla costa rocciosa della vita. Hanno
sempre ragione le montagne alla fine?
o queste onde che insistono?
Noi siamo l'uno e l'altro nelle migrazioni
nel darci, nel ricevere, nel resistere
cedere partire oppure stare. Noi siamo
terra e mare, impauriti e decisi, insoliti.

Tu ed io, irrisolti, persino nell'amore.

 

Il filo di Arianna

Confondo i sogni e la realtà
la fantasia le idee le suggestioni
le speranze i progetti le sconfitte
quotidiane i pensieri. La mia follia
incapace sorvola
l'acuta razionalità che mi distingue
di tutto non so nulla
e poi quando un treno fischia
alla stazione, quando si parte
quando il mare rumoreggia senza
posa, quando il vento rinfresca
questa estate esausta, quando
la gente sfreccia dentro al cielo
dei miei occhi, quando una voce
canta parole sconosciute, quando
gli odori mi arrivano al cuore
mi perdo
definitivamente.
Di certo ho questo gonfiarmi
del petto, questo respiro strano
e prolungato, questo acuto dolore
per la lontananza, questo presentire
il calore il palpitare gli umori
la dolcezza il morbido di labbra
occhi che scrutano sguardi sorpresi
una mano che si stringe e passi
e passi e passi come di danza. Questo
filo di Arianna,
questo amore.

 

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