Sanac Massa
1998
Dal 19 gennaio al 9 febbraio sono stato in infortunio,
l’ultimo certificato del medico è stato quello che ha innescato il tutto in
quanto la data del rientro non era così chiara.
II 26 febbraio abbiamo fatto una riunione con il
direttore dell’INPS, per un problema di settimane mancanti ai fini del
conteggio per la pensione, a cui ha partecipato anche il responsabile del
personale della Sanac di Massa il sig. Cervelli.
Alla fine dell’incontro il sig. Cervelli, mentre
uscivamo, mi dice di verificare il certificato medico del mio rientro perché
non è molto chiaro e l’INAIL interpreta il 9 come un 3, insieme andiamo
all’INAIL, mi faccio dare una fotocopia e in effetti la data era scritta male,
il sig. Cervelli mi dice di farmi fare una dichiarazione dal mio medico che per
la ditta andava bene, cosa che io ho fatto subito il giorno dopo e cioè il 27
febbraio e ne ho mandato una copia all’INAIL e una alla ditta, ed in effetti
dalla ditta non ho più avuto nessuna comunicazione.
2000
Faccio una causa contro l’INAIL per non dovergli ridare
650.000 £ circa per quei giorni dal 02/02/98 al 08/02/98, perché secondo loro
ero scoperto.
2003
Il 10 ottobre ricevo dalla casa comunale una lettera in
cui ero invitato a ritirare una sentenza.
La ritiro e vedo che è la sentenza della causa contro
l’INAIL; il giudice mi ha dato torto e mi ha condannato alle spese di 1369,00 euro.
Da notare che dal febbraio 1998 all’ottobre 2003, non ho
mai ricevuto, dall’azienda, né una contestazione né una lettera in cui mi si
chiedesse una qualsiasi cosa in merito a tutta questa situazione.
Il 13 ottobre ricevo una raccomandata, che è allegata
alla documentazione che ti invio, e che mi ha sorpreso non poco laddove oltre
all’assenza ingiustificata parlano di abuso, mancata presentazione, mancata
giustificazione, mancata consegna e dulcis in fundo la violazione è
talmente grave da poter integrare la fattispecie del licenziamento....
Espletiamo tutte le procedure rispetto a quanto previsto
dal nostro CCNL in merito alle giustificazioni e il giorno 6 novembre il
direttore mi chiama in ufficio dove alla presenza del sig. Cervelli,
responsabile del personale, e di Mameli Silvano, l’altro delegato FILCEACGIL mi
legge il contenuto di una raccomandata A.R. datata 30/10/03, che io avevo
ricevuto, e mi comunica che da domani 07/11/03 sono sospeso dal lavoro e dalla
retribuzione.
Presentiamo subito un ricorso d’urgenza, art. 700, che
viene discusso in una prima udienza il giorno 27/11/03, dove partecipano circa
70 persone tra lavoratori e delegati di altre aziende, il giudice propone di
prendermi tre giorni di sospensione e all’azienda dice di accontentarsi e
chiudere il caso; questa non accetta.
La seconda udienza viene rimandata al 02112/03, sono
presenti un centinaio di persone, il 03/12/03 il giudice emette il giudizio in
cui ritiene illegittimo il mio licenziamento e impone la mia immediata
reintegra. Reintegra che di fatto non avviene se non in via, solo,
amministrativa.
Il 16/12/03 viene fatta un’assemblea dove in un primo
tempo il direttore mi fa sapere, tramite il portinaio, che non vi erano
problemi alla mia partecipazione alla stessa, e quando mi presento alle 13,00
in stabilimento il direttore mi dice che non posso entrare perché l’azienda non
ha ancora ricevuto il dispositivo del 03/12/03 della mia reintegra e il
riconoscimento del mio ruolo come membro RSU e RLS.
Facciamo in base alla legge 300/70 un’art. 28 per
comportamento antisindacale che, in data 31/12/03, viene respinto dal giudice
per la mancanza dell’attualità ma, nel principio ribadisce che ho il diritto di
entrare come delegato RSU e RLS, quindi posso partecipare alle assemblee.
2004
Dal 9 gennaio inizio ad entrare all’incirca
5, 6 volte in un mese come RLS e due volte come RSU,
molto probabilmente non gli sta bene e legano il mio ingresso alla firma dei permessi
sindacali o RLS come se fossi a lavorare e dovessi abbandonare il mio posto di
lavoro; eh si, perché loro mi dicono che virtualmente mi considerano in turno
8-17, informandomi anche del fatto che una volta finiti tali permessi ed in
particolare quelli come RLS, che sono solamente 40 ore, mi avrebbero tolto
permessi non retribuiti quindi parte del mio stipendio.
Nel frattempo arriviamo in possesso di un articolo che
compare sul Secolo XIX di Genova il 25/01/04 dove il nostro padrone Riva,
nell’anniversario della morte di Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse,
incontra a Cornigliano i 3 segretari generali nazionali, Epifani, Pezzotta e
Angeletti e in nome del lavoro gli chiede aiuto perché gli enti locali liguri
lo ostacolano, da qui decidiamo di mandare un fax ai 3 segretari.
Per motivi contingenti l’ultimo giorno del mio ingresso
in stabilimento è il 29/01/04, poi rientro il 10 febbraio e l’azienda mette in
atto la sua strategia: posso entrare solamente se firmo i permessi sindacali o
quelli RLS, che storicamente abbiamo sempre fatto, o non mi fanno entrare, alla
presenza di un testimone, io non firmo.
Con il segretario di categoria e il legale decidiamo di
fare un’altro art. 28 il giorno dopo e cioè l’ 11/02/04.
Viene discusso il 25/02/04 e il 27/02/04 il giudice
emette il giudizio dove ancora una volta lo respinge per la non attualità ma mi
da’ ragione nel principio e conferma anche che se io firmo i permessi l’azienda
non può pormi pregiudizio alcuno quando sono terminati, cioè trattenermi parte dello
stipendio (permessi non retribuiti).
L’azienda nel frattempo aveva fatto reclamo al giudizio
del Giudice del 03/12/03 al mio reintegro al lavoro, reclamo che è stato
discusso in sede Camerale da tre Magistrati e dai procuratori delle parti il
giorno 17/02/04 e in data 20/02/04 hanno emesso il loro giudizio che
sostanzialmente conferma il giudizio espresso in mio favore il 03/12/03.
Roberto Battistini
R.S.U. Sanac Massa