Alle cooperative sociali i lavoratori piacciono muti

 

Con questo numero PM continua il percorso di riflessione, iniziato con il n. 2, sulle condizioni di lavoro all'interno delle cooperative. In questo numero riportiamo un'intervista ad una lavoratrice, delegata sindacale, di una importante e grossa cooperativa della Versilia.

 

Sappiamo che qualche tempo fa è stata fatta circolare sul tuo posto di lavoro una lettera che ti riguardava. Di cosa si tratta e come nasce la vicenda di questa lettera ?

 

Diversi mesi fa sono andata sotto l’infortunio, in conseguenza di un cazzotto alla mandibola che ho ricevuto da un paziente del “reparto Alzaimer” nel tentativo di dividerlo da un altro paziente con il quale stava litigando. Durante il periodo dell’infortunio, alcune colleghe di lavoro sono venute a casa mia e mi hanno informato del fatto che, all’interno dell’azienda, stava circolando una lettera con la quale venivano chieste le firme dei soci-lavoratori per potermi licenziare, con l’accusa di presentare troppi certificati (che per loro dovrebbero essere falsi, ma che invece sono stati fatti o dal Pronto Soccorso o dal mio medico).

Nella lettera venivano riportati in dettaglio i periodi in cui ero stata in malattia e in infortunio, con la specificazione che ciò era dovuto alla mia disattenzione durante il lavoro. In realtà, ogni volta che ho avuto un infortunio, nel turno mancava personale. Ovviamente, se io sono costretta ad alzare una persona da sola invece che in due, come dovrebbe essere, è logico che i rischi nel potersi far male sono maggiori.

Diciamo che l’elemento peggiore di questa vicenda è che la prima firma della lettera è di una socia-lavoratice rappresentante sindacale che sostiene di non averla scritta, ma che l’ha comunque fatta girare all’interno della struttura per la raccolta delle firme. Oltre che da lei la lettera è stata sottoscritta da altre due socie-lavoratrici e da una dipendente (che in realtà non avrebbe niente a che vedere con la lettera perché è indirizzata ai soci).

Dato che io voglio sapere chi ha scritto la lettera, ho presentato una querela contro queste quattro persone.

 

Secondo te, perché le altre lavoratrici l’hanno firmata ?

 

Diciamo che alcune non avevano capito nemmeno quello che stavano firmando; ad alcune è stato detto che la lettera sarebbe stata poi firmata dalla direzione; altri l’hanno firmata e poi si sono cancellati. Un’altra lavoratrice non sapeva che la cosa era andata avanti perché subito dopo averla firmata è andata in malattia e quando è rientrata ha spiegato come erano andate le cose e cioè che la lettera le era stata sottoposta dalla lavoratrice di cui vi ho parlato, anche se la direzione le aveva suggerito, nel caso in cui le fosse stato richiesto, di rispondere che la lettera l’aveva trovata per caso e così l’aveva firmata…

 

La lettera è stata girata a tutti i lavoratori o ad alcuni soltanto ?

 

Si può dire che non ha fatto in tempo a circolare tra tutti i lavoratori della struttura perché alcuni di questi hanno ripreso la lavoratrice che la stava facendo girare sul posto di lavoro, chiedendole se si rendeva conto o meno di quello che stava facendo. In ogni caso, alcuni sono riusciti a fare una fotocopia e a portarmela.

 

Quindi sono stati alcuni soci-lavoratori che si sono assunti la responsabilità di raccogliere le firme per licenziare un altro socio-lavoratore, non è la direzione che l’ha scritta…

 

Per me dietro le quinte c’è la direzione, anche se i dirigenti che la compongono hanno negato nel modo più assoluto. Io ritengo, tuttavia, che sia stata la direzione a scrivere la lettera per il semplice  fatto che sulla lettera sono elencati il numero e i periodi esatti degli infortuni che ho avuto in tre anni di lavoro e non credo proprio che gli altri lavoratori si siano annotati i vari periodi durante tutto questo arco di tempo. Inoltre, c’è da considerare anche il fatto che la lettera è scritta su carta intestata con il nome della cooperativa: la direzione a questo proposito ha detto che qualcuno può avere preso la carta mentre tutti loro erano in bagno, dato che gli uffici la notte sono chiusi...

La lavoratrice che ha provveduto a far girare la lettera sostiene di non averla scritta, però non dice chi l’ha scritta.

Rispetto ai motivi che possono averla indotta ad un comportamento del genere non saprei…

Dalle voci sembra che sia stata ricattata perché aveva avuto dei richiami disciplinari e, come saprete, dopo il terzo richiamo ci potrebbe essere il licenziamento, quindi…

Questo è ciò che mi hanno detto alcune colleghe di lavoro. 

 

Secondo te perché si è arrivati a fare una cosa del genere ? Ritieni che questo evidenzi una situazione di disagio in conseguenza del fatto che molto spesso dovete sopportare carichi di lavoro eccessivi ?

 

Il problema sta nel fatto che nel reparto degli anziani abbiamo più lavoro che in tutti gli altri reparti e quando arriva un certificato non veniamo rimpiazzati da altre persone; solo nel caso di certificati lunghi più di un mese (come maternità ecc.) vengono assunti a tempo determinato altri lavoratori, altrimenti sono i restanti lavoratori che provvedono al rimpiazzo del lavoratore assente, con un conseguente meccanismo di frazionamento del turno, come mattina-notte, che è illegale ma che continua ad essere fatto. Ad esempio, attualmente so che ci sono più di 10 persone in malattia; altre volte è capitato che ci fossero 12/13 persone assenti tra malattia, infortuni e ferie, il che significa che i restanti lavoratori devono sobbarcarsi anche il loro lavoro…

Capite bene che non è possibile far fronte a un tale carico di lavoro.

Inoltre, poiché noi dobbiamo raggiungere le 165 ore mensili, che con il turno in quinta non raggiungiamo, sarebbe sufficiente un rientro ogni 15 giorni per recuperare, invece ci fanno fare molte ore in più che non vengono neppure pagate.

Adesso abbiamo chiesto che queste ore ci vengano pagate oppure che ci vengano dati giorni di riposo in più. Ci sono dei reparti che ricoprono turni del tipo 7.00-13.00 e poi 22.00-7.00/8.00; questo vuol dire un turno di 15/16 ore, tenendo conto che quando tutto va bene durante la notte - nel senso che gli ospiti dormono o sono comunque tranquilli - dobbiamo fare il lavoro della lavanderia.

Avevamo proposto la figura di un “jolly”, anche ricorrendo a personale interno, che si occupasse di coprire il turno del personale mancante. Ovviamente, dato che tale figura doveva essere a disposizione quando necessario, avevamo proposto che le venisse retribuita una indennità relativa al diritto di chiamata, ma la direzione ha bocciato la proposta motivandola con la mancanza di fondi, anche se per noi i fondi ci sono...

 

Sappiamo che recentemente è stato approvato un regolamento interno…

 

Sì. A fine anno scadeva il contratto di appalto della cooperativa e la Direzione, facendoci “intendere” che potevano non rinnovare il contratto con il conseguente scioglimento della cooperativa e “licenziamento” dei soci-lavoratori, ha fatto in modo che questo non avvenisse a patto che i soci-lavoratori si impegnassero a fare gli straordinari e addirittura a lavorare, quando se ne presentasse la necessità, anche senza prendere lo stipendio.

Tutti i soci, tranne me, hanno approvato questo nuovo regolamento.

C’è da dire che molti lavoratori non avevano capito che la direzione aveva prospettato la chiusura proprio per far passare queste regole. Adesso, parlando con alcuni di loro e spiegandogli cosa comporta questo regolamento, stanno tornando sui loro passi. Per fare un esempio, grazie a questo regolamento, ora è possibile concedere il part-time quando, in passato, ad alcuni lavoratori che lo avevano chiesto per problemi di salute è stato negato.

C’è da dire, d’altra parte, che il nuovo regolamento, per essere effettivo, doveva essere registrato entro il 30 di gennaio. Io, in quanto rappresentante sindacale, non ho ancora avuto alcuna comunicazione al riguardo, quindi non sappiamo se è stato registrato o meno.

 

Per quanto riguarda la clausola relativa al licenziamento…

 

All’assemblea dei soci in cui è stato riconfermato l’appalto, assemblea successiva a quella in cui ci avevano comunicato la possibilità di scioglimento della cooperativa, ci hanno comunicato la volontà di apportare una modifica consistente nell’attribuire al Consiglio la possibilità di licenziare i soci-lavoratori. Purtroppo siamo stati in pochi ad opporci e la modifica è passata.

 

Da chi è formata la direzione della cooperativa? 

 

E’ formata da tre persone. Due di queste non hanno assolutamente alcuna qualifica professionale, mentre la terza è un’assistente sociale dell’USL in pensione che è retribuita dalla cooperativa con l’ottavo livello; in più ci sono due persone che sono retribuite a contratto part-time dalla cooperativa.

 

Quanti lavoratori siete ?

 

Siamo più di 40 soci-lavoratori. Ci sono quattro dipendenti a tempo indeterminato, poi ci sono soci senza essere lavoratori che vengono fuori quando deve passare una regola che disciplina il lavoro, ed essendo dalla parte della direzione, la regola passa nostro malgrado.

Ci sono, inoltre, alcuni lavoratori che vengono assunti a tempo determinato, a volte anche solo per 15 giorni, per coprire le ferie, le lunghe malattie ecc. Si sono verificati casi in cui un lavoratore, ogni 2/3 mesi, veniva licenziato per poi essere riassunto dopo 10/15 giorni e, dopo un anno di questo tira e molla, veniva definitivamente lasciato a casa.

Diventa socio-lavoratore solo chi ha un contratto a tempo indeterminato.

 

Come si svolge il lavoro all’interno della struttura in cui lavori ?

 

Spesso accade che i generici vanno a sostituire le OP quando sono in malattia, nonostante ciò sia illegale perché i generici devono fare il loro lavoro di generici, ma questi ragazzi/e non possono opporsi perché hanno paura di essere licenziati, e tutti hanno bisogno di lavorare...

Io, in qualità di rappresentante sindacale, ho anche consegnato una lettera alla direzione specificando che, nell’eventualità in cui si verificasse qualcosa di grave quando nel turno manca il personale, noi decliniamo qualsiasi responsabilità. Questo perché osservo che sempre più spesso, durante il turno di lavoro, non è presente il personale minimo necessario.

E’ ovvio che se mi trovo da sola a dover sorvegliare 38/40 persone, non sono in grado di garantire un controllo efficiente quindi, per non incorrere in un richiamo per scarsa attenzione sul lavoro, ho fatto presente il problema, attribuendo alla Direzione la responsabilità di eventuali incidenti agli ospiti.

C’è anche da dire che la Direzione lamenta la scarsità di fondi, anche se so che ci è pervenuta una fattura per il cambio di numerose lampadine quando nel bagno di un paziente sono due mesi che manca una lampadina. Dove sono andate a finire tutte queste lampadine, mi domando ?

Inoltre quest’anno, nonostante la Regione sostenga di aver stanziato i fondi, non verranno fatti i corsi di formazione sempre a causa della scarsità di soldi.

 

Secondo te, il fatto di essere soci-lavoratori ha inciso nel rapporto tra i lavoratori, e che ruolo avete rispetto alla Direzione ?

 

I soci-lavoratori non hanno alcuna voce in capitolo per quanto riguarda la direzione della cooperativa; quando fa comodo ai dirigenti ci dicono che sono i soci che devono prendere le decisioni, ma in realtà dirigono solo loro.

Ad esempio, noi dovremmo approvare il bilancio; solo che questo te lo fanno vedere solo pochi giorni prima dell’assemblea in cui deve essere approvato, quindi come puoi capire se è giusto approvarlo o meno?

C’è stato anche un episodio in cui, sempre per “mancanza di soldi”, la direzione ritardava il pagamento degli stipendi. A quel punto io ho chiesto che mi facessero vedere la documentazione relativa alle spese, per verificare dove fossero finiti i soldi.

Nel giro di pochissimo tempo hanno pagato gli stipendi…