Riguardo allo sciopero generale del 26
marzo contro l’attacco alle pensioni
PM è stato presente alle manifestazioni
provinciali distribuendo l’articolo (pubblicato in due parti sui nn. 2 e 3 del
foglio) di analisi sulla controriforma delle pensioni. Quell’ articolo fu scritto prima della
riapertura del tavolo di confronto di dicembre. Quello che segue è uno stralcio
delle note integrative a quell’articolo che chiudevano il volantone distribuito
il giorno dello sciopero generale.
“[...] In queste settimane si discute delle ultime
modifiche da apportare alla proposta del governo. In particolare si parla del
silenzio-assenso sul trasferimento del TFR ai fondi pensione integrativi, della
richiesta di eliminare la decontribuzione e della necessità di smussare lo
scalino del 2008. Vedremo la stesura definitiva, ma il clima che si respira non
fa certo prevedere buone soluzioni.
Una cosa deve essere ben chiara.
Per scioperare contro questo governo di motivi ce ne sono
sempre a sufficienza; ma noi non difendiamo né la riforma Dini del 1995, né
il metodo della concertazione, né la politica dei redditi (come chiedono
ufficialmente Cgil-Cisl-Uil). Riforma Dini, concertazione e politica dei
redditi hanno peggiorato enormemente la vita dei lavoratori. Non solo non
devono essere sostenute; devono anzi essere combattute con tutte le nostre
forze. Bisogna cambiare pagina, costruire un collegamento dal basso dei
lavoratori e delle lavoratrici che sappia impedire concretamente il continuo
smantellamento dei loro diritti. E sulle pensioni, bisogna dire nettamente no
a tutte le modifiche proposte dal governo ed anzi aprire la strada per rivedere
anche la vergognosa riforma Dini che i lavoratori avevano bocciato nel
referendum”.
Massa, 26 marzo 2004