Una ricerca Eurispes-Ispesl evidenzia una forte relazione
tra precarietà occupazionale e cattive condizioni di lavoro. Possiamo affermare
che i lavoratori precari sono più esposti degli altri al rischio infortuni,
malattie professionali ed incidenti, anche mortali: i tassi di mortalità ed
infortuni sul lavoro di chi ha un’occupazione temporanea sono doppi, se non
tripli, rispetto a chi occupa un posto fisso.
Ci sono vari motivi: la tendenza ad assegnare ai
lavoratori flessibili i compiti pericolosi, rischiosi, a volte in posti
insalubri che il personale regolare dell’impresa, di norma, rifiuterebbe; poi,
in pochi giorni o in pochi mesi, tale figura
non può essere adeguatamente formata ed informata; ed ancora, come da
definizione, il flessibile cambia drasticamente settore lavorativo ad ogni
contratto.
Senza contare il fatto che il lavoro, ma soprattutto la mancanza
di lavoro, è la prima causa di stress al mondo. Le prospettive future
attestano che ad aumentare saranno gli infortuni chiamati tecnicamente “in
itinere”.
Il cosiddetto lavoro “atipico” è, quindi, tanto precario
quanto usurante; con la riforma Biagi l’area di tale lavoro è destinata ad
allargarsi notevolmente.
Gli atipici in Italia sono oltre sei milioni (6.076.664
riferito al 2002), più 7,3% rispetto al 2000.
In due anni l’incidenza del lavoro atipico sul complesso
dell’occupazione è passata dal 20,4% al 27,7%, mentre in Europa rappresentano
il 16% sul totale degli occupati.
Le ASL toscane di Prato, Pisa, Empoli e Pistoia (quindi,
almeno per ora, nessuna ASL della nostra zona) hanno creato un tavolo di lavoro
per cercare di stabilire almeno una bozza normativa a tutela di questi
lavoratori.
Questi sono i dati INAIL relativi al fenomeno
infortunistico del primo semestre 2003 per le regioni Toscana e Liguria su cui
il nostro comprensorio si sviluppa:
- infortuni settore industria servizi: Toscana
601-Liguria 222
- infortuni mortali per tutte le attività: Toscana
53-Liguria 14