Presidio al Versilia Golf Club dei lavoratori della DS Data Systems di Massa

 

Venerdì mattina, 30 settembre, i lavoratori della sede di Massa di DS Data Systems hanno manifestato davanti al Versilia Golf Club la propria rabbia per i 38 licenziamenti richiesti dall’azienda e per l’atteggiamento con cui la stessa ha preteso di avviare il confronto con RSU e organizzazioni sindacali. L’azienda, infatti, sin dal primo incontro ha messo in chiaro la sua indisponibilità a trattare soluzioni alternative al licenziamento o a ridurre l’impatto occupazionale.

Di fronte a questo muro i lavoratori ribadiscono:

 

1) Che la CIGS rappresenta lo strumento più idoneo per trattare una parte dell’esubero richiesto, in attesa del definitivo rilancio dell’azienda e del superamento del suo precedente stato di crisi.

 

2) Che il rapporto con i lavoratori deve essere improntato al rispetto delle loro posizioni entrando nel merito delle proposte avanzate senza liquidarle come ”perdite di tempo” o ”teatrini”.

 

3) Che la trattativa deve basarsi sulla piena comprensione che la provincia di Massa-Carrara versa in una situazione molto grave dal punto di vista occupazionale (ciò che a suo tempo aveva spinto Data Systems ad aprire qui una nuova sede, attratta dai bassi salari e dalla possibilità di accedere a fondi speciali e sgravi di varia natura) e che dunque le drammatiche misure prospettate, laddove non affrontate con spirito costruttivo, non possono che generare atteggiamenti drammatici.

 

I lavoratori si sono recati al Versilia Golf Club anche per sottolineare il fatto che Paolo Ottani, presidente di Data Systems e di NCH - società che la controlla -, è anche presidente del Versilia Golf Club ove si reca in diverse occasioni per giocare e intrattenere i suoi importanti ospiti, mentre non ha mai trovato un’ora di tempo per presentarsi, neppure una volta, di fronte ai lavoratori di Massa.

Tantomeno lo fa oggi, malgrado avesse dichiarato solennemente, all’atto del suo insediamento, mediante video-conferenza, che lui non aveva mai, e non avrebbe mai, licenziato nessuno.

Smentita dalla realtà (quasi 100 posti di lavoro in meno in un anno nel gruppo) e dopo mille discorsi sul ”rimboccarsi le maniche” e nel ”crederci” la nuova gestione non ha avuto neppure il coraggio di presentarsi e spiegare il perché del voltafaccia. Forse, perché questo voltafaccia lo aveva progettato sin dall’inizio.

 

In questa azienda molti di noi ci hanno investito e abbiamo il diritto di avere voce al tavolo delle trattative. Non possiamo essere trattati come pacchi da usare e poi abbandonare per essere sostituiti con altri ”pacchi indiani” (infatti DS vuole chiudere Massa, ma apre a Calcutta) ancora più flessibili, con minori garanzie di salario e di diritti, ecc...

La proprietà deve comprendere che i dipendenti non scioperano per divertimento - dato che a loro tra l’altro lo sciopero costa - ma per sensibilizzarla ai problemi sociali ed economici a cui stanno andando incontro. Perdere un posto di lavoro al giorno d’oggi (e soprattutto nella nostra zona) è una cosa gravissima: non si può ignorare che, dietro ad un posto di lavoro, c’è una famiglia che vive.

La cosa tra l’altro inaccettabile è che non si sta parlando di una società in netta difficoltà economica e di mercato, ma di una società che si sta rilanciando per avere profitti sempre più alti: profitti che purtroppo, a quanto pare, verranno da investimenti all’estero anziché a casa propria.

 

L’attuale proprietà si è presentata all’inizio invitando i dipendenti a ”dare il massimo” per ottenere i risultati sperati dicendo che in questo modo avremmo difeso i posti di lavoro e la sede: in questi mesi i lavoratori non si sono tirati indietro e hanno fatto la loro parte. L’azienda stessa ha riconosciuto che il piano industriale di rilancio presentato a marzo veniva rispettato.

Sorge quindi spontaneo chiedersi: per quale motivo adesso, invece, dobbiamo essere cacciati ?

I lavoratori sono persone in carne ed ossa non semplici ”risorse” da far sgobbare quando fa comodo e poi buttar via quando non fa più comodo.

 

Massa, 29.09.2005

I lavoratori e le lavoratrici della DS Data Systems